"Sergyi, come posso aiutarti?". Firmato Djoko (Giammò). Finalmente Musetti, il predestinato che ricorda Panatta (Martucci)

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“Sergyi, come posso aiutarti?”. Firmato Djoko (Giammò). Finalmente Musetti, il predestinato che ricorda Panatta (Martucci)

La rassegna stampa di lunedì 7 marzo 2022

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“Sergyi, come posso aiutarti?”. Firmato Djoko (Roland Giammò, Corriere dello Sport).

«Come stai? Sei sul campo? Ti penso…». «Grazie mille, sono per le strade di Kiev, è piuttosto silenziosa». “Per favore fammi sapere quale potrebbe essere l’indirizzo migliore per inviare aiuto finanziario, o di qualsiasi altro genere abbiate bisogno». In tempi di guerra, comunicazioni come queste sono all’ordine del giorno. Se gli interlocutori si chiamano però Sergiy Stakhovsky e Novak Djokovic ecco che lo scambio assume un significato in più. A pochi giorni dalla rivelazione sul botta e risposta avuto con l’ex n.1 del mondo, oggi è stato lo stesso Stako a pubblicare lo screenshot della lore conversazione. La carriera di Stakhovsky, tennista ucraino ritiratosi lo scarso gennaio, racchiudeva già in sé qualcosa di unico per via della vittoria ottenuta nel 2013 a Wimbledon contro Roger Federer. Ma negli ultimi giorni, dopo l’invasione russa dell’Ucraina, la decisione presa dall’ex n,31 del mondo di tornare in patria per arruolarsi e prender parte alla resistenza ha scosso il mondo del circuito ATP. La notizia Stako l’aveva affidata ai suoi profili social in un post in cui, emozionato, confidava quanto questa decisione fosse stata sofferta per lui ma ancora di più “per mia moglie e i miei figli che non sanno dove sono”. La scusa era stata l’ennesima partenza per prender parte all’ennesimo torneo perché, aveva poi aggiunto, “non capiscono la guerra e sono troppo piccoli”

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Svitolina, Medvedev, Rublev; Pavlyuchenkova, Yastrernska, sono solo alcuni dei giocatori – ucraini e russi – che non hanno rinunciato a prender posizione in questo conflitto.

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Finalmente Musetti, il predestinato che ricorda Panatta (Vincenzo Martucci, Il Messaggero Sport)

Gli slovacchi Gombos e Horansky non sono dei fenomeni e vivono una realtà di serie B rispetto ai protagonisti del Rinascimento italiano, la vittoria di coppa Davis è arrivata solo al terzo set del quinto match, rimontando da 1-2 a 3-2, dopo un altro fallimento dell’ennesima coppia di doppia schierata da capitan Filippo Volandri e la nuova deludente prova del secondo singolarista, Lorenzo Sonego. Eppure, con l’attenuante delle assenze di Berrettini e Fognini, la nazionale lascia Bratislava felice. Avanza al secondo turno del 14-18 settembre, probabilmente a Bologna ma, soprattutto ha vinto grazie a due super-ventenni: il solido Jannik Sinner, che ha vinto i due singolari, e l’estroso Lorenzo Musetti, […]

Nella sua rincorsa ai record di precocità, Sinner ha allungato l’imbattibilità in nazionale in singolare a 8 match, compresi i 3 di Atp Cup, e s’è conquistato i galloni di numero 1 della squadra. Ha accettato di buon grado di disputare doppio e singolare uno dopo l’altro, a causa dell’inatteso 1-1 di venerdì, ha reagito da campione alla clamorosa e importantissima volee di rovescio fallita sul 2-3 del tie-break decisivo accanto a Simone Bolelli, aggiudicandosi subito dopo il punto contro lo scatenato Horansky. Conquistando e rinsaldando ulteriormente il gruppo.

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Da parte sua “Muso” ha incantato ricordando anche a Paolo Bertolucci, l’amico e “gemello” di doppio, Adriano Panatta: «Vediamo se cresce ancora, se vince tornei, se entra anche lui nei primi 10 e smette di essere il fratellino di Jannik… Per come sta in campo, per la naturalezza con cui gioca e fa cose incredibili, per la bellezza del gesto tecnico, ricorda Adriano». Sinner somiglia a Djokovic: è forte, merita rispetto ma non elettrizza come “Muso”. «Ha più sfrontatezza e sa fare più cose tecnicamente, ha più estro e direi fortuna: chi avrebbe mai pensato a un esordio in Davis risolvendo i problemi dell’Italia sul 2-2?». Capitava anche a Panatta di catturare le attenzioni dei media, magari rubandole a qualche compagno. «Magari l’Italia perdeva ma Panatta vinceva sempre, anche perché giocando singolari e doppio aveva più possibilità. Era il numero 1, parlava e si muoveva bene, aveva carisma, era un bel ragazzo…». Qual è il segreto di Musetti? «II rovescio è decisivo, piace e vale ancor di più perché è a una mano, fuori dai canoni del tennis moderno». Anche il dritto è molto bello, ma si nota di meno. «Lo può migliorare, deve tagliare di più il campo», puntualizza l’ex campione Davis oggi talent tv. Eppoi ci sono la smorzata e le volée…. «Lorenzo ha un gran bagaglio al quale attingere».

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