Wawrinka è carico: "Non torno per salutare il circuito, voglio vincere un titolo"

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Wawrinka è carico: “Non torno per salutare il circuito, voglio vincere un titolo”

Dalla riabilitazione con Sergio Ramos agli obiettivi futuri. “Il mio capitolo col tennis non è finito” assicura Stan Wawrinka

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Per il cinema ci sarà sempre tempo, ora Stan Wawrinka scalpita e non vede l’ora di tornare a giocare a tennis. Il tennista svizzero, che durante la sua convalescenza per un infortunio al piede sinistro ha partecipato come produttore alla realizzazione del film Maison de Retraite, è stato intervistato da L’Equipe e ha parlato a fondo della sua attuale condizione. La riabilitazione, più lunga ed estenuante del previsto, l’ha svolta nelle strutture dei giocatori del PSG perché l’infortunio è tipico dei calciatori, e lo stesso Stan si è rivolto al suo amico Nasser Al-Khelaïfi (presidente del PSG ed ex giocatore di Coppa Davis) per un aiuto. Con i 37 anni che scoccano a fine mese e 12 mesi di assenza dal circuito tuttavia, anche solo una vaga idea di ritiro sarebbe comprensibile. “Quando hai così tanto dolore, soprattutto al piede, al tendine o alla caviglia, non hai mai una garanzia con un’operazione. Se vuoi davvero tornare, devi prenderti il ​​tempo e accettare tutti i dubbi che ne derivanoha spiegato Wawrinka.

“Solo dopo molto tempo inizierai ad avere delle risposte. Per tutta la prima fase, hai il gesso, le stampelle, riesci a malapena a muovere il piede. Ci sono tante fasi, prima di sapere se reggerà o meno… Conoscere già questo tipo di infortuni mi ha aiutato nell’avere pazienza. E spesso i chirurghi sono un po’ troppo positivi perché potrebbero non conoscere abbastanza la durezza del tennis o dello sport in generale”. La sua grande professionalità gli ha fatto mantenere un profilo discreto quando si recava nella sede di allenamento del Paris Saint German, e i suoi incontri mondani sono stati molto pochi. “Ho avuto ottime discussioni, soprattutto con l’allenatore. Ho passato molto tempo, purtroppo per lui e per me, con (Sergio) Ramos, perché anche lui si è infortunato (ai polpacci) durante tutto questo periodo. Avevamo gli stessi orari. Sono andato anche a vedere le partite. Mi piace il calcio quindi avere la possibilità di vedere il PSG, vedere arrivare Messi, seguire l’allenamento, è stato interessante”.

Finalmente sembra esserci luce in fondo al tunnel. “Ho fatto tutta la riabilitazione fino al 5 gennaio. Da allora sono tornato alla fase di preparazione. E finalmente, ho ricominciato a tennis giocando quaranta minuti, venerdì 4 febbraio! Da maggio 2021 non toccavo più la racchetta, a parte tre palline contro un muro… Ora, sto molto meglio. Sto lavorando molto fisicamente per tornare, sempre ovviamente con Pierre Paganini. Posso spingere forte, ma devo comunque stare attento. Devo davvero ricostruire tutto. Da questo fine settimana ho intrapreso due settimane di “tennis completo” (a Monte Carlo) che mi diranno molto di più su dove sono”. E proprio il Masters 1000 del Principato, in programma dal 9 al 17 aprile, è stato fissato come obiettivo di rientro. “O anche prima, i piani cambiano rapidamente” ammette l’ex numero 3 con un sorriso.

Negli ultimi anni il tennis, e gli sport in generale, stanno dimostrando come l’età per continuare ad essere competitivi si stia allungando sempre di più, e proprio su questa base si fonda il ritorno alle competizioni di Wawrinka. “Prima della sosta pensavo di essere a un livello abbastanza buono per divertirmi ancora sul circuito. Tornerò per finire la mia carriera, ma questo non significa necessariamente entro sei mesi. Non mi sto solo preparando a tornare quest’anno e salutare allo stesso tempo. Il desiderio è di riscoprire le emozioni. Ho ancora questa fiamma dentro di me che mi fa amare il tennis, amo giocarci, amo allenarmi, amo la durezza. Finché avrò questo, voglio continuare un po’ più a lungo, perché è un’enorme opportunità per me essere un tennista. Non ho finito con il mio capitolo sul tennis“.

Nel concreto questo significa aggiungere ancora un trofeo in bacheca, dove l’ultimo risale a Ginevra nel maggio 2017. “Certo, il livello influenzerà i prossimi anni: se non ho il livello, non mi divertirò. Voglio riconquistare un titolo, questo è certo. Dal mio infortunio al ginocchio, quasi cinque anni fa, il mio sogno è stato vincere un torneo ATP prima di smettere. Un 250, un 500, un Master 1000, qualunque cosa. Il livello che avevo prima dell’infortunio al piede andava bene per mirare a quello. È quello a cui punto ancora”.

Infine Stan si è anche espresso sul nuovo n. 1 del mondo, Daniil Medvedev: “Penso che quello che fa sia eccezionale. Trova sempre soluzioni, è un combattente, può arrabbiarsi quando le cose non vanno bene ma ha un buon carattere come lottatore. È capace, appunto, e lo vediamo in tutti i suoi big match, che li vinca o li perda, di cambiare tennis durante la partita. Il suo gioco mi affascina. Da spettatore andrei a vedere un giocatore così, perché penso che sia bello da vedere. Lui fa tutto. Che sia diventato il numero 1, è meritato. L’ho detto per tutta la mia carriera: le classifiche non mentono”.

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