ATP Umago: Lehecka non lascia scampo a Thiem. Vince anche Wawrinka

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ATP Umago: Lehecka non lascia scampo a Thiem. Vince anche Wawrinka

Solido e aggressivo, Jiri Lehecka va ai quarti contro Arnaldi superando Dominic Thiem, incapace di consolidare il break nel secondo set. Ancora lontano dal suo miglior tennis, l’austriaco non smette di crederci: “Non è diventato più facile vincere Slam senza Roger e Rafa, ma ci sto lavorando…”. Wawrinka in crescendo contro Coria, ora Carballes

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Jiri Lehecka – ATP Umago 2023 (foto: Roberto dell'Olivo)
 

Da Umago, il nostro inviato

[1] J. Lehecka b. D. Thiem 6-3 7-5

È un Jiri Lehecka molto solido e sempre determinato a mantenere il controllo degli scambi quello che supera in due set Dominic Thiem, 6-3 7-5 in cento minuti. Pronto a prendere la rete (con ottimi risultati) ogni volta che si procurava l’occasione, Lehecka ha cercato, riuscendoci, di rimanere vicino alla linea di fondo, che è sempre una buona idea contro qualsiasi versione di Thiem (“come mi aspettavo, giocava veloce, piatto, senza allontanarsi dal campo” avrebbe detto Domi dopo la sconfitta). La versione di questo giovedì istriano è stata quella altalenante a cui siamo purtroppo abituati da un paio d’anni per colui che qui a Umago era imbattuto (aveva partecipato solo nell’anno del titolo, il 2015), con il dritto che non è più esiziale come un tempo – o, almeno, non lo è con la stessa continuità (“oggi ne ho colpiti di fantastici facendogli male, ma a volte non ottengo abbastanza da quel colpo”).

Primo set – Jiri rischia solo in avvio

Lehecka esce indenne dal game di apertura in cui annulla un vantaggio esterno. Commette qualche errore perché non ci pensa due volte a entrare quando vede anche il minimo spiraglio e vuole comandare. Thiem, che all’ingresso in campo era stato accolto da un boato dagli spalti, ne riceve un altro quando tiene il servizio dell’1-1: d’altra parte, qua ha vinto, è campione Slam ed è un bravo ragazzo (“non è mai facile giocare contro un nice guy” dirà poi il suo avversario). L’entusiasmo non si ripete dopo un paio di giochi, perché un bimane ceco lungolinea e un doppio fallo valgono il break a Jiri e la splendida smorzata austriaca inside-out conta solo per gli highlights. Lehecka prende spesso la via della rete, smeccia al volo un lob che cade dal decimo piano (come esempio di sicurezza) mentre Thiem non trova le necessarie contromisure. Nessun problema per il ventunenne n. 33 ATP (best ranking) al momento di chiudere con la battuta sul 5-3.

Secondo set – Thiem sale, brekka, ma poi…

Il primo punto non promette bene: l’ex n. 3 del mondo palleggia finché l’altro non entra facendo un buco – serve qualcosa di più. E infatti lo tira fuori, risalendo di carattere da un 15-40 che, sebbene precoce, rischiava di spianare la strada a Lehecka, ancora molto centrato. Thiem è più continuo ora e Jiri pare risentirne: la volée dopo la battuta è bella, profonda, pulita e tatticamente sbagliata, l’approccio un po’ più timido e in entrambe le occasioni viene trapassato da Domi che sale 4-2.

“Ho iniziato il game successivo con un doppio fallo, l’ultima cosa che vuoi fare in quella situazione” spiegherà il campione dello US Open 2020. Se poi ci aggiungi altri tre gratuiti, in un attimo rovini l’ottimo sesto gioco e ti ritrovi 4 pari. Riesce a tenere per il 5-4, ma si disunisce in quello che (spoiler) sarà il penultimo game, mandando Lehecka a servire per i quarti di finale. Un game caratterizzato dalla tensione perché, dopo due prime unreturned, Lehecka mette a referto il primo doppio fallo e un altro non forzato. Gioca con il freno a mano, ma l’attacco di Thiem in controtempo è troppo avventato. Altra seconda sbagliata sul match point e Domi ha la palla per rientrare. Jiri piazza l’ace, approfitta di un dritto austriaco che no, non puoi tirarlo largo, e chiude con il serve&volley. “La cosa importante è averla gestita bene dopo i due doppi falli” ci dice Jiri. “Era un momento cruciale, c’è una grande differenza tra il doversi giocare il tie-break e chiuderla lì”.

Ad attendere Lehecka ai quarti, venerdì alle 16.30, c’è Matteo Arnaldi, sconfitto in modo netto nell’unico precedente, lo scorso novembre alle Next Gen Finals. Entrambi sono cresciuti parecchio in questi mesi e le condizioni di gioco sono completamente differenti. Tuttavia, pur non essendo un amante della terra battuta, per la prima testa di serie “le condizioni sono adatte al mio gioco, posso avvicinarmi alla riga di fondo perché i campi sono ottimi e i rimbalzi regolari”.

Per quanto invece riguarda il classe 1993, attualmente n. 112 del ranking, venerdì andrà a Kitzbuhel, il torneo di casa. Quindi, viviamo davvero in un universo in cui Dominic Thiem non vincerà il Roland Garros o abbiamo ancora la chance di vederlo alzare la Coppa dei Moschettieri? Potremmo lasciare la domanda in sospeso, ma la poniamo direttamente a lui: “Non so, non è affatto facile. Giocavo il mio miglior tennis e perfino allora non ce l’ho fatta, ho trovato due volte Rafa in finale. Tutti dicevano ‘quando non ci saranno più Roger e Rafa diventerà più facile vincere uno Slam’, ma ora ci sono Alcaraz, Sinner, nuovi ragazzi davvero forti, quindi non so, non ne ho idea”. Ma ci stai lavorando? “Sì” risponde, con una decisione che lascia pochi dubbi.

[6] S. Wawrinka b. F. Coria 7-5 6-1

“Sono diventato sempre più aggressivo con il procedere del match” commenta Stan Wawrinka dopo la vittoria in due set su Federico Coria, 7-5 6-1 in poco meno di un’ora e mezzo. Un primo parziale combattuto, con Wawrinka due volte in vantaggio di un break e altrettante incapace di capitalizzare. Quando ha servito sul 5-3 (iniziando con un doppio fallo, “l’ultima cosa da fare” l’ha definita qualcuno), Stan si è arrabbiato parecchio con l’arbitro che gli ha chiamato il disturbo (hindrance) sul drittone che l’avrebbe portato sul 40 pari perché ha esultato troppo presto. “Siamo alla fine del set, non vuoi perdere un punto in quella maniera, ma è stato un mio errore, colpa mia” ha poi ammesso in sala conferenze. “Ma sono felice di quello che ho fatto dopo: mi sono concentrato sul match e su me stesso e ho iniziato a giocare meglio”.

Dopo due break non sfruttati (oltre ai tre set point in risposta da sinistra sul 5-4), il terzo è stato quello buono – anche perché, arrivato al dodicesimo game, non ha avuto bisogno di ulteriori conferme. Coria ci mette un errore, The Man tre catenate (il rovescione si prende anche l’applauso argentino) e il primo parziale è stato finalmente sigillato. Il secondo diventa presto una formalità e Wawrinka si prende i quarti contro Carballes Baena, battuto (per ritiro) una settimana fa in Svizzera.

Gli altri incontri

(dal nostro inviato a Umago Ilvio Vidovich)

Nel primo match della giornata sul Grandstand, lo spagnolo Roberto Carballes Baena faceva valere le sue maggiori qualità sul rosso rispetto al giapponese Taro Daniel (anche se in uno dei tre precedenti sul mattone tritato, nel 2018, era uscito sconfitto: vero è che si trattava di Gstaad, dove l’altura cambia le classiche condizioni di giochi su questa superficie, velocizzandole). 6-3 6-1 il punteggio per il 30enne tennista di Tenerife, che dopo aver perso il servizio nel game di apertura ha concesso un paio di palle break nel turno di battuta successivo e poi ha letteralmente dominato il match, senza rischiare più nulla (a parte una palla break nel quarto gioco del secondo, ma quando era già avanti di un break). Sempre sullo stesso campo – dopo il match di doppio che ha visto uscire sconfitto l’italiano Bortolotti, in coppia con l’olandese Verbeek, contro la coppia sloveno-croata composta da Rola e Serdarusic, per 10-8 nel long tie-break decisivo – si è disputata la sfida tra l’altro tennista iberico Jaime Munar e l’ungherese Fabian Maroszan. A uscire vincitore è stato lo spagnolo n. 104 ATP che ha concesso una sola palla break, nel quarto gioco del secondo set già in vantaggio 2-1: prima solida e punto in controllo, come in controllo è stato per lui l’intero match. Con il 6-4 6-3 in un’ora e mezzo, si è guadagnato la sfida contro Lorenzo Sonego, venerdì sul Grandstand non prima delle 19.30.

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