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“È impossibile dire quale sia la cosa giusta da fare, ma ovviamente è un Grande Slam. Vorrei avere l’opportunità di giocare”. Questo diceva Andy Murray a proposito della sua eventuale partecipazione al Roland Garros dopo la sconfitta con Andrea Vavassori al primo turno di Madrid. Con l’obiettivo di fare (molto) bene a Wimbledon, il proprio “storico” non era d’aiuto a Andy nel prendere la decisione; infatti, in Church Road aveva vinto nel 2013, anno in cui aveva saltato Parigi, e nel 2016, quando aveva raggiunto la finale.
Quando stanno per cominciare le qualificazioni del secondo Slam dell’anno, Murray ha scelto di tirarsi fuori dal torneo dove ha giocato l’ultima volta nel 2020, perdendo nettamente all’esordio da Stan Wawrinka, che lo aveva battuto in semifinale nella precedente apparizione, tre anni prima.
Fuori un campione Slam, dunque, dentro un azzurro: era successo lo stesso anche sabato con il forfait di Marin Cilic che ha dato il via libera a Fabio Fognini. Questa volta tocca a Matteo Arnaldi, attuale n. 99 del ranking, che farà così il suo esordio in un main draw di uno Slam, dopo aver perso al turno decisivo sia a Melbourne sia a New York. Non aveva invece trovato particolare spazio il nome dell’alternate entrato al posto di Rafa Nadal, forse (ma non è detto) perché il ritiro del maiorchino ha favorito un altro vincitore Slam, Dominic Thiem.
