WTA Madrid, la campionessa Sabalenka: "Forse non è così noioso guardare i nostri match"

Flash

WTA Madrid, la campionessa Sabalenka: “Forse non è così noioso guardare i nostri match”

Per Aryna “il tennis femminile ha bisogno di vedere in maniera costante sfide tra la numero 1 e la numero 2”. Il cambio di passo sulla terra? Da Stoccarda 2021

Pubblicato

il

Aryna Sabalenka (sinistra) e Iga Swiatek (destra) - Madrid 2023 (foto Twitter @usopen)
 

Una finale che si candida prepotentemente al titolo di match WTA più bello dell’anno e una rivalità finalmente consolidata. In estrema sintesi è questo quanto ha consegnato il Mutua Madrid Open al circuito femminile. Mentre in campo maschile succede anche che un lucky loser arrivi per la prima volta all’atto conclusivo di un 1000, il 2023 si sta proponendo come l’anno in cui il tennis femminile acquisisce, dopo tanta ricerca, stabilità e regolarità grazie alle sue punte di diamante: Swiatek e Sabalenka, con Rybakina pronta a tornare a svolgere il ruolo di terzo incomodo non appena si giocherà nuovamente su superfici rapide. Potremmo essere davanti a un momento di svolta per il circuito WTA e Aryna, al settimo cielo dopo la vittoria in finale, è su questa lunghezza d’onda: “Credo che il tennis femminile abbia bisogno di questo tipo di costanza nel vedere la numero 1 e la numero 2 del mondo affrontarsi nelle finali. Credo che quando ci sono queste sfide, alla gente viene più voglia di guardare le partite. È fantastico e speriamo di continuare a fare quello che stiamo facendo in questa stagione”.

Non sono però di certo le uniche dichiarazioni interessanti rilasciate dalla bielorussa nell’ultima conferenza stampa della doppia settimana passata nel complesso della Caja Magica di Madrid. La numero 2 del mondo, ad esempio, ha espresso un parere ampiamente positivo sul nuovo format del torneo e ha spiegato il motivo per cui, ormai da qualche tempo, si trova a suo agio anche sulla terra (come dimostra il fatto di aver conquistato il secondo titolo in tre anni nella capitale spagnola). Di seguito tutte le parole più significative di Aryna.

D: Ricordiamo ancora la finale del 2021 con Ashleigh Barty, ma stasera il ritmo è stato davvero alto: moltissime risposte vincenti e tantissima intesità.

SABALENKA: Sì, è stato un match davvero molto intenso. Le partite contro Iga sono sempre delle battaglie. Lei mi spinge sempre al limite. Mi piacciono molto le nostre sfide. Spero che potremo giocare molte altre finali in questa stagione.

D: Congratulazioni, Aryna. Non ti chiederò nulla sulla partita. Voglio sapere qual è la tua opinione sul nuovo formato del torneo con due settimane e più giocatori?

SABALENKA: Mi piace molto, perché hai alcuni giorni di riposo in più. Naturalmente, in quelle giornate ci si allena ma abbiamo anche la possibilità vedere la città e di andare a cena fuori. Quindi è davvero un bene avere un giorno in più per il recupero.

D: Quanto sei soddisfatta del fatto che quando lei ha recuperato dallo 0-3 al 3-3 tu sei riuscita a mantenere la calma? È stato semplice?

SABALENKA: Non è stato affatto facile, ma mi aspettavo qualcosa del genere da Iga, sapevo che avrebbe lottato fino all’ultimo punto, che avrebbe provato tutto il possibile per vincere questo incontro. Per questo non ho perso la testa, ma non è stato comunque un momento facile per me. Sono molto felice di come sono riuscita a gestire mentalmente questa situazione e a continuare a lottare e a provare.

D: Quando hai giocato le prime volte contro Iga qualche anno fa e poi all’inizio della scorsa stagione sembrava che tu fossi molto frenetica perché volevi batterla a tutti i costi. Nelle ultime occasioni, invece, mi sembra che tu sia stata molto più calma. Quanto questa cosa è legata al cambiamento che hai avuto tu come giocatrice e persona ma anche al rispetto che hai per lei in termini di livello necessario per batterla?

SABALENKA: Sì, sicuramente la rispetto molto. È una grande giocatrice e quello che ha fatto la scorsa stagione e che sta continuando a fare mi ha motivato molto a migliorare, a continuare a lavorare sodo. Sono sempre partite molto belle contro di lei. Direi che quest’anno le partite sono completamente diverse da quelle dell’anno scorso. Sono migliorata molto e voglio davvero vincere contro di lei perché è una grande giocatrice. Ottenere questa vittoria, soprattutto sulla terra battuta, è qualcosa di incredibile. Sono davvero felice di essere riuscita a lottare contro di lei e a vincere… forse così non è super noioso per la gente guardare le nostre partite.

D: L’altro giorno hai detto che il piano era quello di essere più paziente rispetto a Stoccarda. Quanto hai rispettato questo piano oggi?

SABALENKA: Sì, credo di averlo seguito a pieno e credo che questa sia stata la chiave oggi. Non ho affrettato le cose, aspettavo un’occasione migliore per colpire in maniera più pesante.

D: Secondo me oggi si percepivano delle vibes da finale dell’Australian Open. Stavo guardando un paio di analogie. In Australia la durata del match è stata di 2 ore e 28 minuti. Oggi 2:26. Sono sicuro che non ci hai pensato. Ma quattro championship point prima di chiudere… questo ti suona familiare? Ci hai pensato durante l’ultimo game?

SABALENKA: In effetti sì, quando lei aveva la palla break nell’ultimo gioco ho pensato che mi ero trovata nella situazione a Melbourne. Allora mi sono detta ‘ok, l’ho fatto all’Australian Open, quindi posso vincere anche questa volta. Questo ricordo mi ha aiutata a rimanere concentrata e ad avere questa fiducia in me stessa. Sì, sicuramente questo match ricorda molto quello della finale dell’Australian Open (sorridendo, ndr).

D: All’inizio della settimana hai detto che ti piace giocare sulla terra battuta. Puoi parlarci del tuo percorso su questa superficie? In che momento hai capito che poteva essere adatta a te?

SABALENKA: Sì, mi piace molto giocare sulla terra battuta, perché ho più tempo a disposizione. Non è superveloce, quindi ho tempo per preparare i miei colpi più potenti. E poi gli scambi sono più lunghi e non si tratta solo di tirare forte. Devi lavorare su ogni punto e questo mi piace molto. Credo di aver capito che potevo giocare bene sulla terra l’anno scorso, o forse già nel 2021, quando ho raggiunto la finale di Stoccarda… ho pensato ‘Wow, forse i campi in terra sono adatti al mio gioco’.

Continua a leggere
Commenti
Advertisement

⚠️ Warning, la newsletter di Ubitennis

Iscriviti a WARNING ⚠️

La nostra newsletter, divertente, arriva ogni venerdì ed è scritta con tanta competenza ed ironia. Privacy Policy.

 

Advertisement
Advertisement
Advertisement