Juan Martín Del Potro è sicuramente stato uno dei giocatori più amati degli ultimi decenni. La sua straordinaria capacità di generare empatia – unita ovviamente ad un tennis di altissimo livello – ha sempre avuto un posto speciale nel cuore degli appassionati, che rimpiangono il suo triste ma inevitabile addio.
Senza una racchetta e una pallina nei paraggi, tuttavia, evidentemente il fuoriclasse argentino non riesce a stare. Il campione dello US Open 2009, infatti, è tornato a parlare di tennis direttamente da San Paolo, in Brasile, dove ha preso parte alla presentazione del Roland Garros Junior Series, torneo riservato ai talentini emergenti e che offre una wild card per il tabellone Juniores del secondo Major dell’anno.
Tra i temi affrontati da Del Potro ce ne sono stati due in particolare, ossia ciò che gli è mancato durante la sua carriera e uno sguardo al tennis del futuro. “L’unico traguardo che non ho raggiunto è il n°1 del ranking” – ha esordito il gigante di Tandil. “Per me è sempre stato un grande sogno, ho sempre lavorato duro per raggiungerlo ma non ce l’ho fatta. Ciò però è dovuto al fatto che lassù c’erano sempre Federer, Nadal e Djokovic: quando riguardo le classifiche degli anni in cui giocavo e vedo chi lottava per il n°1 non posso che essere orgoglioso di quanto ho fatto o provato a fare. È bello sapere che siano stati loro ad impedirmi di realizzare il mio sogno“ – ha proseguito Delpo.
Incalzato riguardo alla possibilità di vedere dei nuovi big3 in futuro, l’ex n°3 del mondo ha risposto con i piedi di piombo. “Il dominio dei big3 un giorno finirà, è inevitabile. Però non vedo giungere all’orizzonte qualcosa di simile per i prossimi anni. Alcaraz, Sinner e Rune sono i giovani più promettenti e lasceranno un’impronta indelebile nel circuito, ma non credo che siano paragonabili”.