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Il ritorno del tanto denigrato dritto in slice

Un tempo considerato un colpo di ripiego per le situazioni disperate, oggi il dritto in slice viene visto come un'arma interessante per il tennista. Coco Gauff e Carlos Alcaraz tra i tennisti che lo utilizzano

Last updated: 16/02/2023 0:47
By Redazione Published 15/02/2023
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9 Min Read
Coco Gauff - Wimbledon 2021 (via Twitter, @Wimbledon)

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Di Stuart Miller, New York Times, 29 ottobre 2022

In linea generale il tennista gioca il rovescio in tre modi – in topspin, piatto o in slice. Invece, nel tennis moderno, le modalità di gioco del dritto sono limitate alle prime due tipologie. Spesso interpellato per eseguire un drop-shot, lo slice di dritto – dove si fa scivolare la racchetta sotto la palla per creare un back-spin, o dove si taglia la palla lateralmente (da sinistra a destra, o viceversa) per generare uno spin laterale – ha goduto per diverso tempo di una cattiva reputazione ed è stato visto un colpo di ripiego a cui ricorrere in situazioni estreme. 

Oggi, anche se tanti giocatori ancora lo disdegnano, lo slice di dritto sta ricominciando a guadagnarsi un po’ di rispetto, perché se sfruttato in maniera strategica, può dare un vantaggio considerevole. “Solo una manciata di tennisti lo utilizza in maniera tattica e lo esegue correttamente”, spiega Madison Keys, tennista No. 11 al mondo, la quale confessa di non aver allenato molto questo colpo.

Pam Shriver, ex Top 10 e ora commentatrice dell’emittente ESPN, ha invece sfruttato ampiamente lo slice di dritto nella sua carriera e vorrebbe che più giocatori lo prendessero sul serio. “Ora è diventato un importante colpo di tocco da includere nel proprio armamentario”, spiega Shriver, aggiungendo che è particolarmente efficace sulle superfici veloci che generano un rimbalzo di palla basso, come i campi indoor del Dickies Arena a Fort Worth, che ha ospitato le WTA Finals. Lo slice è infatti meno efficace sulla terra.

Lo slice viene soprattutto impiegato in difesa, quando il tennista è spinto fuori dal campo lateralmente, ma Shriver fa notare che può anche essere usato per spezzare il ritmo all’avversario e abbassare la traiettoria della palla, in particolare su un colpo di approccio a rete. “Serena Williams ha aperto la strada a una generazione di giocatori molto dinamici e potenti, ma ora la new generation sta diventando più creativa”, racconta Wim Fissette coach che ha lavorato con diverse No. 1, come Simona Halep e Naomi Osaka. “E‘ una tendenza che è iniziata nel tennis maschile, ma ora sta arrivando a quello femminile. Contro tutti questi colpi potenti bisogna trovare delle strategie per difendersi: servono soluzioni creative.”

Lui, come tanti altri, attribuisce il merito del ritorno dello slice nel tennis moderno (si vedano Coco Gauff, Ons Jabeur e Carlos Alcaraz) a Roger Federer e a quei suoi colpi da squash, sfoggiati occasionalmente, dove choppava la palla verso il basso per generare una traiettoria bassa, con un’alta rotazione e un’alta velocità. “Se rimani sulla linea di fondo a giocare solo colpi potenti, costringi sicuramente il tuo avversario a correre, ma solamente a sinistra e a destra”, spiega Fissette. “Federer ha cominciato a usare lo slice proprio per far avanzare il suo avversario dentro il campo, attirandolo su un terreno dove era meno a suo agio. Il dritto in slice è un modo di spezzare il ritmo all’avversario e ingrandirsi il campo.”

Inoltre, Wim fa notare che quando il tennista “non sta riuscendo a seguire il suo piano di gioco “A”, gli serve un piano “B””, ed è qui che usare lo slice difensivo può aiutare a riaprire la partita”.

Ancora oggi sono in tanti a ricorrere a malincuore al dritto in slice, usandolo solo quando vengono spinti lateralmente fuori dal campo; ma Shriver fa notare che colpire in open-stance, magari arrivando a colpire in scivolata anche su campi veloci, permette al giocatore di estendersi ancora di più verso i lati del campo e di colpire con uno slice anche quando non riuscirebbe a posizionarsi correttamente per eseguire un colpo piatto, o in top-spin.

“Sempre più tennisti usano lo slice di dritto, ma come colpo difensivo,” dice la N° 8 della graduatoria WTA Daria Kasatkina che, come Keys, tende a allenarlo poco. Kasatkina dice di non sfruttarlo in maniera tattica nello scambio, ma solo quando è costretta a un gioco difensivo da una palla potente. Keys racconta di averlo usato solo quando era in svantaggio ed era “assolutamente necessario” farlo.

Anche la N°1 al mondo Iga Swiatek, che possiede una varietà di colpi considerevole, conferma che questo tipo di dritto “è in grado di resettare uno scambio“, ma che per lei non è mai stato prioritario. “Lo uso solo quando non riesco a giocare altri colpi”.

Fissette, coach che ha lavorato con Halep e Osaka, ritiene che sia valsa la pena allenare quel tipo di dritto in corsa, perché capace di allungare lo scambio, obbligando gli avversari che non si sentono sicuri a rete a rispondere con colpi bassi, tesi, radenti le linee – aumentando così il rischio di errori. Ci conferma che Swiatek tende ad usare il colpo in maniera difensiva, ma aggiunge che, similmente a Gauff, a causa dell’impugnatura utilizzata, Swiatek potrebbe trovare difficile colpire di dritto delle palle basse e tese, soprattutto in avanzamento, e che lo slice potrebbe tornarle comodo in queste situazioni.

“Lo slice andrebbe allenato anche per imparare a difendersi da questi colpi eseguiti con lo spin,” dichiara Shriver, ex tennista e commentatrice, che cita Ons Jabeur come esempio di un’atleta che sfrutta bene lo slice sia in difesa che in attacco. Shriver e Fissette lo definiscono il colpo ideale da usare sul dritto dell’avversario, perchè tiene bassa la traiettoria della palla e permette a chi attacca di colpire mentre attraversa la palla, accelerando la propria discesa a rete. “Karolina Pliskova ha un eccellente slice di approccio lungo-linea”, aggiunge Fissette. “Mi piacerebbe vederlo usare di più nel tennis femminile.”

Secondo Fissette – vista la scarsa sicurezza a rete delle tenniste WTA, rispetto ai colleghi del tour maschile – lo slice rappresenterebbe un’arma efficace nelle mani della tennista, per aprirsi il campo e invogliare l’avversaria a eseguire complesse e rischiose palle corte.

“Vale davvero la pena provarlo sul dritto dell’avversario“, dice Shriver. “Se giochi una palla choppata sul rovescio dell’avversario, quello potrebbe colpire a sua volta in slice, e tu non ne trarresti alcun vantaggio. Invece sappiamo che bisogna evitare di giocare una palla attaccabile sul dritto dell’avversario; un colpo con una traiettoria bassa, come lo slice, risulta più complicato da gestire per la maggioranza dei tennisti”.

“In più, lo slice, oltre all’under-spin, spesso ha anche un po’ di rotazione laterale che rende ancora più complessa la gestione della palla per l’avversario”, conclude Shriver. Nè Shriver, né Fissette ritengono che questo colpo possa, o debba, diffondersi quanto il back di rovescio. “Devi scegliere la palla su cui eseguirlo e il momento giusto,” dice Fissette.

Giocare il back di rovescio viene più naturale, secondo Shriver, e “può diventare un bel pasticcio” se il tennista non trova la sensibilità sulla palla per giocare il dritto in slice. In più, il continuo cambio dell’impugnatura in un senso e nell’altro rischia di influenzare il tempo sulla palla del tennista. Ciononostante, “sarà anche un terno al lotto, ma può davvero valerne la pena,” dice. “Lo slice di dritto rende il tennis più divertente da guardare.”

Traduzione di Giulia Bosatra


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