Carlos Alcaraz e il suo fisico: "Voglio restare così. Per il tennis non va bene avere troppi muscoli"

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Carlos Alcaraz e il suo fisico: “Voglio restare così. Per il tennis non va bene avere troppi muscoli”

“L’unico segreto è lavorare e occuparsi di ogni dettaglio quotidianamente” dice Alcaraz, intervistato da Men’s Health

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Carlos Alcaraz contro Sebastian Korda - Roland Garros 2022 (foto Roberto Dell'Olivo)
 

Dall’anno scorso a quest’anno lo spagnolo Carlos Alcaraz ha compiuto progressi impressionanti in termini di classifica e di risultati, specialmente considerando la sua giovane età: 19 anni compiuti il 5 maggio, in un tennis ancora dominato dai grandi vecchi ultratrentenni, assediati da una pattuglia di ventenni agguerriti. Oltre alle qualità tecniche, però, frutto del lavoro con il suo allenatore e mentore Juan Carlos Ferrero, è evidente – anche per via dell’abbigliamento che non fa nulla per nasconderlo – il cambiamento fisico che in pochi mesi si è manifestato nel tennista di Murcia. È interessante, quindi, andare a rileggere che cosa raccontava qualche settimana fa Alcaraz al mensile patinato Men’s Health che lo ha anche messo in copertina con pettorali e “tartaruga” in bella mostra; e dare un’occhiata anche ai segreti che il suo preparatore atletico ha rivelato a Joan Solsona, del quotidiano spagnolo Marca.

MH: Quando sei entrato per la prima volta all’accademia creata e diretta da Ferrero a Villena (Alicante, nella Comunità valenziana) in pochi avrebbero previsto la quantità di muscoli che sfoggi in copertina. Anzi, uno dei tuoi primi soprannomi era «spaghetto»…
Alcaraz: Diciamo che non avevo un corpo molto sviluppato.

MH. Negli ultimi due anni, comunque, hai fatto un corso accelerato di allenamento e nutrizione.
A. Un po’ sì. All’inizio ero negato e a poco a poco con l’aiuto della mia squadra ho imparato che cosa debbo mangiare e come mi devo allenare in ogni situazione: durante i tornei, quando sono in preparazione alla stagione successiva, nelle settimane di allenamento…

MH. Il tuo segreto?
A. L’unico segreto è lavorare e occuparsi di ogni dettaglio quotidianamente. Riposare, magiare bene, allenarmi al cento per cento. La somma di tutti questi elementi è la chiave e, onestamente, negli ultimi due anni l’ho fatto meglio di sempre. Non ho trascurato nemmeno una virgola.

MH. Allenamento in palestra sì, ma anche dosare alla perfezione l’alimentazione.
A. Qualche hamburger c’è scappato, ma adesso controllo molto meglio tutto ciò che mangio.

MH. Carlos Alcaraz è arrivato al suo massimo tono muscolare o vuole crescere ancora?
A. Per il momento mi fermo qui. Per il tennis non va bene avere troppi muscoli. Preferisco non aumentare ulteriormente la massa, mantenermi como sono adesso e curare altri aspetti che sono basilari per il tennis: l’agilità, la velocità, la potenza.

MH. E a livello di forza mentale?
A. Non mi piace molto dirlo, ma credo di essere abbastanza bravo in campo dal punto di vista meccanico, per ciò che riguarda i colpi e il resto. L’aspetto su cui debbo lavorare di più è proprio quello mentale. Rimanere concentrato per tutto il tempo necessario, non abbassare l’attenzione, non avere alti e bassi durante la partita. Sono lati in cui debbo migliorare un bel po’.

MH. Ricordi con amarezza quando sei stato fischiato dal pubblico a Parigi Bercy.
A. È stato il momento peggiore della mia carriera, perché era la prima volta che mi capitava qualcosa del genere. Al tempo stesso, però, sono contento di averlo dovuto affrontare così presto, perché adesso so come gestire questo tipo di situazioni. Per me il tennis è un fatto quasi puramente mentale. Alla fine sei lì da solo sul campo e tu e solo tu devi affrontare le difficoltà e trovare le giuste soluzioni. Sono aspetti su cui sto lavorando con la mia psicologa, Isabel Balaguer, con cui lavoro già da tre anni.

Per quanto riguarda il fisico, comunque, non si tratta di passare i pomeriggi a sollevare pesi, come qualcuno potrebbe immaginare, ma di un lavoro molto più sofisticato che il suo preparatore atletico, Alberto Lledó, ha descritto in parte al quotidiano Marca. Nella sua forma fisica c’è una parte di genetica, ma l’80 per cento è lavoro, una trasformazione che non riguarda solo il tennis, ma molti dettagli della sua vita. Quando abbiamo cominciato a lavorare con lui avevamo un problema: aveva un percentuale bassa di massa grassa, ma con l’alimentazione siamo arrivati all’obiettivo voluto.”

“Il ragazzo sta crescendo non solo a livello muscolare, ma anche osseo. Dev’essere cresciuto di qualche millimetro anche in altezza e continuerà fino ai 21 anni”. Con il suo 1,85 di altezza (dichiarato) Alcaraz ha lavorato in pre-season su forza, resistenza e velocità. “Ma non con i pesi. Abbiamo usato macchine inerziali, come la puleggia conica, il meglio per accrescere la massa muscolare senza perdere la velocità richiesta nello sport”. L’ambizione, infatti, è rinforzarlo senza che perda esplosività e rapidità negli spostamenti. E anche a fine novembre, quando era stato contagiato dal Covid, la sua tabella di lavoro si è dovuta modificare, ma non ha smesso di allenarsi, con cyclette, elastici e pesi. Il risultato è quello che abbiamo ammirato in questi giorni a Parigi.

Tradotto e adattato da Alessandro Condina

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