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WTA Roma: quarta sconfitta azzurra, una Paolini acciaccata va ko con Teichmann
L’azzurra soccombe fin troppo facilmente contro la svizzera, complice anche un problema fisico: ci rimane solo la carta Lucia Bronzetti

J. Teichmann b. J. Paolini 6-3 6-2
Un’altra tennista italiana cade vittima di quella che per ora sembra la maledizione degli Internazionali d’Italia 2022, con tutti i tennisti e tenniste impegnati finora, ad eccezione di Fabio Fognini, che hanno perso il loro primo turno. Questa volta è il turno di Jasmine Paolini, che nonostante un buon inizio cede alla distanza contro Jil Teichmann, già protagonista in Italia nel torneo WTA di Palermo vinto nel 2019 sotto gli occhi del Direttore Scanagatta. Nel tabellone femminile resta così solo una tennista italiana, Lucia Bronzetti, impegnata in questo martedì nella terza sfida sulla Grand Stand Arena contro la colombiana Camila Osorio Serrano.
IL MATCH – Teichmann si aggiudica il game d’apertura senza difficoltà. Jasmine si fa trovare pronta e fin dalle prime battute sembra impostare gli scambi sul lato del diritto della svizzera. Nel terzo gioco l’italiana strappa il servizio a Teichmann grazie ad un solido gioco da fondo che le permette di essere aggressiva sin dalla risposta. Dopo quattro giochi il punteggio è 3-1 per l’italiana, che approfitta del pessimo rendimento della n.29 al mondo da fondocampo. Il colpo di reni per la svizzera arriva nel sesto game quando strappa il servizio a Paolini disinnescando il diritto dell’italiana. Ora l’elvetica pare più in palla e sembra aver preso le redini della partita: il secondo break consecutivo pesa come un macigno e manda Teichmann a servire per il set. Dopo 41′ di gioco la n.29 del mondo si aggiudica il primo set per 6-3.
Non inizia meglio il secondo set per Paolini, che tiene il primo game di servizio a zero ma cede subito dopo la battuta alla svizzera. Piove sul bagnato per Jasmine, che chiama subito il medical timeout per un problema alla gamba sinistra su cui le vengono applicate vistose fasciature. La tennista italiana rientra in campo tra le smorfie di dolore e si tocca la fasciatura costantemente, tanto che durante il cambio campo successivo Paolini va subito a togliersele. Il pubblico del Centrale teme un ritiro della sua beniamina e comincia a spingerla più che può, tra applausi e “vai Jasmine” che si sentono copiosi. Il supporto dello stadio sembra poter dare una mano a Paolini, che ha problemi nel muoversi ma prova il tutto per tutto e si porta sul 30-0 con due bei colpi. Teichmann però fa valere tutta la sua superiorità e trova il break, con una risposta vincente di rovescio che di fatto ammazza la partita. Gli ultimi game scorrono senza particolari sconvolgimenti e Jil si prende la tredicesima vittoria della sua stagione, approdando al secondo turno dove sfiderà la finalista uscente Karolina Pliskova.
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Roland Garros: clamoroso a Parigi, Daniil Medvedev fuori al primo turno
Il campione di Roma cede dopo più di quattro ore di lotta e scempi a Thiago Seyboth Wild

[Q] T. Seyboth Wild b. [2] D. Medvedev 7-6(5) 6-7(6) 2-6 6-3 6-4

Finisce con la sospettabilissima torcida brasiliana in delirio, a far da cornice al ragazzo brasiliano immobilizzato sulla sua seggiola in un sorriso irreversibile, pari per densità e stupore allo sguardo di Duda Matos, coach beneficato da un pomeriggio di follia nient’affatto ordinaria, confuso e felice. Thiago Seyboth Wild, ventitreenne da Marechal Candido Rondon, mai apparso tra i primi cento giocatori del ranking ATP nonostante un dritto non comune e già vincitore dello Us Open Junior 2018 dopo aver battuto Lorenzo Musetti in finale, ha cacciato al primo turno dello Slam rosso Daniil Medvedev, il quale aveva appena dimostrato di poter fare la voce grossa anche sul mattone tritato durante l’incredibile trasvolata romana di dieci giorni fa. “Un’inaspettata storia d’amore con la terra rossa – aveva sogghignato ai cronisti nella conferenza stampa post-trionfo al Foro Italico –? Forse no, ma credo possa nascere una buona amicizia“. Qualche dubbio nettamente prevaricato da una comprensibile dose di rinnovata autostima, e parevano comunque lontani i tempi in cui il burbero Daniil, costretto da esigenze lavorative a giocarsi la primavera sul rosso, dichiarava d’immaginarsi i campi blu per far passare la nottata.
Ma il percorso di adattamento all’odiata clay di un tempo dovrà proseguire ancora a lungo, a quanto pare, e lo stop forzato di pochi minuti fa non autorizza previsioni positive per quanto riguarda il perseguimento dell’obiettivo. Seyboth Wild, un titolo ATP in carriera (Santiago 2020, ultimo torneo pre-interruzione per l’emergenza pandemica, fu il primo nato nel 2000 a vincere un torneo maggiore), best ranking al numero 106 delle classifiche mondiali, fino a oggi non aveva mai vinto un match di tabellone principale negli Slam. Medvedev, da par suo, aveva perso per l’ultima volta all’esordio in un Major proprio a Parigi, contro Marton Fucsovics nell’anomala edizione autunnale del 2020, e continua ad avere un brutto rapporto con il quinto set: aggiornata la specifica statistica, il russo vanta un preoccupante 3-9. Era arrivata una sconfitta anche nell’unico altro match finito al quinto sulla terra parigina, nel 2019 contro Pierugo Herbert, e insomma i segnali storici iniziano a incoraggiare pensieri funesti. Medvedev lascerà sguarnito l’ultimo spicchio di tabellone da dominatori designati. L’ultimo campione di Roma a salutare Parigi all’esordio era stato Sascha Zverev, nel 2017.
Difficilino mettere ordine in un match segnato da parecchi alti rilevanti e altrettanti bassi sciagurati, ma sia detto subito ciò che subito va detto: Seyboth Wild ha meritato la vittoria, e ha pure rischiato di doversi mangiare le mani. Avanti di un set vinto al tie break dopo aver rimontato il subitaneo svantaggio di un break, il brasiliano si è trovato avanti sul 6-4 nel tredicesimo gioco del secondo grazie a una risposta baciata dal nastro che ha messo a nudo la presa estrema di Daniil, ma al momento di chiudere con il servizio a favore il dritto di Thiago, sin lì prodigo di vincenti, è finito lungo dopo un servizio che gli aveva apparecchiato l’esultanza. Un altro errore con il dritto, stavolta meno grave in coda a uno scambio da venti colpi ha favorito il pareggio a sei, e quando Medvedev si è portato sul 7-6 grazie a un pallonetto da campione ampiamente scenografico, l’occasione della vita sembrava sfumata: sul set point Russia, Seyboth Wild ha buttato un facilissimo smash a due passi dalla rete, mentre i cronisti di tutto il mondo erano pronti a ricopiare la storia di un finale già scritto mille volte.
Partito con il piglio giusto, pronto a spaccare qualsiasi palla arrivasse corta nella propria metà campo, fino a quel momento indisponibile a lasciare che il filo della partita si attorcigliasse nella classica ragnatela tattica tessuta dallo scafato avversario, Seyboth Wild, un solo match giocato al quinto set in tutta la carriera fino al pomeriggio di oggi, è parso pagar grave dazio alle insidie proposte dalla distanza tre su cinque. Un break subìto all’inizio del terzo set, un timido tentativo di reazione fino alla palla del tre a due sciupata, e un finale di frazione in picchiata, più per distrazione e scoramento che per meriti di un Medvedev disordinato e in costante lite col servizio, a volte utile a cavarlo dai molti momenti di ambasce in battuta (12 palle break salvate sulle 19 concesse), ma molto più spesso a cacciarlo nei guai (quindici doppi falli alla fine).
Messe le cose a posto con il netto 6-2 del terzo set e di fronte a un avversario apparentemente sulle gambe, Daniil è inopinatamente partito scarico all’inizio del quarto, ed è finito sotto 3-0 prima di recuperare il break grazie alla non richiesta partecipazione del brasiliano, annebbiato dai fumi della pressione quando ha affossato in rete la voleé di rovescio per il 3-2 che ha rimesso in pari l’ordine dei servizi su una palla destinata al corridoio esterno. Il segnale che il pomeriggio sarebbe stato comunque complesso si è manifestato nel game successivo: sul 40 pari conciliabolo esteso tra Medvedev e giudice arbitro su palla contestata, fischi del pubblico al russo, il quale con plateali gesti dell’indice ripetutamente portato alla bocca intimava i tifosi al silenzio. La concentrazione è qualità sprovvista di tasto per l’attivazione a piacimento, massime nel caso di Medvedev, che nel punto successivo ha puntualmente concesso palla break compiendo un disastro a rete, per poi subire un rispostone da Wild con il rovescio lungolinea che ha di fatto spostato ogni decisione al quinto.
Il servizio, da precario strumento di salvataggio, si è a quel punto trasformato nel nemico pubblico numero uno: dieci i giochi andati in archivio nel parziale decisivo, cinque i break totali, di cui quattro consecutivi dal due pari al 4-3 Brasile, settimo gioco rivelatosi per l’ennesima volta quello simbolico nelle giornate infernali con protagonista il feltro giallo. Lo scoppiettante dritto di Seyboth Wild, quarantasette, dicasi quarantasette, vincenti con il fondamentale in tutta la partita, aveva smesso di collaborare per un’oretta buona. Il brasiliano, bravo e baciato dagli Dei di un pomeriggio che vale almeno una stagione, ha salvato nel frattempo capra e cavoli con il rovescio anche anomalo, mandando ai matti lo scocciatissimo favorito. Ma sul 5-4, al momento di servire per l’incontro, la prova del nove innumerevoli volte fallita per scarsa abitudine al trionfo dal peone di turno, la tremenda catenata che aveva costretto così tante volte Medvedev a rincorrere nei pressi dei teloni è all’improvviso ricomparsa, giusto in tempo per marchiare a fuoco il sovvertimento di pronostico più clamoroso della giornata: inside-in prima; inside-out poi, per chiudere dopo quattro ore e quindici minuti di altalena vorticosa. Thiago Seyboth Wild giocherà per la prima volta in vita sua un secondo turno Slam, e la porta sul terzo non dovrebbe essere chiusa a chiave da Quentin Halys o Guido Pella. Daniil Medvedev avrà di che riflettere: storia d’amore no, s’era detto. Ma anche le buone amicizie vanno coltivate nel tempo.
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Davide Vavassori, papà-coach di Andrea: “Vittoria più importante della carriera, ha avuto coraggio” [ESCLUSIVA]
Il padre di Andrea sottolinea tutti i progressi del figlio e allievo: “È cresciuto tantissimo dal punto di vista mentale, non possiamo più dirgli nulla”

Una vittoria che Andrea Vavassori non dimenticherà mai: il torinese annulla cinque match point (qui la cronaca di Gibertini) e batte al quinto da 0-2 sotto Miomir Kecmanovic, regalandosi la prima gioia in un primo turno di uno Slam. Adesso affronterà al secondo turno Genaro Alberto Olivieri e ha una buona occasione per andare ulteriormente avanti. A fine partita abbiamo incontrato Davide Vavassori, coach e padre di Andrea. L’emozione per questo successo è palpabile: “Se c’è una partita che uno sogna di vincere in uno Slam, questo sicuramente è il modo giusto, rimane sicuramente impressa. Oltre cinque ore di partita: è cresciuto tanto dal punto di vista mentale, perché prima alcune partite se le faceva sfuggire per problemi di tenuta mentale. Adesso non possiamo più dirgli nulla, il mental coach è stato bravissimo“.
Un match durato oltre cinque ore, difficilissimo anche dal punto di vista fisico: “Lui ha dei piccoli avvertimenti muscolari e sin dal terzo set mi diceva che gli stavano per venire dei crampi. Gli ho detto di integrarsi bene, era normale avesse dei fastidi anche per la tensione. Faccio i complimenti a tutto il mio team, Gianni Stantigli al mental coach, Davide La Tommasina che è il secondo coach, Federico Dal Lago che è il terzo coach e Marco Sesia che è il preparatore atletico. Lui non è abituato a giocare tre su cinque, il primo set si poteva portare a casa, ha sbagliato un dritto abbastanza semplice. Sotto di uno, due set si sentiva in ansia, io gli ho detto di rimanere calmo perché tre su cinque può sempre succedere di tutto. Lui è riuscito a rimanere lì, poi ci vuole un pizzico di fortuna“.
Andrea Vavassori che è stato coraggioso in ogni momento del match; “Con il servizio e il dritto era sopra, mentre con il rovescio era sotto perché lui (Kecmanovic, ndr). Avanti non era semplice andarci, ma quando c’è andato è stato coraggioso. Doveva aver coraggio ed è stato coraggioso nel momento giusto. Sicuramente è la vittoria più importante della carriera, per com’è andata, per essere in uno Slam e perché l’avversario ha giocato per la classifica che gli compete. Passato questo scoglio abbiamo uno spot di tabellone che non è male (al secondo turno dovrà giocare contro l’argentino Olivieri, ndr). Ci godiamo questa soddisfazione da maturi (ride, ndr)”.
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Roland Garros, programma day 4: Giorgi si merita di nuovo il Centrale. Djokovic nel serale. Ci sono anche Musetti e Fognini
Non perdere il LIVE su Ubitennis. Il serbo opposto a Fucsovics. Occhi anche su Arnaldi-Shapovalov e sul numero 1 Alcaraz contro Daniel. In campo Errani, Sabalenka e Kasatkina

Dopo l’esordio con Cornet, Camila Giorgi ritorna sul centrale anche al secondo turno contro la testa di serie n. 3 Jessica Pegula alle ore 11:45. Il programma del day 4 del Roland Garros prosegue con il numero 1 ATP Carlos Alcaraz come terzo match sul centrale opposto al giapponese Taro Daniel. La sessione serale sarà escluisva Novak Djokovic contro l’ungherese Marton Fucsovics non prima delle ore 20:15. Il campo Suzanne Lenglen apre i battenti alle ore 11 con Tsitsipas contro Carballes Baena, e poi una doppietta femminile con tds numero 9 Kasatkina contro l’ex finalista Vondrousova, e poi la tds numero 2 Sabalenka contro Shymanovich.
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Compeletando il discorso azzurri, come ultimo match sul campo 7 troviamo Lorenzo Musetti, testa di serie numero 17 che se la vedrà col russo Alexander Shevchenko alle 19 circa; mentre alle 11 aprirà il programma sul campo 6 Fabio Fognini con l’australiano Jason Kubler. Matteo Arnaldi invece impegnato contro Denis Shapovalov alle ore 16 circa sul campo 12. Sul versante donne spazio anche all’ex finalista Sara Errani, come terzo match sul campo 9 alle 16 circa contro la romena Irina Begu. Altri match di spicco sono: Wawrinka-Kokkinakis alle 13 circa sul Court Simonne-Mathieu