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I recordman del quinto set: Nastase il maratoneta, Borg il più vincente, Fognini il re delle rimonte azzurre
Quali sono i tennisti dell’Era Open più forti nei quinti set? Statistiche importanti per Federer e Djokovic, non compare Nadal

I tennisti più osannati nella storia del tennis sono quei giocatori che nelle loro carriere si sono dimostrati indomabili maratoneti o Re quasi invincibili al quinto set. Di categorie analizzabili ce ne sono un’infinità, prendiamo in considerazione alcune di esse facendo riferimento ai numeri raccolti da Luca Marianantoni su SuperTennis.
Ilie Nastase, il Maratoneta
Partiamo dalla prima statistica presa in esame: coloro che hanno ottenuto in carriera un numero di vittorie al quinto parziale superiore a 30. In questa particolare classifica il leader indiscusso è il rumeno Ilie Nastase, il quale di match al quinto ne ha vinti addirittura ben 42, mai nessuno come lui nell’Era Open. La più importante e pesante a livello emotivo delle partite fatte proprie, dal campione del Roland Garros 1973 ad oltranza nella sempre dirimente quinta frazione, è stata certamente la finale dello US Open del 1972 nella quale si aggiudicò il titolo ai danni del mitico Arthur Ashe.
Al secondo posto, in questa speciale graduatoria, figura un tennista ancora in attività: Il serbo Novak Djokovic con 37 successi maturati al quinto e decisivo set. Dietro di lui, a chiusura del podio, ci sono le 36 affermazioni di Ivan Lendl. Poi, dopo la quarta piazza occupata in modo piuttosto sorprendente dal croato Marin Cilic con le sue 34 partite portate a casa sulla lunga distanza e al parziale finale, per completare il quintetto dei migliori compare un’accoppiata a pari merito: a quota 33 si stagliano Roger Federer e Pete Sampras. Dopodiché, altra coppia appaiata: Lleyton Hewitt e Boris Becker – recentemente scarcerato e rientrato in patria – con i loro 32 sigilli al foto-finish.
La Top Ten dei più grandi maratoneti del tennis da quando si è materializzata la fusione tra professionisti e dilettanti, viene ultimata tra gli altri dal secondo ceco e dal secondo australiano di questo ristretto club di eletti della racchetta: Jan Kodes che ha toccato la soglia dei 31 incontri vinti alla distanza e sull’ultimo scatto, e John Newcombe.
Il vincitore di tre edizioni di Wimbledon (1967 – 1970 – 1971) si trova in bella compagnia nell’aver centrato 30 vittorie al quinto set: al suo fianco si segnalano il francese Yannick Noah e l’argentino Guillermo Vilas. Tra gli italiani, i primi riscontrabili scorrendo la classifica sono Fabio Fognini e Andreas Seppi, rispettivamente con 24 e 23 successi. Nettamente staccato Adriano Panatta, solo 15 gioie per il tennista romano quando l’area si faceva decisamente rarefatta.
Nastase, inoltre, è anche primo per numero di quinti set disputati: la bellezza di 65, con un bilancio per il rumeno che recita 42-23. Poco sotto, è situato Kodes con solamente tre parziali decisivi in meno giocati sulla lunga distanza: 62, il raffronto in questo caso tra quelli vinti e quelli persi è in perfetta parità – 31,31 -. Si conferma, anche in questa seconda statistica considerata nell’analisi, sempre e comunque padrone indiscusso della medaglia di bronzo Ivan “Il Terribile”: per Lendl sono 58, le quinte frazioni che lo hanno visto protagonista con un bottino che ci dice 36 intascate e 22 lasciate per strada. Compie, invece, un balzo di due posizioni rispetto ai dati prima citati Hewitt: per lui sono 57, suddivisi in 32 vinti e 25 persi. Mantiene salda la quinta piazza King Roger: per Federer sono 56 i quinti set disputati in carriera, il cui bottino complessivo vede un +10 (33-23). Scende, al contrario, perdendo qualche posizione Cilic con i suoi 54 quinti parziali (34-20).
Vilas, Stan The Man Wawrinka e Noah pongono fine al lotto dei migliori otto “maestri” in questo peculiare ed esclusivo raggruppamento. I primi due con 53 set finali assaporati nei match tre su cinque, diversamente sono 50 per l’ultimo moschettiere ad ergersi campione presso Bois De Boulogne. Per cui, Top 10 monca delle ultime posizioni poiché nessun altro tennista ha giocato almeno 50 quinti set. Fra le file azzurre, nella situazione specifica ruoli ribaltati rispetto a prima: è l’altoatesino Seppi il primatista a quota 44 (23-21), segue Fogna con 38 (24-14).
Bjorn Borg, il più Vincente
Se invece vogliamo scandagliare la vera qualità dei numeri esaminati, quindi osservando e mettendo in luce chi emerge quando la stanchezza fa annebbiare la mente e il braccio si irrigidisce, è necessario andare a scovare e verificare la miglior percentuale di match vinti al quinto set. Qui, c’è un tennista che si pone ben al di sopra di tutti gli altri: il leggendario Bjorn Borg. L’orso svedese manifesta la propria egemonia avendo vinto l’81,8% delle partite della sua carriera decise al quinto set: il bilancio che si può estrapolare è 27 match vinti, 6 persi. Il campione scandinavo al quinto parziale, ha perso soltanto da Roger Taylor nei quarti di Wimbledon del 1973, contro Vijay Amritraj allo US Open del ’74, sempre nel 1974 con Nastase nella finale di Madrid e nella WCT Challenge CUP di due anni dopo (1976). Infine sono riusciti nell’impresa di farlo cadere sotto i loro colpi alla quinta frazione: John McEnroe nell’ultimo atto dell’Open degli Stati Uniti 1980, e nella stessa stagione Lendl in quello di Basilea.
Dal canto suo, come è facilmente intuibile dai numeri sopra evidenziati, Borg è stato capace di rendere immortali alcuni dei suoi grandi successi inserendo nei propri percorsi immaginifici almeno un paio di maratone a torneo. Se poi questi successi, sono anche prove del Grande Slam il valore di tali titoli non può che crescere a dismisura: 3 Slam accompagnati nelle rispettive campagne trionfali da incredibili maratone. Furono 3 quelle messe a segno nell’affermazione al Roland Garros 1974 – contro Van Dillen, Ramirez e Orantes – e altrettante quelle di cui si rese protagonista a Wimbledon ’77 – contro Edmondson, Gerulaitis e Connors -. Invece furono “solamente” 2 quelle a Church Road nel 1979: contro Armitraj e Roscoe Tanner.
Con la stessa percentuale di Bjorn (81,8%), vi è anche il sudafricano John Kriek ma la cui statistica assume inevitabilmente meno importanza avendo disputato e vinto meno match se confrontato con l’undici volte campione Slam. Tra i tennisti che non hanno ancora appeso la racchetta al chiodo, al primo posto troviamo Kei Nishikori – anche se il nipponico manca dalle competizioni da diverso tempo e negli ultimi mesi ha pensato ad un possibile ritiro – con il 79,4% (27-7). Di rilievo anche il bilancio di 37 vittorie e 10 sconfitte di Nole Djokovic (78,7%). Da sottolineare, inoltre, il 77,3% di Tommy Robredo con un ottimale 17-5 e il 75,7% di Aaron Krickstein (28-9).
Infine c’è la graduatoria riguardante gli indomabili guerrieri, ovvero sia quei tennisti capaci di realizzare più volte nella loro carriera una rimonta da uno svantaggio di due set e sublimare gli sforzi profusi completando l’impresa al quinto parziale. Prima di tutto, partiamo da una costatazione: dal 1968 in poi nessun giocatore è stato in grado di vincere più di 10 incontri trovandosi ad inseguire con il proprio avversario ad un solo set dal raggiungimento del successo. Proprio a quota 10 risultano classificabili come recordman della categoria: Krickstein, Federer, Andy Murray, Becker e Fabio Fognini. Con 9 troviamo invece Todd Martin e Vitas Gerulaitis. Ad 8 Cilic, Borg e Jimbo Connors.
Fabio Fognini, Il Re delle Rimonte azzurre
Dunque il Re delle rimonte del tennis azzurro è il 35enne di Arma di Taggia: ha recuperato da una situazione di due set sotto contro Istomin a Wimbledon 2009, Monfils al Roland Garros 2010, sempre nel 2010 con Russell ai Championships, Roger Vasselin allo US Open 2012, Kuznetsov a Wimbledon 2014, Nadal a Flushing Meadows 2015, Gabashvili allo US Open 2016, Pella nella Coppa Davis 2017, Opelka all’Australian Open 2020 e Karatsev a New York 2022.
Dunque terreno di caccia preferito per i rimontoni liguri, è lo US Open: quattro ribaltoni compiuti nello Slam statunitense, seguono i sacri prati londinesi con tre recuperi mozzafiato e dulcis in fundo fra le prove Majors Roland Garros e Australian Open con una. Unica e allo stesso tempo epica quella realizzata nel teatro della Davis, in una Buenos Aires spinta dal suo capo popolo per eccellenza: Diego Armando Maradona.
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ATP Miami, Fritz: “Ora almeno 10, 15 tennisti possono vincere i grandi tornei, è fantastico”
Il tennista americano Taylor Fritz vuole essere protagonista: “Mi sento di avere le stesse possibilità di chiunque altro”

Taylor Fritz vuole essere grande protagonista in questo Masters 1000 di Miami. Si sente abbastanza bene e vuole continuare a dimostrarlo strada facendo. Il suo debutto nel torneo è stato positivo e ha eliminato Nava in due set. Ad eccezione di quel break iniziale subito dopo aver commesso due doppi falli, la sua gara è stata straordinaria. “Sono stato bravo – afferma l’americano – a recuperare prontamente il break di svantaggio nel primo set e ritengo di aver giocato un ottimo tennis. Soprattutto nel secondo parziale, quando ero molto più rilassato, ho giocato una gara solida. Per essere l’inizio va bene”.
Fritz si sente a suo agio sui campi di Miami e ha sentito tanto tifo in occasione del suo esordio ed è felice di essere protagonista in questa fase del tennis in cui c’è un ricambio generazionale doveroso, con Djokovic e Nadal assenti e Federer ritirato: “Sono felice del momento, un’Era nella quale posso ancora crescere tanto per continuare il mio percorso. C’è davvero la sensazione che tutti possano vincere. Io direi almeno 10, 15 tennisti hanno queste chance, si tratta solo di vedere chi gioca meglio quella settimana. È cambiato molto per me nell’ultimo anno e mezzo o giù di lì perché ho sempre voluto vincere tornei, e molte volte mi è sembrato altamente improbabile che ciò sarebbe accaduto con molti di questi ragazzi nei sorteggi visto quanto erano imbattibili. Quindi è fantastico sentire di poter partecipare a questi tornei e rendersi conto di avere le stesse possibilità di chiunque altro di vincere“.
Il derby tutto americano con Nava ha segnato il suo esordio. Si sente, ovviamente veterano, nei confronti del classe 2001 e n. 187 del ranking: “E’ sulla strada giusta e deve solo giocare più gare di questo livello per scalare la classifica. Contro di me ha cercato di vincere ogni punto, ma poi è calato, perché non puoi avere questo ritmo per tutta la gara. Ma il suo livello è molto buono. Sono errori che si fanno quando sei giovane e giochi poco”.
Morgan, la ragazza di Taylor Fritz, sta spopolando sui social mostrando contenuti del dietro le quinte dei tornei. Era qualcosa che i tifosi cercavano, visto il gran successo che lei ha riscontrato su TikTok e Youtube: “È sempre stato uno dei suoi obiettivi rendere il tennis più popolare al di fuori del circuito e dei suoi appassionati. Con i social riesci davvero a raggiungere tutti senza limitazioni, è davvero straordinario. Nella nostra generazione di tennisti la comunicazione è molto importante, ti rende ancor più popolare oltre ai risultati che ottieni sul campo. Non c’è niente di sbagliato nel voler solo giocare a tennis e avere la tua vita e far vedere quello che fai. E’ un modo prezioso per far crescere il tennis”.
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ATP Miami, doppio: subito fuori Fognini/Bolelli. Eliminati anche i campioni dell’Australian Open
La coppia italiana cede ai maestri Ram/Salisbury. Avanzano i numero 1 Koolhof/Skupski che eliminano i campioni dell’Australian Open 2023 Hijikata/Kubler

Non solo singolare. Ha iniziato a muovere i primi passi anche il tabellone di doppio del Miami Open presented by Itaù 2023 e non sono mancate sfide emozionanti e sorprese.
Per i colori italiani vi era un unica coppia al via, ma l’avventura in Florida è finita rapidamente. Ovviamente il team made in Italy presente in tabellone era la coppia composta da Bolelli e Fognini. I “Chicchi”, tuttavia, non erano stati fortunati nel sorteggio trovando subito la coppia numero 2 del seeding composta dai “maestri” Rajeev Ram e Joe Salisbury. 6-4 6-3 il punteggio a favore della coppia anglo-americana a cui è stato sufficiente un break nelle fasi finali di ognuno dei due set per portare a casa la partita. Bolelli e Fognini dal canto loro hanno avuto tre palle break nel corso del match ma gli avversari sono stati bravi ad annullarle tutte.
Dopo i quarti di finale raggiunti ad Indian Wells, arrivano uno stop prematuro per i due italiani che rallentano la loro corsa nella Race verso Torino, che li vede al momento alla posizione numero 22. Il successo nell’ATP 250 di Buenos Aires rimane il miglior risultato in questo inizio di stagione dei “Chicchi“
Al secondo turno Ram/Salisbury affronteranno una coppia composta da due singolari a stelle e strisce. Due top 40 come Tommy Paul e Ben Shelton che hanno strappato il pass per il secondo turno, aggiudicandosi per 10-8 al match tie-break la sfida con i due teenager Damm/Shang, omaggiati con una wild card.
Se le teste di serie numero 2 non hanno avuto particolari problemi ancora meglio è andata ai numero 1 del seeding Wesley Koolhof/Neal Skupski. La coppia anglo-olandese era stata sorteggiata al primo turno con i vincitori dell’Australian Open 2023 Rinky Hijikata e Jason Kubler. Nonostante le premesse di match combattuto, la sfida è stata a senso unico. 6-1 6-2 il risultato finale per i primi favoriti del tabellone, vendicando la sconfitta patita in Australia.
Koolhof/Skupski hanno convertito sei delle nove palle break con due partenze a razzo che hanno annichilito i rivali, visto che in entrambi i set si sono trovati rapidamente a condurre 4-0.
Molta curiosità per una nuova coppia che si è creata nel circuito, quella composta dallo statunitense Austin Krajicek e il francese Nicolas Mahut. Krajicek si è presentato a Miami orfano del suo abituale compagno Ivan Dodig, out per infortunio.
Nonostante fosse la prima volta insieme il duo franco-americano è riuscito a sorprendere i campioni olimpici e vincitori del Miami Open 2021 Nikola Mektic e Mate Pavic. Krajicek/Mahut si sono aggiudicati il primo set e nel tie-break del secondo set hanno anche avuto un match point. Il set poi ha preso la direzione dei croati che si sono trovati a condurre 6-4 nel match tie-break. Da quel momento Krajicek/Mahut hanno messo il piede sull’acceleratore e con un parziale di sei punti a uno hanno chiuso la pratica 6-3 6-7(6) 10-7. Al secondo turno il duo franco-americano partirà favorito contro la coppia Matos/Vega Hernandez, trionfatori contro gli spagnolo Munar/Zapata Miralles.
Tra coloro che sono approdati al secondo turno vi sono gli olandesi Haase/Middelkoop, vincitori in due set su Baez/Etcheverry, Bublik/Kecmanovic, che regolano con un doppio 6-3 Cachin /F. Cerundolo, e gli statunitensi Lammons/Withrow che si aggiudicano la sfida contro gli alternate Escobar/Reboul con un doppio tie-break.
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ATP Miami, Alcaraz: “Vincerò un altro Slam”
Il tennista spagnolo dopo il successo contro Bagnis parla dell’importanza della vita fuori dal campo: “Devo prendermi cura di me stesso un po’ di più, sinora non l’ho fatto così bene come avrei voluto”

Si rivela poco più che una formalità l’esordio del numero 1 al mondo Carlos Alcaraz al Miami Open presented by Itaù 2023. Il tennista spagnolo ha lasciato solo due game al malcapitato Facundo Bagnis in una sfida durata poco più di un’ora di gioco. Nella conferenza stampa post partita il tennista spagnolo ha ribadito la voglia di conquistare un altro torneo del Grande Slam, focalizzandosi sull’importanza di ciò che accade fuori dal campo.
D. Hai detto che l’anno scorso questo è stato un torneo molto importante per te. Quando hai vinto qui, forse hai pensato di poter vincere un Grande Slam. Ad un anno di distanza, quanto ti senti cambiato rispetto a quella persona che ha giocato il suo match di primo turno qui l’anno scorso?
ALCARAZ: “è diverso tornare qui come campione in carica. Penso che quando ho detto lo scorso anno non è sbagliato, ero pronto a vincere un Grande Slam. Adesso dirò la stessa cosa: vincerò un altro torneo del Grande Slam. Ovviamente è fantastico giocare qui. Giocare un primo turno qui non è diverso rispetto allo scorso anno. L’unica differenza è che quest’anno ho giocato sul Campo Centrale, non è stato così lo scorso anno.”
D. Pensi di essere cambiato come persona?
ALCARAZ: “Sono cresciuto molto dall’anno scorso. È stato un anno fantastico per me come giocatore ma anche come persona. Ho imparato molte cose, non solo in campo ma anche fuori.
D. Ti stai approcciando a questo torneo come campione in carica o lo stai affrontando come se fosse un nuovo torneo?
ALCARAZ: “Come un nuovo evento. Cerco di non pensare al fatto di essere campione in carica. Sto cercando di non pensare che ho vinto qui nella passata edizione. Dico sempre la stessa cosa quando gioco la prima partita in un torneo: per me è sempre qualcosa di nuovo. Vivo la cosa giorno dopo giorno, turno dopo turno, cerco di giocare al meglio ogni giorno e provo anche a divertirti in ogni partita. Questo è l’unico obiettivo e l’unico pensiero nella mia mente in ogni partita.”
D. Lo US Open, è stato uno sforzo fisico enorme per te. Si è trattato di vincere match al meglio dei cinque. Hai giocato fino a tarda notte. Guardando indietro, pensi che ciò abbia contribuito ai problemi fisici che ti hanno fatto saltare l’Australian Open?
ALCARAZ: “Direi di no. Non ha avuto impatti sul mio problema fisico. Era passato molto tempo dallo US Open e il mio primo infortunio è stato a Parigi. Mi sono ripreso molto velocemente e molto bene. Direi che si tratta solo sfortuna. Probabilmente non mi sono preoccupato abbastanza di tutti gli aspetti fuori dal campo. Ma lo US Open non ha influito su questo.”
D. Questa settimana abbiamo parlato di te con Andy Murray. Ha detto che gli piace il modo in cui giochi senza pensieri. Nella sua carriera, ha detto che poteva giocare così solo quando aveva 18 o 19 anni. Quando è cresciuto, è diventato più difficile perché aveva molti più pensieri nella sua testa. Pensi che questo possa accadere?
ALCARAZ: “Probabilmente sì. Devo approfittare di questo momento, visto che sono abbastanza giovane. Sono d’accordo con quello che ha detto. Sono giovane e non mi preoccupo di nient’altro se non di giocare e divertirmi in campo. Questa è l’unica cosa. Probabilmente quando sei più grande, pensi di più.”
D. Ad Eurosport, hai dichiarato che hai dovuto cambiare alcune cose per proteggerti dagli infortuni. Puoi dirci cosa hai dovuto cambiare? Devi essere a letto ogni sera alle 9:00, non puoi bere qualcosa con i tuoi amici o cose del genere?
ALCARAZ: “Ho detto che devo prendermi cura di me stesso un po’ di più fuori dal campo, preoccupandomi di andare a letto presto, riposare meglio, mangiare bene, prendermi cura di me stesso fuori dal campo. Questa è la cosa più importante per me. Direi che sinora non l’ho fatto così bene come avrei voluto. Ma dopo l’infortunio di gennaio ho iniziato a gestire meglio le situazioni fuori dal campo.”