I 54 anni di Simone Tartarini, storico coach di Musetti: "L’aspetto fisico, tecnico e mentale di Lorenzo si sono saldati assieme" [ESCLUSIVA]

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I 54 anni di Simone Tartarini, storico coach di Musetti: “L’aspetto fisico, tecnico e mentale di Lorenzo si sono saldati assieme” [ESCLUSIVA]

Approfittiamo del suo compleanno, per tracciare il bilancio di una stagione che ha visto Musetti vincere i primi tornei ATP e scalare impetuosamente la classifica. “Il meglio deve ancora venire”. Su Berrettini in Davis: “Volandri ha puntato sull’entusiasmo”. Sulle voci di un nuovo coach: “Un po’ danno fastidio ma fanno ridere”

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Oggi è il compleanno di Simone Tartarini, lo storico coach di Lorenzo Musetti. Due anni fa lo intervistammo e ci parlava di un adolescente che grazie al suo infinito talento riusciva a giocare a tennis contro gli adulti, oggi abbiamo invece a che fare con un giovane uomo che ha scalato le classifiche e che a breve volerà a Melbourne per giocare l’Australian Open da testa di serie. Due giorni fa gli abbiamo telefonato per sentire dalla sua viva voce un bilancio della stagione appena conclusa e i propositi per quella che inizierà fra poco, dopo una pausa che ogni anno è sempre più breve.

Buongiorno Simone, come stai?

TARTARINI: Molto bene grazie, anche se stanchissimo. Adesso sto badando a mio nipote (Giulio Leone di due anni, ndr) che è abbastanza agitato perché siamo in partenza per una settimana di vacanza (in effetti in sottofondo si sentono i rumori del bambino che sta mettendo a ferro e fuoco la casa, ndr).

Dove andate?

TARTARINI: In Egitto, sul Mar Rosso. La mia intenzione era portare solo ‘Giulione’, ma mio figlio e mia nuora hanno detto che è troppo piccolo per affidarmelo in esclusiva…così vengono anche loro. Ma stiamo via solo una settimana perché il giorno 8 dicembre si riprende già la preparazione. Il 24 infatti partiamo per l’Australia e passeremo il Natale in aereo. Ma non si poteva fare diversamente perché il 29 a Brisbane esordiremo nella United Cup contro il Brasile (l’altro avversario del girone sarà la Norvegia, ndr).

Va in vacanza anche Lorenzo?

TARTARINI: Sì, va una settimana alle Maldive.

Da solo?

TARTARINI: No, con un’amica. No, non ridere, è davvero solo un’amica che conosce da tempo, una persona con cui va molto d’accordo. Niente fidanzate all’orizzonte perché al momento è talmente focalizzato sul tennis che vede molto difficile poter conciliare le due cose, visto che un rapporto strutturato porta via tempo ed energie.

Poi ha già te da portare in giro.

TARTARINI: Esatto (ride, ndr). Come rapporto stretto basta questo.

Siete ancora compagni di camera quando andate in trasferta?

TARTARINI: Dal gennaio 2022 abbiamo camere separate (ride, ndr). Così ognuno ha la propria intimità. Diciamo che Lorenzo dopo 12 anni di convivenza ‘forzata’ ha conquistato la propria indipendenza.

Mi dicevi che Lorenzo è arrivato distrutto a fine stagione. Ti dirò che si vedeva, sia alle Next Gen di Milano che in Coppa Davis a Malaga.

TARTARINI: Più che a livello fisico era completamente prosciugato come energie nervose. Problema che è stato aggravato dal ‘fattaccio’ di Milano dove noi ci eravamo cancellati dopo la partita di Parigi Bercy contro Djokovic, anche per tirare un attimo il fiato in previsione delle Finals di Coppa Davis. Poi Lorenzo aveva anche un po’ male al braccio e quando abbiamo esposto il problema alla F.I.T. che ha capito benissimo e ci aveva dato il benestare. Gli organizzatori da parte loro ci avevano confermato che non serviva il certificato medico, salvo cambiare idea il giorno dopo e minacciarci di una multa di 25.000 euro se non ci fossimo presentati. Noi siamo caduti dalle nuvole perché pensavamo di essere stati inappuntabili nel nostro percorso. Ma il discorso della multa ci dava molto fastidio, non tanto per i soldi (non andando rinunciavamo ad una cifra ben superiore), ma per il fatto che saremmo stati esposti ad una brutta figura, tra l’altro del tutto immeritata.

Lorenzo Musetti a pranzo con i genitori e Simone Tartarini

Così siete andati malvolentieri e questo ha ovviamente avuto ripercussioni sulla Davis.

TARTARINI: Certo, Lorenzo era veramente senza benzina. E la stanchezza in questi casi gli si trasforma subito in nervosismo. Così mentre contro Fritz è riuscito a giocare alla pari, con Auger- Aliassime non ne è andata una per il verso giusto. Ad esempio non gli veniva bene il lancio di palla sul servizio e visto che dopo questi mesi bellissimi lui ormai dava per assodato che il movimento del servizio fosse acquisito ha cominciato ad innervosirsi. Lui vinceva i propri turni di servizio ma servendo non bene e la cosa con il passare dei minuti lo metteva in una tensione sempre crescente. Nel secondo set si era un attimo tranquillizzato ma poi è bastato uno stupido errore sul 4-4 su una palla corta e si è fatto ribrekkare. In ogni caso non dimentichiamoci che, pur nella sua peggior giornata, ha perso per due soli break contro un top 10, probabilmente il giocatore più caldo del circuito.

Poi giocare da numero uno è una bella responsabilità.

TARTARINI: In Davis, e non dico niente di nuovo, c’è un’atmosfera tutta particolare. A lui piace molto l’idea di giocare da numero uno, ma il problema è che poi vai in campo e trovi giocatori di un livello molto alto e se non sei al top arrivano subito i problemi. In questo caso è stato il lancio di palla, altre volte può essere il diritto o la risposta, ma sono tutti particolari su cui scarica la propria tensione e inizia a giocare una sorta di partita parallela che lo prosciuga ulteriormente. E visto che queste sono partite che si giocano su pochi punti…

Avrai letto di tutte le polemiche seguite alla decisione di Volandri di schierare Berrettini in doppio. QUI L’EDITORIALE DEL DIRETTORE SUL TEMA

TARTARINI: Ho letto, ho letto. Matteo aveva detto che sarebbe venuto unicamente per fare il tifo e non si era mai parlato del fatto che potesse giocare. Infatti non si era mai allenato con noi, i due Lorenzo giocavano tra loro e Fognini con Bolelli. Ma purtroppo Simone già a Parigi aveva accusato un dolore al polpaccio per cui non era arrivato nelle migliori condizioni. Un problema al polpaccio che sembrava risolto ma che invece si è riacutizzato dopo il match con gli USA. Una risonanza ha così evidenziato che sotto la cicatrice precedente si era formato un altro piccolo edema. Lui avrebbe voluto giocare comunque ma il dottore l’ha vivamente sconsigliato, innanzitutto perché l’infortunio avrebbe potuto aggravarsi ma soprattutto perché era forte il rischio di doversi ritirare durante l’incontro. A quel punto la decisione era del capitano e non poteva essere una decisione facile. Devo dire che tra noi non c’era sentore che Matteo potesse scendere in campo e l’abbiamo imparato solo una volta scesi negli spogliatoi dopo il match di Lorenzo contro Auger-Aliassime.

Per Volandri non sarà stata una decisione facile. Ha chiesto la disponibilità di Musetti e/o Sonego?

TARTARINI: No, non ha chiesto niente a nessuno dei due e sicuramente la scelta era difficile. Bisogna anche dire che qualsiasi decisione avesse preso avrebbe sbagliato. Sonego era stanchissimo e Lorenzo era molto abbacchiato per la sconfitta, quindi Filippo ha preferito scommettere sul talento, sull’esperienza e sul servizio di Matteo. Scommessa persa, ma questo lo sappiamo adesso, con il senno del poi.

Forse Matteo ci credeva, a dispetto dell’evidenza.

TARTARINI: Sicuramente, se l’è giocata tutta sull’entusiasmo, presumendo che un grande Fognini e il servizio potessero supplire alla mancanza di allenamento. Ma era un mese che non toccava palla e nel tennis non si inventa niente. Temo che non potesse che finire così.

Torniamo al nostro Lorenzo. Nell’intervista di due anni fa si parlava ancora del bambino che faceva fatica a camminare sugli scogli, adesso invece di un giovane tennista che tra un mese prenderà l’aereo per andare in Australia da testa di serie. Un cambiamento epocale.

TARTARINI: Sì, siamo felicissimi perché finalmente nell’ultima parte di stagione si è visto in campo tutto quello su cui stavamo lavorando e che io già intravvedevo in allenamento ma che non riuscivamo a trasferire con continuità in partita. Diciamo che finalmente l’aspetto fisico, tecnico e mentale si sono saldati assieme. E Lorenzo ha dimostrato che quando sta bene, quando l’atteggiamento è quello giusto può giocare bene su tutte le superfici e che il veloce non rappresenta più un problema.

Due anni fa dicesti che sul diritto faceva un po’ fatica perché arrivava a colpire con i piedi troppo vicini, così la sua base d’appoggio non era abbastanza ampia.

TARTARINI: Quel discorso significava che arrivava a colpire senza il necessario equilibrio. Siamo passati a caricare molto di più sul destro per poi scaricare la potenza sul colpo. Ma in questo modo purtroppo rimaneva un po’ arretrato. Ora abbiamo trovato un po’ la quadra e quando sta bene si vede che gli appoggi sono ben equilibrati e che il peso passa correttamente dal destro al sinistro. Poi certo il diritto rimane il colpo termometro e in Davis, visto che non stava benissimo, è stato il primo a risentirne, infatti si trovava sempre un po’ arretrato. Ma è soprattutto una cosa di testa, quando sei mentalmente in difesa perché non ti senti tranquillo finisce che non vai dentro alla palla e che ti ritrovi in difesa anche tecnicamente.

Altra cosa: adesso risponde più vicino alla riga di fondo.

TARTARINI: Anche lì ci sono tanti step. Lui è partito lontano e questa rimane la sua condizione migliore. Quest’anno abbiamo però investito tanto sullo stare più vicini, cosa che lui non aveva mai fatto. E piano piano ha preso familiarità, ad esempio a Parigi Bercy contro Cilic ha risposto solo da vicino. Ma questo non deve diventare un dogma, con l’esperienza capirà da solo, a seconda degli avversari e delle superfici, quando avvicinarsi e quando allontanarsi dalla riga di fondo. Con Ruud ad esempio dopo un po’ gli ho detto di allontanarsi e lì è girata la partita a nostro favore. Lui deve saper fare entrambe le cose e poi valutare. Lo step successivo sarà fare sempre meglio le cose che sta già facendo bene, tipo rispondere in modo aggressivo come ormai fanno tutti i top 10.

Lo sai che il rispondere più da vicino era una delle cose che ti venivano imputate quando si vociferava di un coach da affiancarti. Queste voci ti hanno fatto arrabbiare?

TARTARINI: Un po’ mi hanno dato fastidio ma soprattutto mi hanno fatto ridere perché nel nostro team questa non è mai stata nemmeno un’ipotesi. E tra i giocatori di vertice questi casi sono rarissimi, tutti girano con i loro allenatori storici e nessuno trova niente da ridire. Forse a certi opinionisti può sembrare un passo obbligato dopo il divorzio tra Sinner e Piatti. Ma si sa, sui social, che io non frequento, ci si mette poco a montare un caso e a fare del male alle persone.

Tra l‘altro non sembra che a Jannik questo cambiamento stia portando bene.

TARTARINI: Ma sai, bisognerebbe conoscere le cose dall’interno altrimenti si rischia di dire delle sciocchezze. Magari è un momento di transizione, mai dire mai. Sembrava uno che non potesse giocare sull’erba poi a Wimbledon ha fatto i quarti ed era due set avanti contro Djokovic. Ogni volta che uno fa un’affermazione, nel giro di pochi giorni la realtà s’incarica di smentirti.

A Pagina 2 le risposte su Lorenzo Musetti e le considerazioni in vista della stagione 2023

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