ATP Finals, Djokovic: “Ho fatto esperienze diverse quest’anno. Alcaraz merita il numero 1”

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ATP Finals, Djokovic: “Ho fatto esperienze diverse quest’anno. Alcaraz merita il numero 1”

Il serbo parla di diversi aspetti in conferenza stampa dopo il successo con Rublev: “Mi sento bene e sono felice”

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Novak Djokovic è apparso davvero soddisfatto in conferenza stampa per la prestazione che gli ha permesso di volare in semifinale delle Nitto ATP Finals di Torino: un 6-4 6-1 senza appello ad Andrey Rublev, mostrando una condizione di forma spaziale.

Moderatore: Congratulazioni, sei in semifinale. Due vittorie di fila: per ora una settimana perfetta per te.

Djokovic: “Sì, veramente una delle migliori partite che ho giocato quest’anno, specialmente nel secondo set. È stato un set impeccabile. Ho iniziato bene la partita, ho servito alla grande. Ho fatto diversi punti direttamente con la prima di servizio, mi ha aiutato una superficie così rapida contro un giocatore dinamico e di qualità come Rublev. Sono riuscito a trovare il giusto timing in risposta e sono stato più paziente di lui nel decimo game per vincere il primo set e chiuderlo con una magnifica risposta di rovescio sulla sua prima di servizio. Da lì è sceso un po’ e ho capito che i primi game del secondo set sarebbero stati la chiave. Sono riuscito a fare subito il break e dopo tutto è andato per il meglio. Sono contento di essere in semifinale ed è una buona notizia per l’ultima partita del girone. Voglio comunque vincere anche quel match, come ogni match che gioco qui”.

D: Se non ti dispiace, ti chiederei della tua situazione con il governo australiano. Quanto sei contento della decisione che è stata presa? Sembravi molto rilassato oggi, è stato come togliersi un fardello dalle spalle?

Djokovic: “Certamente sono molto felice che ieri sia arrivata questa notizia. È stato un sollievo visto cosa abbiamo passato quest’anno io e le mie persone più care in Australia. Non potevo ricevere notizia migliore durante questo torneo. Mi piace credere che abbia influenzato il mio gioco oggi, perché no? Non so se questa notizia abbia effettivamente influenzato il mio rendimento perché so quello che devo fare per prepararmi al meglio per ogni partita. Chiaramente ora so che la mia stagione comincerà in Australia, quindi io e il mio team abbiamo meno pressione per lavorare nella off-season. L’Australian Open è lo Slam nel quale ho vinto di più, ho i migliori ricordi lì. Mi piace tornare in Australia a giocare a tennis, a fare quello che so fare meglio, spero di passare una bellissima estate australiana”.

D: So che non avresti voluto una stagione del genere, ma sei arrivato piuttosto fresco a questa fase dell’anno. Cosa hai fatto tra luglio e agosto quando non avevi idea ancora di quella che sarebbe stata la tua programmazione per mantenerti in forma?

Djokovic: “Il vantaggio di non giocare molti tornei è di essere più fresco di quando giochi di più, è logico. Allo stesso tempo è stata una stagione insolita per me: ho saltato due Slam su quattro. Sono molto felice di giocare come negli ultimi mesi e quando non ho giocato avevo più tempo per allenarmi, per esercitarmi. Ho speso molto tempo con il mio allenatore e il mio team sul campo e fuori dal campo per perfezionare il mio gioco. A volte desidero durante la stagione professionistica di avere un po’ più di tempo per lavorare sul gioco e sul proprio corpo, penso sia un aspetto importante. Allo stesso tempo capisco giocatori che giocano di più per avere più opportunità in più tornei. Ormai sono in una fase della carriera nella quale posso scegliere quali tornei giocare e quando durante l’anno voglio essere al picco della forma. Spero l’anno prossimo di tornare alla normalità e tornare a giocare in diversi luoghi nei quali quest’anno non sono andato”.

D: Oggi hai avuto ottime notizie dall’Australia e un’altra bella notizia è che Boris Becker sta uscendo dal carcere prima di Natale?

Djokovic: “Davvero?”

D: Sì, è una novità.

Djokovic: “Per sempre oppure tornerà in prigione?”

D: Sì, c’è una regola che prevede che se sei straniero e vivi in Inghilterra, visto che le carceri sono piene, puoi avere la possibilità di uscire e di riunirsi alla famiglia per il periodo natalizio.

Djokovic: “Allora dovrà tornare in carcere?”

D: No, tornerà in Germania.

Djokovic: “Questa è una splendida notizia. Sono contento per Boris”.

D: Buone notizie dall’Australia e buone notizie da Boris Becker e buone notizie perché sei in semifinale. Cosa ne pensi di Alcaraz che concluderà l’anno al numero 1 del mondo? Forse avevi la chance di essere ancora una volta il numero 1 del mondo se tu avessi giocato tutti i tornei che non hai giocato.

Djokovic: “Anche per lui è una bella notizia essere al numero 1 (ride, ndr). Se lo merita. Non ho nessun dubbio e non voglio entrare nella discussione se io avessi giocato o meno. La realtà è che lui è il numero 1 e merita di esserlo perché ha vinto uno Slam, ha vinto diverse partite. È un bel volto nuovo per il nostro sport: è un ragazzo simpatico, si allena molto duramente, ha un bel team intorno a lui. Rappresenta sé stesso e il tennis in modo splendido. Per quanto riguarda la mia stagione, è stata una stagione molto insolita ho saltato molti grandi tornei. Ma posso dire di aver imparato molte cose su di me quest’anno, sul mondo in cui vivo e su come si sono comportate alcune persone con me. Sono sempre grato di vivere esperienze, non importa quali esperienze. Cerco di essere ottimista e positivo nella vita. Non vedo l’ora di iniziare l’anno in Australia e vedremo come andrà il 2023”.

D: Quanto è bello avere i tuoi figli insieme a te questa settimana?

Djokovic: “E’ una bella sensazione avere la mia famiglia vicina, entrambi i miei figli e mia moglie. È bello che siano sempre a vedermi giocare. Mio figlio gioca a tennis, ha otto anni ed è consapevole di dov’è e chi sono gli altri. Gli piace andare in giro, raccogliere autografi, giocare un po’ a tennis, aiutare Goran Ivanisevic a raccogliere le palle in allenamento e allenandomi nelle sessioni di riscaldamento e di allenamento (sorride, ndr). Non è una cosa a cui sono abituato, mi sta piacendo moltissimo questa settimana e mi diverto in campo insieme a mio figlio, così come fuori dal campo. Mi porta tanta armonia e gioia quando ho un po’ di tensione e di pressione il giorno della partita. Averli in giro mi dà solo tranquillità ed equilibrio emotivo. Sono felice e loro sono felici: va tutto bene”.

D: Ci sono ancora delle partite che devi giocare. Potresti affrontare Felix Auger-Aliassime in semifinale. Ci hai giocato due volte quest’anno: potresti parlare un po’ della crescita che ha avuto e della sua reputazione nel circuito?

Djokovic: “Ha un’ottima reputazione sul circuito. Prima di tutto, è una persona molto simpatica. Saluta sempre tutti, è molto rispettoso, penso sia molto importante per tutti i giovani che arrivano essere rispettosi nei confronti dei giocatori che sono da più anni sul circuito. Ha una grande etica del lavoro. Ha un gioco molto completo. È migliorato negli ultimi 6/12 mesi. I suoi risultati lo dimostrano. Ha vinto tre tornei di fila, indoor ha giocato un tennis straordinario. Mi ha battuto in Laver Cup. Se avrò la possibilità di riaffrontarlo, vorrei restituirgli il favore (sorride, ndr). Ci siamo allenati qui prima del torneo. Lui è sempre molto intenso in campo, ci tiene molto. Ha un ottimo team che lo segue ed è sulla buona strada. Ora è fra i primi 10, è nel circuito già da qualche anno. Sappiamo di cosa è capace, può giocare bene su tutte le superfici e può dare fastidio a chiunque in qualsiasi torneo”.

D: In questo autunno, a partire da Tel Aviv, sei stato affamato in ogni partita. Vuoi dimostrare qualcosa ai giovani come hai detto in campo o anche il fatto che non hai giocato due Slam su quattro e quattro Masters 1000 su otto?

Djokovic: “Entrambe le cose. Ho sempre qualcosa da dimostrare, prima a me stesso e poi agli altri. Ogni volta che scendi in campo, tutti gli occhi sono puntati su di te. Ci sono molte aspettative da parte delle persone che ti stanno guardando. Per uno come me che ha avuto una carriera davvero buona, le persone si aspettano che tu giochi sempre al massimo livello. Questo porta molta pressione. Non è sempre facile gestirla. D’altra parte è il privilegio di essere un tennista di successo. Voglio ancora andare avanti, non sento la fine vicina, mi sento bene fisicamente e mentalmente. Voglio ancora migliorare e spingermi oltre i miei limiti”.

Traduzione di Giulio Vitali

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