Più che Foro italico, è stato il forno italico, tra colpi di calore, folla oceanica, malori e canicola garantita. Di ombra neanche a parlarne e i poveri spettatori hanno dovuto arrangiarsi spiaggiandosi sui pochi metri di prato nei pressi dei campi di padel. A proposito di prati e di padel, è vero che gli Internazionali viaggiano verso l’upgrade di super1000 ma ad Angelino VI oramai non interessa più nemmeno l’appellativo di quinto slam. “Roma sarà la Wimbledon del Padel”: avvertite la Regina che il prossimo anno dovrà organizzarsi un fine settimana a Roma, in alternativa dovremo declinare su Papa Francesco per la premiazione.
C’è poco da scherzare comunque, Roma resta il migliore torneo del mondo, figuriamoci quando non piove, al punto che anche il tetto sul centrale sembra stia per assumere la stessa utilità e lo stesso numero di progetti poi scartati del ponte sullo stretto di Messina. Il fascino delle statue, l’atmosfera della Dolce vita, il profumo della porchetta andata a male, sono cose che nessuno al mondo può offrire, così come il parcheggio in divieto di sosta sul lungotevere o le file di 2 ore per una bottiglia d’acqua.
Che poi oramai il pubblico romano è diventato raffinato: sì, qualcuno che ancora fischia gli avversari dei gladiatori azzurri c’è (bazzecole rispetto ai tempi di Panatta), ma la maggior parte oramai ha il palato fine. “No, non prendo i biglietti sul centrale, che devo fare con Djokovic e Nadal? Meglio il Grandstand, si vede più vicino e i match sono più interessanti”. “Ti dirò, il ground è meglio i primi giorni, che puoi vedere come colpisce Brooksby e le rotazioni di Jabeur”.
Ma veniamo a temi relativi allo sport minore che più ci interessa (quando dovremo interessarci di padel, ci daremo all’ippica). Jannik Sinner (7) ha finalmente capito qual è la sua più grande colpa: non essere Alcaraz e soprattutto essere più “anziano” di lui. Le imprese del fenomeno di tutti i mari e monti, oramai prossimo a superare il record di 21 slam e di stracciare ogni altro primato hanno dunque offuscato le gesta di Jannik, oramai relegato al ruolo di comprimario. Dodici sconfitte su dodici contro i top5 sono la prova provata che il nostro è un bluff, che non vincerà mai niente, che sarà un comprimario, ma in fondo Jannik mica è un italiano vincente, è il solito tedesco perdente.
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Novak Djokovic (9) è tornato a vincere, ha sciorinato il suo italiano eccellente, è tornato a lanciare urla belluine e Parigi ha il suo naturale favorito. La brutta notizia per le nuove generazioni è che Stefan Djokovic ha iniziato a seguire le orme del papà, giocando il primo torneo a 7 anni: le cronache raccontano che abbia vinto, superando in semifinale e poi in finale due gemelli svizzeri, tali Leo e Lennart, annullando ad entrambi due match point.
In assenza del futuro dominatore di tutti i terreni di gioco, il vecchio Re di Roma Rafa Nadal (6) si è dovuto arrendere agli acciacchi dell’età: chissà se il sole e il caldo di Porte d’Auteuil riusciranno in un nuovo miracolo. Intanto il povero Stefanos Tsitsipas (8) sognava di fare di Roma una colonia greca e invece è stato tramortito per un set in finale e poi non è riuscito ad allungare il match al terzo.
Tra le donne oramai il regno di Iga Swiatek (10) non conosce più confini: 5 tornei di fila, 28 vittorie consecutive e una superiorità tecnica imbarazzante. Il bis a Parigi sembra prenotato, ma chissà, le sorprese sono sempre dietro l’angolo. Roma comunque ha scoperto la classe e la gentilezza di Ons Jabeur (9), giunta un po’ cotta in finale, dopo maratone e il trionfo di Madrid, ms sempre sorridente e disponibile con i bambini a bordo campo.
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Sinner a parte, non è stato un torneo indimenticabile per i colori azzurri. Con Berrettini e Musetti fermi ai box, il plotone di wildcard proveniente dalle prequali è stato irrimediabilmente spazzato via ai primi contatti con il tennis di un certo livello, tra le ragazze non abbiamo raccattato nemmeno un set. Per fortuna i “Chicchi” Fognini e Bolelli hanno ben figurato in doppio, arrendendosi in semifinale ma gettando le basi per una tappa torinese a fine stagione. Ma non c’è da disperarsi, il tennis oramai è alle spalle, il futuro è il padel ed è alle porte, Roma caput mundi, la Wimbledon del Padel vi aspetta…