Sull’argilla rossa e sull'esistenzialismo francese

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Sull’argilla rossa e sull’esistenzialismo francese

La terra rossa del Roland Garros è la grande star degli Open di Francia. E Allora perché non se ne vede di più in Francia, o perché non ci sono più campioni del Roland Garros provenienti da quel paese?

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Di Matthew Futterman, NY Times 30 maggio 2022

PARIGI — La caratteristica più importante degli Open di Francia è che questo torneo del Grande Slam si disputa sulla terra rossa propria del Roland Garros, una caratteristica amata, parte della cultura e della tradizione locale tanto quanto i venditori ambulanti di arte e libri usati lungo la Senna.

Eppure, come spesso accade nel paese che vanta Albert Camus e Simone de Beauvoir, il rapporto tra la Francia e le sua “terre battue” è un po’ più complicato.

Quest’argilla rossa, proveniente da una piccola fabbrica di mattoni a Oise, a nord di Parigi, suscita tanto amore.

La mia superficie preferita“, nelle parole di Stéphane Levy, membro da sempre del Tennis Club di Parigi, ritrovo preferito di alcuni dei migliori giocatori del paese, tra cui Gilles Simon e Corentin Moutet, e dove otto dei 18 campi sono realizzati con la stessa terra battuta di quelli del Roland Garros.

La sensazione di giocare in quei campi non ha pari“, secondo Levy. “La sensazione di scivolamento, l’argilla sul tuo corpo quando sudi…

Ma la terra battuta è diventata anche un simbolo di profonda frustrazione. Nessuna tennista francese ha vinto il torneo di singolare così caro a questo paese, quello che richiede più grinta ma anche più concentrazione di qualsiasi altro, dai tempi di Mary Pierce nel 2000. Un tennista francese non lo vince da da 39 anni, dai tempi di Yannick Noah nel 1983.

Nel recente torneo i francesi, sia maschi che femmine, sono stati eliminati il primo sabato dai tornei del singolare.

Come mai?

La risposta probabilmente ha molto a che fare con una contraddizione centrale, nel paese sede del palcoscenico più grande della terra battuta. Solo l’11,5% dei campi da tennis in Francia è realizzato con la tradizionale terra rossa e la maggior parte di questi sono in club privati. Un altro 16,5% dei campi è costituito da una superficie in finta terra battuta simile alla “terre battue” ma più dura e veloce della terra battuta tradizionale, ben più morbida.

Mantenere la terra rossa con un clima freddo e umido, tipico della Francia per gran parte dell’anno, è praticamente impossibile e costruire strutture adeguate al coperto è costoso. Quindi la maggior parte dei tennisti francesi cresce giocando sul cemento, a differenza dei loro omologhi in Spagna, dove il clima temperato e il mattone tritato dominano allo stesso modo in cui Rafael Nadal e così tanti spagnoli prima di lui hanno dominato il Roland Garros.

Che il tennis ai massimi livelli sia disputato su superfici diverse è normale per gli appassionati di tennis come normale è la vista di pelose palline gialle e normale è il rumore dei grugniti che accompagnano i colpi, ma è comunque una delle grandi stranezze di questo sport.

Basta Immaginare per un momento come sarebbe se l’NBA giocasse il 70% delle partite su legno, il 20% su gomma e il 10% su moquette di lana di pezza. Questo è essenzialmente ciò che fanno i tennisti professionisti, trascorrendo i primi tre mesi sul cemento, i successivi due sulla terra battuta, circa sei settimane sull’erba e poi la maggior parte del resto dell’anno sul cemento.

Sebbene le superfici siano diventate più simili negli ultimi anni, ognuna richiede un insieme unico di capacità e produce uno stile di gioco molto diverso.

Erba e terra battuta sono agli estremi, e l’erba la più veloce delle tre superfici.

La terra battuta è la più lenta. La palla salta su dal terriccio e resta in aria per una frazione di secondo in più, consentendo ai giocatori di raggiungerla e allungare gli scambi, e costringendoli a giocare uno stile più tattico, macinando dalla linea di fondo.

Basta guardare un’ora di tennis su ogni superficie. Se non si conta il tempo tra i punti, il tennis effettivo che si gioca sulla terra battuta ammonta a circa 13 minuti per ogni ora, secondo molteplici studi sull’energia impiegata e la fatica nello sport. Questo dato è molto maggiore che su altre superfici, dove il giocatore che risponde al servizio è in una posizione di svantaggio più netto e fatica molto di più per rimettere in gioco la palla in seguito alla battuta.

I campi in cemento si trovano più o meno a metà strada e richiedono un gioco a tutto tondo.

Tra i professionisti, la terra è sia amata che detestata. “Non mi piace molto“, chiosa il russo Daniil Medvedev, secondo giocatore al mondo, avendo per anni faticato anche solo per vincere una partita agli Open di Francia, e che quest’anno ha raggiunto il quarto turno.

L’australiano Nick Kyrgios non ha interesse per la superficie, e salta del tutto la stagione sulla terra battuta. Iga Swiatek della Polonia, la numero uno al mondo, passerebbe tutta la sua carriera a scivolare su di essa se potesse.

Vincere sulla terra battuta richiede un dottorato di ricerca in quella che allenatori e giocatori chiamano “costruzione dei punti”, ovvero la capacità di giocare a tennis come fosse una partita a scacchi, pensando non solo al prossimo colpo, ma anche a tre colpi più avanti. Impararlo fino al punto in cui diventa istintivo può richiedere anni e, come la maggior parte delle cose, prima si inizia ad allenare il cervello a pensare in quel modo, meglio è.

Sulla terra battuta, la lotta va avanti per molto tempo“, secondo Aurelio Di Zazzo, allenatore del Tennis Club di Parigi. “Più lungo è lo sforzo, più devi usare la tua mente.”

Il club, che dista meno di un miglio dal Roland Garros, cerca di portare al meglio, di mantenere più in alto possibile la bandiera della terra rossa. Il prezzo di tale sforzo non è basso. Il mantenimento dei campi richiede quattro dipendenti a tempo pieno e la nuova terra battuta costa più di $ 2.000 all’anno per ogni campo. Ogni campo deve essere completamente dissotterrato e rifatto ogni 15 anni, con un costo di oltre $ 30.000 per campo.

Secondo Levy ne vale la pena.

Questa terra battuta fa parte della Francia“, ha detto.

La federazione francese di tennis è d’accordo. L’organizzazione vuole assolutamente anche un campione di singolare all’Open di Francia. A luglio è previsto l’annuncio di un nuovo piano per promuovere il tennis sulla “terre battue”. Forse questo potrà aiutare.

Traduzione di Michele Brusadelli

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