Sinner, che cuore. Giorgi, che spettacolo (Riccardo Crivelli, La Gazzetta dello Sport)
C’è il cuore. C’è il braccio. C’è l’Italia . La seconda settimana di uno Slam è da sempre la porta che separa l’ordinarietà dal paradiso, e nostro tennis l’ha attaversata piantando tre preziose bandierine tricolori. Che sia la ritrovata Martina Trevisan, oggi in campo contro la Sasnovich e non da sfavorita, oppure l’abbacinante esplosività della Giorgi o ancora l’orgoglio ferito ma impermeabile alla sconfitta di Sinner, siamo ancora nel cuore del torneo con autorevolezza e argomenti convincenti. E la giornata avrebbe potuto trasformarsi in uno scintillante fuoco d’artificio tricolore se il formidabile Sonego dei set centrali contro Ruud avesse tenuto quel ritmo, quell’aggressività e quelle percentuali al servizio anche nel quarto e quinto parziale, fermandosi Invece a un passo dall’impresa, confermandosi però guerriero per tutte le stagioni completamente percuperato dopo qualche mese in altalena tecnica. Certo, quando Jannik esce dal tunnel del Simonne -Mathieu mostrando una fasciatura bianca appena sotto il ginocchio sinistro, brividi malevoli percorrono la schiena dei tanti appassionati. «Mi sono svegliato con questo dolore, senza che lo avessi mai avvertito prima. Abbiamo comunque trovato un modo per giocare, perché a un certo punto la partita è stata in dubbio». All’inizio del secondo set, però, la situazione si complica. Jan comincia a muoversi male, manifesta una leggera zoppia, perde spesso la misura del dritto e in un quinto game da 26 punti cede per la prima volta il servizio. Ne consegue un piccolo calvario, McDonald si procura cinque set point sul 5-2 e altri cinque sul 5-3, ma deve fare i conti con lo smisurato coraggio del Rosso e con la sua innata avversione a non mollare mai su qualsiasi punto. McDonald avrà un altro set point sul 6-5, ma poi con tre regali nel tie break omaggerà Jannik del secondo parziale e in pratica della partita: «Come sí è visto – dirà il numero 12 del mondo – non mi sono mosso benissimo. Dopo la partita ho fatto un’ecografia e non è niente di grave ma non voglio scendere nei dettagli. Sicuramente ho imparato a lottare, anche se un po’ ce l’ho già dentro perché comunque non mi è mai piaciuto lasciare le cose facili agli avversari. Ho giocato bene i punti importanti, alla fine nel tennis conta questo. Ora ho due giorni per recuperare e credo andrà tutto bene. Con Rublev mi aspetto una partita dura e lunga». La sofferenza fortifica, e lo sa pure Camila Giorgi che, parole di papà Sergio, «dopo lo strappo al polpaccio destro di Roma era sotto un treno, i medici ci avevano detto che avrebbe recuperato in dieci giorni ma grazie ai miei rimedi naturali e al carbone attivo l’ho rimessa In piedi in tre». Dai dubbi se giocare a Parigi a due set spettacolari, il secondo e il terzo, contro la numero 7 del mondo Sabalenka, annichilita dagli uno-due dell’azzurra scaturiti soprattutto dalla ritrovata aggressività in risposta. È la 14′ vittoria in carriera contro una top ten: «Penso di aver giocato alla grande, il mio miglior tennis credo, soprattutto dopo quest’anno in cui ho meso insieme poche partite. Posso vincere il torneo». Un pronostico che Sergio Giorgi accoglie con un sorriso e un avvertimento: «la prossima avversaria, la Kasatkina, sarà molto più difficile da battere perché si muove bene e non ti dà mai una palla uguale a un’altra. Camita dovrà stare un po’ più indietro, non potrà sempre anticipare i colpi. Però non l’ho mai vista così brillante: già l’anno scorso aveva alzato il livello, ma si concedeva ancora troppi alti e bassi. Abbiamo lavorato molto duramente, le ho insegnato a usare di più le rotazioni, perché prima giocava troppo piatto. E così può muoversi meglio verso gli angoli. E poi la risposta: ha imparato che a volte bisogna mettere di là la palla e poi essere aggressiva con il colpo successivo. La Swiatek? È forte, ma se Camila sta bene e gioca così non ci fa paura».
Una Giorgi mai vista: «Funziona tutto» (Ronald Giammò, Corriere dello Sport)
Dopo Martina Trevisan, anche Camila Giorgi raggiunge gli ottavi del Roland Garros. L’azzurra ha battuto in tre set (4-6 6-1 6-0) la numero 7 del mondo Aryna Sabalenka, regalando al torneo la più grande sorpresa della giornata. Parigi è città dalle mille suggestioni, ma sulle tenniste azzurre sembra esercitarne una in più: se da un lato riesce infatti a sciogliere i nodi in cui erano intrappolati i rispettivi giochi, dall’altro – immediatamente – sa rivelarsi anche una sorta di eccitante in grado di esaltarne le qualità. In questo senso assistere al match vinto ieri da Camila Giorgi è stato come ricevere una continua scarica elettrica, la sensazione che il suo tennis tutto istinto avesse trovato d’un tratto misura, precisione e tutto quel che l’istinto spesso tende ad offuscare. impossibile restare indifferenti. Come testimoniato dal pubblico: applausi in avvio, e poi boati e cenni d’incredulità. Un match, quello della n.30 del mondo, giocato nel pieno della maturità tennistica, e in cui tutte le sue qualità son riuscite a manifestarsi al pieno delle loro potenzialità. Non un lampo, ma una tempesta perfetta. Giocatrici aggressive, nel primo set Giorgi e Sabalenka hanno fatto capire di non esser interpreti votate alla pazienza, prediligendo scambi veloci alla tattica. In vantaggio di un break, Sabalenka è stata brava a chiudere i suoi due successivi turni di battuta aggiudicandosi il parziale. Da quel momento in poi è iniziata un’altra partita. Abbandonata ogni velleità tattica, l’italiana ha giocato come immersa in una sorta di trance agonistica: impossibile capire come e quando vi sia entrata, così come è impossibile rintracciare una ratio nelle statistiche degli ultimi due set, durati mezz’ora ciascuno, e da lei chiusi con un parziale di 12 game a 1. L’aveva detto, Camila, dopo la vittoria contro Putintseva: «Oggi ha funzionato ogni fondamentale, è stata questa la chiave». Domani giocherà suoi primi ottavi al Roland Garros: «E’ magico per me giocare a Parigi, è la mia città preferita e sono molto felice – ha confidato Giorgi – Mi piacerebbe avanzare ancora e restare qui il più a lungo possibile».
Sinner resta solo (Daniele Azzolini, Tuttosport)
Mackenzie McDonald farebbe la sua figura tra i protagnnicti di Outlander, la saga televisiva tratta dai libri della scrittrice americana Diana Gabaldon. Viaggiatori del tempo, spinti verso l’impossibile dalla forza emotiva di una vita da cambiare, di un amore da ritrovare, o da salvare. Mackenzie è un ragazzo educato al silenzio, alle buone maniere. Agli studi. Una famiglia radicata a Piedmont in Florida, che non ha mai rinunciato alle tradizioni scozzesi, sebbene anche loro, come nella saga, siano stati costretti a cambiare vita, a ricostruirla senza dimenticare le Highlands dalle quali si sono mossi. Sinner l’ha conosciuto l’anno scorso, ed era un’occasione speciale per entrambi: la finale di Washington. Prevalse Semola, in tre set tirati. Conoscere chi si ha di fronte aggiunge tattica alle scelte che si fanno sul campo, dove la velocità del tennis moderno impedisce di studiare gli avversari con accuratezza. Il dritto di McDonald, per esempio, è un colpo eseguito sempre con grande accuratezza, capace di pescare angoli lontani, e di tradursi in improvvisi contropiede che saccheggiano energie fisiche e mentali a coloro che sono costretti a subirli. Sganciarsi da quei pericoli era un obbligo e finché Sinner ha potuto è riuscito a disinnescare quel colpo, e il match non ha presentato problemi di sorta. Nel secondo set, però, il dolore al ginocchio che l’italiano aveva avvertito già la mattina, ha preteso la sua parte da protagonista nella vicenda in atto. D’improvviso frenato negli slanci, e fallite tre palle break nel quarto game, Sinner si è trovato sotto 5-2 40-0 e McDonald ha avuto cinque set point per allungare il match. Situazione di grave pericolo, come si può intuire. Con quel ginocchio, ad andare per le lunghe, c’era il rischio serio di un ritiro. Jannik l’ha evitato con intelligenza, è andato sul 5-3, e qui McDonald l’ha costretto a misurarsi con altri cinque set point. L’ultimo è giunto sul 5-4. Sinner ha avuto la meglio, alla fine. Ha tenuto duro in una situazione quasi impossibile, lungo un set durato 98 minuti Net terzo, invece, il dolore si è placato, tranquillizzandolo, e il match ha ripreso il suo corso: «Non so bene di che cosa si tratti, ma dai primi esami non sembra niente di grave. Spero di non avere brutte sorprese». Agli ottavi c’è Roblev. «Lo sapete, è uno tosto. Ha grandi colpi. Ci conosciamo. Sarà un match più che duro». Resta da solo, Jannik, a rappresentare l’Italia nel tabellone maschile. […]
Camila bellissima, scopre gli ottavi (Roberto Bertellino, Tuttosport)
Non era mai andata così avanti a Parigi, Camila Giorgi. Ieri ha raggiunto gli ottavi grazie al successo, in rimonta, contro la n° 7 del seeding Aryna Sabalenka. Grande prestazione dell’azzurra, n° 28 del draw, che ha saputo cambiare marcia dopo aver perso il primo set al decimo gioco. E’ ripartita come se nulla fosse accaduto, ha ridotto gli errori e indotto con un tennis solido e fatto di accelerazioni vincenti la rivale a cercare soluzoni affrettate, spesso tramutatesi in colpi fuori misura. In due set Camila ha lasciato un solo game alla bielorussa, che è uscita dal campo piuttosto scorata. La marchigiana è stata brava anche nelle incursioni a rete, con 9 punti vinceni su 12 tentativi, ha messo a referto 23 colpi vincenti e commesso 22 errori non forzati. Al termine si è concessa all’intervista in campo parlando in francese: «E’ bellissimo essere qui e giocare così bene, nella città che più amo. Ringrazio il pubblico per il sostegno. Nel secondo e nel terzo set ho cambiato atteggiamento facendomi più aggressiva e questo ha pagato. Spero di rimanere a Parigi il più a lungo possibile». Nel prossimo turno, domani, Camila Giorgi affronterà la russa Daria Kasalkina. Ottavi raggiunti anche dalla numero 1 del mondo, Iga Swiatek, che ha colto il 31° successo consecutivo anche se ha concesso più game del previsto alla montenegrina Kovinic, tennista potente che in alcune occasioni l’ha messa in difficoltà. Brava la polacca, che nella fase calda del secondo match ha alzato il livello e chiuso al 12°gioco. Un po’ di lotta può anche esserle stata utile per non sedersi troppo sugli allori pensando alle prossime sfide parigine.