Internazionali boom (Valerio Piccioni, La Gazzetta dello Sport)
Un’edizione «quasi Slam». Il conto alla rovescia per gli Internazionali d’Italia che partono l’8 maggio è già abbondantemente cominciato e il nuovo formato – 12 giorni anziché 8, 96 tenniste e tennisti e non più 54 – scomoda slogan impegnativi. Il Foro Italico si «moltiplica». Oltre ai due campi di gioco in più sul lato Lungotevere, la rivoluzione riguarderà l’area giocatori con tanto di ponte che li porterà dal Centrale all’area ristorante-relax-palestra tutta per loro vicino allo Stadio del Nuoto. Angelo Binaghi, presidente federale, esulta: «110mila biglietti già venduti, il 29 per cento all’estero. Vogliamo arrivare a 300mila. Con un movimento di 400 milioni di euro». Vito Cozzoli, presidente-ad di Sport e Salute, illustra gli «investimenti strutturali permanenti». E, ovviamente con mille condizionali, la copertura del Centrale? «Siamo nella fase di aggiudicazione, speriamo di dare l’annuncio quanto prima». I grandi numeri alimentano la fantasia: e se un domani vedessimo un Sinner o un Alcaraz nel vicino stadio dei Marmi Pietro Mennea? […] Torneo donne: entro tre anni il montepremi femminile raggiungerà quello maschile. Per Alessandro Onorato, l’assessore a Sport e Grandi Eventi, gli Internazionali simboleggiano un turismo che non è più «casuale» perché «a Roma non ci si deve venire una volta sola, ma tornarci». […]
Internazionali. «Roma, record da 400 milioni» (Ronald Giammò, Corriere dello Sport)
Più giorni, più campi, più giocatori, più introiti. E, non dovesse bastare, anche la benedizione di Papa Francesco per un’edizione degli Internazionali d’Italia, l’80^, che segnerà per la prima volta l’upgrade dell’evento proiettandolo verso un futuro che si annuncia ricco di sfide e nuovi traguardi. Sono questi i temi più importanti evidenziati nel corso della conferenza stampa di presentazione dell’evento, svoltasi nella cornice del Foro Italico, alla presenza di Angelo Binaghi (Presidente Fitp), Vito Cozzoli (presidente Sport e Salute), Alessandro Onorato (assessore allo Sport di Roma Capitale) e Elena Goitini (Ad di BNL). «Per noi questa è un’occasione speciale, per la prima volta le associazioni che governano il tennis ci consentono di avere tornei da due settimane con il doppio dei giocatori e delle giocatrici ai quali eravamo abituati. Un’opportunità che ci dà maggior prestigio», ha esordito Binaghi, che ha definito questo upgrade come un momento «che può cambiare ulteriormente la storia del tennis del nostro Paese». Per far fronte a queste nuove esigenze, il Foro si sta rifacendo il look in vista del grande debutto del 2 maggio, giorno in cui prenderanno il via le pre-qualificazioni del torneo che si concluderà domenica 21. «Quest’anno la superficie utilizzata è di 125 mila metri quadri mentre l’anno scorso eravamo fermi a 90 mila. I campi saranno 17, due in più dell’anno scorso», ha annunciato Cozzoli sottolineando come per questa edizione degli Internazionali il Foro Italico si appresti a diventare una cornice «sempre più moderna e sostenibile, per regalare entusiasmo a un pubblico da record». Previsione, questa, che si direbbe tutt’altro che azzardata, stando alle prime cifre fornite dal Presidente Fitp sulla prevendita dei biglietti: «Abbiamo avuto un incremento di vendite del 51% con più di 110 mila biglietti già venduti, di cui il 29% all’estero e il 46% fuori dal Lazio. Abbiamo incassato già 11 milioni e mezzo di euro e Frantumeremo il record di 20 milioni stabilito lo scorso anno – ha dichiarato Binaghi – Puntiamo a superare le 300 mila presenze. L’anno scorso il torneo generò un movimento di 285 milioni di euro con 235 mila spettatori paganti. Quest’anno l’indotto per il territorio dovrebbe essere di 400 milioni di euro». […]
Roma, un piccolo Slam (Dario Marchetti, Tuttosport)
Un nuovo sito, il doppio di giocatori e giocatrici per oltre 300 match spalmati su 12 giorni e non più 8: tutto questo sarà realtà tra poco più di un mese sulla terra rossa del Foro Italico per il via degli Internazionali BNL d’Italia. Un’80a edizione la cui “Road to Roma’ è cominciata già ieri con il rinnovo della partnership tra BNL e FITP per altri sei anni. Un accordo siglato alla presenza del presidente federale Angelo Binaghi, dell’ad di BNL, Elena Goitini, del presidente e ad di Sport e Salute, Vito Cozzoli, e dell’assessore allo Sport di Roma, Alessandro Onorato. «Renderà ancora più grande il torneo» ha promesso Binaghi prima di svelare alcuni dei dati che renderanno il Masters 1000 romano da record. «La prevendita va oltre le più rosee aspettative con un incremento delle vendite del 51% rispetto lo scorso anno – ha cominciato il numero uno del tennis – Sono già più di 110 mila i biglietti venduti, il 29% all’estero e il 46% fuori dalla Regione Lazio. Abbiamo già in cassa 11,5 milioni euro, che a un mese dall’inizio del torneo pareggiano il valore complessivo della prevendita dello scorso anno. Puntiamo a superare i 300 mila spettatori e i 20 milioni di incassi di biglietteria. Questo dovrebbe portare l’impatto sul territorio a oltre 400 milioni». Numeri che fanno sorridere Binaghi che, ripensando a circa 20 anni fa, ha svelato di quando parlò con Petrucci, allora presidente Coni, della possibilità di vendere il torneo. «Nel 2004 andai a chiedergli aiuto, altrimenti saremmo stati costretti a venderlo o affittarlo. La sua risposta fu “non si può vendere la Fontana di Trevi”. Ecco, noi siamo lo stato nel tennis e credo che non venderemo mai questo torneo». Gli Internazionali, inoltre, hanno avviato un processo storico che porterà il Master di Roma nel giro di tre anni ad avere lo stesso montepremi per donne e uomini. «Stiamo parlando di 8,3 milioni di euro, per ognuno dei tornei – ha sottolineato Binaghi – Significa andare oltre il 300% per il torneo femminile. È il completamento del percorso iniziato nel 2008 quando abbiamo investito sul canale tv Supertennis per dare la visibilità mai avuta al movimento femminile». […]
Al tennista di oggi serve una svolta. Giocare di meno per rendere di più (Paolo Bertolucci, La Gazzetta dello Sport)
Il tennis è diventato come tutti gli altri sport, molto più fisico, tanto da richiedere un maggior dispendio di energie piuttosto che di tecnica. Questo dato, naturalmente, sommato a calendari agonistici sempre più fitti ed esasperati, costringe l’atleta a prendere molti rischi per poi doversi, causa infortuni vari, fermare ai box. Così quest’anno praticamente non abbiamo ancora visto il vincitore dl 22 tornei dello Slam Rafa Nadal, per non parlare del secondo stop di Carlos Alcaraz, si è fermato pure Matteo Berrettini e una settimana l’ha saltata anche Jannik Sinner. Poi cl sono giocatori come Rune, Zverev e Tsitsipas che convivono da tempo con alcuni problemi non particolarmente gravi, ma sufficienti a impedire loro di poter dare il 100% in campo. A proposito del torneo di Montecarlo, che per molti rappresenta l’esordio sul rosso, dispiace davvero per il forfait di Nadal: sappiamo quanto ci tenga sulla terra battuta e cosa lo abbia costretto a rimandare il rientro. Anche l’assenza del canadese Auger-Aliassime era abbastanza prevedibile, mentre colpisce di più il nuovo stop di Alcaraz. Ma colpisce soprattutto coloro che non hanno visto la partita, o non hanno capito quale dispendio fisico e mentale ci sia stato in quella semifinale a Miami contro Sinner, tre ore e 17 minuti di battaglia che hanno finito per prosciugare I due. Il nostro giocatore lo abbiamo visto in chiara difficoltà quarantotto ore dopo nella finale contro Medvedev, perché non aveva ancora recuperato dall’enorme sforzo e si era svegliato più stanco del giorno precedente, con poca energia e con il serbatoio della benzina che ha iniziato a segnare rosso dopo appena tre, quattro game. Alcaraz lo avevamo visto in chiara difficoltà all’inizio del terzo set e non ha nascosto di essere incappato in problemi superiori a semplici crampi. Il fatto che dopo una visita medica sostenuta in Spagna sia stato costretto a dare forfait al torneo di Montecarlo, per colpa di un’artrosi traumatica alla mano sinistra e a un affaticamento ai dorsali, è la dimostrazione della durezza di questo sport e del fatto che i giocatori, anche i più giovani, dovranno prima o poi prenderne atto. Con una sola via d’uscita: modificare la programmazione in base agli Impegni, ma solo dopo aver ascoltato attentamente II proprio fisico. Giocare meno, essere in salute e rendere di più: deve essere questo lo slogan del tennista moderno. Non si può più pensare di presentarsi al via di tutti i tornei per guadagnare più soldi a scapito della salute. […]