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Wimbledon, Djokovic: “I punti non sono la mia priorità. Russi e bielorussi meritano di giocare”
La questione punti e la guerra in Russia portano ampie riflessioni, insieme al problema vaccino: “Vorrei andare negli USA, ma decide il governo”

Mancano ormai poco più di 24 ore al tanto atteso inizio di Wimbledon 2022, il torneo che ogni appassionato di tennis attende come il Natale, che incarna l’espressione massima della tradizione e della magia del nostro sport. Inizio che, come sempre, coinciderà anche con l’esordio sul centrale del campione in carica: Novak Djokovic, n.1 del seeding(per i noti motivi che non vedranno competere né Zverev né Medvedev), che aprirà il campo più prestigioso al mondo contro il coreano Soon-woo Kwon in un tabellone certamente dal sorteggio generoso. Ma, prima di passare la parola al campo, Nole ha avuto cose interessanti da dire nella solita conferenza prima del torneo, toccando temi delicati come la questione punti non assegnati o l’esclusione di alcuni tennisti per motivi che evadono lo sport, quindi delle novità in un certo(triste) qual modo.
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D: “Se vinci questo titolo, avrai il prestigio, il controllo, ma non i punti in classifica. Come questo influisce sul tuo approccio e sulla tua mentalità in questo torneo, date le circostanze?“
Djokovic: “Probabilmente influenzerebbe di più altri giocatori che me, a dire il vero. Non voglio dire che i punti in classifica non sono importanti per me, di certo lo sono, ma non come fino a poco tempo fa. Ora, da quando ho battuto il record di più settimane come n.1, non sto davvero inseguendo la classifica, da allora non è stato importante in termini di priorità per me. Ovviamente capisco che oltre il 90 percento del giocatori che stanno giocando e quelli che non stanno giocano in questo torneo saranno più influenzati dai punti. Quest’anno non ho avuto la possibilità di difendere 4.000 punti, 2.000 in Australia, 2.000 qui. Ciò influisce sulla mia classifica in generale, ma le mie priorità ora sono diverse. Quindi non sono così colpito, per così dire“.
D: “Allo stato attuale delle cose, sembra che questa sarà la tua ultima opportunità di giocare in un torneo del Grande Slam nel 2022. Non che tu abbia bisogno di un incentivo in più per fare bene qui, come hai ripetuto più volte, ma mi chiedo: se ciò si verificasse la tua mente avrebbe qualsiasi tipo di spinta in più per trionfare di nuovo qui? Mi chiedo anche se hai fatto o farai qualsiasi tipo di richiesta all’USTA o al governo degli Stati Uniti per consentirti di entrare nel paese e giocare all’Open“.
Djokovic: “Hai ragione, ad oggi non mi è consentito entrare negli Stati Uniti sotto queste circostanze, ne sono consapevole. Questa è una motivazione in più per fare bene qui; spero di poter fare un ottimo torneo, come ho fatto fatto nelle ultime tre edizioni, allora dovrò solo aspettare e vedere. Mi piacerebbe andare negli Stati Uniti, ma ad oggi non è possibile, non c’è molto che posso fare di più. Spetta al governo decidere se consentire o meno alle persone non vaccinate di entrare nel Paese“.
D: “Penso di aver ragione nel dire che solo tre uomini nell’era Open hanno vinto Wimbledon quattro o più volte successivamente. Quanta è l’aspirazione di entrare in quella fascia?“
Djokovic: “Mi piacerebbe essere in grado di lottare per un altro trofeo. Sono nella posizione, ma vorrei essere nell’ultima partita per fare la storia di questo torneo che, da bambino di sette, otto anni ho sognato di vincere, e diventare il numero 1; è sempre stata la più grande motivazione avuta da bambino. La prima partita di tennis che abbia mai visto in TV è stata Pete Sampras che ha vinto il suo primo Wimbledon, quindi, ovviamente, c’è un sacco di connessione con questo torneo. Pete l’ha vinto sette volte, se non sbaglio. Si spera che quest’anno io possa fare lo stesso“.
D: “(Domanda su Sergiy Stakhovsky che si è detto favorevole alla squalifica degli atleti russi in generale nello sport)“.
Djokovic: “Conosco Sergiy da molto tempo, è stato mio collega sul campo ma anche in consiglio, abbiamo davvero un bel rapporto, l’ho contattato e abbiamo comunicato nell’ultimo periodo. Capisco la frustrazione proveniente da lui e dal popolo ucraino verso la Russia e cosa sta succedendo. Naturalmente, non ho intenzione di commentare o entrare nei meriti della guerra, ma quello che posso dire da figlio di una guerra, molte guerre in realtà durante gli anni ’90, è che so come ci si sente ad essere nella posizione. Ma d’altra parte, non posso dire di essere pienamente d’accordo a vietare a giocatori di tennis russi, tennisti bielorussi, di gareggiare all’infinito, non vedo come abbiano contribuito a tutto ciò che sta realmente accadendo. Penso che accetterebbero il compromesso che hanno effettivamente avuto, come una situazione con partite olimpiche da giocare sotto bandiera neutra.
Mi sento come se loro meritino di vincere, meritino di competere, sono atleti professionisti, e nessuno di loro ha supportato la guerra. Una volta che succede qualcosa del genere su un grande palcoscenico, qualsiasi cosa tu dica da persona di uno o l’altro paese sarà giudicato in un modo o nell’altro. Capisco entrambe le parti, è davvero difficile dire cosa sia giusto e cosa sbagliato. Ma, nel mio cuore di atleta, mettendomi in una posizione in cui qualcuno mi bandirebbe dal giocare a causa di queste circostanze, cui non ho contribuito, non credo sia giusto. Lascia che ti ricordi che, dal ’92 al ’96, a tutti gli atleti della Serbia non è stato permesso di competere sul palcoscenico internazionale in qualsiasi sport, quindi so come ci si sente. A quel tempo ero troppo giovane, ma conosco atleti che gareggiavano in quel momento, e so come ciò ha influenzato le loro vite; molti di loro hanno lasciato lo sport perché quattro anni sono tanti“.
D: “Hai padroneggiato l’arte di avere successo qui senza giocare un torneo di preparazione ufficiale. Ci sono alcuni top player che lo stanno facendo quest’anno: Serena, Rafa, Iga Swiatek. Quanto è difficile farlo, particolarmente all’inizio della tua carriera quando hai meno esperienza? Quali sono le chiavi per farlo funzionare?“
Djokovic: “Ci sono stati degli anni, come l’anno scorso dove c’erano solo due settimane tra le finali dell’ Open di Francia e il primo turno di Wimbledon, con circostanze particolari. E in questi casi, soprattutto se hai giocato come ho fatto io, fino alla fine Roland Garros, è difficile cambiare il giorno successivo dalla la superficie più lenta alla più veloce e giocare di più, perché i Grandi Slam prendono molto fisicamente, emotivamente, mentalmente. Ogni giorno puoi riposarti un po’ e il ripristino aiuta, ma poi siamo tutti diversi. Ci sono giocatori che in realtà amano solo competere e giocare quante più partite ufficiali possibili perché vedono questo il miglior tipo di pratica per questa superficie o per i prossimi grandi tornei; altri non hanno bisogno di giocare tanto, ma hanno bisogno del buon equilibrio tra competizione e riposo, quindi sono più nel secondo gruppo. Non ho avuto molti problemi per adattarmi rapidamente alla superficie, negli anni ho imparato a giocarci in modo più efficiente. All’inizio della mia carriera ero fermo, alle prese con il movimento e lo scivolamento, ecc.
Penso che il movimento sia il più grande adattamento che deve essere fatto sull’erba perché vieni dalla terra battuta, dove i giocatori come me scivolano parecchio, sull’erba è possibile, ma non puoi farlo così frequentemente o liberamente come sulla terra. Devi stare più attento con il movimento, la tattica, hai un diverso regime di allenamento; anche la posizione sul campo è diversa, devi stare più basso su ogni tipo di slittamento lungo il campo, che è molto veloce e con rimbalzo basso, contrariamente alla terra che rimbalza molto in alto. Tutte queste cose devono essere prese in considerazione quando ti stai preparando, ma ovviamente tutti i giocatori hanno le loro diverse routine, diversi team di persone, squadra di coaching, staff tecnico che li consiglia diversamente. È difficile dire in generale quale sia la giusto formula“.
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Ufficiale: da quest’anno lo US Open in chiaro
SuperTennis trasmetterà l’ultimo Slam stagionale in chiaro gratuitamente, dopo oltre trent’anni

Come già preannunciato la settimana scorsa, lo US Open torna in chiaro sulla televisione italiana dopo 34 anni.
“La Federazione Italiana Tennis e Padel prosegue nella sua politica di sviluppo attraverso la promozione del Grande Tennis nel nostro Paese – ha commentato il Presidente Angelo Binaghi – Dopo aver fondato, 15 anni fa, il canale SuperTennis, riportando così il nostro sport nelle case di tutti gli italiani, e dopo aver riaperto una finestra in chiaro su Wimbledon, siamo ora orgogliosi di mettere a disposizione di tutta la vasta platea degli appassionati tricolori un altro dei quattro tornei più importanti del mondo. Gli US Open sono una delle competizioni che di recente ci hanno regalato le migliori soddisfazioni, inclusa la storica finale del 2015 vinta da Flavia Pennetta su Roberta Vinci, e, qualora questa fresca tradizione venga riaffermata nei prossimi anni sotto gli occhi del grande pubblico televisivo nazionale, ritengo che SuperTennis possa così contribuire non solo a promuovere vieppiù il tennis ma anche a incentivare i nostri giocatori a migliorarsi e a guadagnare in popolarità”.
Kirsten Corio, Chief Commercial Officer, USTA: “SuperTennis ha dimostrato di essere una fidata casa dello sport in Italia. Con così tanti giocatori italiani in questa nuova generazione di astri nascenti, è il momento ideale per dare il via a questa nuova collaborazione. Non vediamo l’ora di iniziare il lavoro a fianco di SuperTennis, con il comune obiettivo di accrescere sempre più la visibilità dello US Open”.
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ATP Miami, Alcaraz: “Con Sinner ci spingiamo a sviluppare il nostro gioco al 100%, sarà una bella rivalità”
“Non sono sorpreso di come ho recuperato dal mio infortunio perché conosco il mio corpo”, così il numero 1 Carlso Alcaraz appena arrivato in Florida. “Gioco a un grande livello perché sono rilassato e mi diverto”

Mentre a Miami il torneo femminile inizia con i primi turni, si svolge in concomitanza il media day, quella giornata riservata alle interviste dei top players, in un ambiente decisamente più informale delle solite conferenze stampa. Il target principale ovviamente è il numero 1 al mondo Carlos Alcaraz, fresco vincitore del Masters 1000 di Indian Wells.
D: C’è qualcosa che vuoi e puoi ancora migliorare nel tuo gioco a questo punto della carriera?
Alcaraz: Io dico sempre che c’è sempre qualcosina che si può fare meglio. Io posso migliorare nel mio gioco ogni giorno, ad esempio è per questo che i Big Three sono così forti, perché sono migliorati ogni giorno.
D: Lo scorso anno qui a Miami hai giocato tante belle partite nella corsa verso il titolo, come la vittoria su Tsitsipas. Ti piace l’atmosfera che trovi qui?
Alcaraz: Ho molto supporto qui, mi ricordo lo scorso anno una connessione incredibile con il pubblico perché molte persone parlano spagnolo. mi ricordo grandi match lo scorso anno e non vedo l’ora di giocare. […] La cultura latinoamericana qui a Miami è molto diffusa e ovviamente mi piace tanto giocare qui, mi sento come a casa. Sento l’amore in ogni partita e ogni allenamento.
D: Hai compiuto una grande impresa vincendo Indian Wells e battendo alla grande Medvedev in finale. Senti adesso un po’ il peso delle aspettative crescere?
Alcaraz: Non sento molto la pressione, so quali sono le cose che devo fare: di giocare rilassato e non preoccuparti se vinco o perdo, o gioco bene o male. Il mio obiettivo è sempre lo stesso, stare a mio agio in campo, divertirmi e cercare di fare grandi colpi durante il match. Questo è ciò che sono, è per questo gioco ad un grande livello, perché sono rilassato e mi diverto.
D: Puoi parlarci della tua rivalità con Sinner? Cos’è che fa sì che voi due tiriate fuori il meglio l’uno dell’altro?
Alcaraz: Sì, probabilmente tra noi due ci sarà una bella rivalità. Credo che tutti ne parleranno, perché ci spingiamo a vicenda ad essere persone migliori e giocatori più forti. Ci spingiamo a sviluppare il nostro gioco al 100% e credo sia una cosa bellissima.
D: A questo punto della tua carriera cos’è più importante per te, essere numero 1 o vincere un altro torneo dello Slam?
Alcaraz: Mh, è veramente una domanda difficile da rispondere ma vada per uno Slam.
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WTA Miami: continua la maledizione del primo turno per Elisabetta Cocciaretto. Si arrende in due set a Kostyuk
L’azzurra non sfrutta nemmeno una palla break e si arrende ad una solida Marta Kostyuk. L’ucraina troverà la russa Potapova al secondo turno

M. Kostyuk b. E. Cocciaretto 6-3 6-2
Come a Indian Wells, il torneo Miami Open di Elisabetta Cocciaretto si ferma subito al primo turno dopo aver perso contro Marta Kostyuk 6-3 6-2. Speravamo di vederla tornare nella usa forma migliore, quella che all’inizio del 2023 ci ha fatto credere che questo sarebbe stato il suo anno. Invece, l’italiana numero 49 del mondo ha fatto di nuovo troppa fatica in quello che è stato il primo confronto con la 20enne ucraina Kostyuk al Masters 1000 di Mami.
Un’avversaria molto ostica, numero 38 del ranking WTA, che oggi ha saputo gestire perfettamente i momenti difficili. Nonostante un primo set con qualche difficoltà a tenere i suoi turni di servizio, Kostyuk è riuscita a chiuderlo con l’84% dei punti con la prima di servizio, contro poco più del 30% di Cocciaretto. Nel secondo set invece l’ucraina è stata decisamente più incisiva e senza concedere neanche una palla break alla marchigiana, ha chiuso con estrema solidità in un’ora e 17 minuti un match meritatissimo ed in gran parte dominato. Al secondo turno l’aspetterà Anastasia Potapova.
Primo set
Apre Cocciaretto con un rovescio lungolinea splendido. Primi due game ai vantaggi ma alla fine entrambe portano a casa i rispettivi turni di servizio senza concedere palle break: 1 pari. Nel quarto gioco arrivano le due prime palle break del match a favore di Kostyuk guadagnate con personalità a rete. Il brutto errore dell’italiana in uscita dal servizio le costa caro: 3 giochi a 1 Kostyuk. Nonostante un game successivo complicato per l’ucraina, Cocciaretto non recupera lo svantaggio: 4-1. Dopo aver accorciato le distanze 4 giochi a 2, Cocciaretto va a prendersi le prime 3 palle break consecutive a suo favore. Ma senza tremare, Kostyuk le annulla tutte e tre in maniera quasi perfetta: vince a rete il terzo degli ultimi quattro punti consecutivi e va a sedersi avanti 5-2. L’ucraina serve per il primo set avanti 5 giochi a 3 e si guadagna subito 3 set point. Sbaglia il primo, ma il secondo è suo: 6-3 Kostyuk.
Secondo set
Chiude sul 40-30 la marchigiana un primo game importante per ritrovare fiducia: 1-0. Nel secondo game Cocciaretto sembra aver preso il comando degli scambi ma l’ucraina lotta e alla fine tiene il suo turno di servizio: 1 pari. Gli errori con la smash di Cocciaretto le stanno costando cari oggi, e Kostyuk si guadagna di nuovo due palle break. Ne basta una all’ucraina: 2-1. Tutto facile per la numero 38 del mondo nel game successivo: consolida il vantaggio avanti 3 a 1. Limita i danni Cocciaretto e accorcia le distanze portandosi sotto 3-2. Nel settimo gioco del set, l’italiana al servizio sotto 4 a 2 salva una palla break a favore di Kostyuk che aveva tutta l’aria di essere un match-point. Arriva un altro errore di Cocciaretto, e questa volta l’ucraina non sbaglia e si porta avanti 5 giochi a 2 per andare a servire per il match. Al primo match point chiude Marta Kostyuk 6-2 in un’ora e 17 minuti.