Australian Open, Korda spiega l’infortunio al polso. Poi avverte: “Penso di poter fare grandi cose”

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Australian Open, Korda spiega l’infortunio al polso. Poi avverte: “Penso di poter fare grandi cose”

Le parole dell’americano dopo il ritiro contro Khachanov: “Dieci americani in Top 50, faremo molto bene in Coppa Davis”

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Sebastian Korda - Australian Open 2023 (Twitter @usopen)
Sebastian Korda - Australian Open 2023 (Twitter @usopen)
 

Ritirarsi durante un quarto di finale Slam, soprattutto se è il primo di sempre, è una scelta sempre ardua da prendere, ma Sebastian Korda ha saggiamente optato per la prudenza. Il problema al polso destro era tale da non permettergli di dare il meglio di sé, andare avanti avrebbe voluto dire rischiare di compromettere la stagione e così l’americano ha lasciato strada a Karen Khachanov. Ora è il momento degli esami per comprendere al meglio l’entità dell’infortunio: con il polso non si scherza. Ma Sebi si porta dietro un carico di emozioni positive e, una volta superato l’infortunio, sarà uno dei giocatori da tenere d’occhio nel 2023. Ecco le sue dichiarazioni in conferenza stampa.

D: Sebi, dicci qualcosa riguardo al tuo polso. Ha iniziato a darti problemi prima del match?

Korda: “No, è peggiorato durante il match. Ho colpito una risposta di dritto e dopo di questa a tratti ho avuto difficoltà persino a tenere la racchetta in mano”.

D: Chiariamo meglio, avevi già avuto avvisaglie prima del match?

Korda: “Avevo sentito qualcosa ad Adelaide un paio di settimane fa, ma poi il fastidio è andato via. Durante i match qui, è andato tutto bene. Poi dopo quella risposta colpita male ha iniziato a farmi molto male”.

D: A che punto del match eravamo?

Korda: “All’inizio del secondo set”.

D: Avevi avuto già problemi a questo polso in passato? Se sì, quando pensi di poter recuperare?

Korda: “Non ho idea. Non so che cosa realmente sia. Avevo questo problema ad Adelaide, poi è andato via, ora è tornato tutto d’un colpo. Ora vedrò subito un dottore e poi realizzerò cosa è accaduto”.

D: Hai detto che hai avuto questo problema ad Adelaide, quindi non è nulla di cronico…

Korda: “No, non ho mai avuto problemi al polso prima”.

D: Ti sei reso immediatamente conto, quando hai sentito dolore, che non avresti potuto continuare?

Korda: “Quando ho colpito quella risposta mi sono reso conto che il punto dove avevo dolore era lo stesso di Adelaide. Poi non riuscivo a tratti a tenere in mano nemmeno la racchetta. Giocare di volo era praticamente impossibile. Quindi è stata dura”.

D: Cosa ti porti dietro di positivo da questo torneo?

Korda: “Tante cose. Ci sono molte più cose positive che negative. Oggi è stata dura, ora spero non sia niente di grave e di potere risolvere il tutto così da non avere più problemi in futuro. In ogni caso è stato un grande torneo, ho raggiunto i quarti Slam per la prima volta… Si va avanti a testa alta e continuando a lavorare per migliorare”.

D. Durante questo torneo, ti sei sentito come se questo Australian Open poteva essere il tuo torneo?

Korda: “Quando ti senti bene in campo e riesci a giocare alla grande contro avversari fortissimi, sicuramente ti senti bene. Più giochi, più ti senti meglio. Ho giocato un ottimo tennis. Probabilmente nessuno avrebbe voluto incontrarmi per come stavo giocando; ho creduto in me stesso per tutto il torneo”.

D. Quanta fiducia ti dà questo torneo per il prosieguo della stagione?

Korda: “Molta. Sono stato vicino anche in passato a vincere i big match, ma stavolta ne ho vinti. Ho imparato una grande lezione e sono orgoglioso di me stesso. Voglio continuare a fare le stesse cose che sto facendo ora, sempre con lo stesso approccio mentale. Penso di poter fare grandi cose nel futuro prossimo”.

D. Hai mai avuto rapporti con Shelton? Tutti e due siete cresciuti in Florida e avete quasi la stessa età.

Korda: “No. Non lo avevo mai conosciuto prima di Cincinnati 2022. Ma il mio ex coach, Dean Goldfine, lavora con lui da più di un anno, quindi l’ho conosciuto tramite lui. Ben è un paio di anni più giovane di me. Quindi forse anche per questo non ci siamo incrociati prima nel circuito junior”.

D: Lunedì ci saranno dieci americani nella top 50. La maggior parte di voi è Under 25. Il tennis è uno sport prettamente individuale, ma c’è uno spirito di gruppo tra voi? Cosa pensi quando vedi che siete così in tanti americani a fare bene?

Korda: “Il tennis è uno sport individuale, ma poi c’è la Coppa Davis. Penso che con il gruppo che abbiamo potremo fare molto bene in futuro. Siamo tutti buoni amici. Soprattutto con Tommy Paul sono amico e sto iniziando a diventarlo anche con Ben. Auguro a loro il meglio per il prossimo match che giocheranno. Sarà un grande appuntamento e auguro loro di arrivare in fondo”.

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