Corsi e ricorsi storici: la teoria sviluppata durante l’illuminismo dallo storico, nonché filosofo italiano Giambattista Vico poteva fornirci l’ennesima riprova della sua veridicità anche in occasione dell’ormai imminente finale femminile della 126esima edizione del Roland Garros. Ebbene lo scontro tra la dominatrice incontrastata del circuito Iga Swiatek – la cui interminabile serie di vittorie è ormai giunta all’incredibile numero di 34 – e il nuovissimo che avanza Cori Gauff, che incoronerà la nuova regina di Parigi, in realtà sarebbe già potuto andare in scena quattro anni fa. Infatti nel 2018, la n. 23 del mondo vinse l’Open di Francia junior superando in finale la compagna di merende e di doppi Caty McNally; la quale aveva sconfitto nel penultimo atto del torneo, per di più annullando un match point proprio l’attuale n. 1 del mondo. Dunque Caty ha impedito che la finale del 2022 a livello senior, fosse solamente la riedizione della sfida consumatasi quando erano ancora due teenager – per modo di dire visto che Coco ha tutt’ora 18 anni. Ma il passato è passato e non può essere cambiato. Perciò abbandoniamo la nostalgia di quello che sarebbe potuto essere ed occupiamoci del presente e di quello che ci aspetta domani.
SWIATEK IN MISSIONE PER IL SESTO TITOLO STAGIONALE – La 21enne di Varsavia è una “donna” in missione, il suo obbiettivo è fin troppo chiaro: rivincere lo Slam rosso a due anni di distanza e mettere in bacheca il secondo alloro parigino, che ovviamente sarebbe il secondo Major della carriera. Nel 2020 trionfò, in quella che era solamente la sua seconda partecipazione al Roland Garros, appena 19enne divenendo in assoluto la prima giocatrice polacca a vincere un titolo Slam e la più giovane a riuscirci da Monica Seles nel 1992. Lo fece, concedendo lungo il corso del torneo soltanto 28 game e stabilendo un record, visto che nell’Era Open solo una tennista era riuscita a fare meglio nello Slam francese: Graff nel 1988. Ma Iga non ha intenzione di fermarsi qui, e domani andrà a caccia della doppietta sul mattone tritato dello Chatrier che le garantirebbe l’onore di issarsi al quarto posto all-time, come la più precoce tennista a laurearsi bi-campionessa sui campi di Porte d’Auteuil, dietro tre tenniste leggendarie come Chris Evert, Steffi Graff e Monica Seles. Difficile immaginare che la testa di serie numero 1 possa interrompere la propria cavalcata sul più bello e non solo per il suo incommensurabile filotto di successi; ma anche per via del suo incredibile rendimento nelle finali disputate in carriera.
IN FINALE IGA NON TREMA MAI – Swiatek, infatti, può vantare un bilancio spaventoso – per le avversarie – di 15 vittorie ed un’unica sconfitta da quando è professionista. La giocatrice, rea di aver sporcato la sua fedina trionfale nei match che assegnano i trofei è Polona Hercong, che compì l’impresa nel 2019 in terra svizzera a Lugano. Da metà febbraio, della stagione in corso, non ce ne stato per nessuno. Nessuna ha osato mettersi d’intralcio sul cammino dell’indomita polacca, che dal ko in ottavi con Ostapenko a Dubai ha inanellato la serie impressionante di 34 vittorie condite da 5 titoli messi in bacheca: 4 WTA 1000 sui cinque giocati in stagione – a Madrid, l’unico non vinto, non vi ha preso parte per preservarsi – e così per gradire anche il WTA 500 di Stoccarda. Qualora alzasse le braccia al cielo anche domani, diventerebbe la ventesima prima forza del tabellone femminile a rispettare i pronostici della vigilia suggellando le due settimane di torneo con il successo finale; l’ultima a farcela Simona Halep nel 2018.
DA PARIGI A PARIGI – Va da se, dunque, dopo aver snocciolato questi numeri impressionanti che il compito di provare ad affondare una nave che naviga a vele spiegate e ad una velocità di crociera in totale nonchalance, e trasformarla così in un batter d’occhio nel primo Titanic qualunque, sarebbe molto arduo per tutti. Ma se c’è una tennista, che ha dimostrato di possedere quello spirito combattivo, quella consapevolezza nei propri mezzi al punto da potersi gestire al meglio e che addirittura almeno sul piano dell’essere stata bimba prodigio e predestinata, con tutti i crismi per diventare una campionessa, supera abbondantemente la classe 2001; questa è senza ombra di dubbio Coco Gauff. La 18enne, nata a Delray Beach, si fece scoprire al grande tennis quando quindicenne eliminò dai sacri prati di Wimbledon Venus Williams, attirando di conseguenza tutta l’attenzione mediatica che la definì in men che non si dica la nuova Venus. Cori, sbarrando il percorso di Stephens prima e Trevisan poi, ha migliorato quello che era il suo più importante precedente a livello di risultati negli Slam, ottenuto sempre al Roland Garros lo scorso anno in quarti, quando a fermarla fu la futura vincitrice Barbora Krejcikova. Ma ciò che sorprende maggiormente è che l’ex n. 13 del ranking abbia ritrovato se stessa proprio in questa edizione del torneo parigino, dopo un lungo periodo negativo che per l’appunto vedeva nell’Open di Francia del 2021 l’ultimo appuntamento del calendario in cui la giovane stella americana era stata in grado di vincere tre partite consecutive.
L’OBBIETTIVO TOP 10 – Gauff vedrebbe il sogno dell’ingresso in Top 10, diventare realtà se vincesse il torneo, anche se neanche la cabala è con lei. Poiché in una delle due precedenti sfide, al cospetto di una numero uno della classifica è uscita con le ossa rotte – nel vero senso della parola – non completando il match con Naomi Osaka allo Us Open del 2019. Però allo stesso tempo va detto che si disimpegnò alla grande, nel secondo ed ultimo confronto contro una n. 1, quest’anno dove si arrese ad Ash Barty in quel di Adelaide dopo aver vinto il primo set. Se domani dovesse andare male, la classe 2004 potrebbe comunque consolarsi con numerosi primati fatti registrare: è la più giovane tennista a raggiungere una finale Slam da Maria Sharapova a Wimbledon 2004, la più precoce a riuscirci al Roland Garros da Kim Clijsters nel 2001, riporta una statunitense nell’ultimo atto di questo torneo senza perdere alcun set dalla finale tutta in famiglia delle sorelle Williams del 2002 (in quel caso fu Venus a compiere il percorso immacolato). Infine ricordiamo che per Coco sarà la quarta finale da professionista, due titoli WTA 250 a Linz nel 2019 e lo scorso anno a Parma – torneo al quale partecipò per via del suo sponsor Barilla.
I PRECEDENTI – Gli H2H, alla vigilia, orientano ancora di più l’asticella dei favori del pronostico verso Swiatek. La polacca è infatti avanti 2-0. Si sono affrontate nel 2021 sul cemento di Miami (6-3 6-1) e nella semifinale degli Internazionali d’Italia (7-6 6-3). In entrambi in casi – anche la buona sorte è con lei – Iga vinse il titolo. Chiudiamo come abbiamo iniziato, con la sezione juniores del Roland Garros 2018; ricordando che contemporaneamente al trionfo di Gauff, anche la sua contendente – di tre anni più grande – per il titolo che verrà assegnato domani lo fece ma in doppio, curiosamente in coppia con McNally, sua giutiziera in singolare . E se proprio quella semifinale fosse andata diversamente ….