Not too bad! Se capita che hai a che fare con Novak Djokovic… alla tv serba SportKlub non sfuggi

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Not too bad! Se capita che hai a che fare con Novak Djokovic… alla tv serba SportKlub non sfuggi

Vita, aneddoti e miracoli del campione serbo giustificano perfino l’invio di una troupe tv con 4 persone alla casa sulle colline di Firenze di Ubaldo Scanagatta

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Ora che avrete avuto la pazienza di guardare questo video che la tv serba SportKlub TV ha mandato in onda in tutte le sei nazioni dell’ex Jugoslavia alla vigilia del recente torneo di Dubai e del ritorno alle gare di Novak Djokovic -dopo tutto il caos che ha fatto seguito al suo viaggio in Australia, alla revoca del visto, alla sua espulsione Down Under –

ecco che solo per chi interessa…

  – ATTENZIONE! SONO TUTTE COSE GIA’ NOTE ALLA GRAN PARTE DEI LETTORI DI UBITENNIS, NON SONO ALLA RICERCA DI AUTOREFERENZIALITA’ E AUTOCELEBRAZIONE, mi sono anzi posto il problema se scrivere, riscrivere tutto quel che segue per una questione di… misura.  Se doveste pensare che ho finito per scrivere quel che segue per parlarmi addosso, e poi darvi adito di scrivermi chissà quali commenti, fatemi il piacere di fermarvi qui e non andare avanti, GRAZIE. Non sono comunque cose importanti, tanto che sono stato fortemente incerto se ricostruirle. 

Cercherò di spiegare perchè sia nata questa intervista che io credevo di zero interesse per un qualsiasi Paese straniero e agli amici serbi feci subito presente dicendo loro: “Ma che volete che importi ai serbi di Ubaldo Scanagatta?” Ma evidentemente forse non era così per la Serbia dove, qualunque cosa e persona (anche la meno significante) sfiori anche indirettamente l’idolo nazionale Novak Djokovic diventa importante. Vi basti sapere che all’ultimo Wimbledon, dove soltanto chi lavorava per una tv, veniva esentato dai 5 giorni obbligatori di quarantena per le misure anti-Covid tant’è che inizialmente avevo deciso a malincuore do rinunciare alla trasferta pur immaginando che Berrettini poteva raggiungere i quarti, sono stato “accreditato” da SportKlub Tv, perchè mi si chiedeva di fare qualche commento sulle partite di Djokovic con i suoi avversari.

Comincio prendendola un po’ alla lontana e dicendo che tutto è cominciato nel gennaio 2019. E  decisamente quel gennaio 2019 fu un mese memorabile, in Svizzera e in Australia per me, per Ubitennis e per Novak Djokovic più che per Rafa Nadal.

L’Australian Open, che seguivo per la ventottesima volta dal 1990 avendo saltato soltanto l’edizione del 2013, cominciò 12 ore dopo il mio arrivo a Melbourne e con quel monello di Rafa Nadal che…mi colse di sorpresa con gli occhi chiusi nel corso della sua conferenza stampa post primo turno – aveva battuto l’australiano Duckworth in tre set – e non mancò, spiritosamente ma direi anche affettuosamente, di farlo notare.

Questo fu quanto accadde e fu ripreso dal video:

Avrete visto, o rivisto, Rafa che prima mi segnalava con l’indice a tutti i giornalisti presenti e poi sussurava ammiccante nel microfono: “Ehi, questa conferenza stampa non è molto interessante!” . Quindi sempre Rafa che, mentre tutti ridevano, in italiano alzava apposta il tono della voce come per svegliarmi per pronunciare uno squillante: “Buongiorno Ubaldo!” E di seguito in inglese: “Lo so che ti stavi concentrando sulla prossima domanda…”. Beh, ne uscì fuori un video diventato virale in Australia, Spagna, Italia, davvero un po’ in tutto il mondo. Il web non perdona.

Milioni di visite per quella scena discretamente imbarazzante per me che…scontavo sì il jet-lag ma non dormivo, giuro!, anche se avevo riposato solo 3 ore fra l’arrivo all’aeroporto di Tallamarine e quello ai courts di Melbourne Park. Avevo chiuso gli occhi, questo sì, dopo aver commesso l’ingenuità di sedermi accanto a Benito Perez Barbadillo, il media manager del maiorchino secondo il quale “i media si erano dimenticati di Rafa” e che Nadal stesso non cessa di guardare quando risponde alle nostre domande mentre lui twitta e “socializza” tutto e di più.

Vabbè, era andata così.

L’open d’Australia naturalmente non si fermò al primo giorno. A ridosso del primo weekend di quell’Australian Open, a Losanna, si svolgeva una cerimonia internazionale indetta dall’AIPS SPORT MEDIA AWARDS. Una premiazione giornalistica.

Era accaduto che una giuria internazionale avesse deciso di premiare un mio articolo uscito su Ubitennis.com in italiano e su Ubitennis.net in inglese il 9 settembre 2018, scritto subito dopo l’incredibile finale vinta dalla sorprendete giappo-american-haitiana Naomi Osaka sulla favoritissima Serena Williams con mille polemiche a seguito della condotta assurda di Serena che se l’era presa con l’incolpevole arbitro portoghese Carlos Ramos accusandolo di… razzismo maschilista, per averla  ammonita due volte e sanzionata con un penalty game.

Sep 9, 2018 — Tennis – Editoriali del Direttore | Williams ha perso la testa come con Clijsters e Stosur. La ricostruzione dei fatti. Naomi campionessa …

https://www.aipsawards.com/submission-web-blog?id=31349

Quest’articolo mi garantì il podio. Una gran bella soddisfazione, devo dire. Chissà, forse anche i miei Maestri Rino Tommasi e Gianni Clerici sarebbero stati orgogliosi del loro allievo. I giornalisti partecipanti erano 1.273 in rappresentanza di 119 diversi Paesi. Anche se sulle prime mi ero ripromesso di sobbarcarmi la pazzia di un volo avanti e indietro di complessive 50 ore per un Melbourne-Zurigo-Melbourne (più round-trip in treno) in 3 giorni, alla fine fu mia moglie che andò a ritirare il prestigioso premio, che non si sapeva se sarebbe stato primo, secondo o  terzo, perché l’avrebbero annunciato soltanto a Losanna.

Io rimasi invece a Melbourne anche per la seconda settimana dell’open fino al giorno finale, quello del trionfo di Novak Djokovic su Rafa Nadal in tre set.

A quella netta vittoria seguì la conferenza stampa che cominciò con quella mia domanda d’approccio ormai diventata famosa “Ok Novak, sette Australian Open, quindici Slam…” e proseguì con Novak che mi interruppe al volo, esibendosi in un’imitazione spontanea del mio accento anglobecero “Not too bad!!!” e ridendo a crepapelle, rovesciando la testa prima all’indietro e poi sul tavolo. In tutta la sala conferenza di Melbourne Park vi fece seguito uno scoppio fragoroso di risate.

La scena proseguì come chi non l’avesse ancora visto può vedere adesso qui:

Questo video è stato visto fin qui, in diverse proposizioni, e in tutte le lingue, due milioni di volte più di quello di Nadal e del mio presunto “pisolino” che ne ha totalizzate “soltanto” oltre 3 milioni e mezzo!

Ma se c’è un Paese in cui più di ogni altro è stato proposto e riproposto, visto e rivisto, questo è certamente la Serbia.

E’ certamente per questo motivo che qualche tempo fa sono stato contattato da una produzione televisiva serba che, con mia grande sorpresa, ha voluto organizzare la visita di una troupe a Firenze, a casa mia, per intervistare il sottoscritto diventato, non certo per merito mio ma grazie a quella buffa ed istintiva reazione di Novak Djokovic e del suo “Not too bad!” molto più noto e popolare in Serbia di quanto io non mi sia mai sognato di esserlo in Italia.

Non lo scrivo qui per narcisismo, credetemi, ma solo perchè può servire a farvi capire che chiunque abbia occasione di incrociare Djokovic in un modo un po’ curioso agli occhi dei Serbi, per i quali Nole è un dio in terra, diventa una star senza esserlo, ma mi è capitato sia a Wimbledon sia a Parigi di essere stato riconosciuto e fermato da tifosi serbi che dopo avermi salutato non con un good morning un good afternoon ma con un “not too bad!”, poi sembravano felicissimi di farsi un selfie con me nemmeno io fossi Brad Pitt o George Clooney. Beh, dai, ogni tanto sentirsi una star, soprattutto quando non lo sei, può farti anche piacere! Not too bad!

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