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Toni Nadal: “Rafa vuol continuare a giocare e il fisico glielo permette ancora”

Lo zio ed ex coach di Rafa Nadal parla del momento del ritiro, di Ruud, di Auger-Aliassime e delle promesse dell'Academy

Last updated: 08/10/2022 12:14
By Michelangelo Sottili Published 07/10/2022
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6 Min Read
Toni e Rafa Nadal - Londra, ATP Finals 2017 (foto Alberto Pezzali / Ubitennis)


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A Santander per un discorso motivazionale nell’ambito del Forum Sportivo Internazionale, lo zio di Rafa, al secolo Toni Nadal, risponde ad alcune domande del Diario AS. Dopo quelle fuori tempo massimo su Roger Federer, il cui ritiro Toni ha vissuto con emozione come tutti o quasi, non c’è scampo neanche dall’altro tormentone, quasi eterno: la salute del nipote.

“Ho parlato con lui oggi e ora sta bene” dice. “La verità è che ha avuto un anno complicato. Avrebbe potuto essere una stagione straordinaria, ma è stata segnata dai tanti fastidi che ha avuto. I risultati sono stati buoni perché ha vinto in Australia e il Roland Garros, ma te ne vai con l’amaro in bocca. A Wimbledon non ha potuto disputare la semifinale quando stava giocando bene ed era un chiaro candidato al titolo, problemi anche a New York… Quello che un atleta vuole soprattutto è stare bene e giocare, anche vincere. Mio nipote ha vinto, ma ha avuto più guai di quanto si possa sopportare a volte”.

Lo stesso Rafa ha detto di aver pensato che il Roland Garros potesse essere il suo ultimo torneo. A Wimbledon, nel match contro contro Fritz, suo padre gli diceva di ritirarsi. Ma Toni non gli ha mai detto che è giunta l’ora di smettere. “Penso che, finché uno si sente competitivo e ha la fortuna di continuare a vincere… Quello che gli piace è giocare a tennis, ci sarà tempo per fermarsi. Naturalmente, se uno sta soffrendo più del dovuto, arriva il momento in cui dici che smetti. Ma Rafael non ha raggiunto questa situazione. È vero che ha avuto diversi problemi e questo alla fine si fa sentire, ma la cosa principale è che vuole giocare. A uno che ha quel desiderio non gli direi mai di fermarsi. Se Federer avesse avuto la possibilità di giocare, gli avrei detto di farlo. Non ricordo mai i grandi giocatori per la loro fase finale. Ci sono persone che a volte sono molto esigenti e vogliono che vadano in pensione. No, finché puoi giocare e fare quello che ti piace, la cosa normale è continuare”.

Lo zio non sa quando arriverà il momento in cui Rafa dirà basta, ma crede che andrà avanti “finché avrà delle possibilità di vincere. Dipenderà dagli avversari, dal suo fisico. Federer ha passato cinque anni senza vincere uno Slam, ma c’era, era in semifinale, finale… Sapeva di poter vincere e infatti ne ha vinti altri tre”. A proposito di avversari, non si può non parlare di Carlos Alcaraz. Toni però non ha seguito i match del giovane spagnolo allo US Open, tranne la finale “perché stava giocando con uno dei nostri, era lui che mi interessava. Quando il nostro giocatore, Casper Ruud, non ha trasformato il set point, ha giocato un brutto tie-break e da lì è scomparso”. Insomma, a tío Toni interessa parlare di Casper, non di quell’altro. “Casper è un giocatore affermato tra i migliori da due anni. È vero che non è un ragazzo molto mediatico e che sembra entrare in punta di piedi, ma la realtà è che da tempo è molto difficile batterlo su qualsiasi superficie. Lotterà per il numero uno negli anni a venire. È anche un tennista molto serio, una persona fantastica e molto simpatica”.

Non c’è solo Ruud per l’ex coach di Rafa, ma anche Felix Auger-Aliassime, con il quale continua la collaborazione. “Manca ancora un po’ perché possa arrivare. Penso che, tra i migliori, sia quello con i maggiori margini di miglioramento. Ha un potenziale molto alto perché ha capacità fisiche straordinarie. A volte abbiamo problemi con il rovescio e dobbiamo consolidare il gioco. Proprio come spero che Ruud arrivi in cima, a maggior ragione spero che ci arrivi Felix”.

In chiusura, la Rafa Nadal Academy che continua a sfornare ottimi giocatori. “L’anno scorso abbiamo vinto lo US Open junior maschile [Dani Rincón] e quest’anno il femminile [Alex Eala]. Abbiamo uno spagnolo junior che penso possa essere un grande giocatore, Martín Landaluce [campione quest’anno anch’egli a New York], sarà sicuramente uno dei migliori al mondo. Alleniamo un ragazzo della Repubblica Ceca che penso possa essere un buon tennista. Ma a volte il potenziale che ti aspetti non si sviluppa. Però, essendo io positivo, spero che presto vedremo un bel po’ di persone dell’Academy nel circuito professionistico”.


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