Sinner parte lanciato e punta il mirino verso Alcaraz: "Lo raggiungerò" (Crivelli). Alcaraz sarà dominatore? Forse no (Nizegorodcew). Tra ucraine e russe-bielorusse la tensione è a mille (Giammò). Sinner parte piano. Djere lo risveglia e viene spazzato via (Azzolini)

Flash

Sinner parte lanciato e punta il mirino verso Alcaraz: “Lo raggiungerò” (Crivelli). Alcaraz sarà dominatore? Forse no (Nizegorodcew). Tra ucraine e russe-bielorusse la tensione è a mille (Giammò). Sinner parte piano. Djere lo risveglia e viene spazzato via (Azzolini)

La rassegna stampa di sabato 25 marzo 2023

Pubblicato

il

Sinner parte lanciato e punta il mirino verso Alcaraz: “Lo raggiungerò” (Riccardo Crivelli, La Gazzetta dello Sport)

[…] Il maestro. Intanto a Miami, nel Masters 1000 che due anni fa gli regalò la finale fin qui più prestigiosa della carriera (persa contro Hurkacz), la Volpe Rossa debutta al secondo turno concedendo appena cinque game al numero 58 del mondo Djere, spingendo sull’acceleratore dopo il piccolo spavento del break del 4-3 per l’altro nel primo set: da lì infilerà 6 game consecutivi, prima di un altro lieve calo (da 3-0 a 3-2 nel secondo set) subito anestetizzato dal break decisivo che gli schiude le pone della sfida di domani con il vincente tra Struff e Dimitrov, prima dell’eventuale ottavo con Rublev. Considerando il cambiamento di condizioni, cioè il campo più veloce e l’umidità più opprimente rispetto alla California, un’uscita soddisfacente: «Sto cercando di migliorarmi in ogni fase e l’unica cosa che posso controllare è quella di essere felice della posizione in cui sono. Ovviamente non sono appagato e i voglio sempre di più. So che se gioco il mio miglior tennis riesco a competere con migliori ed è un grande stimolo per me. È tutta mentale la partita che sto disputando, e da inizio stagione la sto vincendo». Ma i pensieri, inutile negarlo, vanno sempre là, a quella rivalità che può marcare un’epoca: «Da Alcaraz imparo molto, penso che mi renda un giocatore migliore. Mi spinge al limite, ed è quello che provo a fare con lui. Ora lui è a un livello un po’ più alto del mio, l’anno scorso ha avuto una stagione incredibile, è tomato numero uno del mondo. Punto a raggiungere quel che ha ottenuto, so che potenzialmente posso farcela, ma devo lavorare duro». Bravo Lollo Oggi in Florida tocca finalmente a Berrettini (contro McDonald, all’angolo ci sarà anche la Satta) e a Musetti (con l’ostico Lehecka, vincitore delle Next Gen) e tornerà In campo Sonego contro Evans dopo la convincente vittoria contro Thiem. L’austriaco, è vero, sembra non uscire più dalla decadenza post infortunio. pero Lollo era reduce da sei sconfitte consecutive nei Masters 1000 ed è stato lucido nell’annullare un set point all’ex Dominator nel primo parziale prima di giocare un secondo set perfetto: «Volevo essere il più aggressivo possibile, in risposta e negli scambi. Sto cercando di giocare più vicino alla riga di fondo quest’anno. II mio team mi aiuta molto, in questo sport bisogna avere pazienza e investire ogni giorno, aspettando che arrivi il momento buono. Ho tante persone che lavorano per me, sappiamo gli obiettivi, siamo tutti d’accordo su cosa dobbiamo lavorare e lavoriamo su quello. Poi i frutti arriveranno più avanti, se arriveranno, però sono convinto di quello che sto facendo». Forse è finalmente scattato il clic mentale che può riportarlo a respirare l’aria di vertice: «Essere istintivo è un po’ la mia caratteristica, ma cerco sempre di applicare quello che faccio negli allenamenti. Sono contento di tutte le prestazioni di quest’anno, secondo me ho aumentato il mio livello, anche se magari I risultati ancora non lo dicono». Perciò, è tempo di smentirli.

Alcaraz sarà dominatore? Forse no (Alessandro Nizegorodcew, Il Corriere dello Sport)

“Carlos Alcaraz batterà tutti i record nei tornei dello Slam, vincerà più di Nadal, Djokovic e Federe”. Questa frase, declinata in maniera più o meno ottimistica, è diventata un tormentone del circus tennistico dopo ogni successo del fenomeno (perché di questo si tratta) spagnolo. Spesso però si viene condizionati troppo dal presente e, per la fretta di prevedere il futuro, si finisce per esagerare nelle valutazioni. Alcaraz vincerà tanto? È pressoché certo. Dominerà incontrastato per 3-4 lustri? Non è affatto detto, anche se la doppia cifra di titoli Slam non e nemmeno quotata. […] CORSI E RICORSI. Nel 2007, quando Roger Federer era l’indiscusso numero 1 al mondo e già vincitore a 26 annidi ben 11 titoli Slam, si parlava frequentemente di quanto lo svizzero avrebbe ancora dominato il circuito. «Vincerà almeno 30 Slam», si diceva. Nadal, in quel momento già plurivincitore al Roland Garros, non sembrava poter impensierire Federer sulle altre supefici, mentre Djokovic avrebbe conquistato il suo primo Major in Australia nell’anno successivo. D’un tratto si passa dal dominio incontrastato all’epoca dei Fab 3 (o Fab 4, includendo anche Murray) e la musica cambia. [..]. ETA’. L’età gioca a favore dello spagnolo, ma va considerato che i suoi futuri antagonisti potrebbero essere oggi all’asilo o addirittura non ancora nati. Non è un caso che sino all’avvento di Alcaraz si pensava ad un’epoca in cui i vincitori Slam si sarebbero alternati dal giorno alla notte come nel circuito femminile. Nel tennis il vento cambia in fretta e potrebbe variare, nuovamente, nei prossimi anni. I BIG. Novak Djokovic non ha alcuna intenzione di abdicare e, nonostante i 36 anni da compiere a maggio, è in una forma psico-fisica eccellente. La scelta di non vaccinarsi, e ìl conseguente divieto a partecipare a determinati tornei (come Indian Wells e Miami), ha negato al grande pubblico di assistere alle sfide tra Alcaraz e il serbo (tranne quella di Madrid 2022, vinta dopo oltre tre di battaglia dallo spagnolo). Nole è ancora il pericolo numero uno, e l’impressione è che possa esserlo per altre 2/3 stagioni. Nadal è un punto interrogativo, ma la miglior versione di Medvedev, Zverev (che lo ha battuto al Roland Garros 2022 prima di disintegrarsi la caviglia), Auger-Aliassime, Rune e Sinner può rappresentare, chi su una superficie e chi su un’altra, un grande pericolo. AZZURRI. Jannik Sinner è tra i giovani il tennista che più di tutti può e potrà mettere in difficoltà Alcaraz. Nelle ultime quattro sfide il bilancio è di 2-2, con l’azzurro che ha però avuto match point e set point non sfruttati, tra New York e Indian Wells. Alcaraz non riesce mai a dominare Sinner come accade con altri avversari d’alto livello. La sensazione è che Jannik abbia maggiori margini di miglioramento sia a livello tecnico che, soprattutto, fisico. Lorenzo Musetti ha già dimostrato nella finale dell’ATP di Amburgo 2022 di poter sconfigger Alcaraz con una prestazione tecnicamente impeccabile e correndo molto. Anche Berrettini, in grande giornata con servizio e dritto, può tentare l’impresa. MARGINI. Dal punto di vista fisico Alcaraz è già formato: esplosivo, potente, reattivo. Un mix perfetto tra Nadal e Djokovic. Tecnicamente è molto completo, anche se sul rovescio, soprattutto in risposta, i margini sono considerevoli. Mentalmente appare inscalfibile e impenetrabile, ma nessuno è insensibile allo “‘sport del diavolo” e alle sue dinamiche psicologiche. Alcaraz è un giocatore eccezionale e diventerà un campione assoluto e indimenticabile di questo sport, ma è molto presto per definirlo un dominatore

Tra ucraine e russe-bielorusse la tensione è a mille (Roland Giammò, Il Corriere dello Sport)

Se negli spogliatoi, e sono parole della bielorussa Aryna Sabalenka di tre giorni fa, non ho mai respirato così tanto odio» come nell’ultimo anno, in campo non accenna a calare la tensione che durante tutto il mese di marzo ha caratterizzato gli incontri disputati tra le tenniste ucraine e quelle russe e bielorusse. L’ultimo episodio si è verificato la scorsa notte al termine del match tra Marta Kostyuk e Anastasia Potapova, vinto da quest’ultima: a differenza di quanto accaduto ad Austin venti giorni fa, quando Kostyuk si impose in finale contro la russa Gracheva, con le due protagoniste concordi nel volersi reciprocamente ignorare a rete a fine match, stavolta non c’è stato bisogno neanche d’un cenno d’intesa per capire che voglia di salutarsi non ce n’era prima di tornare ai rispettivi angoli. Anche per Potapova non si è trattato di una prima volta. A Indian Wells la russa fu ammonita dalla WTA per essere entrata in campo nel suo match di primo turno contro l’americana Pegula indossando una maglia dello Spartak Mosca, comportamento giudicato «non accettabile né appropriato» dai vertici del tennis femminile. Un torneo, quello califomiano, dove la tensione culminò nel ritiro dell’ucraina Lesia Tsurenko a poche ore dal match contro Sabalenka, da lei motivata con un attacco di panico innescato dalle parole dette dal Ceo della WTA, Steve Simon, secondo cui «se i tennisti russi e bielorussi lo fanno (sostengono la guerra, Ndr), questa è solo la loro opinione e non deve farmi arrabbiare». ANlMI. […] Da Miami è stata proprio Kostyuk a rivelare come la richiesta di un incontro inoltrata giorni fa dalle tenniste ucraine ai vertici del tennis femminile non abbia ancora ricevuto risposta: «Nessuna risposta, niente, solo silenzio». Sui temi dell’incontro, Kostyuk ha preferito invece mantenere il riserbo: «Una volta avviata la conversazione ne potremo parlare, farlo prima non credo sia una buona idea». Se interessi e ragion pratica parrebbero ormai aver indotto Wimbledon a riammettere russi e bielorussi alla prossima edizione del torneo, un anno non è bastato alla WTA per trovare la formula di una convivenza ormai sempre più forzata. La vaghezza con cui segue il reiterarsi di episodi simili, suggerisce che sia ancora lontana dall’averla intuita. 

Sinner parte piano. Djere lo risveglia e viene spazzato via (Daniele Azzolini, Tuttosport)

[…] All’alba del torneo (Miami), Sinner dà l’impressione di essersi appena svegliato. Sarà il contrasto dei colori tra la maglietta amaranto e i pantaloncini verdi, che tanto fa pensare a uno che si sia infilato sotto le lenzuola con le prime cane trovate nel cassetto, saranno i dolorini che spuntano qui e là appena tiratosi su, uno al ginocchio rimesso a posto con un’esibita sberla sulla zona indolenzita, sarà che anche Djere ha l’aria di uno che preferiva continuare a fare ciò che stava facendo prima di entrare sul campo, è stato necessario aspettare i primi sei game per convenire che la partita fosse ufficialmente in corso. Lì, il serbo un po’ ungherese, ha approfittato di uno sbadiglio di Sinner per sgraffignare un break non previsto, e ha finito per commettere un errore. Ha dato fuoco alle polveri. Avesse lasciato fluire il match, forse sarebbe giunto al tie break senza colpo ferire, e soprattutto senza obbligare Sinner a reagire. È stato come servirgli il buon giorno con un buon caffè. Jannik ha risposto infittendo i colpi. Giocava senza servizio e d’improvviso ha ritrovato. Si è ripreso il break, ha pareggiato i conti (4-4) e si è staccato con un nuovo break al decimo gioco (6-4) per poi procedere a velocità incomprensibile per Djere fino al 3-0 nella seconda frazione. In una giornata che non ha offerto spunti particolari per entusiasmarsi, il fatto di aver condotto Djere a non saper più che cosa fare va a merito di Sinner. Nel secondo set, il serbo si è di nuovo fatto avanti, è risalito al 3-2, e ha costretto Sinner a ripartire. Il match è finito lì. Diciassettesima vittoria della stagione per l’italiano. Vale il secondo turno contro Struff o Dimitrov. Mentalità vincente, si dice così. Certo Sinner ne ha più di Djere, a questo punto della propria crescita. Ma ha anche più colpi, e tecnica. E più fisico. Mi piacerebbe che fosse dato al tennis quel che è del tennis… […] La vicenda cui fare riferimento è quella di Dominic Thiem, numero 3 appena due stagioni fa, poi sprofondato in un abisso di difficoltà dal quale sta cercando di riemergere (oggi è n. 106) senza troppo concedersi alla foga che sarebbe logico aspettarsi da chi abbia urgenza di risalire. Le sue sconfitte ormai vengono attribuite alla testa che non c’è più, e può darsi sia così. Ma potrebbero avere anche motivazioni diverse. Non riesce più a spingere la palla come faceva, per esempio, visto che ha subito un’operazione al polso dovuta proprio al tennis prodotto. Oppure, non gli va più di farlo, perché da numero tre del mondo si sentiva infelice, e ora che gioca con tanta pressione in meno è l’uomo più contento del mondo. Chissà… Negli anni Settanta il tennis obbligava a studiare gli avversari per poterli battere, dato che non c’era modo di farlo a suon di ceffoni… Ma quel tennis, mi dicono, era meno mentale di quello odierno. E sia. Mente per mente, anche Lorenzo Sonego aveva i suoi buoni motivi di preoccupazione a intrecciarsi con Dominic (lo chiamavano Dominator ricordate?) in avvio di un torneo che il torinese spera gli restituisca qualche punto in classifica insieme a un po’ della fiducia persa. Thiem è sempre stato un buon colpitore, e lo è anche oggi, che gli vada o meno di esserlo. Sonego ha più variabili da disporre sul campo, e Thiem di sicuro qualche possibilità in meno rispetto a una volta. Le difficoltà sul dritto incrociato, tra i suoi colpi migliori un tempo, sono sotto gli occhi, evidentemente è un colpo che lo obbliga a forzare una parte del proprio fisico in un modo che lui avverte pericoloso. Ci ha provato, ha rinunciato, e ha permesso a Sonego di prendere il sopravvento con il proprio drittoo, che è di suo quanto mai contundente. Su queste trame, un primo set giocato inizialmente alla pari, ha assunto contorni diversi, ma Thiem è riuscito a tenere fino al tie break, dove i buoni propositi non sono bastati. Servivano anche risorse fisiche e lucidità. Sonego è andato avanti 4-2, ma ha concesso un mini break su una volée più spiaccicata che lavorata ed è stato costretto a cancellare un set point all’avversario. Con due dritti strampalati Thiem ha dato una mano, per proseguire poi nel “copio dissolvi” del secondo set, mostrando quanto sia ancora in ritardo di preparazione. Sonego ha ringraziato. E ponto per Daniel Evans, britannico di buon tennis, ma spesso nervosetto. Anzi, velenosetto. Sonny l’ha già battuto (Vienna, 2020). Può farlo di nuovo. 

Continua a leggere
Commenti
Advertisement

⚠️ Warning, la newsletter di Ubitennis

Iscriviti a WARNING ⚠️

La nostra newsletter, divertente, arriva ogni venerdì ed è scritta con tanta competenza ed ironia. Privacy Policy.

 

Advertisement
Advertisement
Advertisement