Novak Djokovic: "Ci sarà sempre qualcuno a cui non piacerò. Se sto bene, il migliore sono io"

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Novak Djokovic: “Ci sarà sempre qualcuno a cui non piacerò. Se sto bene, il migliore sono io”

“Vorrei essere ricordato per dedizione e devozione”. Il numero uno del mondo ritiene ancora oggi Nadal il principale rivale. “Forse vorrei avere più titoli di lui, ma alla fine, quanto è abbastanza? Ci vuole equilibrio”

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Novak Djokovic - Australian Open 2023 (foto: twitter @AustralianOpen)
 

Novak Djokovic rientra in campo dopo il trionfo nella finale dell’Australian Open. A quasi un mese di distanza dalla finale con Tsitsipas, sarà la testa di serie numero 1 del torneo ATP 500 Dubai Duty Free Championships (qui l’approfondimento sul tabellone). Ripartirà contro un qualificato, il ceco numero 120 del ranking Tomas Machac.

In una intervista con il magazine locale The National, il campione è stato sollecitato su alcuni argomenti, a partire dal ritorno in Oceania, e dalle incredibili emozioni che ha provato. Djokovic riconosce che nell’occasione ha sentito un surplus di pressione, considerati gli accadimenti di dodici mesi prima.Avrei voluto isolarmi e cercare di evitare il clamore, ma ho presto capito che dovevo affrontare la questione”, ha detto il trentacinquenne serbo, descrivendo come “un collasso emotivo” la serie di reazioni inusuali per intensità subito dopo il termine della finale; “ho gridato, abbracciato il mio coach e il mio agente, poi mia madre e mio fratello; infine ho pianto per un minuto almeno”.

Nole è poi tornato sulla questione relativa al suo infortunio. Alcuni giorni dopo la fine del torneo ha dichiarato di avere sofferto per uno strappo lungo 3 cm al tendine del ginocchio; alcuni commenti in merito alla reale gravità di detto infortunio lo hanno molto infastidito. “Di solito non spreco energie per rispondere, ma ora sono stufo. Ho capito che ci sarà sempre qualcuno a cui non piacerò, a cui non piacerà il mio tennis e come mi comporto nella vita privata. Ci sarà sempre chi giudicherà”. L’asso di Belgrado continua dicendo che intende utilizzare tutto questo come energia per uscirne ancora migliore e più forte.

Non poteva mancare un accenno alla rivalità con Rafa Nadal e ai numeri che la caratterizzano. Djokovic sa bene che questo potrebbe essere l’anno del sorpasso come numero di Slam vinti, e dichiara che sarebbe soddisfatto di finire alla pari con Nadal, ma che nondimeno una parte di lui avrebbe dei rimpianti. Forse vorrei avere più titoli di lui, ma alla fine della giornata, quanto è abbastanza? Qual è il limite? È bene chiederselo, trovare un punto di equilibrio come atleta professionista. E’ uno sport duro, con diverse opportunità; devi avere una mente competitiva combattere fieramente ed avere l’atteggiamento di un lupo affamato, che possa guidarti nelle sfide. Ma allo stesso tempo” – continua – “si deve conservare l’umiltà e la gratitudine per i risultati che si è riusciti a cogliere; sono i due aspetti della personalità con cui devi fare i conti tutti i giorni”.

Sulla questione del GOAT (più forte di tutti i tempi), Novak ha detto poi che, quando si sente a posto fisicamente e mentalmente, il migliore è lui, non importa l’avversario o la superficie. E’ una questione di fiducia in sé stessi; lo penso senza che questo suoni come mancanza di rispetto o arroganza. In termini di età, inoltre, le cose sono cambiate nei grandi sport: LeBron James, Messi, Ronaldo sono fortissimi anche dopo aver compiuto 30 anni; così Nadal e Federer nel tennis. Questo deve essere di grande ispirazione per i giovani, che possono così rimuovere dalla loro mente certi vecchi limiti, come quello che dice che dopo i trent’anni devi già pensare al ritiro”. Inoltre, Novak pone anche l’accento sull’attenzione a tutti i dettagli utili per allungare la carriera: allenamento, alimentazione, riposo, training mentale.

Riguardo alla nuova generazione, Djokovic riconosce il valore di Alcaraz, da cui ha ripreso il titolo di numero 1 del mondo, ma dice anche che si sente più motivato a giocare contro Nadal “per la storia, per come sarebbe affrontarsi un’altra volta, magari in una finale Slam”. “Per cosa vorrei essere ricordato?” – conclude – Dedizione e devozione, e per tutto quanto graviti attorno a questi concetti. Crescere giorno dopo giorno, e continuamente cercare di migliorarsi; solo questa mentalità ti porterà in alto e sarà fonte di ispirazione per i più giovani”.

Danilo Gori

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