Sarà Andy Murray a provare a rompere l’imbattibilità a Stoccarda di Matteo Berrettini, oggi vittorioso su Otte. Nel Boss Open 2022 l’ex numero 1 del mondo ha infatti sconfitto con il punteggio di 7-6 6-2 Nicky Kyrgios in un match degno di essere definito tale limitatamente al primo set. Come gli è successo diverse volte in carriera l’australiano non è stato infatti in grado di ricominciare da zero nel secondo set, e anzi ha praticamente smesso di giocare dopo aver ricevuto un penalty game. Quella di domani sarà la 70esima finale per Murray, la seconda della stagione e la decima su erba. Al britannico manca un titolo ATP dal 2019 e su questa superficie addirittura dal 2016. Grazie al torneo che sta disputando Sir Andy guadagnerà almeno 21 posizioni in classifica, rientrando tra i primi 50 del mondo (in caso di successo finale salirebbe addirittura al numero 35).
A. Murray b. N. Kyrgios 7-6 (5) 6-2
I primi scambi fanno subito sperare in una partita combattuta e soprattutto all’insegna dello spettacolo. Nonostante le sbracciate di dritto di Kyrgios, Murray parte bene tenendo il servizio ai vantaggi ma senza concedere palle break. L’australiano risponde però immediatamente dichiarando i suoi intenti in battuta. Non c’è differenza tra prima e seconda: l’esito è nella maggior parte dei casi un vincente. Nei game in cui serve Nick si scambia quindi molto poco, mentre quando tocca ad Andy sono molti i drop shot che partono dalla metà campo del britannico. Nel quinto gioco arriva il primo tweener di Kyrgios su un recupero di palla corta che però non gli porta il punto a causa di una successiva volée non troppo complicata finita in corridoio. Il livello di spettacolo offerto dall’australiano sale ancora poco dopo: sotto 3-2 ma avanti 40-0 sul suo servizio, propone la combo battuta da sotto + tweener. Anche in questo caso il punto va a Murray, senza inficiare però le sorti del game chiuso da Nick con una stop volley fatta sembrare elementare.
Nel fatidico settimo game lo scozzese parte male sbagliando un rovescio interlocutorio e commettendo poi un doppio fallo. Il rovescio e la prima di servizio funzionano poco e si presentano quindi le prime opportunità di break per Kyrgios che però non riesce a incidere neanche lui con il rovescio quando avrebbe il tempo per spingere. Murray si salva e passa al contrattacco: in realtà sono le sue doti difensive a premettergli di arrivare a palla break, annullata però da una smorzata del numero 78 del mondo in uscita dal servizio. Nonostante la minor costanza dell’australiano con servizio e dritto che si riflette in un incremento del numero dei suoi monologhi tra un punto e l’altro, la partita rimane in equilibrio e raggiunge così senza particolari intoppi (tra gli incidenti di percorso due doppi falli consecutivi di Murray prontamente archiviati dal britannico) il tie-break. Sul 5-4 in favore di Andy arriva l’errore fatale per Kyrgios, che effettua una palla corta che si ferma in rete. Al primo set point sul suo servizio lo scozzese gioca un punto dei suoi in cui non avrebbe sbagliato nemmeno sotto tortura fino al momento dell’errore dell’avversario che puntualmente arriva. Puntuale proprio come la racchetta rotta da Nick che gli vale un penalty point, figlio anche di un precedente warning.
Proprio il penalty point contribuisce al break in apertura di Murray. Kyrgios, incapace di rientrare mentalmente nel match, commette anche due doppi falli e perde così per la prima volta nel torneo il servizio. Durante il cambio campo l’australiano inizia una discussione con il giudice di sedia e con qualche spettatore in cui gli scappa qualche bad word, prontamente rilevata dall’arbitro: è quindi penalty game con Murray che si ritrova sul 2-0 senza aver fatto letteralmente nulla. Dopo la richiesta dell’intervento del supervisor, Kyrgios torna a giocare ma solo per dimostrare di non avere più alcun interesse verso la partita. Nel quinto gioco perde nuovamente il servizio, questa volta a zero. I colpi spediti fuori di metri e le passeggiate sull’erba malconcia di Stoccarda sintetizzano al meglio l’atteggiamento a metà tra la rassegnazione e il menefreghismo dell’australiano. Dopo un primo set durato più di un’ora, il secondo si conclude così in 27 minuti sul punteggio di 6-2. Murray torna quindi in finale sull’erba dopo sei anni: nel 2016 vinse al Queen’s e a Wimbledon. Sarà la decima volta per lui in un atto conclusivo su questa superficie. Il suo bilancio è di otto vittorie e una sola sconfitta, quella nella finale del 2012 all’All England Club. I precedenti con Berrettini sono in parità, ma l‘anno scorso al Queen’s Matteo vinse in due set.