Internazionali d'Italia, Binaghi contro Malagò: "Involontariamente ci ha dato una mano"

Interviste

Internazionali d’Italia, Binaghi contro Malagò: “Involontariamente ci ha dato una mano”

Il presidente della FIT non le manda a dire al collega del Coni. Cozzoli di Sport e Salute: “Pensiamo globalmente per agire localmente”

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Angelo Binaghi e Giovanni Malagò
 

L’edizione degli Internazionali BNL d’Italia del 2022, oltre che per il tanto spettacolo visto in campo e per i grandi campioni presenti, verrà ricordata anche per i tanti guadagni e i dati in positivo che segnano un record per l’evento: 229mila spettatori paganti, con un incasso di 16 milioni di euro, mai un evento periodico in Italia aveva raggiunto queste cifre, con un aumento al botteghino dell’875% negli ultimi 18 anni. Questo certo è mostrato dai grafici, ma vanno fatte delle precisazioni, per leggere meglio i numeri: il secondo evento periodico che più ha guadagni sarebbe il GP di Monza, Formula 1, che dura 3 giorni, non 10, e inoltre i dati vanno visti considerando la totale assenza del 2020 e quasi totale del 2021 del pubblico, qui a Roma. Perciò resta un grande evento, comunque affascinante e ben organizzato, ma è giusto che i dati vengano anche contestualizzati.

Il presidente FIT Angelo Binaghi è però ben fiero della sua creatura e di questa audience da tramandare, eppure non tutti lo hanno appoggiato negli ultimi tempi. Giovanni Malagò, presidente del Coni, si è opposto non poco a varie decisioni prese dalla FIT, il cui presidente, dimostrando di aver avuto ragione, si leva qualche sassolino dalla scarpa: “Il merito involontario di questa crescita consolidata è stato soprattutto delle dichiarazioni del presidente Malagò. Prima ha cercato di non farci giocare il numero 1 del mondo, Djokovic, poi i giocatori russi, tra cui il numero 2 e 5 del mondo, Medvedev e Rublev, oltre a giocatori come Karatsev e Khachanov e molte donne forti. Abbiamo analizzato bene le sue parole, ha detto “il tennis segua le indicazioni del CIO, dico no ai russi a Roma. Tutte le più importanti federazioni internazionali ne hanno accolto le indicazioni, solo il mondo del tennis si è stupito”. Non è vero, quello che ha detto il CIO è diverso, come leggiamo nel loro comunicato: nel tennis, per ragioni legali, e per ragioni organizzative, poiché la logica del circuito si fonda sul fatto che non ci debbano essere discriminazioni di nessun tipo e qualunque giocatore se ne ha diritto come classifica possa giocare in tutti i tornei“.

Dunque un duro appello alle parole di Malagò da parte di Binaghi, che non ha dovuto prendere decisioni facili: “Era sufficiente per le indicazioni del CIO attenersi a una circolare fatta da ITF, ATP e WTA”, la sua spiegazione su come ha agito” sospensione di Russia e Bielorussia dalle competizioni a squadre, tornei cancellati lì, e i giocatori sono stati autorizzati a continuare senza colori e senza nome della nazione. Quindi non è vero che il CIO ha dato dichiarazioni differenti a quelle a cui si stavano attenendo ITF ATP e WTA, e neanche che le più importanti federazioni hanno seguito le indicazioni di non far giocare russi e bielorussi. In definitiva il presidente del Coni ha chiesto al governo di intervenire nell’autonomia dello sport, proprio lui che si è sempre lamentato che il governo in passato lo avesse fatto. Ha cercato di indirizzare l’intervento di Draghi verso una decisione che avrebbe danneggiato gravemente il patrimonio dello sport italiano, gli Internazionali. Tutti sapete, come lo sa lui, che non far giocare russi e bielorussi avrebbe avuto conseguenze dallo sciopero dei giocatori alla revoca definitiva della licenza, addio al torneo. Devo dire grazie a Draghi e al governo, che hanno capito tutto. 40 milioni di fatturato, mezzo milione di tesserati non sono solo numeri; più fatturato vuol dire più occupazione, più spettatori maggior benessere per la collettività e sana educazione sportiva, tesserati in crescita maggior lavoro per club e maestri“.

Angelo Binaghi ha avuto buonsenso e rispetto delle regole in fondo, eppure fino alla fine vuole far capire quanto Giovanni Malagò abbia messo in difficoltà lui e l’evento stesso: “Mi chiedo com’è possibile che colui che presiede l’ente pubblico deputato allo sviluppo di questo sport non si interessi di tutto questo e addirittura possa dare una lettura distorta della decisione del CIO, capace di mettere a rischio l’esistenza stessa del torneo. La verità è che siamo colpevoli di esprimere in modo chiaro il nostro pensiero, che è di grande approvazione della riforma del 2018 e di Sport e Salute. E noi che abbiamo realmente rispettato il CIO insieme a Sport e Salute, e con russi e bielorussi in campo abbiamo fatto record di biglietti, abbiamo pensato di devolverne l’1%, cioè 160000 euro, alla federazione ucraina per sostenere i giovani tennisti ucraini emigrati all’estero, così da aiutarli a vivere e sostentarsi. Riteniamo che il CIO approverà più questo che l’intervista di Malagò. Ci appelliamo al governo non per chiedere soldi, ma per chiedere di poter continuare ad operare per creare sviluppo nel tennis, padel, nel rispetto di tutte le regole e del Coni, per tutto il territorio, ma senza interferenze esterne, e mantenendo il diritto sulla bontà della riforma del 2018 e sull’operato di Sport e Salute“.

Sembrerebbe tutto rose e fiori, tutto alla grande, e così è stato. Ma ci sono state un paio di questioni spinose, portate alla luce dal nostro direttore Ubaldo Scanagatta, specie legate alla stampa straniera, che a Roma è penalizzata rispetto a quanto avvenga in altri tornei in giro per il mondo, che spingono quindi molti inviati a usufruire di TV e transcript a casa (dato che comunque la spesa è non indifferente, e il gioco non vale la candela). La risposta di Binaghi è aperta al suggerimento, ma al contempo cerca comunque di ripararsi dietro una cortina di ostentati elementi positivi: “Approfondirò, ogni suggerimento è oro per cercare di migliorare gli IBI. Io sono qua da 21 anni, e sono l’unico presidente delle federazioni tennistiche mondiali che per 19 anni non ha mai partecipato a un’assemblea della Federazione Internazionale. Non solo non mi conoscevano i giornali, ma neanche i dirigenti, ho dovuto fare prima pulizia in casa mia e riavviare. Da un anno è cambiato tutto, perché tutti i più grandi giornali del mondo ci chiedono, oltre che i presidenti, di spiegare come facciamo a fare questi miracoli in periodi di crisi. Il mondo ci ha puntato i fari addosso, c’è un fuoco di fila di queste interviste, miglioreremo tutto, ma nessuno si è mai fatto delle problematiche, sia a questo aspetto che a livello umanitario, si è sempre magnificata l’organizzazione di questa manifestazione, vista anzi come uno standard“.

Infine, per il tanto parlare che si è fatto di Sport e Salute, l’azienda che si occupa dello sviluppo dello sport italiano, è giusto citare anche l’intervento del suo presidente Vito Cozzoli, complementare a Binaghi in questa manifestazione: “La settantanovesima edizione degli IBI, per me la quarantaquattresima dal primo abbonamento comprato, penso sia stata un’edizione da record, c’è un successo che dimostra che lo sport è ripartito coinvolgendo tutti dall’amatore al campione. Ancora una volta il Foro si è trasformato nel centro del mondo, e ha voluto lanciare un messaggio di pace e speranza. Allora anche Sport e Salute si unisce a quello che abbiamo deciso con la FIT di devolvere l’1% dell’incasso alla Federazione ucraina, e vi posso comunicare che l’ambasciatore ucraino esperisce questa iniziativa. Il successo di questi giorni ha mostrato gran bisogno di sport, e proprio questa necessità deve essere tradotta nel dare occasione a tutti di praticare uno sport. Sport e Salute farà in modo che questa partecipazione vada in tutte le città e piccoli comuni, è nata per questo, per dare una risposta al bisogno di fare sport, dal grande evento al quotidiano. Centinaia di progetti nei quartieri, di inclusione per lo sport nei parchi. Il ricordo di un grande evento svanisce se non rinnovato nel tempo. Pensare globalmente, agire localmente sarà il nostro motto, pensare ad azioni anche ambiziose, a eventi internazionali ma operare nel locale, fare che lo sport sia diritto per tutti. E lo faremo con maggiore risolutezza, dopo 2 anni di pandemia. Per noi è successo tutto in una settimana, tra Coppa Italia, Conference League, Internazionali, uno sforzo organizzativo enorme, ma siamo stati felici dopo 2 anni fermi. Il Foro Italico è la casa degli sportivi, delle associazioni, parte integrante della storia di Roma e del nostro Paese“.

Ecco l’audio completo della conferenza stampa:

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