Peng Shuai: la WTA si dichiara ancora preoccupata per la sua situazione

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Peng Shuai: la WTA si dichiara ancora preoccupata per la sua situazione

“Non abbiamo alcuna informazione reale perché non abbiamo avuto contatti diretti con Peng Shuai” – ha dichiarato a L’Équipe un portavoce della WTA

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Shuai Peng a Houston 2018 (Credit: @WTA on Twitter)
 

Continua a destare preoccupazione la situazione relativa a Peng Shuai. L’ex tennista cinese, a novembre dello scorso anno, aveva accusato di violenza sessuale l’ex vicepremier Zhang Gaoli tramite un post su Weibo (social network cinese simile a Twitter o Facebook), cancellato però poco dopo. Da quel momento si è scatenata la preoccupazione di tutto il mondo del tennis e non solo nei suoi confronti, dato che si erano completamente perse sue notizie. Circa un mese dopo, Peng aveva smentito tutto, confermando questa versione dei fatti a febbraio di quest’anno quando, raggiunta dall’Equipe, disse di non essere mai scomparsa e che tutta la situazione creatasi intorno a lei fosse frutto di un enorme malinteso.

Con il passare del tempo, tuttavia, le notizie e l’attenzione mediatica verso la cinese si è piuttosto affievolita, nonostante la WTA si dica ancora preoccupata per la mancanza di informazioni chiare. Per questo motivo, l’organo che controlla il tennis femminile ha deciso di cancellare tutta la parte di stagione inizialmente programmata in Cina, incluso il Master di fine anno. Al contrario, almeno inizialmente, l’ATP aveva confermato lo swing asiatico, salvo poi dover ripensare il calendario, cancellando i tornei cinesi per ragioni sanitarie.

Contattato da L’Équipe, il capo dello staff del comitato olimpico cinese Zezac Wang Can ha rilasciato alcune dichiarazioni su Peng: “Attualmente sta trascorrendo del tempo nella sua casa a Pechino per via della pandemia di covid-19 che sta mettendo in ginocchio l’intero Paese. Mi risulta che lei sia regolarmente in contatto con il CIO (il Comitato Olimpico Internazionale, ndr) e vorrebbe recarsi in Europa non appena la situazione da un punto di vista sanitario lo permetterà“.

In molti hanno provato a contattarla per farla tornare in Europa. In primis Thomas Bach, presidente del CIO, che sempre a L’Équipe aveva confermato di averla invitata a Losanna (sede del comitato olimpico), ma la 36enne cinese spiegò di voler posticipare la visita perché avrebbe dovuto sottoporsi ad una quarantena preventiva di 21 giorni. “I contatti con Peng Shuai continuano”, aveva detto Bach durante un suo recente intervento al quotidiano francese. Anche la direttrice del Roland Garros Amélie Mauresmo ha rivelato di aver tentato di invitarla quest’anno all’Open di Francia, pure in questo caso senza successo.

Diversamente rispetto al CIO, però, la WTA non ha ancora avuto contatti diretti con la cinese, che tramite un portavoce ha spiegato a L’Équipe: “Non abbiamo alcuna informazione reale perché non abbiamo avuto contatti diretti con Peng Shuai. È stato bello vederla in pubblico durante l’Olimpiade, ma questo non ha diminuito la nostra preoccupazione dopo il suo post dello scorso 2 novembre. Ha dimostrato molto coraggio nell’indicare pubblicamente di essere stata aggredita sessualmente da un politico ai vertici del governo cinese. Come per tutte le giocatrici che si trovano a dover affrontare casi simili, abbiamo chiesto un’indagine da parte delle autorità competenti e l’opportunità di incontrare Peng in privato per discutere della sua situazione. Restiamo fermi sulle nostre posizioni e i nostri pensieri sono con lei. Continuiamo a lavorare perché si possa tornare a giocare in Cina nel 2023, ma non per questo rinunceremo ai nostri principi”. Al momento, tuttavia, la sicurezza della due volte campionessa Slam sembra assicurata: questa è decisamente la cosa più importante.

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