Berrettini: “Spiace per Novak, ma il rispetto delle regole è alla base della democrazia”

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Berrettini: “Spiace per Novak, ma il rispetto delle regole è alla base della democrazia”

“Le cose stanno cambiando anche se Djokovic e Nadal sono sempre lì”. Nell’intervista su La Stampa, emerge l’aspetto intimo dell’uomo Matteo Berrettini. Dal piacere per la scrittura, all’amore per New York. Un passo alla volta con vista Davis

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Matteo Berrettini intervistato da Eurosport
Matteo Berrettini intervistato da Eurosport, US Open 2022
 

Lavora sodo, istante dopo istante, partita dopo partita. È ammaliato dalle luci del Grande Slam americano, dai rumori, dall’attenzione che tutti hanno su di lui. Matteo Berrettini ama tutto questo, ama New York. Traduce tutto in adrenalina pura. Contro Granier ha perso il primo set del suo US Open, ma la situazione di pericolo lo ha portato ad aumentare il livello del suo tennis: “È stata una partita dura, ma sentivo di poter vincere”, ha dichiarato al quotidiano “La Stampa”. Oggi lo rivedremo di nuovo in campo alle 17 italiane contro l’ex numero 1 Andy Murray sul campo centrale.

Non vuole guardare molto avanti, ma fare un passettino alla volta: “So da che parte sto, quella dove hanno già perso Tsitsipas e Fritz. Ma sono uno che ragiona un match alla volta”. Poi ha parlato in generale dello stato di forma del tennis maschile: “Le cose stanno cambiando anche se Djokovic e Nadal sono sempre lì. Ruud ha fatto finale a Parigi, io e Kyrgios a Wimbledon, qualcosa sta cambiando. A quanto quotare una vittoria di Berrettini? Non sono esperto del settore, ma dico né primo, ma neanche ventesimo”. 

Berrettini ha anche affrontato la situazione di Novak Djokovic: è stato giusto escludere il serbo? “Rischio di essere attaccato da tutte la parti ma risponderò alla domanda – ha spiegato Matteo. È difficile pensare di impedire di giocare a qualcuno, però, ci sono delle regole. Non sarebbe giusto esentare qualcuno solo perché è famoso: sono le basi della democrazia. Detto questo a me come a tutti spiace che non ci sia Novak, con lui sarebbe stato un torneo più bello”.

Berrettini si è allenato con Nadal, giocatore che ha trovato sempre alla stessa maniera con tanti colpi a disposizione. Poi torna sull’ambiente newyorkese: “Un bel caos giocare a New York. C’è così tanta gente, tanto rumore che bisogna essere bravi a gestire il torneo sia dentro che fuori. Sono qui con il mio team e la mia famiglia: ci piace stare insieme, cenare ai ristoranti del mio amico Giovanni Bartocci. I rituali servono per fare ordine nel caos di New York”. 

Nell’intervista vengono fuori aspetti molto intimi del Berrettini uomo, come ad esempio quello di scrivere un “diario di viaggio”: “Scrivere mi piace. Alle volte condivido gli scritti con il mio mental coach Stefano Massari, altre lo tengo per me. In futuro, magari, potrei pubblicarlo”. Spoiler sulle pagine scritte a New York? “Mi piace venire qui. Mi capita spesso di arrivare allo US Open dopo un periodo negativo. Mi stimola molto, mi piace che avvenga a questo punto della stagione”.

Entrare tra gli 8 delle Finals è un obiettivo? “Non è cosa facile. Nel 2021 con l’infortunio al primo match a Torino non me la sono goduta, quest’anno per un motivo o per l’altro sono indietro. Però ci sono tanti tornei per recuperare. Vediamo come va qui, poi ci pensiamo”. Infine, sull’amicizia-rivalità con Sinner dice: “A Montreal siamo andati a cena insieme, abbiamo un buonissimo rapporto. Anche lui non ha avuto un’annata facile. Ci siamo detti che dopo gli UsOpen dobbiamo pensare bene alla Davis, con lo spirito giusto, perché sarà importante”.

Paolo Michele Pinto

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