Coppa Davis, Australia-Ungheria 3-2: De Minaur trascina gli aussie alle Finals

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Coppa Davis, Australia-Ungheria 3-2: De Minaur trascina gli aussie alle Finals

Alex vince una gran bella partita contro Fucsovics dopo che il doppio aveva a sorpresa premiato i magiari. Thanasi non trema e regala il punto finale

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Alex De Minaur - ATP Cup 2022 Sydney (foto Facebook ATP Cup)
 

La due giorni d’incontri a Sydney, nel replay della sfida di Torino del girone D delle Finals 2021, si conclude con la qualificazione dell’Australia per la prima fase di settembre delle Davis Cup By Rakuten Finals 2022. Come era accaduto anche nel capoluogo sabaudo, il tie è stato piuttosto equilibrato, con il team di Hewitt capace di avere la meglio solo nel quinto ed ultimo match. E pensare che dopo l’1-1 di ieri, oggi la contesa si era aperta con la sorprendente affermazione della coppia ungherese Marozsan/Valkusz (con quest’ultimo preferito a Fucsovics) sul più quotato duo australiano Peers-Saville (numeri alla mano, infatti si può osservare come la classifica di specialità dica Peers n.11, Saville n.53, Marozsan n.238 e Valkusz addirittura n. 1312). La partita è stata sempre in controllo della coppia vincitrice, che ha fatto prevalere la migliore incisività dei colpi a rimbalzo coadiuvata dalla giornata decisamente no di Peers. Successivamente il match fra i numeri 1 (era quello più atteso, con un solo confronto diretto tra i due sempre in Davis proprio lo scorso novembre a Torino con la vittoria di De Minaur al tie-break del terzo) ha mostrato un tennis di altissima qualità abbinata ad una forza mentale dei due protagonisti non da meno; De Minaur é riuscito ad avere la meglio dimostrando di essere, come ieri, , ben centrato e risoluto nelle fasi decisive della sfida mentre Fucsovics è uscito tra gli applausi, ma sicuramente anche con molti rimpianti per via del vantaggio sprecato nel tie-break. Kokkinakis, infine non ha tremato e a portato a casa il terzo punto per la sua squadra con una prova molto convincente in battuta ed una pesantezza di palla superiore al giovane Piros.

1. F. Marozsan/ M. Valkusz (HUG) b. J. Peers/ L. Saville (AUS) 6-4 6-4

Prima ancora che la seconda giornata del tie tra Australia e Ungheria avesse inizio, sul veloce indoor della Ken Rosewall Arena, si è assistito subito ad una sorpresa con un cambio rispetto alle formazioni annunciate giovedì nel sorteggio. Infatti capitan Zoltan Nagy, dopo aver visto la sua squadra chiudere in parità la prima giornata, ha deciso di risparmiare dall’impegno del doppio il proprio n.1 Fucsovics, schierando al suo posto Mate Valkusz. Ed è proprio quest’ultimo a dare inizio alla contesa al servizio. La giovane coppia ungherese esce meglio dai blocchi, e grazie a due sontuose risposte di rovescio (la prima di Valkusz e la seconda di Marozsan) si guadagna le prime due palle break del match. A suggellare l’allungo immediato in apertura di partita del duo più giovane in campo, è il disastroso smash di Saville che atterra ben oltre la riga di fondo campo. Il 22enne di Budapest confeziona un perfetto inizio di gara, confermando lo strappo e issando la coppia sul 3-0. Valkusz in doppio si rivela la scelta vincente di capitan Nagy, tirando fuori dal cilindro in modo incessante vincenti in ribattuta da ambo i fondamentali; il che si completa alla perfezione con la maggiore incisività e solidità del n.238 di specialità sia nel fondamentale d’inizio gioco che nel gioco a rete. Nel quinto game, però ecco le prime difficoltà per la coppia ungherese. Mate, al servizio, approccia con un doppio fallo; poi pasticcia Fabian che non colpisce bene una comoda volée di dritto sopra la rete ed infine un nastro aussie rende vincente la risposta di dritto di Peers. Ma alla fine è proprio il più esperto e vincente della coppia di Hewitt a concretizzare il contro-break avendo la meglio nel braccio di ferro con Valkusz e venendo a prendersi il punto avanti con una volée bassa di approccio da cineteca. Quando sembra ormai che il match volga verso la parità, gli australiani si dimostrano ancora una volta molto fallosi concedendo dei gratuiti su soluzioni veramente banali per doppisti affermati come loro. Ed ecco quindi materializzarsi il terzo break in sei giochi (due dei quali subiti dall’ex n.2 di specialità); con la coppia magiara di nuovo a condurre. Ma il festival dei game di battuta strappati non è terminato, nel gioco successivo per la seconda volta nel match Fabian e Mate gettano al vento il vantaggio accumulato. E’ veramente una rarità vedere così tanti break (4) in una partita di doppio di questo livello, su questo tipo di superficie è condizioni, con un set ancora da completare. Nell’ottavo game il neo marito di Daria Gavrilova, l’unico a non aver ancora perso il servizio, cancella un pesantissimo break point con una seconda palla di servizio sulla linea. E’ ancora una volta però il giocatore meglio classificato dei quattro in campo a dimostrarsi incredibilmente l’anello debole della coppia di casa; infatti il N.11 ATP di doppio non riesce a prolungare la prima frazione e cedendo la sua battuta per terza volta nel parziale permette a Marozsan/Valkusz d’incamerare il primo set 6-4 dopo 36 minuti di match; set point trasformato dall’ennesima risposta di rovescio indovinata da Valkusz.

Il duo della terra dei canguri prova a reagire subito ad inizio secondo per cercare di dare anche un segnale emotivo di presenza ai loro avversari: 30-40, a causa anche del secondo doppio fallo nel match della coppia nativa di Budapest. Qui è ancora una volta Peers a commettere una gravissima leggerezza, con una semplice risposta di rovescio scaraventata a metà rete a cui segue un’altra orrenda risposta del nativo di Berri. Il buon Lleyton è sempre più scuro in volto, sta comprendendo che nonostante il caloroso supporto del pubblico di Sydney, la partita ai suoi sta scivolando di mano ed è perfettamente consapevole di quanto sarebbe stato vitale breakkare in apertura di parziale. Ma tant’è, quantomeno i due aussies riescono a tenersi a galla con il servizio. Dopo l’occasione avuta in risposta nel terzo gioco dall’Australia, si procede on-serve senza ulteriori scossoni, nonostante di tanto in tanto Mate continui a deliziare con delle primizie in risposta che vanno a spolverare tutti gli angoli dell’arena intitolata a Ken Rosewall. Il livello deli scambi cresce sensibilmente in questo frangente di gara; nel nono game il primo punto del gioco è a dir poco spettacolare, un duello molto duro ed intenso tra i fulmini da fondo degli ungheresi e l’arcigna difesa nei pressi della rete degli australiani. Sul 30-30, Marozsan riesce ad esibirsi in una meravigliosa esecuzione vincente con il rovescio che buca il duo di Hewitt. Questo punto si rivelerà decisivo, poiché nel game successivo ancora una volta Peers, che serve per rimanere nel parziale (come era accaduto già nel primo) trema, crolla e si dissolve totalmente. Prima gli ungheresi sfondano a suon di martellate dalla linea di fondo e poi John completa la sua prestazione a dir poco disastrosa con uno smash in rete (come quello che aveva dato il primo break nel match agli ungheresi) ed un doppio fallo che rendono realtà il 2-1 per l’Ungheria. L’ultima immagine di questo primo incontro del sabato è capitan Nagy che con l’indice del dito destro indica i suoi ragazzi; autori di una partita di altissimo profilo, dove i meriti sono da condividere anche con lui visto il coraggio nella scelta presa nel rinunciare al suo n.1.

2. A. De Minaur (AUS) b. M. Fucsovics (HUN) 7-6(4) 6-4

Ora tocca al buon Marton, con un intero popolo che lo sospinge, provare a chiudere i giochi, completare il miracolo e regalare all’Ungheria l’accesso alla fase finale della competizione. Per quanto riguarda il piano tattico del match, Fucsovics era riuscito ad avere la meglio di Kokkinakis grazie alla maggiore solidità e alla capacità, remando da fondo, di far giocare sempre un colpo in più all’avversario. Allungando lo scambio inevitabilmente l’australiano incorreva nell’errore. Questo piano però oggi non può essere attuato contro il terribile demone Alex, perché in questo tipo di situazioni tattiche e di gioco dà il meglio di sè, soprattutto considerando il fatto che gioca in casa nella sua città natale e quindi può esaltarsi ancora di più. L’ungherese, infatti si dimostra subito molto più offensivo rispetto al match di ieri, proiettandosi in avanti verso la copertura della rete non appena ne ha l’opportunità. Non a caso conclude il primo game dell’incontro (nel quale serviva) con una delicatissima stop-volley di dritto dopo aver attaccato in controtempo. De Minaur, sotto l’occhio vispo di Tony Roche, impatta sul 2-2 nonostante una pretenziosa palla corta fermatasi in rete sul 15-0. Alex mostra con grande costanza la sua solita risposta anticipata, con i piedi ben dentro il campo sulla seconda di servizio, con cui ricerca sempre gli ultimi centimetri di campo. I servizi sono sempre molto robusti, anche se nel quinto gioco c’è un brivido che passa lungo la schiena del magiaro, costretto al 30-30 da una fulminea risposta di Demon dopo la quale Marton mette una seconda ma viene successivamente graziato dal rovescio scarico dell’australiano. A metà parziale, sul 3-3 il N.34 ATP rimonta dallo 0-30 aggrappandosi al servizio, che gli garantisce 4 punti diretti. Può quindi tirare un sospiro di sollievo e salire 4-3. Nel game che segue, ecco materializzarsi le prime chance in risposta: tre gratuiti del N.30 del ranking portano il game sul 15-40, sulla prima è molto attento con la battuta il giocatore aussie; mentre sulla seconda viene fuori un punto massacrante da più di trenta colpi sula diagonale sinistra dove il primo ad andare fuori giri è il n.1 della formazione ungherese con il dritto. Qui viene fuori tutta la garra di origini uruguagie che Alex ha ereditato dal padre; rinviene dal 15-40, cancella le due palle break e va sul 4-4. Galvanizzato nel gioco successivo riprende di tutto in difesa; così come sul 30 pari dove però il finalista di Rotterdam 2021 si supera con un recupero in back in contropiede sull’incrociato dopo una volée fantasmagorica del figlioccio di Hewitt. Il livello dello scontro adesso è salito qualitativamente in modo pazzesco e conseguentemente lievitano anche i decibel dei tifosi aussie. Il nono game, spartiacque, si trasforma in una vera e propria battaglia di nervi e di soluzioni tecniche di grandissima manifattura. Con grande carattere, dopo i break point sfumati via in precedenza, Fucsovics s’inerpica 5-4 con un colossale “comodino” in parallelo dal lato destro. Il dritto è la vera arma del magiaro quest’oggi, soprattutto nei momenti delicati ha sempre risposto presente. 4 vincenti dal quel lato per lui contro nessuno dell’avversario nel primo set. Il classe 1999 di Sydney senza problemi allunga la frazione e a questo punto inevitabile conclusione di un primo set ben giocato da entrambi e molto equilibrato è il tie-break. Il primo punto del gioco decisivo è un’altra lotta senza quartiere, durissimo scambio in cui il primo a prendere l’iniziativa è il magiaro che attacca in modo egregio con il rovescio lungo riga (a cui segue il recupero di poco largo da parte di Alex) e va 1-0. Qui De Minaur sceglie il peggior momento possibile per trovare il suo primo doppio fallo del match, dopo arriva anche un dritto in rete dello spagnolo da parte di madre. Fucso vola 3-0, poi seguono tre mini-break consecutivi (prima l’australiano recupera i due di svantaggio per poi concederne un altro). Sul 4-3 per l’ungherese altro punto da cineteca, ragnatela da fondo con Marton che usa sapientemente il back e con demon che gioca con molta profondità . Il lottatore De Minaur riesce per la seconda a recuperare uno svantaggio in questo tie-break. Successivamente le scorie di aver sprecato il tesoretto dal 3-0 portano Fucsovics ad incappare nel suo secondo doppio fallo. L’ex N.15 non si volta più indietro e chiude 7 punti a 4 dopo più di un’ora.

Troppo importante la prima frazione, visto come si è sviluppata, per non trascinare degli strascichi nel secondo e in generale compromettere il senso e l’andamento della sfida in una direzione o nell’altra. Fucsovics, oramai sfilacciato e sfiduciato lascia andare i colpi senza averne più controllo e il match parrebbe sostanzialmente terminato dopo il primo parziale. Rappresentativo di ciò è il vedere come sia cambiato l’atteggiamento del capitano Hewitt dal primo set; dal viso corrucciato ai pugnetti pronti ad incitare il proprio ragazzo dopo ogni 15, come richiede il manuale d’antologia della trance agonistica. Però dopo essersi involato 3-0, De Minaur non riesce a centrare il doppio break di vantaggio in un game fiume da 17 punti e nel gioco che segue (il quinto) cede abbastanza sorprendentemente il servizio a 15 rimettendo in carreggiata l’ex N.31 delle classifiche. Nel sesto game, com’era già accaduto nel quarto, altro gioco maratona con tre parità che supera abbondantemente i sei minuti, dove l’ungherese disintegra una nuova possibilità di break Australia e piazza un parziale da tre giochi che lo riporta in scia del più giovane contendente. Potrebbero diventare quattro i game consecutivi, ma il nativo di Sydney annulla una palla break dal peso specifico non indifferente e continua a condurre anche grazie al quarto ace del match sull’ultima parità (nonostante ora il set sia caratterizzato da una lotta incandescente, pur avendo avuto Alex tre palle per il 4-0). Il match si rialza nuovamente d’intensità emotiva e tecnica, ma Marton nel decimo game, in cui serve per rimanere nella frazione, provato dalla fatica di aver dovuto rimontare lo scarto iniziale concede match point. Il magiaro non demorde e sui primi tre è chirurgico: volée di rovescio in salto, ace esterno e prima vincente. Tuttavia, dopo aver avuto una palla game, capitola sul quarto match ball sparacchiando un dritto anomalo. A quel punto tutta la gioia di Alex, per aver dato alla propria nazionale un punto cruciale che mantiene intaccata la speranza di qualificazione, può finalmente esplodere. Il giovane ragazzo aussie si getta a terra e poi rialzandosi urla a squarcia gola let’s go. Applausi a scena aperta, anche da parte del pubblico di casa, per l’instancabile Fucsovics che ha dato tutto ed è stato co-regista di una sceneggiatura tennistica di altissima levatura.

3. T. Kokkinakis (AUS) b. Z. Piros (HUG) 6-4 6-4

Si decide tutto al quinto ed ultimo match, questo tie tra Australia e Ungheria, con lo scontro tra i numeri 2: Kokkinakis e Piros. Il sorteggio viene vinto da Thanasi, che decide di rispondere. La sua scelta si rivela azzeccata, visto che breakka immediatamente a 15 complici due gratuiti in rete con il dritto del magiaro. Fin da subito si evince la maggiore robustezza di palla dell’australiano, che fa i solchi nella metà campo opposta. Ma Zsombor l’abbiamo imparato a conoscere in quel di Torino, è un giocatore molto caparbio che non molla nulla, quindi spetta al nativo di Adelaide dimostrare il suo maggior livello (dettato anche dalla differenza in classifica, 98 contro 240). E difatti il primo gioco al servizio, per il campione in carica del torneo di doppio all’Australian Open, è già molto indicativo in tal senso; il tennista di origini greche perde i primi due punti a causa anche di un meraviglioso pallonetto di Piros (che oggi è al decimo match in carriera contro un top 100, con un bilancio di 5 vittorie e 4 sconfitte) prima di rinvenire attraverso la potenza del suo servizio e del suo dritto (le sue due armi principali). Il n.2 della compagine australiana governa il vantaggio in scioltezza (ad eccezione di un piccolo brivido sul 3-1, quando si è trovato 30-30), sciorinando qua e là perle di rara brillantezza, e certifica la prima frazione con un 6-4, sfruttando l’unica palla break del set, dopo 36 minuti al primo set ball (con un ace di seconda ad aprire il game finale).

Il filone ad inizio secondo parziale non sembra volersi distogliere dal medesimo andamento avuto nel primo; come accaduto in apertura di match per Thanasi si manifesta subito l’opportunità in risposta causata ancora una volta da due dritti molto scarichi del giovane magiaro (la seconda dell’intero incontro). Questa volta però l’ex N.3 junior si salva grazie al rovescio di Thanasi che non supera la rete. Il film già visto nel primo set, però, non ne vuole sapere di non andare nuovamente in onda, e quindi anche il primo gioco in battuta del secondo set per Kokkinakis va sul 30-30; ma il N.240 del mondo manda in rete il dritto inside-in e così come era successo nel primo Kokki non concede chance in ribattuta. Ma lo scarto finale di questa sfida tra Australia e Ungheria è nell’aria e si concretizza nel terzo game (i numeri e le percentuali di Piros in battuta calano rispetto al primo set, dove a parte il game in cui ha ceduto il servizio era stato sempre molto solido). Arrivano due break point per il finalista dell’Australian Open 2013 junior, materializzatisi attraverso due magistrali vincenti prima con l’anomalo di dritto e poi con il colpo bimane in parallelo. Il secondo è quello buono, l’australiano sfonda il muro di gomma difensivo dell’ungherese e strappa anche nel secondo. Il classe 1996 conferma il vantaggio senza alcun patema, con il 22enne di Budapest che continua a commettere troppi unforced con il dritto a sventaglio. Prima della conclusione effettiva dell’incontro, c’è bisogno di un breve pronto intervento di capitan Hewitt su un’abrasione della scarpa sinistra del suo giocatore dovuta ad un’azione di scivolamento difensiva. Kokkinakis poi pone fine alla contesa qualificando l’Australia alle Finals 2022, davanti ai genitori Trevor e Voula, con un doppio 6-4 su Piros dopo un’ora e diciassette minuti di gioco, con l’ace numero nove del match.

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