Musetti, terra sudamericana indigesta (Crivelli). Musetti ha perso la bussola (Strocchi). Zverev, fuori dal tunnel (Crivelli)

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Musetti, terra sudamericana indigesta (Crivelli). Musetti ha perso la bussola (Strocchi). Zverev, fuori dal tunnel (Crivelli)

La rassegna stampa di mercoledì 22 febbraio 2023

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Musetti, terra sudamericana indigesta (Riccardo Crivelli, La Gazzetta dello Sport)

Aveva scelto lo swing sudamericano della terra rossa per sfruttare al meglio il feeling con la superficie preferita e raccogliere così una buona dote di punti con cui avvicinare le zone nobilissime della classifica. E invece la trasferta si sta rivelando un bagno di sangue per Lorenzo Musetti, che dopo aver perso ai quarti di Buenos Aires contro il peruviano Varillas, numero 101 Atp, a Rio de Janeiro si ferma addirittura al primo turno, stoppato dal cileno Jarry, n. 139 ma con un passato da n.38 nel 2019. Un rivale comunque abbordabile, ma del quale Lollo non è mai stato in grado di leggere il servizio, così da essere dominato anche negli scambi da fondo. Incredibile lo score con il dritto: 20 vincenti per Jarry, appena 4 per lui. In aggiunta, il carrarese ha pagato il rendimento deficitario con la seconda di servizio, con cui ha ottenuto appena il 35% di punti (29% nel disastroso secondo set). Ora gli resta un’ultima occasione di riscatto prima dei Masters 1000 sul cemento americano: la settimana prossima sarà a Santiago del Cile da testa di serie numero uno. A Marsiglia, invece, sta scaldando i motori Sinner, che oggi conoscerà l’avversario di secondo turno (domani) tra il francese Fils, appena affrontato e battuto a Montpellier, e il russo Safiullin. Nonostante le fatiche cariche di gloria delle ultime due settimane, con una vittoria e una sconfitta in finale, Jannik ha deciso di non riposare, affidando le sue sensazioni a un post su Instagram: «Ancora tanto lavoro duro da fare, devo continuare a lavorare, portando gli aspetti positivi a Marsiglia». Il tabellone, con il solo Hurkacz a precederlo tra le teste di serie, potrebbe riservargli altre soddisfazioni (e punti preziosi nella corsa alla Race e alla top 10).

Musetti ha perso la bussola (Gianluca Strocchi, Tuttosport)

Davvero un brutto scherzetto di carnevale. E’ quello che ha subito Lorenzo Musetti, uscito al 1° turno nel “Rio Open”, Atp 500 sulla terra battuta del Jockey Club Brasileiro, dopo l’eliminazione nei quarti a Buenos Aires per mano del peruviano Juan Pablo Varillas (n.101 Atp): il 20enne di Carrara (n.18), terzo favorito del seeding in un altro match in cui partiva favorito ha raccolto appena cinque game (6-4 6-1) con il cileno Nicolas Jarry (n.139), proveniente dalle qualificazioni e semifnalista in questo torneo nel 2018. Il 27enne di Santiago non ha concesso alcuna palla break, chiudendo con ben 26 vincenti (contro i 7 del toscano), di cui 20 di diritto, e un significativo 65% di punti in risposta contro la seconda di servizio dell’azzurro. Non ha fin qui pagato la scelta di giocare in Sudamerica, sull’amato rosso, per l’allievo di Simone Tartarini, che nel 2023 ha un bilancio di 5 vittorie (4 sono nella United Cup) e 3 sconfitte. Musetti per invertire questo trend e ritrovare confidenza nel proprio tennis punterà tutto sul torneo di Santiago del Cile, Atp 250 dove sarà la prima testa di serie la prossima settimana, in concomitanza con i “500” sul cemento di Dubai e Acapulco (qui è atteso al rientro nel tour Matteo Berrettini), appuntamenti che precedono lo spostamento in Nordamerica per i “1000” di Indian Wells e Miami. Bisognerà aspettare domani invece, per l’ingresso in scena di Jannik Sinner nel 250 sul duro indoor di Marsiglia: il 21 enne di Sesto Pusteria, risalito al n.12 del ranking dopo la finale a Rotterdam, da seconda testa di serie debutterà direttamente al 2° turno con il vincente del match odierno fra il 18enne francese Arthur Fils (n.118, wild card) e il russo Roman Safiulin (n.97).[…] Intanto a Dubai, nel primo Wta 1000 della stagione, esordio travolgente al 2′ turno per lga Swiatek e Aryna Sabalenka. La polacca, leader della classifica e fresca trionfatrice a Doha, ha lasciato due game alla canadese Leylah Fernandez e per un posto nei quarti se la vedrà con la “russa d’Italia” Liudmila Samsonova, mentre la bielorussa n.2 del mondo si è sbarazzata per 6-0 6-1 della statunitense Lauren Davis: prossimo ostacolo la lettone Jelena Ostapenko. Debutto fatale invece alla russa Daria Kasatkina (n.8 Wta), settima testa di serie, piegata 6-4 4-6 7-5, dopo aver mancato 4 match-point nel 10° game del terzo set, dalla ceca Barbora Krejcikova (n.30). Con un bilancio negativo di 5 successi (uno per ritiro) e 6 sconfitte la 25enne di Togliatty ha deciso di cambiare allenatore, separandosi dopo quasi 4 anni dallo spagnolo Carlos Martinez per affidarsi al romano Flavio Cipolla (per ora in prova).

Zverev, fuori dal tunnel (Riccardo Crivelli, La Gazzetta dello Sport)

Da quando è ragazzino, Alexander Zverev sente recitare un unico mantra: ecco il predestinato, ecco i dominatore del tennis dopo i Fab Four. D’altronde, non vinci due volte le Finals e l’oro olimpico senza le stimmate di un talento purissimo. Eppure la casella mancante di uno Slam è ancora una piccola ombra sulla carriera: al Roland Garros del 2022 ci sembrava davvero vicino, ma il terribile infortunio della semifinale con Nadal e la conseguente rottura del legamenti della caviglia destra lo ha obbligato a ripartire con sofferenza. In pratica, una seconda vita.

L’infortunio quanto ha cambiato il suo approccio al tennis?

Non ho più dolore e quindi sono tornato a divertirmi. Ma da giugno ci sono state molte volte in cui non è stato così, mi ci è voluto molto tempo per ritrovare le giuste sensazioni. In Australia ero ancora molto limitato, il dolore non era scomparso e non potevo muovermi sul campo come volevo. Adesso sto decisamente andando nell’altra direzione e inizio a godermi il mio tempo. Anche la forma sta tornando.

II pensiero dell’infortunio, però, quanto la condiziona ancora?

Non ce l’ho più in mente. Fino a qualche settimana fa ricevevo ancora segnali poco confortanti dal piede. Avevo ancora dolore, ma adesso mi sento piuttosto libero in campo. È una sensazione che ho avvertito a Rotterdam, dove ho giocato molto meglio rispetto alle settimane precedenti, anche se ho perso al secondo turno. Non vedo l’ora che arrivino le prossime settimane, e spero di migliorare ancora.

C’è stato un momento in cui ha pensato dl non poter tornare come prima?

A settembre. Immaginavo di essere pronto per gli Us Open, i legamenti erano guariti ma si è presentato un edema osseo che richiedeva altri tre mesi di stop. È stato difficile mentalmente accettarlo. Così ho fatto le valigie e sono andato In vacanza, senza più fare riabilitazione. Mi ha aiutato molto, perché penso che il piede avesse bisogno di riposo. Stavo provando intensamente a tornare, e l’avevo sforzato un po’ troppo.

Come va con coach Bruguera?

Molto bene. Dei coach spagnoli mi piace la mentalità. La professionalità. Penso che lavorare con me a volte non sia facile, perché pretendo molto. Pretendo molto da me stesso. Sono una persona cui piace lavorare duro in allenamento, anche sotto l’aspetto fisico e della fatica in palestra. Per questo devo avere accanto qualcuno con la mentalità giusta per saper gestire questi aspetti. E gli allenatori spagnoli si adattano perfettamente. Era già successo anche con Ferrer. Ho sempre detto che mi piaceva lavorare con lui. Ad essere sincero, non ci saremmo separati se non fosse arrivato il Covid: in quel momento non si poteva più viaggiare, e lui giustamente è tornato in famiglia anche perché si era appena ritirato dal tennis. […]

Lei ha anche rivelato, qualche mese fa, di soffrire di diabete. Un messaggio importante: con la malattia si può convivere.

Era ciò che volevo passasse. Ricordo le lacrime dei miei genitori quando glielo dissero, e io avevo appena 4 anni, o le diagnosi dei dottori secondo cui non avrei mai potuto giocare a tennis. E invece posso condurre una vita normale, curandomi e facendo attenzione alla mia condizione. […]

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