US Open, Kyrgios lascia a bocca aperta. Prestazione straordinaria e Medvedev eliminato

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US Open, Kyrgios lascia a bocca aperta. Prestazione straordinaria e Medvedev eliminato

L’australiano ha battuto per la seconda volta in questa estate il numero uno del mondo, tra momenti folli e soprattutto un tennis di livello altissimo. Con questa vittoria tornerà tra i primi venti del mondo

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Nick Kyrgios - US Open 2022 (foto Twitter @atptour)
 

[23] N. Kyrgios b. [1] D. Medvedev b. 7-6 (11) 3-6 6-3 6-2

Era il match più atteso da quando è stato compilato il tabellone di questo US Open e le aspettative sono state rispettate. Kyrgios e Medvedev hanno regalato spettacolo sull’Arthur Ahse e per la seconda volta nel giro di meno di un mese l’australiano ha sconfitto il numero uno del mondo (il bilancio negli scontri diretti è ora sul 4-1). Nick ha chiuso il match dopo quasi tre ore di gioco e in quattro set: in tre di questi il livello del suo tennis è stato celestiale. Ai quarti di finale sfiderà Khachanov che ha superato al quinto Carreno-Busta.

QUI LA CONFERENZA DI NICK KYRGIOS

 

Medvedev ha commesso qualche errore di troppo in punti rivelatisi decisivi, ma non è esagerato dire che la prestazione di oggi di Kyrgios sia una delle migliori della sua carriera, sebbene ormai si sia perso il conto delle partite ben giocate dall’australiano in questo periodo (negli ultimi tre mesi ha perso solo 5 partite su 31 giocate). Il russo è sembrato spesso in balia dell’avversario che pure ha avuto i suoi abituali momenti di follia, come quando si è praticamente auto-annullato un punto già fatto: proprio quell’episodio però è stato l’innesco di un incendio impossibile da spegnere.

IL MATCH – Kyrgios si presenta subito molto concentrato e carico, procurandosi due palle break nel primo game in risposta. Medvedev però non si fa cogliere impreparato e si aiuta con il servizio. Il livello è già alto. Sul 3-2 in suo favore, l’australiano prima scaglia un dritto in corsa fulminante, poi mette in piedi in campo per aggredire una seconda del russo e infine approfitta di un’ingenuità di Medvedev per ottenere il primo break del match. Daniil non ci sta e così entra in scena il suo rovescio: il controbreak è immediato.

L’intensità non manca con i due che combattono anche per guadagnarsi i favori dei presenti sugli spalti dell’Arthur Ashe. Kyrgios gioca bene, tutto sommato regge la diagonale di rovescio e si permette anche una discussione con la giudice di sedia Asderaki sullo shot clock che forse mai gli aveva creato problemi in carriera. Non si palesano ulteriori palle break: per la quarta volta nei loro cinque match il primo set verrà deciso dal tie-break. Il primo mini-allungo è dell’australiano, ma Medvedev, dopo lo svantaggio sul 5-3, non sbaglia nulla. Kyrgios concede qualcosa ma non sui set point dell’avversario: lì è semplicemente perfetto, in risposta prima e con una volée sulla linea. Sull’11 pari (sic!) Nick è ancora fenomenale con una combinazione ferro-piuma: rovescio a tutto braccio e smorzata millimetrica. Al secondo set point sul servizio (il quarto in totale) e dopo averne annullati tre, l’australiano si aggiudica il parziale dopo un’ora e spiccioli.

QUI LA CONFERENZA DI NICK KYRGIOS

Di fronte al numero uno del mondo, però, Kyrgios non può concedersi alcuna sosta: Medvedev è un lupo sempre in agguato che infatti non si fa scappare l’opportunità di brekkare in un game – il secondo – in cui l’avversario commette tre doppi falli. Nel gioco successivo, Nick ne combina una delle sue con una pallata indirizzata verso la tribuna che per sua fortuna si ferma sotto la prima fila: se per pochi millimetri era riuscito ad annullare un set point, qui pochi centimetri lo hanno salvato da una probabile squalifica. L’australiano non sembra avere intenzione di rifocalizzarsi per provare a riaprire il set e infatti sul 4-1 perde nuovamente il servizio, complici alcune scelte discutibili. Kyrgios inizia allora a tirare tutto, mentre Medvedev si concede anche lui un calo di attenzione nemmeno troppo piccolo. Il finalista dell’ultimo Wimbledon non va troppo lontano dal rientrare nel parziale: questa volta, però, i centimetri aiutano il russo che chiude il set sul 6-3.

Dopo un secondo parziale in cui entrambi, alternandosi, hanno tirato il fiato, torna lo spettacolo. Compreso quello fine a se stesso: Kyrgios, infatti, getta via la possibilità di giocarsi un break point dimenticandosi che la palla deve rimbalzare almeno una volta prima che il punto sia finito e andando così a colpire al volo nel campo dell’avversario commettendo invasione. Nel cambio campo seguente Nick si mette a parlare dell’episodio, come fosse una partita al circolo, con Patrick McEnroe, inviato per una tv americana. Insomma, succede di tutto, anche che Medvedev si faccia brekkare in un game in cui comandava 40-0: Kyrgios gioca tre punti straordinari ma Daniil ci mette anche del suo con un doppio fallo. L’australiano mantiene il vantaggio e va così a servire sul 5-3: senza pazzie, ma contando su servizio e dritto, Nick si porta avanti di un set e a uno dalla vittoria.

Forte del vantaggio, il numero 25 del mondo inizia il quarto parziale lasciando andare il dritto con una scioltezza sensazionale. Sull’1-1 Nick si guadagna in questo modo una palla break sulla quale Medvedev commette un gratuito non da lui con il rovescio. Il numero uno del mondo, però, non è tale per caso e così dal nulla tira fuori un passante giocato in risposta da metri fuori dal campo che gli vale la chance del controbreak. Ma Kyrgios rimane on fire e infila tre servizi uno più veloce dell’altro.

E, come se non bastasse, nel game successivo è la risposta dell’australiano a far traballare Medvedev: nemmeno le prime del russo sembrano fare male a Nick che brekka di nuovo portandosi sul 4-1. È l’allungo decisivo: Medvedev non è impeccabile nelle pochissime occasioni concesse dall’australiano che rimane freddo anche sul 5-2. È un ace a decretare l’eliminazione del numero uno del mondo e del campione in carica dello US Open dopo quasi tre ore di gioco: Nick Kyrgios è ai quarti di finale per la prima volta a New York e per la quarta volta in carriera (la seconda consecutiva) negli Slam. Sfiderà Khachanov con cui i precedenti sono in parità (1-1), ma questo Kyrgios, che tornerà tra i primi venti del mondo dopo quattro anni, partirebbe favorito con chiunque o quasi.

Con questa sconfitta, Daniil Medvedev è sicuro di perdere la prima posizione mondiale in classifica al termine del torneo, mentre Kyrgios si garantisce l’accesso alla Top 20.

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Laver Cup: trionfa il Team World con la vittoria in doppio di Tiafoe e Shelton

Il Resto del Mondo bissa il successo del 2022 imponendosi per 13-2. Un solo match vinto dall’Europa, con Ruud nella seconda giornata, e chiusura anticipata dei giochi nel Day 3

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John McEnroe e Ben Shelton, Vancouver - Laver Cup 2023 (Photo by Matthew Stockam/ Getty Images for Laver Cup)

Resto del Mondo b. Europa 13-2

Forte del 10-2 maturato al termine della seconda giornata, al Team World bastava una sola vittoria per mettere le mani sul titolo ed è stata portata dal doppio formato da Frances Tiafoe e Ben Shelton che si sono imposti su Andrey Rublev e Hubert Hurkacz per 7-6(4) 7-6(5) in oltre un’ora e mezza di tennis godibile.

Proibitivo il compito dell’Europa alla quale era richiesto un complicato quattro su quattro per ribaltare la situazione nel Day 3, quando ogni match vale tre punti. Oppure, in subordine, di non perdere il doppio iniziale, così da prolungare lo spettacolo. Invece, alla squadra capitanata da Bjorn Borg non è riuscito neanche il compito minimo perché Rublev e Hurkacz si sono arresi in due tie-break a Tiafoe e Shelton nella sfida che ha aperto il programma. Annullati quindi i tre singolari “potenzialmente” previsti, quelli con Ruud, Rublev e Hurkacz opposti rispettivamente a Fritz, Tiafoe e Auger-Aliassime, vanno in campo per un doppio gli alternate Eubanks/Raonic contro Fils/Davidovich Fokina. Un doppio che è un dead rubber – in italiano, incontro individuale inutile ai fini della vittoria dell’incontro fra le due squadre. Ma può davvero diventare “inutile” un match di un’esibizione ancorché ufficiale?

 

Con il 13-2 finale che “vendica” la débacle (14-1) di due anni fa a Boston, il Resto del Mondo – in questa edizione quattro statunitensi più Auger-Aliassime e Fran Cerundolo – bissa così il successo del 2022 a Londra dopo le quattro vittorie europee: possiamo allora parlare di un’aria di cambiamento negli equilibri mondiali? Per adesso, l’unico top 10 non europeo presente nel ranking è il numero 8 Taylor Fritz e a Vancouver mancavano i primi cinque del mondo.

B. Shelton / F. Tiafoe (Team World) b. H. Hurkacz / A. Rublev (Team Europe) 7-6(4) 7-6(5)

Coppie schierate con il colpo migliore di ognuno al centro, parte Hurkacz in battuta, trascinato ai vantaggi, poi Shelton pareggia senza problemi. Hubi protagonista al quarto gioco con tre bei punti, ma due volte da sinistra Rublev non risponde sulla palla break. È un doppio piuttosto diverso da quelli giocati dagli specialisti del Tour, ogni tanto qualcuno si ritrova fuori posizione, ma la coppia al servizio continua a fare il proprio dovere e il pubblico apprezza qualche scambio divertente, come quello che apre l’undicesimo gioco.

Il tie-break va alla squadra capitanata di John McEnroe, con un notevole ace in slice di Shelton verso il corpo di Andrey che vale il doppio set point a separare due volée da dimenticare – una a testa – dei ragazzi di Borg.

Hurkacz non ci sta e prova a vincerla da solo andando a cercare la palla come se non ci fossero né un domani né soprattutto un Rublev al suo fianco. Il polacco non ottiene quanto sperato e si tranquillizza il giusto.

La qualità del match è ottima, nessuna chance per la risposta ed è di nuovo tie-break. Un gran punto di Hubi manda Rublev a servire sul 5-4, ma la pressione di Tiafoe e un nastro fortunatissimo offrono il Laver Cup point al Team World, trasformato con la volée bassa che a Hurkacz non passa: 13-2 e tutti a casa. Dopo i festeggiamenti, s’intende.

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Rybakina critica la WTA: “Grazie per aver cambiato le regole all’ultimo momento”

Niente bye a Elena Rybakina al WTA di Tokyo nonostante sia la terza testa di serie, “sorpassata” da Sakkari e Garcia in virtù di una regola non nuova ma forse neanche esistente

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Elena Rybakina (Twitter @OBNMontreal)
Elena Rybakina (Twitter @OBNMontreal)

Non fortunatissima con ranking, tabelloni e seeding, Elena Rybakina, che non ha ricevuto uno dei quattro bye al primo turno del WTA 500 di Tokyo nonostante fosse – e sia – la terza testa di serie al Toray Pan Pacific Open in programma a partire da lunedì 25 settembre. Esclusione che ha commentato piccata su Instagram.

Già lo scorso anno Rybakina aveva detto di non sentirsi la vincitrice di Wimbledon per via dei 2000 punti mancanti in seguito alla decisione della WTA di non assegnarli all’AELTC. Di conseguenza, niente balzo in classifica né Finals, con l’ulteriore beffa che, a differenza del regolamento ATP, quello del Tour femminile non prevede un posto al Master per la vincitrice Slam tra arrivata tra l’ottava e la ventesima posizione. Quest’anno, invece, aveva puntato il dito contro la WTA a Montreal dopo il suo match con Kasatkina, iniziato dopo le 23 e terminato quasi alle 3. “Poco professionale da parte – non direi del torneo perché penso che il ruolo fondamentale sia della WTA in questo caso” aveva detto al riguardo. “La dirigenza è debole al momento, ma speriamo che cambi qualcosa perché quest’anno ci sono state molte situazioni che proprio non capisco”. Elena sarebbe poi stata sconfitta nella semifinale canadese, al secondo match in quel di Cincinnati e al terzo turno (dopo un walkover) allo US Open, ultimo torneo disputato.

Decisamente meno pesante come conseguenze eppure piuttosto ambiguo dal punto di vista regolamentare è appunto l’episodio di questi giorni, sempre a seguito di una decisione dell’Associazione del Tennis delle Donne. Terza testa di serie a Tokyo, dicevamo, Elena giocherà il primo turno contro Linda Noskova invece di partire dal secondo turno, ciò a dispetto dei quattro bye inseriti in tabellone e che, naturalmente, vanno assegnati alle teste di serie secondo l’ordine discendente. “Performance bye” ha commentato su un storia di Instagram sopra al tabellone di Tokyo. “Grazie per aver cambiato le regole all’ultimo momento. Fantastiche decisioni come sempre @WTA”. Con tanto di applauso, clown e tendone del circo…

 

La spiegazione di quanto accaduto risiede nelle prime due parole della kazaka: a Sakkari e Garcia, dietro di lei in classifica, sono stati assegnati due “perfomance bye” in quanto semifinaliste a Guadalajara e i due restanti sono andati alle prime due del seeding, Swiatek e Pegula. Sakkari, quarta del seeding, sarebbe stata esentata dal primo turno anche senza questo tipo di bye; Garcia invece è quinta. Ma cos’è un performance bye?

È quello, chiariscono le WTA Rules aggiornate al 19 settembre scorso, “assegnato alla giocatrice sulla base della prestazione della settimana precedente, come stabilito dalla WTA in fase di approvazione del calendario e delle dimensioni dei tabelloni”. Quindi non sembrano un’invenzione dell’ultimo momento, anzi, in passato erano previsti anche per le finaliste di Anversa che avrebbero preso parte al Premier 5 di Dubai. Andando però a leggere il Regolamento WTA aggiornato al 19 settembre scorso, nell’articolo relativo ai bye si legge solo di quattro perfomance bye da assegnare alle semifinaliste del 1000 di Wuhan (peraltro, se Pechino è tornato in calendario quest’anno, Wuhan continua la sua assenza). Nessun accenno a Guadalajara/Tokyo.

Nell’inevitabile discussione su Twitter è intervenuta la doppista top 20 Nicole Melichar-Martinez, obiettando che “le regole non sono cambiate all’ultimo momento. L’informazione del performance bye era scritta nella scheda informativa del torneo…”.

Nella scheda di Guadalajara, almeno nel classico articolo della WTA “draws, dates, prize money and what you need to know”, non c’è traccia dei performance bye. Se ne parla invece in quella del Toray Pan Pacific Open, datata 15 settembre: “Le prime teste di serie, da quattro a sei (in attesa dei performance bye in base ai risultati di Guadalajara), riceveranno un bye al primo turno”. Per prima cosa, dunque, che fine ha fatto la parte per cui sarebbero state sei? Inoltre, siamo moderatamente sicuri che esista una differenza tra “le regole” citate da Rybakina e Melichar-Martinez e un’informazione contenuta nella di quell’evento.

Ancora nessuna precisazione da parte della WTA, che tuttavia, poche ore dopo, ha twittato una foto di Elena: “La sua prima qualificazione alle WTA Finals. Elena Rybakina sarà a Cancun!”.

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ITF, David Haggerty rieletto Presidente

Terzo mandato consecutivo per Haggerty che riceve oltre il 70% dei voti

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David Haggerty all'assemblea generale ITF, Lisbona 2019 (foto ITF)

Con un’ampissima maggioranza che supera il 70% (per la precisione ha ottenuto il 72.94% di voti) David Haggerty è stato rieletto Presidente della International Tennis Federation. Per venir eletti erano necessari 219 voti su 436 e lui ne ha ricevuti 418. Questo sarà il terzo mandato da quattro anni per Haggerty a capo della ITF, alla fine dei quali non potrà più ricandidarsi dato che vige la regola di massimo tre mandati.

“Vorrei ringraziare i membri dell’ITF per aver riposto la loro fiducia in me per un ulteriore mandato. La nostra strategia di crescita sostenibile a lungo termine, ITF 2024, ha portato i finanziamenti dell’ITF per lo sviluppo del tennis quasi a raddoppiare in pochi anni dalla sua introduzione – queste le parole del 65enne americano. “Non vedo l’ora di lavorare a fianco del nostro esecutivo e del nostro consiglio di amministrazione per rivedere e aggiornare la nostra strategia per la prossima fase. Ci assicureremo di porre le competizioni dell’ITF su basi solide e continueremo ad alimentare gli investimenti nello sviluppo globale del nostro gioco per realizzare la missione del tennis dell’ITF per le generazioni future”.

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