Nadal in fuga da Alcaraz ma non dall’amico Fritz

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Nadal in fuga da Alcaraz ma non dall’amico Fritz

Taylor è il campione di Indian Wells, fermando la striscia vincente di un Nadal monco. Swiatek domina, Berrettini si mangia le mani e si rivede Kyrgios

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Taylor Fritz e Rafael Nadal – Indian Wells 2022 (foto via Twitter @BNPPARIBASOPEN)
 

E alla fine perse anche lui. Dopo venti vittorie di fila, dopo aver lottato allo stremo per sconfiggere il suo erede, anche Rafa Nadal (9) si è arreso, più al suo fisico che al suo avversario ma tant’è. Eppure sembrava pronto a resistere a tutto, in questo meraviglioso inizio di stagione, addirittura il vento della California, capace di spazzare via ogni cosa, si era fermato dinanzi alle sue sacre bottigliette. La disfida in semifinale contro l’indemoniato Carlos Alcaraz (9) è stato l’apice emotivo e tecnico del super-1000 del deserto americano e probabilmente lo sforzo immane del fuoriclasse di Manacor gli è stato fatale per il suo fisico già miracolato dopo tanti acciacchi. Ma si sa, al di là dell’affetto e la stima per il connazionale, prima di cedere un punto al nuovo principe del tennis, il Re avrebbe lasciato sul campo ogni goccia di energia.

E allora gli astri si sono allineati per il trionfo a stelle e strisce di Taylor Fritz (10), che poco prima della finale sembrava sul punto di non scendere in campo e invece ha terminato la domenica braccia al cielo. Non avrà un gioco entusiasmante, non avrà il carisma di Sampras e Agassi, però il buon Taylor ha portato a casa un 1000, cosa che alcuni di quelli che lo precedevano e lo precedono in classifica non hanno ancora fatto.

Tra questi anche i nostri alfieri, ma diamo tempo al tempo. Jannik Sinner (6) aveva vinto le sue due partite prima di dare forfait, Matteo Berrettini (5), apparso ancora non in forma smagliante, ha oggettivamente perso la chance di arrivare fino in fondo, vista l’autostrada creatasi dalla sua parte di tabellone: ma nell’Italia del tennis i suoi risultati non sono più argomento di discussione, ciò che importa è il gossip. E che vuoi farci Mattè, sei forte, bello e italiano, ti tocca.

Lorenzo Musetti (6,5) ha proseguito sulla scia della Davis, salvo arrendersi alla solita bestia nera Opelka, uno che non le ha mandate a dire a Gaudenzi & Co.: bravo a criticare per carità, ma quando si passa alla fase “proposte?”, arriva il vuoto. Lorenzo Sonego (4,5) invece comincia a destare qualche preoccupazione.

Ad Indian Wells abbiamo finalmente rivisto un ottimo Nick Kyrgios (7) che ha giocato un ottimo tennis, dato spettacolo come di consueto in campo con il pubblico, soprattutto con i suoi colleghi attori, peccato che abbia tentato di ammazzare un raccattapalle: non è stato sfortunato come il suo amico Djokovic e quindi se l’è cavata.

A proposito di Nole (2), pensavate che ci dimenticassimo di lui? Il bel voto in pagella va diviso con gli organizzatori che sono riusciti a falsare il tabellone per stare dietro alle paturnie e ai soliti giochetti.

Parlando di fenomeni, è tornato ad allenarsi anche Roger Federer che punta deciso verso il grande obiettivo stagionale, il ritorno in campo a Londra, nel torneo che più gli ha regalato emozioni e soddisfazioni in tutta la sua lunga carriera: eh no, a Londra quest’anno non si gioca solo Wimbledon… Si fa per ridere, l’importante è che torni sano e salvo.

Intanto il regno di Daniil Medvedev (5) è durato più o meno quanto un toilet-break di Tsitsipas (5), con l’aggiunta che il russo ha anche rischiato di rovinare con una pallata i momenti felici di Monfils e Svitolina.

A proposito di regni, il Fatto Quotidiano racconta che quello di Angelo Binaghi starebbe per divenire eterno, grazie ad un intervento della Corte Costituzionale che potrebbe dichiarare incostituzionale il limite di mandati per i presidenti delle federazioni sportive, di fatto consentendo di mantenere la carica a vita. Considerando che il Presidente della Corte Costituzionale è l’ottantaquattrenne Giuliano Amato (peraltro grande appassionato di tennis), in parlamento da circa quaranta anni, ex premier, ex ministro del tesoro, dell’interno, delle riforme istituzionali, etc. etc. etc. siamo in una botte di ferro.

Ma torniamo al campo, si è giocato ovviamente anche il torneo femminile con Iga Swiatek (10) dominatrice e candidata al ruolo di prima sfidante di Barty nel ruolo di numero 1. Le due giocano un tennis intrigante, diverso e potrebbero dare vita ad una rivalità che potrebbe riaccendere un po’ di entusiasmo nel circuito Wta.

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