Parla il CEO WTA Steve Simon: "Tornare in Cina? Prima vogliamo notizie su Shuai Peng"

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Parla il CEO WTA Steve Simon: “Tornare in Cina? Prima vogliamo notizie su Shuai Peng”

Così il ceo della WTA: “Se vediamo che non potremo tornare in Cina a breve termine, prenderemo le decisioni finali e programmeremo i nostri impegni per diversi anni”.

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Steve Simon, CEO della WTA, e Peter LV - WTA Elite Trophy 2019
 

Steve Simon, CEO della WTA, ha rilasciato un’intervista al New York Times dove ha spaziato su vari temi che gravitano attorno al tour femminile, scandali compresi.

Il primo tema a tener banco è il “caso Cina” che lo scorso anno ha visto protagonista la tennista Shuai Peng. La cinese prima denuncia di aver subito delle molestie, successivamente scompare per diversi giorni e in seguito riappare ritirando il tutto. Ma la situazione è rimasta poco chiara a un anno di distanza. Peng era l’ambasciatrice cinese nel circuito femminile, grazie ai tornei e agli sponsor commerciali a cui era legata. “Tornare in Cina? Abbiamo preso una decisione ferma e non abbiamo intenzione di compromettere i nostri principi. Sapevamo a cosa ci stavamo esponendo, ma in questo momento non sappiamo molto di più su Shuai Peng. Dobbiamo trovare presto una soluzione, noi non abbiamo potuto parlare con lei e sappiamo solo che è a Pechino e in buona salute”.

Queste le parole di Simon sul possibile ritorno del Tour in Asia. Solo con chiarezza sulla vicenda i tornei femminili nel paese asiatico potranno tornare. A seguito di una necessaria programmazione pluriennale, anche a costo di scelte dolorose. “Non è sostenibile continuare a prendere decisioni anno dopo anno. Se vediamo che non potremo tornare in Cina a breve termine, prenderemo le decisioni finali e programmeremo i nostri impegni per diversi anni”.

Il CEO WTA si è speso anche per quanto riguarda le differenze tra i prize money dei rispettivi Tour. Infatti i monte premi dei tornei femminili sono generalmente calati negli ultimi due anni risultando assai inferiori a quelli del tour ATP. Simon si è lamentato dei molti proclami e dei pochissimi risultati ottenuti dai potenziali investitori: “Ci sono molte persone che parlano di sostegno alle donne e della necessità di investire, ma quando si tratta di fare un passo avanti, non lo fanno”.

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