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WTA Parma: a vincere è l’esperienza di Begu, il gioiello di Paoletti però brilla sempre di più
La 19enne perugina fa intravedere spunti da futuro roseo, ma il dritto e il servizio della rumena delineano la differenza nei momenti concitati. 12° successo in fila sul rosso per la n. 33 WTA

[3] I. C. Begu b. [WC] M. Paoletti 6-4 6-4
L’Italia del tennis femminile ha avuto in questa fredda serata emiliana, la conferma di avere tra le mani un gioiello dal potenziale ancora indecifrabile nella sua totalità – se sarà un diamante, solo il tempo ce lo dirà -, e che potrebbe essere in grado di rinverdire i fasti gloriosi della racchetta delle Ladies italiche. Lungi da noi mettere eccessiva pressione sulle spalle di una giovane 19enne perugina o paragonarla alle dive del passato, ma quello che ha mostrato Matilde Paoletti nel match contro Irina Camelia Begu va ben oltre il – seppur assolutamente significativo – “giocar bene” e fornire una performance importante alle prime esperienze di alto livello nel tennis professionistico. Perché la classe 2003, che si allena presso il Centro Federale di Formia, ha dimostrato di possedere uno stile decisamente completo per quelli che sono i canoni del tennis moderno e soprattutto di poter rappresentare un progetto tecnico diametralmente opposto a quello a cui ci hanno abituato le nostre Girls nel post: Pennetta, Vinci, Errani e Schiavone.
Non sulla stregua delle “trottoline” – l’unica eccezione è Camila Giorgi -, sì forti di gambe che però comunque devono necessariamente impregnare il loro gioco di un’accentuata fase difensiva per essere competitive; ma una giocatrice che fa del servizio e del dritto le sue armi principali ed imprescindibili. A ciò abbina anche un signor rovescio, ed in particolar modo una tenuta mentale da fare invidia per la sua età. La capacità di coprire il campo poi, per una delle sue leve, è più che ottima. Chiaramente bisogna lavorare sulla consistenza da fondo, ma l’istinto alla propensione offensiva, alla spinta e al dominio del punto, con un focus tattico che non si fa distogliere dalla prima tramontana che passa; è una bella base di partenza. Che migliori, il futuro è suo. Nel frattempo ha tenuto testa ad una, esperta come la 32enne di Bucarest che con il successo odierno, conseguenza di un dritto e di una battuta implacabili quando più contava, è arrivata a quota 12 vittorie consecutive su terra – prima di questo torneo, ha trionfato all’ITF 125 di Budapest senza perdere set – e che vuole ripercorrere le orme palermitane. Dal canto suo Matilde fa fruttare ancora una volta la wc concessale dalla Federazione: dopo le prime prime vittorie a Palermo nelle quali, a Parma si è spinta anche oltre e questo è certamente solo l’inizio. Al prossimo turno, il primo quarto di finale della parte bassa, sarà stracittadina rumena per Begu: ad attenderla, infatti, ci sarà la tds n. 6 Ana Bogdan.
IL MATCH – Nell’ultimo incontro di giornata al Parma Ladies Open, in una cornice di pubblico non di quelle che si vedono nelle grandi occasioni – tutt’altro, pochissimi i seggiolini occupati, forse anche a causa della temperatura rigida, scesa di colpo nella serata emiliana – si affrontano la nostra Matilde Paoletti opposta alla tds n. 3 del torneo emiliano: la rumena Irina Camelia Begu. La classe 2003 perugina è forse tra le tenniste, su cui è riversato il maggior interesse nazionale tra le giovani ragazze italiche che si stanno affacciando al Tour professionistico. Infatti, grazie al suo metro e 80, si distingue e distacca pienamente dal prototipo italiano, ora in voga nel tennis femminile: grande efficacia in battuta, sfruttando a dovere le sue lunghe leve, accompagnata da un’ottima propensione alla solidità e allo stesso tempo alla spinta con i suoi fondamentali di rimbalzo. Curiosamente la sua avversaria odierna, è una giocatrice che per caratteristiche ricorda molto la 19enne azzurra. La 32enne di Bucarest, chiaramente però può contare su un’esperienza ai massimi livelli del circuito, anche per una questione puramente anagrafica, assolutamente non paragonabile con quella agli albori della propria carriera della giovane nativa del capoluogo umbro.
La prima parte del match è difatti, condizionata e determinata, proprio dal fattore abitudinale a calcare certi palcoscenici: il primo momento di rottura arriva nel terzo gioco, dove sul 30-30 due doppi falli consecutivi dell’italiana spianano la strada al primo break dell’incontro. Sempre un doppio errore al servizio, tuttavia, dà il là al contro-break immediato con la rumena che si fa male un po’ da sola anche a causa di alcuni errori banali in lunghezza uscendo dal servizio. Ciò nonostante, meriti a Matilde per essersi fatta trovare pronta quando serviva, questa sua puntualità è dimostrata perfettamente da una risposta profonda e solida. Ma Irina Camelia, come detto, non è una alle prime armi – anzi – e senza scomporsi minimamente si va a riprendere subito il vantaggio nel quinto game, breakkando addirittura a 0 (3-2). Bisogna comunque sottolineare, come non ci siano state per nulla gravi disattenzioni della “nostra” nel concedere il break, ma che il nuovo strappo sia dipeso esclusivamente dall’eccezionale consistenza della n. 33 WTA, che ha costretto Paoletti a doversi disimpegnare sempre con un ulteriore colpo per vincere un quindici.
Ebbene questo è sostanzialmente il leitmotiv di tutto il parziale, con la n. 366 del mondo a fare la partita in continua spinta da fondo, comandando le operazioni di ogni scambio, e dall’altro lato a contro bilanciare l’estrema solidità difensiva di Begu. La 19enne italiana tiene benissimo il campo, ma come è facilmente intuibile, non è pensabile che in questa fase della sua carriera forzi a tutto gas attraverso le accelerazioni, senza incorrere in qualche gratuito. Tra settimo e ottavo game, altre tre palle break si materializzano: una a favore dell’ex n. 22 del ranking mondiale per il doppio break, annullata meravigliosamente dalla wc di casa che è bravissima nel tirare su dalle sabbie mobili un game quasi perso dimostrando tutta la sua tempra e il proprio attaccamento alla partita, e due per riequilibrare la contesa cancellate dalla prima di servizio da Bucarest. Matilde non molla neanche un punto, e come Paolini nel match precedente, prima mette in mostra tutta la sua forza di volontà frantumando un set point, per poi accorciare sul 4-5. La terza forza del torneo riesce comunque a mettere fine al parziale senza dover affrontare ulteriori insidie facendo affidamento al suo “essere veterana”: a 30 il suo ultimo turno di servizio, per il 6-4 in 51 minuti.
Nonostante il set perso, ripetiamo, prova assolutamente di livello e degna di un appuntamento WTA per la giovanissima azzurra: ha fatto vedere il suo tennis in toto, il dritto – sua arma principale – in tutte le sfaccettature possibili ed immaginabili, dagli strettini alle debordanti fiondate a sventaglio. Anche il rovescio è un ottimo colpo, non solo in tenuta, ma pure in spinta, ed infine ha fatto perfino vedere di possedere buona manualità negli approcci in slice. Nel frattempo una nervosa Begu, o comunque non soddisfatta appieno della propria performance odierna, prima si copre il volto tra un set e l’altro con il suo berretto – non Matteo nazionale, ma un semplice cappellino – giallo e poi dopo aver rotto le corde della racchetta, scaraventa il suo attrezzo rabbiosamente verso il campo. Questo nervosismo è per certi versi propedeutico per la rumena, che rinsavisce dal piattume passivo nel quale era entrato il suo gioco innalzando i giri del motore in termini di velocità delle sbracciate da fondo. Specialmente di dritto, con questo fondamentale tira fuori tre vincenti lungolinea che gli regalano il 3-0 “pesante”. Irina Camelia dà però seguito a qualche sensazione negativa percepita sul suo stato, confermando che non tutto è al proprio posto, rimettendo in partita la padrona di casa con un gentile cadeaux.
A questo punto, sulle ali dell’entusiasmo per il break omaggiato dall’avversaria, l’ex n. 17 junior prova il forcing finale per rientrare completamente nel match: è autrice dell’incredibile e spettacolare punto partita, con un’eccezionale arpionata di rovescio sullo smash al volo rumeno. Ma ancora una volta, la prima della 33 del mondo toglie quest’ultima d’impiccio. (4-2 Begu). La ragazza italica che è seguita dal Centro Federale di Formia, dà riprova del suo invidiabile atteggiamento, che le permette di rimanere sempre “connessa” dentro la partita e di navigare nel fluttuante mare che è un incontro di tennis, senza essere travolta dalle intemperie del momento ed essendo in grado di tener fede al proprio piano tattico qualunque cosa accada. Annulla anche due match point Paoletti ma al terzo deve cedere, per il 6-4 finale a favore di Begu – la quale negli ultimi scampoli del match ha sostituito, come luogo metaforico di rifugio dalla realtà circostante affinché potesse mantenere intatta la propria concentrazione, il cappellino con il classico asciugamano – dopo 1h42’ di una prova alquanto positiva della nostra giovane promessa.
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Nicola Pietrangeli riceve il “Premio Enzo Bearzot” alla carriera
Consegnato nel corso della cerimonia di venerdì al Maschio Angioino di Napoli, per la prima volta il prestigioso riconoscimento va a un atleta di un altro sport: “Un altro dei miei record” ha commentato Pietrangeli

Una lunga ed emozionante standing ovation ha accolto Nicola Pietrangeli sul palco della Sala dei Baroni presso il Maschio Angioino di Napoli. Nel corso della cerimonia di consegna del “Premio Enzo Bearzot”, che in questo 2023 è andato al tecnico del Napoli Luciano Spalletti, alla leggenda del tennis italiano è stato assegnato il Premio Speciale alla Carriera. Per la prima volta nella sua storia il ‘Premio Bearzot’ valica i confini del suo sport e viene assegnato ad un atleta non legato direttamente al mondo del calcio. “Un premio calcistico per la prima volta ad un atleta di un altro sport: un altro dei miei record!”, ha dichiarato Pietrangeli visibilmente commosso.
Gli innumerevoli trionfi, su tutti due edizioni del Roland Garros e degli Internazionali d’Italia, il fondamentale ruolo avuto nella trionfale edizione 1976 della Coppa Davis, il suo passato da calciatore e la capacità di conquistare il cuore degli appassionali; questi i motivi che hanno spinto la giuria a scegliere Nicola Pietrangeli per il prestigioso riconoscimento.
“Il più grande tennista italiano di sempre arriva alla soglia dei 90 anni anche con la soddisfazione di aver vinto da allenatore – o come si diceva un tempo ‘capitano non giocatore’ – il suo mondiale, portando in Italia nonostante le polemiche e i venti contrari la famosa Coppa Davis del 1976 – si legge nella motivazione. Uomo dai tanti talenti, Pietrangeli ha sempre intrecciato la sua vita con il mondo del calcio, allenandosi per anni e con buoni risultati con la Lazio e con la Roma. Soprattutto, nell’alternare le palle da tennis al pallone ha piazzato nei primi anni Cinquanta un colpo vincente, inventando con un gruppo di amici il calcetto e regalando così meritoriamente un’opportunità di fare squadra e sport a generazioni di appassionati dopolavoristi italiani”.
Istituito nel 2011 per onorare la memoria del commissario tecnico della Nazionale Italiana Campione del Mondo nel 1982 in Spagna, il ‘Premio Nazionale Enzo Bearzot’ -promosso da ACLI e FIGC, quest’anno anche con il patrocinio della FITP- viene conferito ogni anno al miglior tecnico italiano.
L’albo d’oro:
2011 – Cesare Prandelli
2012 – Walter Mazzarri
2013 – Vincenzo Montella
2014 – Carlo Ancelotti
2015 – Massimiliano Allegri
2016 – Claudio Ranieri
2017 – Maurizio Sarri
2018 – Eusebio Di Francesco
2019 – Roberto Mancini
2020 – Paolo Rossi (alla memoria)
2022 – Roberto De Zerbi
2023 – Luciano Spalletti
(comunicato stampa FITP)
Qua potete ascoltare una chiacchierata tra Pietrangeli e il direttore Scanagatta:
Ancora Nicola e Ubaldo in nell’intervista in occasione del torneo di Firenze:
L’arguzia di Nicola:
Congratulazioni a Nicola per il meritatissimo premio da parte del direttore Ubaldo Scanagatta e da tutta la redazione di Ubitennis.
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ATP Miami: Shapovalov che fatica! Rublev e Ruusuvuori avanti in due set
Cade Bautista Agut per mano del giovane finlandese. Avanti Rublev e Shapovalov

Ad aprire il day 3 sul Grandstand al Miami Open presented by Itaù, è stata la sfida tra il beniamino di casa J.J. Wolf e il numero 6 del seeding, Andrey Rublev, all’esordio nel torneo avendo ricevuto un bye al primo turno. Lo statunitense numero 50 ATP, aveva liquidato in due set Bublik al primo turno. Per Rublev al prossimo turno, il vincente tra Kecmanovic e Humbert.
[6] A. Rublev b. J.J. Wolf 7-6(3) 6-4
IL MATCH – è stata la partita che ci si aspettava. Entrambi i giocatori hanno uno stile simile e fanno della potenza da fondo campo la loro arma migliore. Si sono viste poche variazioni e scambi per lo più decisi dai colpi di inizio gioco. Si è giocato per lo più sulla diagonale del rovescio, colpo continuamente cercato da Wolf per evitare il diritto del russo. Alla fine dell’incontro, le statistiche non stupiscono, in particolare per Rublev: una carovana di vincenti accompagnati da un elevato numero di errori non forzati.
Primo set, Rublev si impone in rimonta
Si parte con Rublev al servizio. Wolf inizia il match con il giusto piglio e una buona aggressività, soprattutto in risposta con i piedi ben dentro al campo quando l’avversario è costretto a giocare la seconda palla e in questo primo game, Rublev ne deve giocare ben quattro. Con un diritto vincente, due errori di rovescio diagonali in corridoio su palle cariche di spin offerte da Wolf e un rovescio in rete, l’incontro si apre con il break a favore Wolf.
Nel quarto gioco, il russo ha la possibilità di rimettere tutto in parità. Dopo un duro scambio sulla diagonale del rovescio, lo slice in contenimento dello statunitense finisce lungo e, con due doppi falli, si materializzano le prime chance del parziale per Rublev. Le prime due palle break consecutive vengono annullate entrambe col servizio – una gran prima a uscire da destra e al centro da sinistra, permettono al nativo di Cincinnati di allungare il gioco. Due brillanti rovesci in lungolinea, di cui uno in risposta su un’ottima seconda a uscire da sinistra di Wolf, consentono a Rublev di avere una terza palla break; ce ne sarà un’altra per il russo ma Wolf si aggrappa ancora al servizio che lo salva.
Si prosegue con il giocatore al servizio in completo controllo dei propri turni di servizi; Rublev diventa praticamente ingiocabile, soprattutto con la prima in campo e lo si nota anche dalla posizione di Wolf in risposta che diventa più distante dalla linea di fondo.
Sembra ormai deciso il parziale con Wolf che va a servire per chiudere sul 5-4. Rublev non ci sta e piazza due diritti vincenti, portandosi 15-30. Lo statunistense ci mette del suo sbagliando malamente una facile volée alta di rovescio che termina in rete. La seconda palla break è quella buona per il russo che sfoga la frustazione con un urlo liberatorio dopo aver rimesso in piedi il parziale. A questo punto era quasi inevitabile la conclusione del set al tie-break.
Il tie-break si apre con un ace di Rublev a cui segue una risposta di rovescio lungolinea ad apparecchiare il punto, chiuso col diritto a metà di campo. Il russo si mantiene sempre avanti nel punteggio e conclude la rimonta al secondo set point.
Dilaga Rublev nel secondo set
Inizia a perdere di brillantezza la palla di J.J. Wolf durante il secondo set, specialmente dalla parte del diritto. È comunque lui nel sesto gioco, il primo a procurarsi le prime due palle break del set; non sfruttate, entrambe per merito del servizio di Rublev che ha alzato anche il livello del diritto, per lo statunitense non c’è più scampo. Infatti, nel successivo gioco, la palla break è per Rublev: con una rispostona diagonale di rovescio, il russo mette letteralmente in ginocchio lo statunitense e l’ipoteca sulla partita.
Sotto 5-4, mentre il cielo sopra Miami inizia a rabbuiarsi, Wolf prova a restare agganciato al match e si porta 30-40 a suon di vincenti di diritto. Un provvidenziale ace di Rublev (16 in tutto il match), allunga il game; il russo commette il primo doppio fallo dell’incontro proprio nel momento meno opportuno, ma per sua fortuna, Wolf deposita il diritto fuori dal campo.
Non è ancora finita. Un rovescio lungolinea in corridoio, concede a Wolf la terza palla break, anche questa gettata dallo statunitense in risposta. L’ace da destra procura il primo match point a Rublev che chiude con l’ennesimo vincente di diritto (38 in totale). Ora, il russo attende il vincente tra Kecmanovic e Humbert.
[24] D. Shapovalov b. [PR] G. Pella 6-3 3-6 6-3
Nel primo incontro sul Butch Buchholz, il numero 24 del seeding, Denis Shapovalov deve faticare e non poco contro sé stesso e il suo avversario, l’argentino Guido Pella, in tabellone grazie al protected ranking che al primo turno aveva dovuto rimontare sul peruviano Varillas.
Il primo set è pratica facile per il canadese: portatosi avanti rapidamente 2-0, non ha più concesso a nulla all’avversario nei suoi turni di servizio, in cui concede una sola palla break nel momento di chiudere il parziale. C’è un grande divario di forze in campo con Shapovalov nettamente superiore rispetto all’avversario in tutte le zone del campo. La sicurezza e la facilità con cui il canadese ha messo a referto il primo parziale, parrebbero essere di buon auspicio per una vittoria agevole.
Invece, inizia il secondo set e parte il dramma a cui purtroppo Shapovalov ci ha spesso abituati e costretti ad assistere. Si distrae, comincia ad essere meno ordinato e va subito in difficoltà. Nel quarto gioco si fa rimontare da 40-15 e Pella ne approfitta mettendosi avanti nel parziale. Si scuote il canadese che reagisce immediatamente riprendendosi il break e si va a sedere sul 3-2 per l’argentino. Alla ripresa del gioco, crolla definitivamente il classe ’99 di Tel Aviv: subisce un altro break e il parziale è del giocatore più razionale in campo.
Nel terzo set, si rivede lo stesso Shapovalov del primo set, più concentrato e centrato. Si procura subito due palle per mettersi avanti ma l’argentino, sull’onda della rimonta appena conclusa, si difende bene e si mantiene in scia. Il break decisivo che consegna la vittoria al canadese arriva nell’ottavo gioco. Al prossimo turno, affronterà il vincente del derby a stelle e strisce tra Fritz e Nava.
E. Ruusuvuori b. [22] R. Bautista Agut 6-4 7-6(5)
Cade la prima testa di serie di questo secondo Master 1000 dell’anno. Roberto Bautista Agut, veterano del circuito deve cedere alla freschezza del giovane finlandese Emil Ruusuvuori. Lo spagnolo ha parecchio da recriminarsi, soprattutto nel secondo set in cui non ha sfruttato ben due set point per rimandare la pratica al set decisivo.
Il primo parziale prosegue con equilibrio fino nono gioco: Bautista spreca una palla game e alla prima chance, Ruusuvuori si fa trovare pronto, mettendo a segno break e chiudendo il parziale nel game successivo.
Il secondo set è caratterizzato da ben quattro break, due per parte. Il primo ad andare avanti 2-0 è lo spagnolo che si fa contro-brekkare nel game successivo. Al contrario succede nel quinto gioco, quando è il finlandese a mettere al testa avanti 3-2 ma non riuscendo a confermare il vantaggio, si rimette tutto in parità. Gli ultimi game sono concitati. Nel decimo gioco, Bautista Agut ha ben due set point sul servizio dell’avversario e nel game successivo è il finlandese a non sfruttare tre palle break.
Giunti al tie-break decisivo, lo spagnolo cede sul più bello e consegna il terzo turno a Ruusuvuori per 7 punti a 5. Ora attende il vincente tra Daniel e Zverev.
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Per Leylah Fernandez l’equilibrio è tutto nel gioco mentale del tennis
La giocatrice canadese avrà un ruolo di primo piano nel progetto sull’inclusività Come Play nato dalla partnership tra WTA e Morgan Stanley

di Andy Frye, pubblicato da Forbes il 6 marzo 2023
La stella nascente del tennis Leylah Fernandez ama ricordare agli appassionati e agli osservatori del tennis un particolare che è lampante per chiunque si guadagni da vivere in campo. Che il tennis è mentale quanto fisico.
“Io credo che, quando la mente decide, il corpo la segua”, ha detto la giocatrice canadese durante un’intervista la scorsa settimana. “L’aspetto mentale di questo sport è estremamente importante e sono estremamente fortunata. Cerco di godermi l’opportunità il più possibile.
Fernandez si è affacciata per la prima volta alla ribalta mondiale durante la finale persa agli US Open del 2021 e aveva fatto il suo debutto negli Slam all’Australian Open del 2020, che si è svolto tra la fine di gennaio e il primo weekend di febbraio 2020. Una settimana dopo quel primo grande debutto sul palcoscenico mondiale, Fernandez ha conquistato la più grande vittoria della sua carriera alla Billie Jean King Cup, battendo l’allora numero 5 del mondo Belinda Bencic nel turno di qualificazione.
Tuttavia, essendo una delle giocatrici più giovani del circuito, Fernandez afferma che nessun numero di ore in campo sia mai troppo, sia che si tratti di perfezionare il suo swing oppure di lavorare sulla forma generale. “Ho sempre voluto giocare a tennis (professionalmente) e non credo che questo sport abbia un impatto fisico negativo su di me”. Attualmente, la ventenne professionista WTA è classificata tra le prime 50, precisamente al numero 49 della classifica WTA. Ha anche in bacheca due titoli di singolare.
Alla fine della scorsa estate, la giocatrice canadese ha raggiunto il suo best ranking, al numero 13, dopo una serie di buone prestazioni, tra cui i quarti di finale raggiunti al Roland Garros del 2022. Sempre lo scorso anno anno fa ha vinto l’Abierto GNP Seguros 2022 a Monterrey, in Messico.
Fernandez, insieme a Coco Gauff e Qinwen Zheng, è una delle poche professioniste del circuito di età inferiore ai 21 anni. È forse per questo motivo che è stata scelta come portavoce principale nella nuova partnership della WTA con Morgan Stanley.
La scorsa settimana, la WTA e il gigante finanziario globale hanno annunciato una nuova partnership pluriennale per celebrare il 50° anniversario della WTA. L’associazione ha affermato in una dichiarazione che l’obiettivo della partnership consiste nell’evidenziare la crescente inclusività del tennis, nonché l’impegno nel far crescere la partecipazione delle donne al gioco.
“Con una visione condivisa per promuovere l’inclusività e ampliare l’accesso al gioco del tennis, entrambe le organizzazioni sono orgogliose di accelerare il loro impegno per promuovere il progresso delle donne nello sport”, ha affermato la WTA. Morgan Stanley diventa anche il partner di presentazione esclusivo dell’iniziativa Come Play della WTA, che propone programmi di tennis per incoraggiare le ragazze di tutte le età e abilità a condurre una vita sana e produttiva dentro e fuori dal campo.
Il programma Come Play fa leva sulla scelta da parte di Morgan Stanley di fare di Leyla Fernandez il suo Brand Ambassador in qualità di volto della pubblicità “See It To Be It” dell’azienda.
L’iniziativa ha lo scopo di ispirare i giovani a visualizzare il successo offrendo loro un modello con cui identificarsi.
“Sostenere la prossima generazione e dare a tutti una possibilità di successo sono impegni che condividiamo sia con Leylah che con la WTA”, ha affermato Alice Milligan, chief marketing officer di Morgan Stanley. “Questa nuova partnership rappresenta i nostri continui sforzi per aiutare le ragazze nello sport deltennis con gli strumenti vitali di cui hanno bisogno oggi per essere le nostre stelle di domani”. “Siamo veramente lieti di annunciare questa partnership con Morgan Stanley”, ha dichiarato il presidente della WTA, Micky Lawler. “Mentre ci sforziamo di creare un ambiente più diversificato e inclusivo per donne e ragazze, le nostre due organizzazioni non vedono l’ora di fare la differenza attraverso gli eventi della community Come Play durante l’HologicWTA Tour e nella creazione di contenuti che amplifichino questo importante messaggio”.
“Il tennis non è per sempre”, ha detto Fernandez parlando apertamente della sua carriera di atleta. Fernandez, che ha guadagnato poco più di 3,4 milioni di dollari in premi alla carriera dal 2019 ad oggi, ha affermato che, nonostante la sua giovane età, costruire la stabilità finanziaria è fondamentale. “Questa partnership darà ai giocatori fiducia, nell’educarci sulla stabilità finanziaria, e darà ai giocatori la fiducia di trovarsi in un ambiente stabile.
Inoltre, dopo lo sport e le nostre carriere, per aiutare i giocatori nel loro futuro.
In particolare, il programma Come Play invita le attuali giocatrici WTA, stelle in pensione e allenatori a partecipare a corsi di tennis e attività per ragazze al fine di “aiutare a costruire la prossima generazione di leader”, ha affermato la WTA.
L’iniziativa include anche l’alfabetizzazione finanziaria e le risorse di pianificazione per i giocatori, oltre a una serie di contenuti in eventi WTA selezionati e altro ancora.
Fernandez ha aggiunto di essere onorata di essere coinvolta nei continui sforzi della WTA per coinvolgere più ragazze nel gioco e di essere scelta come modello per i giovani interessati a questo sport.
Equilibrio: la chiave per un grande tennis?
La mancina, diventata professionista nel 2019, ha un bilancio impressionante di vittorie e sconfitte a partire da marzo 2023 con 130-82. Fernandez è anche un’appassionata tifosa di calcio e durante la nostra intervista dell’anno scorso ha dichiarato di essere cresciuta giocando a quello che il defunto Pelé una volta chiamava “o jogo bonito”.
Fernandez sottolinea anche che ha una vita al di fuori del tennis che, secondo lei, contribuisce al suo successo in campo. “Cerco di bilanciare un po’ la mia vita.Sì, gioco a tennis, ma sono anche una studentessa universitaria, e questo mi aiutato a separarmi dall’idea di essere solo una giocatrice di tennis”, ha aggiunto “Mi ha aiutato a rimettere a fuoco le priorità e a godermi le piccole parti della vita che non sono il tennis”.
Ma Fernandez riesce ancora a mantenere i rapporti con il suo primo altro amore sportivo, il calcio? “Sì, mi è permesso giocare”, ha detto, con un accenno di risata. “Sono fortunata ad avere allenatori che mi incoraggiano a praticare diversi sport.Diversificare aiuta nel tennis.Ogni volta che torno su un campo, tirare calci a un pallone con mia sorella aggiunge benefici al mio tennis”.
Traduzione di Alessandro Valentini