Alessandro Giannessi invecchia bene come il buon vino: "Ho la mentalità giusta per migliorare ancora" [ESCLUSIVA]

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Alessandro Giannessi invecchia bene come il buon vino: “Ho la mentalità giusta per migliorare ancora” [ESCLUSIVA]

Il giocatore spezzino che ci ha parlato della sua carriera e dell’amico Lorenzo Musetti: “Può entrare in top 10”

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Alessandro Giannessi - Cagliari 2023 (foto Francesco Panunzio)
Alessandro Giannessi - Cagliari 2023 (foto Francesco Panunzio)
 

Battere un argentino sulla terra battuta non è mai pratica semplice, tantopiù se questi si chiama Marco Trungelliti che sul sacrificio e sulla combattività ci ha costruito una carriera. Quindi Alessandro Giannessi dopo il 3-6 6-3 6-4 con cui ha superato il primo turno del Challenger di Francavilla era piuttosto soddisfatto e noi ne abbiamo approfittato per fare quelle due chiacchiere che ci aveva promesso il giorno prima.

Buongiorno Alessandro, una vittoria sofferta che conferma come questa stagione sia per te estremamente positiva.

“Vero, sono molto soddisfatto. Quest’anno sono partito bene e ho preso subito ritmo con le due semifinali nei Challenger argentini. E per il mio tipo di tennis giocare molte partite è fondamentale”.

Poi c’è stata la vittoria di Zara.

“Quella è stata davvero un’ottima settimana. Vincere un torneo ti dà sempre tanta fiducia. Poi ho battuto l’ungherese Zsombor Piros che aveva appena vinto due tornei consecutivi e in finale un Sebastian Ofner in gran forma”.

Qui a Francavilla hai dei buoni precedenti.

Sì, l’ho giocato una sola volta nel 2017 e feci finale, combattendo delle autentiche battaglie. Come una battaglia è stata la partita di oggi contro Trungelliti”.

Adesso ti tocca Benoit Paire. Cosa mi puoi dire di lui, al netto dei problemi che l’hanno afflitto negli ultimi anni?

Lo conosco da tanti anni ed è veramente un bravissimo ragazzo. Poi in campo è un giocatore difficile che ti fa giocare poco e male. Del resto non è che sei arrivato in top 20 per caso”.

A proposito di classifiche, proprio nel 2017 hai toccato il tuo best ranking alla posizione n.84 ATP. Adesso sei un po’ sceso in classifica (è n.230) e hai 32 anni. Che obiettivi ti poni?

L’obiettivo è di tornare ad un ranking migliore di quello attuale. Non so dirti esattamente dove, ma penso di avere il tennis per tornare a ridotto della top 100. Ovvio che centinaia di altri giocatori hanno lo stesso obiettivo e tutti giocano bene e si allenano alla grande. Il tennis odierno non è per niente facile”.

Ma la voglia c’è ancora?

Sicuramente sì. Il desiderio di competere fa la differenza e se arrivano i risultati e stai in salute è tutto molto più facile”.

Diversi tuoi coetanei, anno più anno meno, si sono recentemente ritirati. Matteo Viola mi confessava come gli pesasse sempre più preparare i bagagli e lasciare la famiglia. Anche tu hai un bimbo piccolo (il simpaticissimo Lorenzo, ndr).

“Ho la fortuna di riuscire a portarli spesso con me, grazie al fatto che in Italia ci sono tanti tornei e che mia moglie, essendo libera dal lavoro da un paio d’anni, mi aiuta a organizzare queste trasferte famigliari”.

Premesso che mi piace molto il tuo tennis, secondo te cosa ti è mancato per fare un ulteriore salto di qualità?

“Probabilmente per tanti anni mi ha un po’ zavorrato una carenza importante dal lato del rovescio. Poi il mio tipo di tennis è molto dispendioso e dunque non è facile riuscire ad essere sempre aggressivi. Adesso che ho la maturità giusta sto provando a migliorare sotto questi due aspetti. In ogni caso essere riuscito ad entrare in top 100 non è un risultato banale, anche se ultimamente in Italia siamo abituati molto bene”.

A proposito di essere abituati bene, il tuo compagno di allenamenti è stato per lungo tempo Lorenzo Musetti.

“E continuiamo ad allenarci assieme molto volentieri quando siamo entrambi in zona La Spezia”.

Ultimamente ho profetizzato che Lorenzo a fine anno sarà n.1 d’Italia e top 10. Cosa ne pensi?

“Può essere tranquillamente anche se Sinner è bello tosto, per cui è più facile che entri in top 10 che non diventi il n.1 in Italia. Sono comunque due fenomeni anche se con due personalità e due percorsi completamente diversi. Posso solo dire che siamo molto fortunati ad avere due campioni così. Spero che potremo continuare ad ammirarli per tanti anni”.

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