[1] I. Swiatek b. [20] D. Kasatkina 6-2 6-1
Inutile girarci intorno: l’aspetto migliore di questa prima semifinale femminile del Roland Garros è stato vedere le tribune del Philippe Chatrier quasi interamente piene, senza quelle ampie chiazze vuote nei palchi degli invitati che “sporcavano” le panoramiche negli anni scorsi. Uno degli obiettivi del nuovo direttore del torneo Amelie Mauresmo era quello di risolvere questo problema, e per il momento sembra che le strategie messe in campo abbiano funzionato.
Per quel che riguardano lo spettacolo in campo, fatta eccezione per i primi 10-15 minuti della partita, è mancato l’elemento principale dello sport, ovvero l’incertezza per il risultato finale. Swiatek si è dimostrata decisamente troppo forte, troppo in palla per questa Kasatkina che non è riuscita con le sue tante traiettorie e rotazioni a far inceppare quella macchina da guerra che sembra essere la n. 1 del mondo in questo periodo.
Era opinione comune tra tutti gli addetti ai lavori che fosse Swiatek ad avere in mano i destini della gara, e che le speranze di Kasatkina risiedessero tutte nel cercare di far giocare male l’avversaria. La russa dispone di una bella varietà di colpi, ma questo stesso fatto si porta appresso il rischio di avere troppa scelta nei colpi da effettuare, portando a un’eccessiva confusione nelle idee.
I primi due game della partita hanno riassunto in maniera esemplare la questione: tre diritti vincenti di Swiatek nel primo game, e ben sette errori gratuiti di Kasatkina per subire il break nel gioco seguente. E gli errori non sono stati commessi per cercare di tirare troppo forte, ma per cercare di tirare sempre diverso.
Fortunatamente per Kasatkina la sua avversaria non ha tenuto il piede pigiato sull’acceleratore, ma con due errori di rovescio e un doppio fallo ha immediatamente restituito il break consentendole di agguantare subito dopo il 2-2. Ma quello era l’unico momento di incertezza di Swiatek nel pomeriggio: un successivo parziale di 16 punti a 3 chiudeva il primo set dopo soli 35 minuti di gioco e, dopo che il tetto sul Philippe Chatrier era parzialmente stato esteso per mettere in ombra la tribuna d’onore degli ospiti FFT, il martellamento continuava anche nel secondo set.
Kasatkina non sembrava in grado di trovare uno schema da fondo che le consentisse di mettere l’avversaria sulla difensiva, e di conseguenza Swiatek era libera di manovrare da fondo fino a trovare la palla giusta per affondare il vincente.
Il secondo set era ancora più breve del primo: in quei 29 minuti Kasatkina riusciva a conquistare solamente 9 punti contro i 26 dell’avversaria, e veniva quasi travolta alla fine da una sequenza finale di nove punti consecutivi chiusi da un ace a 173 chilometri orari che mandava Swiatek alla sua seconda finale del Roland Garros in meno di 20 mesi.
Si tratta della trentaquattresima vittoria consecutiva da parte della n. 1 Iga Swiatek, che non perde dal torneo di Doha del febbraio scorso e che dopo la sua semifinale ha anche trovato modo di partecipare alla cerimonia di premiazione in onore di Billie Jean King e del 50° anniversario della sua prima vittoria qui al Bois de Boulogne. King è a Parigi perché venerdì sera sarà ricevuta all’Eliseo dal Presidente francese Emmanuel Macron per il conferimento dell’Ordine Nazionale della Legion d’Onore, la più alta onorificenza civile esistente in Francia.
Ora non rimane che un ultimo ostacolo tra lei e il secondo titolo al Roland Garros, un ostacolo che potrebbe essere tricolore.