Wimbledon: Rybakina quasi ingiocabile contro Halep. Per lei e Jabeur sarà la prima finale Slam

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Wimbledon: Rybakina quasi ingiocabile contro Halep. Per lei e Jabeur sarà la prima finale Slam

LONDRA – Impeccabile la kazaka che non lascia scampo alla romena. La domina in due set e vola nella sua prima finale major

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Elena Rybakina - Wimbledon 2022 (Twitter - @Wimbledon)
Elena Rybakina - Wimbledon 2022 (Twitter - @Wimbledon)
 

La nostra inviata a Londra

[17] E. Rybakina b. [16] S. Halep 6-3 6-3

Dopo Ons Jabeur, anche Elena Rybakina scrive un capitolo della storia del tennis e dello sport del proprio paese. La kazaka (anche se, però, è nata a Mosca e vi risiede tuttora), è protagonista di una performance perfetta contro la campionessa di Wimbledon 2019 Simona Halep, dominandola con un doppio 6-3 in 1 ora e 16 minuti e diventando così la prima kazaka a disputare l’ultimo round di un major.

Padrona degli scambi dall’inizio alla fine, perfetta dal punto di vista atletico e dotata di fendenti micidiali, Elena non permette mai alla rumena di condurre il gioco e di metterla in difficoltà. Halep fa fatica ad arginare il suo tennis offensivo e non riesce a sfiancarla con il suo tennis paziente e profondo. Nonostante la statura (è alta 1 metro e 84), Rybakina infatti possiede un ottimo movimento con i piedi, è leggera e trova quasi sempre la posizione ideale per scaraventare incrociati, passanti e colpi d’attacco. Del resto, alla rumena oggi è mancato un servizio idoneo per impedirle di prendere il controllo degli scambi, così come le è mancato quel guizzo nell’alzare il proprio livello di cui è stata tante volte capace (pensiamo alla finale del Roland Garros contro Sloane Stephens nel 2018).

IL MATCH – Simona (18 WTA) ed Elena (23) si affrontano per la quarta volta; ha vinto due volte la Halep (si sono incontrate sempre sul cemento) e nelle due vittorie ha comunque faticato al terzo. Entrambe giungono in semifinale senza aver mai concesso un set.

Rybakina ha la più alta percentuale dei game vinti sul proprio servizio tra le ragazze rimaste in tabellone (85%), cioè 51 su 60. Inoltre Elena è la prima tennista kazaka (seppure, come detto sopra, di origine moscovita), a raggiungere una semifinale slam (Shvedova, nel 2016, era arrivata ai quarti)

Parte subito estremamente offensiva Rybakina, aprendosi il campo con il dritto, pesante e profondo, per poi chiudere agevolmente. Appena possibile, fa spostare Halep che, certo, arriva ovunque ma finisce comunque per essere sopraffatta dai drittoni di Elena. La kazaka va rapida sul 3-0 ed è ancora perfetta al servizio, almeno per questo avvio di set, con il quale conquista tutti i punti con la prima (7 su 7).

Simona, che per ora non riesce a prendere il comando degli scambi, tiene tuttavia a fatica la battuta e fa un passo in avanti sull’1-3. Rybakina è sempre in spinta, entra con i piedi dentro il campo o comunque cerca di spezzare il ritmo a Simona, chiamandola in avanti con la smorzata; e ha ragione, perché si allontana ancora sul 4-1. I colpi partono come frecce dalle sue corde, angolatissimi e radenti la rete, così come è impeccabile la posizione in campo. Elena trova sempre il giusto timing per colpire, anche lateralmente e in avanzamento. Si porta sul 5-2, per poi chiudere 6-3 in 36 minuti.

Simona ingaggia la lotta da fondo, cercando di irretire l’avversaria con i suoi palleggi lunghi e alti. Con scarso risultato, però, visto che le consegna il primo game del secondo set con due sanguinosi doppi falli consecutivi. La kazaka è imperturbabile, tutto funziona alla perfezione e sale ancora 2-0.

Ma attenzione, perché sul 2-1, Simona ha per la prima volta nel match tre palle break. Sfrutta la seconda e pareggia così i conti sul 2-2. Si tratta del primo momento di defaillance per la kazaka; Halep tuttavia non riesce ad essere costante e, con il settimo doppio fallo, le consegna il vantaggio del 3-2.

Dal canto suo, Elena serve subito un ace, a dimostrazione di quanto oggi sia concentrata e lucida. Da lontano continua a sfondare e ad essere chirurgica al tempo stesso. Niente da fare per l’ex n. 1 del mondo che commette l’ennesimo doppio fallo sul 5-3 40-30. La kazaka ne approfitta e si procura subito un matchpoint. Con l’ennesimo vincente, fulmina Simona che non può che restare a guardare la palla che scappa lontana. Sfuma per lei la seconda finale ai Championships mentre è la prima finale slam in assoluto per Rybakina, che diventa la prima kazaka ad issarsi all’ultimo round di un major.

Il servizio è stata certamente una delle chiavi del successo di Rybakina, che mantiene un rendimento altissimo alla battuta. Non è così per Halep che conta solo il 52% di prime palle a fronte del 69% dell’avversaria e commette ben 9 doppi falli. Elena conquista il 73% dei punti con la prima. Inoltre, dall’inizio alla fine del match, la kazaka è stata molto più intraprendente ed aggressiva procurandosi il punto con ben 22 vincenti.

Proprio come Ons, anche Elena è la prima tennista del suo paese, il Kazakistan, ad issarsi in finale in uno slam. Ricordiamo, però, che è nata a Mosca e risiede nella capitale della Federazione Russa. Entrambe stanno dunque scrivendo una bellissima pagina della storia dello sport e del tennis in generale e, una delle due, regalerà il primo sigillo slam alla propria nazione.

Forse ero un po’ stanca oggi e il mio tennis non ha funzionato come avrei voluto” ammette Simona dopo il match, “ma continuerò a lavorare come stavo facendo. Il suo livello è stato molto alto e non si è mai abbassato, era molto solida e consistente. Tutto il merito va a lei oggi. La finale con Jabeur? Sarà molto interessante da guardare e io lo farò. Ora ho soprattutto bisogno di un po’ di vacanza perché mi sento molto stanca ma poi riprenderò ad allenarmi come ho fatto finora“.

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