Sul Corriere della Sera di giovedì 20 aprile Gaia Piccardi propone il resoconto di una sua intervista con Camila Giorgi, la giocatrice più popolare del movimento tennistico femminile. Temi trattati: hater, moda, famiglia sogni e … tennis.
Piccardi ricorda come Camila vanti quasi 700.000 follower, pronti a commentare le immagini di lei, più spesso fashion che non su un campo da tennis. “La mia vita non è solo sport” – spiega l’atleta di Macerata – “ci sono altri canali su cui seguire i risultati dei tornei. Sui social ho voglia di condividere di me altre cose”.
L’amore per la moda e cosa ben nota nell’ambiente e Giorgi sottolinea l’importanza della madre Claudia, talento creativo di famiglia. “Mamma, che non si interessa di sport, è il nostro lato artistico: il marchio Giomila è ormai ben avviato, oggi lei disegna i vestitini solo per me”.
Camila si dice impermeabile alle critiche e agli hater, e nel farlo difende il suo collega Matteo berrettini, recentemente bersaglio di attacchi per il suo fidanzamento con Melissa Satta. “dietro una tastiera” – afferma Camila – “si può nascondere chiunque e qualsiasi cosa. Anche una grande tristezza. Viviamo in un mondo così: si fa tutto nell’anonimato, di nascosto, è avvilente. C’è tanta invidia in giro, la gente parla senza conoscerci e senza sapere”.
Camila parla dell’importanza della famiglia, dei due fratelli Amadeus e Leandro e si profonde nell’ennesima difesa nei confronti del padre, reo secondo il popolo dei social di essere stato il principale limite della sua carriera. Lei non è d’accordo: “Si parla sempre del babbo, dicono che mi controlla, che è dispotico. Falso. Gli dedico ogni successo, mi allena da sempre, in me ha creduto sin dall’inizio: gli devo tutto. Non è vero che mi chiede di giocare fino a quarant’anni: non ho nessuna restrizione, l’ultima parola è sempre mia”.
Camila celebra l’importanza del focolare ricordando con gioia il viaggio in Argentina effettuato nello scorso finale di stagione, alla riscoperta delle radici dei suoi genitori e non ha imbarazzi, inoltre, nel confermare che di solito non segue il tennis (frase pronunciata a Merida, dopo la vittoria nel torneo): per lei il tennis è un lavoro e una vittoria, pur facendo ovviamente piacere, non le stravolge la vita.
Da ultimo i sogni: “«Ho tanti progetti, da costruire poco a poco. Mi piace scrivere per hobby: un romanzo per bambini è tra i miei sogni. Non mi metto fretta, giocherò a tennis finché ne ho voglia. Poi mi vedo in campo con i piccoli e le persone con disabilità. Un domani vorrei dedicarmi soprattutto a questo”.
Può sembrare scostante, ma quando parla così come si fa a non adorarla?