Coppa Davis, Australia-Ungheria 3-2: De Minaur trascina gli aussie alle Finals

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Coppa Davis, Australia-Ungheria 3-2: De Minaur trascina gli aussie alle Finals

Alex vince una gran bella partita contro Fucsovics dopo che il doppio aveva a sorpresa premiato i magiari. Thanasi non trema e regala il punto finale

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Alex De Minaur - ATP Cup 2022 Sydney (foto Facebook ATP Cup)
 

La due giorni d’incontri a Sydney, nel replay della sfida di Torino del girone D delle Finals 2021, si conclude con la qualificazione dell’Australia per la prima fase di settembre delle Davis Cup By Rakuten Finals 2022. Come era accaduto anche nel capoluogo sabaudo, il tie è stato piuttosto equilibrato, con il team di Hewitt capace di avere la meglio solo nel quinto ed ultimo match. E pensare che dopo l’1-1 di ieri, oggi la contesa si era aperta con la sorprendente affermazione della coppia ungherese Marozsan/Valkusz (con quest’ultimo preferito a Fucsovics) sul più quotato duo australiano Peers-Saville (numeri alla mano, infatti si può osservare come la classifica di specialità dica Peers n.11, Saville n.53, Marozsan n.238 e Valkusz addirittura n. 1312). La partita è stata sempre in controllo della coppia vincitrice, che ha fatto prevalere la migliore incisività dei colpi a rimbalzo coadiuvata dalla giornata decisamente no di Peers. Successivamente il match fra i numeri 1 (era quello più atteso, con un solo confronto diretto tra i due sempre in Davis proprio lo scorso novembre a Torino con la vittoria di De Minaur al tie-break del terzo) ha mostrato un tennis di altissima qualità abbinata ad una forza mentale dei due protagonisti non da meno; De Minaur é riuscito ad avere la meglio dimostrando di essere, come ieri, , ben centrato e risoluto nelle fasi decisive della sfida mentre Fucsovics è uscito tra gli applausi, ma sicuramente anche con molti rimpianti per via del vantaggio sprecato nel tie-break. Kokkinakis, infine non ha tremato e a portato a casa il terzo punto per la sua squadra con una prova molto convincente in battuta ed una pesantezza di palla superiore al giovane Piros.

1. F. Marozsan/ M. Valkusz (HUG) b. J. Peers/ L. Saville (AUS) 6-4 6-4

Prima ancora che la seconda giornata del tie tra Australia e Ungheria avesse inizio, sul veloce indoor della Ken Rosewall Arena, si è assistito subito ad una sorpresa con un cambio rispetto alle formazioni annunciate giovedì nel sorteggio. Infatti capitan Zoltan Nagy, dopo aver visto la sua squadra chiudere in parità la prima giornata, ha deciso di risparmiare dall’impegno del doppio il proprio n.1 Fucsovics, schierando al suo posto Mate Valkusz. Ed è proprio quest’ultimo a dare inizio alla contesa al servizio. La giovane coppia ungherese esce meglio dai blocchi, e grazie a due sontuose risposte di rovescio (la prima di Valkusz e la seconda di Marozsan) si guadagna le prime due palle break del match. A suggellare l’allungo immediato in apertura di partita del duo più giovane in campo, è il disastroso smash di Saville che atterra ben oltre la riga di fondo campo. Il 22enne di Budapest confeziona un perfetto inizio di gara, confermando lo strappo e issando la coppia sul 3-0. Valkusz in doppio si rivela la scelta vincente di capitan Nagy, tirando fuori dal cilindro in modo incessante vincenti in ribattuta da ambo i fondamentali; il che si completa alla perfezione con la maggiore incisività e solidità del n.238 di specialità sia nel fondamentale d’inizio gioco che nel gioco a rete. Nel quinto game, però ecco le prime difficoltà per la coppia ungherese. Mate, al servizio, approccia con un doppio fallo; poi pasticcia Fabian che non colpisce bene una comoda volée di dritto sopra la rete ed infine un nastro aussie rende vincente la risposta di dritto di Peers. Ma alla fine è proprio il più esperto e vincente della coppia di Hewitt a concretizzare il contro-break avendo la meglio nel braccio di ferro con Valkusz e venendo a prendersi il punto avanti con una volée bassa di approccio da cineteca. Quando sembra ormai che il match volga verso la parità, gli australiani si dimostrano ancora una volta molto fallosi concedendo dei gratuiti su soluzioni veramente banali per doppisti affermati come loro. Ed ecco quindi materializzarsi il terzo break in sei giochi (due dei quali subiti dall’ex n.2 di specialità); con la coppia magiara di nuovo a condurre. Ma il festival dei game di battuta strappati non è terminato, nel gioco successivo per la seconda volta nel match Fabian e Mate gettano al vento il vantaggio accumulato. E’ veramente una rarità vedere così tanti break (4) in una partita di doppio di questo livello, su questo tipo di superficie è condizioni, con un set ancora da completare. Nell’ottavo game il neo marito di Daria Gavrilova, l’unico a non aver ancora perso il servizio, cancella un pesantissimo break point con una seconda palla di servizio sulla linea. E’ ancora una volta però il giocatore meglio classificato dei quattro in campo a dimostrarsi incredibilmente l’anello debole della coppia di casa; infatti il N.11 ATP di doppio non riesce a prolungare la prima frazione e cedendo la sua battuta per terza volta nel parziale permette a Marozsan/Valkusz d’incamerare il primo set 6-4 dopo 36 minuti di match; set point trasformato dall’ennesima risposta di rovescio indovinata da Valkusz.

 

Il duo della terra dei canguri prova a reagire subito ad inizio secondo per cercare di dare anche un segnale emotivo di presenza ai loro avversari: 30-40, a causa anche del secondo doppio fallo nel match della coppia nativa di Budapest. Qui è ancora una volta Peers a commettere una gravissima leggerezza, con una semplice risposta di rovescio scaraventata a metà rete a cui segue un’altra orrenda risposta del nativo di Berri. Il buon Lleyton è sempre più scuro in volto, sta comprendendo che nonostante il caloroso supporto del pubblico di Sydney, la partita ai suoi sta scivolando di mano ed è perfettamente consapevole di quanto sarebbe stato vitale breakkare in apertura di parziale. Ma tant’è, quantomeno i due aussies riescono a tenersi a galla con il servizio. Dopo l’occasione avuta in risposta nel terzo gioco dall’Australia, si procede on-serve senza ulteriori scossoni, nonostante di tanto in tanto Mate continui a deliziare con delle primizie in risposta che vanno a spolverare tutti gli angoli dell’arena intitolata a Ken Rosewall. Il livello deli scambi cresce sensibilmente in questo frangente di gara; nel nono game il primo punto del gioco è a dir poco spettacolare, un duello molto duro ed intenso tra i fulmini da fondo degli ungheresi e l’arcigna difesa nei pressi della rete degli australiani. Sul 30-30, Marozsan riesce ad esibirsi in una meravigliosa esecuzione vincente con il rovescio che buca il duo di Hewitt. Questo punto si rivelerà decisivo, poiché nel game successivo ancora una volta Peers, che serve per rimanere nel parziale (come era accaduto già nel primo) trema, crolla e si dissolve totalmente. Prima gli ungheresi sfondano a suon di martellate dalla linea di fondo e poi John completa la sua prestazione a dir poco disastrosa con uno smash in rete (come quello che aveva dato il primo break nel match agli ungheresi) ed un doppio fallo che rendono realtà il 2-1 per l’Ungheria. L’ultima immagine di questo primo incontro del sabato è capitan Nagy che con l’indice del dito destro indica i suoi ragazzi; autori di una partita di altissimo profilo, dove i meriti sono da condividere anche con lui visto il coraggio nella scelta presa nel rinunciare al suo n.1.

2. A. De Minaur (AUS) b. M. Fucsovics (HUN) 7-6(4) 6-4

Ora tocca al buon Marton, con un intero popolo che lo sospinge, provare a chiudere i giochi, completare il miracolo e regalare all’Ungheria l’accesso alla fase finale della competizione. Per quanto riguarda il piano tattico del match, Fucsovics era riuscito ad avere la meglio di Kokkinakis grazie alla maggiore solidità e alla capacità, remando da fondo, di far giocare sempre un colpo in più all’avversario. Allungando lo scambio inevitabilmente l’australiano incorreva nell’errore. Questo piano però oggi non può essere attuato contro il terribile demone Alex, perché in questo tipo di situazioni tattiche e di gioco dà il meglio di sè, soprattutto considerando il fatto che gioca in casa nella sua città natale e quindi può esaltarsi ancora di più. L’ungherese, infatti si dimostra subito molto più offensivo rispetto al match di ieri, proiettandosi in avanti verso la copertura della rete non appena ne ha l’opportunità. Non a caso conclude il primo game dell’incontro (nel quale serviva) con una delicatissima stop-volley di dritto dopo aver attaccato in controtempo. De Minaur, sotto l’occhio vispo di Tony Roche, impatta sul 2-2 nonostante una pretenziosa palla corta fermatasi in rete sul 15-0. Alex mostra con grande costanza la sua solita risposta anticipata, con i piedi ben dentro il campo sulla seconda di servizio, con cui ricerca sempre gli ultimi centimetri di campo. I servizi sono sempre molto robusti, anche se nel quinto gioco c’è un brivido che passa lungo la schiena del magiaro, costretto al 30-30 da una fulminea risposta di Demon dopo la quale Marton mette una seconda ma viene successivamente graziato dal rovescio scarico dell’australiano. A metà parziale, sul 3-3 il N.34 ATP rimonta dallo 0-30 aggrappandosi al servizio, che gli garantisce 4 punti diretti. Può quindi tirare un sospiro di sollievo e salire 4-3. Nel game che segue, ecco materializzarsi le prime chance in risposta: tre gratuiti del N.30 del ranking portano il game sul 15-40, sulla prima è molto attento con la battuta il giocatore aussie; mentre sulla seconda viene fuori un punto massacrante da più di trenta colpi sula diagonale sinistra dove il primo ad andare fuori giri è il n.1 della formazione ungherese con il dritto. Qui viene fuori tutta la garra di origini uruguagie che Alex ha ereditato dal padre; rinviene dal 15-40, cancella le due palle break e va sul 4-4. Galvanizzato nel gioco successivo riprende di tutto in difesa; così come sul 30 pari dove però il finalista di Rotterdam 2021 si supera con un recupero in back in contropiede sull’incrociato dopo una volée fantasmagorica del figlioccio di Hewitt. Il livello dello scontro adesso è salito qualitativamente in modo pazzesco e conseguentemente lievitano anche i decibel dei tifosi aussie. Il nono game, spartiacque, si trasforma in una vera e propria battaglia di nervi e di soluzioni tecniche di grandissima manifattura. Con grande carattere, dopo i break point sfumati via in precedenza, Fucsovics s’inerpica 5-4 con un colossale “comodino” in parallelo dal lato destro. Il dritto è la vera arma del magiaro quest’oggi, soprattutto nei momenti delicati ha sempre risposto presente. 4 vincenti dal quel lato per lui contro nessuno dell’avversario nel primo set. Il classe 1999 di Sydney senza problemi allunga la frazione e a questo punto inevitabile conclusione di un primo set ben giocato da entrambi e molto equilibrato è il tie-break. Il primo punto del gioco decisivo è un’altra lotta senza quartiere, durissimo scambio in cui il primo a prendere l’iniziativa è il magiaro che attacca in modo egregio con il rovescio lungo riga (a cui segue il recupero di poco largo da parte di Alex) e va 1-0. Qui De Minaur sceglie il peggior momento possibile per trovare il suo primo doppio fallo del match, dopo arriva anche un dritto in rete dello spagnolo da parte di madre. Fucso vola 3-0, poi seguono tre mini-break consecutivi (prima l’australiano recupera i due di svantaggio per poi concederne un altro). Sul 4-3 per l’ungherese altro punto da cineteca, ragnatela da fondo con Marton che usa sapientemente il back e con demon che gioca con molta profondità . Il lottatore De Minaur riesce per la seconda a recuperare uno svantaggio in questo tie-break. Successivamente le scorie di aver sprecato il tesoretto dal 3-0 portano Fucsovics ad incappare nel suo secondo doppio fallo. L’ex N.15 non si volta più indietro e chiude 7 punti a 4 dopo più di un’ora.

Troppo importante la prima frazione, visto come si è sviluppata, per non trascinare degli strascichi nel secondo e in generale compromettere il senso e l’andamento della sfida in una direzione o nell’altra. Fucsovics, oramai sfilacciato e sfiduciato lascia andare i colpi senza averne più controllo e il match parrebbe sostanzialmente terminato dopo il primo parziale. Rappresentativo di ciò è il vedere come sia cambiato l’atteggiamento del capitano Hewitt dal primo set; dal viso corrucciato ai pugnetti pronti ad incitare il proprio ragazzo dopo ogni 15, come richiede il manuale d’antologia della trance agonistica. Però dopo essersi involato 3-0, De Minaur non riesce a centrare il doppio break di vantaggio in un game fiume da 17 punti e nel gioco che segue (il quinto) cede abbastanza sorprendentemente il servizio a 15 rimettendo in carreggiata l’ex N.31 delle classifiche. Nel sesto game, com’era già accaduto nel quarto, altro gioco maratona con tre parità che supera abbondantemente i sei minuti, dove l’ungherese disintegra una nuova possibilità di break Australia e piazza un parziale da tre giochi che lo riporta in scia del più giovane contendente. Potrebbero diventare quattro i game consecutivi, ma il nativo di Sydney annulla una palla break dal peso specifico non indifferente e continua a condurre anche grazie al quarto ace del match sull’ultima parità (nonostante ora il set sia caratterizzato da una lotta incandescente, pur avendo avuto Alex tre palle per il 4-0). Il match si rialza nuovamente d’intensità emotiva e tecnica, ma Marton nel decimo game, in cui serve per rimanere nella frazione, provato dalla fatica di aver dovuto rimontare lo scarto iniziale concede match point. Il magiaro non demorde e sui primi tre è chirurgico: volée di rovescio in salto, ace esterno e prima vincente. Tuttavia, dopo aver avuto una palla game, capitola sul quarto match ball sparacchiando un dritto anomalo. A quel punto tutta la gioia di Alex, per aver dato alla propria nazionale un punto cruciale che mantiene intaccata la speranza di qualificazione, può finalmente esplodere. Il giovane ragazzo aussie si getta a terra e poi rialzandosi urla a squarcia gola let’s go. Applausi a scena aperta, anche da parte del pubblico di casa, per l’instancabile Fucsovics che ha dato tutto ed è stato co-regista di una sceneggiatura tennistica di altissima levatura.

3. T. Kokkinakis (AUS) b. Z. Piros (HUG) 6-4 6-4

Si decide tutto al quinto ed ultimo match, questo tie tra Australia e Ungheria, con lo scontro tra i numeri 2: Kokkinakis e Piros. Il sorteggio viene vinto da Thanasi, che decide di rispondere. La sua scelta si rivela azzeccata, visto che breakka immediatamente a 15 complici due gratuiti in rete con il dritto del magiaro. Fin da subito si evince la maggiore robustezza di palla dell’australiano, che fa i solchi nella metà campo opposta. Ma Zsombor l’abbiamo imparato a conoscere in quel di Torino, è un giocatore molto caparbio che non molla nulla, quindi spetta al nativo di Adelaide dimostrare il suo maggior livello (dettato anche dalla differenza in classifica, 98 contro 240). E difatti il primo gioco al servizio, per il campione in carica del torneo di doppio all’Australian Open, è già molto indicativo in tal senso; il tennista di origini greche perde i primi due punti a causa anche di un meraviglioso pallonetto di Piros (che oggi è al decimo match in carriera contro un top 100, con un bilancio di 5 vittorie e 4 sconfitte) prima di rinvenire attraverso la potenza del suo servizio e del suo dritto (le sue due armi principali). Il n.2 della compagine australiana governa il vantaggio in scioltezza (ad eccezione di un piccolo brivido sul 3-1, quando si è trovato 30-30), sciorinando qua e là perle di rara brillantezza, e certifica la prima frazione con un 6-4, sfruttando l’unica palla break del set, dopo 36 minuti al primo set ball (con un ace di seconda ad aprire il game finale).

Il filone ad inizio secondo parziale non sembra volersi distogliere dal medesimo andamento avuto nel primo; come accaduto in apertura di match per Thanasi si manifesta subito l’opportunità in risposta causata ancora una volta da due dritti molto scarichi del giovane magiaro (la seconda dell’intero incontro). Questa volta però l’ex N.3 junior si salva grazie al rovescio di Thanasi che non supera la rete. Il film già visto nel primo set, però, non ne vuole sapere di non andare nuovamente in onda, e quindi anche il primo gioco in battuta del secondo set per Kokkinakis va sul 30-30; ma il N.240 del mondo manda in rete il dritto inside-in e così come era successo nel primo Kokki non concede chance in ribattuta. Ma lo scarto finale di questa sfida tra Australia e Ungheria è nell’aria e si concretizza nel terzo game (i numeri e le percentuali di Piros in battuta calano rispetto al primo set, dove a parte il game in cui ha ceduto il servizio era stato sempre molto solido). Arrivano due break point per il finalista dell’Australian Open 2013 junior, materializzatisi attraverso due magistrali vincenti prima con l’anomalo di dritto e poi con il colpo bimane in parallelo. Il secondo è quello buono, l’australiano sfonda il muro di gomma difensivo dell’ungherese e strappa anche nel secondo. Il classe 1996 conferma il vantaggio senza alcun patema, con il 22enne di Budapest che continua a commettere troppi unforced con il dritto a sventaglio. Prima della conclusione effettiva dell’incontro, c’è bisogno di un breve pronto intervento di capitan Hewitt su un’abrasione della scarpa sinistra del suo giocatore dovuta ad un’azione di scivolamento difensiva. Kokkinakis poi pone fine alla contesa qualificando l’Australia alle Finals 2022, davanti ai genitori Trevor e Voula, con un doppio 6-4 su Piros dopo un’ora e diciassette minuti di gioco, con l’ace numero nove del match.

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Coppa Davis: ufficializzati i calendari dei raggruppamenti di Manchester e Valencia

Le fasi finali di Davis cominceranno con Francia-Svizzera in Inghilterra e Serbia-Corea del Sud in Spagna

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Canada - Davis Cup 2022 (foto Roberto dell'Olivo)
Canada - Davis Cup 2022 (foto Roberto dell'Olivo)

Ufficializzati i calendari dei gironi “B” e “C” delle fasi finali di Coppa Davis che si terranno dal 12 al 17 settembre 2023.

Gran Bretagna, Australia, Francia e Svizzera sono inserite nel raggruppamento “B”. In palio c’è un posto per le Final Eight di Coppa Davis di tennis maschile. Si giocherà a Manchester in casa dei britannici secondi classificati nel 2022 nel raggruppamento di Glasgow, alle spalle degli Stati Uniti. La Gran Bretagna cercherà di far valere il fattore campo e di tornare a essere protagonista nelle fasi finali della competizione. Per la Svizzera si tratta della prima partecipazione alle fasi finali di Coppa Davis, mentre Australia e Francia cercheranno di migliorare quanto fatto l’anno scorso. De Minaur e compagni persero la finale di Davis contro il Canada, mentre i francesi finirono terzi nel raggruppamento di Malaga.  

Manchester non ospitava una manifestazione di Coppa Davis dal luglio 1994, quando la Gran Bretagna affrontò la Romania al Northern Lawn Tennis Club.

 

Ecco il calendario degli incontri:

Martedì 12 settembre, Francia – Svizzera (14° incontro di Coppa Davis; Francia in vantaggio 10-3).

Mercoledì 13 settembre, Australia – Gran Bretagna (14° incontro di Coppa Davis; Australia in vantaggio 8-5)

Giovedì 14 settembre, Australia – Francia (17° incontro di Coppa Davis; Australia in vantaggio 11-5)

Venerdì 15 settembre, Gran Bretagna – Svizzera (5° incontro di Coppa Davis, Gran Bretagna in vantaggio 3-1)

Sabato 16 settembre, Australia – Svizzera (6° incontro di Coppa Davis, Australia in vantaggio 4-1)

Domenica 17 settembre, Gran Bretagna – Francia (24° incontro di Coppa Davis, Gran Bretagna in vantaggio 13-10).

Ufficializzato anche il calendario del raggruppamento “C” che si disputerà a Valencia e vedrà protagonisti i padroni di casa della Spagna sfidarsi con Serbia, Repubblica Ceca e Corea del Sud.

Eccolo il programma completo:

Martedì 12 settembre, Serbia – Corea del Sud (2° incontro di Coppa Davis; Serbia in vantaggio 1-0)

Mercoledì 13 settembre, Spagna – Repubblica Ceca (7° incontro di Coppa Davis; Spagna in vantaggio 4-3)

Giovedì 14 settembre, Repubblica Ceca – Corea del Sud (primo incontro di Coppa Davis)

Venerdì 15 settembre, Spagna – Serbia (12° incontro di Coppa Davis; Spagna in vantaggio 8-3)

Sabato 16 settembre, Serbia – Repubblica Ceca (13° incontro di Coppa Davis; Repubblica Ceca in vantaggio 7-5)

Domenica 17 settembre, Spagna – Corea del Sud (3° incontro di Coppa Davis; Spagna in vantaggio 2-0)

Nei prossimi giorni verrà ufficializzato il calendario dell’Italia, inserita nel gruppo “A” in programma a Bologna con i campioni in carica canadesi, Svezia e Cile, e di quello “D” con Croazia, Olanda, Stati Uniti e Finlandia, esordiente alla fase finale di Davis.

Gli eventi della fase a gironi si giocheranno in un girone all’italiana con le prime due squadre di ogni gruppo che accederanno alle Final 8 a Malaga (21-26 Novembre).

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Coppa Davis

La Croazia e l’ITF sfogliano la margherita. Si giocherà a Spalato la Coppa Davis?

Tramontata l’ipotesi Zara, Spalato è in pole position per ospitare il girone delle Davis Cup Finals che si disputerà in Croazia. Ma con il palazzetto più bello della città al momento chiuso per debiti

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La Spaladium Arena (fonte: Wikipedia)

Lo scorso marzo, subito dopo il sorteggio della fase a gironi delle Davis Cup Finals 2023, furono subito rese note le sedi di tre dei quattro raggruppamenti da cui usciranno le otto finaliste: Bologna, Valencia e Manchester. La nazione prescelta per ospitare il quarto raggruppamento, la Croazia, si riservò invece il diritto di comunicare in un secondo momento dove, dal 12 al 17 settembre prossimi, la squadra di casa avrebbe affrontato USA, Olanda e Finlandia. 

È passato quasi un mese e mezzo e quel momento non è ancora arrivato. Però dovremmo essere in dirittura d’arrivo: qualche settimana fa c’è stata infatti la visita della delegazione dell’ITF in Croazia, per la precisione a Spalato, per verificare che ci siano le condizioni richieste per l’organizzazione dell’evento. È infatti la città che ha dato i natali a tanti dei più grandi giocatori della penisola balcanica (partendo dagli anni 70 con Niki Pilic e Zeljko Franulovic, passando per gli anni 90 e gli anni 2000 con Goran Ivanisevic e Mario Ancic, ed arrivando sino ad oggi con Mate Pavic e Petra Martic, ma anche con la grande promessa del tennis croato, il vincitore di Wimbledon juniores 2022 Mili Poljicak) la favorita per l’assegnazione.

La prima scelta della federtennis croata era stata in realtà Zara, ultima città croata ad ospitare un tie della Davis nel formato tradizionale, la semifinale Croazia-USA dell’edizione 2018. Edizione poi vinta proprio dalla nazione balcanica, battendo in finale la Francia. Purtroppo il Palazzetto dello Sport “Krešimir Čosič” – intitolato al leggendario giocatore di basket, cresciuto nella cittadina dalmata, che vinse tutto con la nazionale jugoslava, ma che anche gli appassionati italiani ricordano per i due scudetti di fila con la Virtus Bologna, di cui fu poi anche allenatore per una stagione –  non è disponibile in quel periodo, in quanto già da tempo prenotato per una fiera nautica.

 

Metà settembre significa ancora estate, in particolare in Dalmazia, ed allora l’intenzione dei vertici del tennis (ma anche del ministero del turismo) croato era di quello di offrire ai tifosi al seguito delle proprie nazionali un pacchetto turistico interessante, unendo al tennis della Coppa Davis il mare e le coste della Dalmazia. Di conseguenza, tramontata l’ipotesi Zara la scelta più logica non poteva che essere Spalato. Ed è per questo che la delegazione ITF, o meglio di emotion group, la società austriaca a cui la federazione internazionale ha appaltato le attività operative di organizzazione, ha fatto tappa nella città dalmata. Gli ispettori austriaci hanno visitato l’Arena Gripa, la struttura sportiva cittadina che in teoria dovrebbe ospitare l’evento. Diciamo in teoria perché gli ispettori sono andati a vedere anche ad un altro impianto sportivo della città di Diocleziano, la Spaladium Arena. Come mai? Perché dal punto di vista del confort e delle dimensioni, quest’ultima si lascia nettamente preferire. Per capirci: è stata inaugurata nel 2008 e le tribune del campo centrale hanno una capienza di 10.000 posti; quelle dell’Arena Gripa, aperta al pubblico nel 1979, arrivano a 6.000. Il problema è che la struttura è inutilizzata dal punto di vista sportivo dallo scorso settembre, da quando si sono tenuti gli Europei di pallanuoto, e da allora è stata solo la sede di due concerti ed una fiera. I problemi sono esclusivamente economici, ma non di poco conto: la società che la gestiva è in bancarotta ed ha un debito di oltre 3 milioni di euro con il comune di Spalato (e non solo). Ed è per questo che la struttura è chiusa.

Il fatto che di solito il comune sede del tie di Davis sia co-organizzatore o comunque main sponsor dell’evento, potrebbe essere una delle chiavi per aprire le porte della struttura per la manifestazione. I media locali non hanno informazioni ufficiali al riguardo, ma si vocifera che ci sia la volontà delle istituzioni di cercare una soluzione per consentire la riapertura della Spaladium Arena per un evento sportivo dopo che saranno passati dodici mesi dall’ultima volta. Forse anche per scaramanzia, dato che gli Europei di pallanuoto di settembre sono stati infatti vinti proprio dalla Croazia.

I media locali riportano inoltre che c’è un altro punto di attenzione: entrambi gli impianti avrebbero infatti bisogno di qualche adeguamento per rispondere ai requisiti previsti dall’ITF. Ricordiamo, ad esempio, che oltre al terreno di gioco dove si disputeranno i match devono essere disponibili anche altri due campi per il riscaldamento e gli allenamenti (entrambe le strutture hanno comunque già un campo secondario con le tribune). Comunque sia, a breve l’ITF dovrebbe comunicare l’esito della visita ispettiva e si saprà quindi se Spalato tornerà ad ospitare la Davis dopo tredici anni (dal luglio 2010, quarti di finale del Gruppo Mondiale: vinse la Serbia per 4-1 sui padroni di casa) e, nello specifico, quale impianto è stato scelto. La federtennis croata ha comunque pronto il piano B (o meglio C, considerando Zara) qualora gli ispettori fossero stati molto fiscali e soprattutto scettici sulle possibilità degli impianti spalatini di adeguarsi in tempo: la capitale Zagabria, con il suo “Dom Sportova”, che ha ospitato la finale persa dalla nazionale di casa nel 2016 contro l’Argentina, e più di recente, nel 2020, il match di qualificazione vinto contro l’India.

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Volandri: “Sinner è cresciuto in tutto. Berrettini e Musetti? Così analizzo i loro momenti” [ESCLUSIVA]

Il capitano della nazionale italiana di Coppa Davis in un’intervista esclusiva con il direttore di Ubitennis: “Un orgoglio vedere Jannik battere Alcaraz in un match così a Miami”

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Dal grande Sinner di Miami ai momenti complicati di Musetti e Berrettini: nel giorno della presentazione degli Internazionali d’Italia 2023 il capitano della nazionale italiana di Coppa Davis Filippo Volandri ha concesso un’intervista al direttore di Ubitennis, Ubaldo Scanagatta. Ecco le sue parole.

Nel 2007 a Roma hai battuto il numero uno del mondo, Roger Federer. Che effetto ti ha fatto vedere Sinner replicare la stessa impresa contro Alcaraz a Miami?

“Un orgoglio vedere Jannik andare così vicino a portare a casa il primo Masters 1000 ed è stato pazzesco vederlo battere Alcaraz. Siamo contenti di avere un altro giocatore che sta scrivendo la storia del nostro tennis. Sta migliorando su tanti aspetti a vista d’occhio: dall’adattabilità alle diverse superfici alla sua fisicità. Il suo tennis sta evolvendo grazie a competenze nuove, siamo orgogliosi di lui”.

 

Dove pensi che possa arrivare Sinner?

“Sta lavorando per diventare il numero uno del mondo, per portare a casa Slam e Masters 1000, ne ha tutte le possibilità. Dobbiamo dargli il tempo per poter lavorare serenamente, ma sono sicuro che ha grandi potenzialità”.

Come capitano di Coppa Davis sei preoccupato per le difficoltà che stanno avendo Musetti e Berrettini?

“Preoccupato non è la parola giusta, so che lavoro stanno facendo con i loro team, si stanno rimboccando le maniche. Sanno di essere in maniera diversa in un momento di difficoltà ma era inevitabile che arrivasse per Lorenzo, che è giovanissimo ed è cresciuto così rapidamente da far pensare che prima o poi un momento così potesse arrivare. Matteo in passato è stato capace di tornare a vincere subito dopo uno stop di due mesi, ma questo rimane qualcosa di straordinario. Sta lavorando su sé stesso, sono assolutamente fiducioso del fatto che nelle prossime settimane vedremo un giocatore migliore”.

A Montecarlo Musetti o Berrettini potrebbero riscattarsi? Chi dei due ha la mentalità per combattere una crisi di fiducia?

“Per Matteo e per Lorenzo occorre fare due discorsi diversi perché diverse sono le caratteristiche. Musetti ha nella terra battuta la superficie preferita ma ha dimostrato di poter fare benissimo anche indoor. Sono sicuro che entrambi faranno bene. A Montecarlo un bel risultato potrebbe arrivare per entrambi, io sono fiducioso”.

Lo scorso anno a Malaga Sonego fu protagonista delle partite più belle. Lui è rientrato nei primi 50 del mondo, il suo potenziale quale è?

“Sta attraversando un ottimo periodo fin dalle finali Davis dello scorso anno. Ha fatto un’ottima preparazione invernale e nelle prime settimane della stagione ha raccolto meno di quanto seminato, ma da Dubai ha iniziato a fare bene. Lui è arrivato al numero 20 del mondo, ha avuto una crescita continua senza nessuno stop e anche lui ha avuto una normale battuta d’arresto lo scorso anno. Ora sono strafelice che sia tornato a competere a livelli altissimi e sono sicuro che anche la sua classifica migliorerà”.

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