A. Murray b. L. Sonego 7-6(3) 6-0

Iniziano i segni ‘meno’ tra le reclute azzurre. Fuori all’esordio sul cemento canadese Lorenzo Sonego, battuto da Andy Murray in 2h8′ di gioco con un risultato finale di 7-6(3) 6-0. Sarebbe da spiegare cos’è successo tra primo e secondo parziale, eppure il ventottenne torinese è riuscito a farci abituare a certi paradossi: si tratta del quarto 6-0 subìto in carriera a livello ATP (il primo contro Rublev al Roland Garros di quest’anno dopo avergli rimontato due set a zero, il secondo contro Karatsev a Bastad nel 2022 e il terzo contro Carreno Busta – anche lì 7-6(7) 6-0 – a Wiston-Salem nel 2019). Buona la versione del britannico che, tra tenacia (quando c’è stato da stringere i denti) e coraggio (quando c’è stato da attaccare), fa suo il posto al secondo turno contro il vincente tra Felix Auger-Aliassime e Max Purcell.

Primo set: Sonego prende male le misure e Murray cavalca l’onda

Partenza come da programma: Sonego che tiene il turno di battuta e Murray che si difende (ma non troppo) in un’appendice di rodaggio. Sul 40-0 del game successivo, il britannico sbaglia una volée di rovescio con cui contava di tenere il servizio a zero; non ha comunque problemi a chiudere in suo favore. In un gioco che alterna colpi da fondocampo a smorzate sottorete, il terzo game è conteso ai vantaggi: l’azzurro riesce a farlo suo dopo una palla break sfumata per l’avversario. Gioco falloso da parte di entrambi il quarto: è di Murray il primo doppio fallo del match, ma Sonego gli va incontro con risposte (quasi) sempre lunghe; finisce ancora ai vantaggi, stavolta in tasca al britannico. Prosegue l’altalena fino al 4-3 per Sonego. Poi un altolà: Murray tira fuori dalla racchetta un tennis una sequenza di colpi aggressivi ed esplosivi insieme, si prende il nono game e ci prova anche con quello successivo. Non ci riesce. Compie però un’impresa più grande nel decimo gioco: tiene aperta la partita annullando due set point. Parità dopo parità, si arriva al tie-break. Alle palle ancora lunghe dell’azzurro il britannico risponde con linee chirurgiche: un buon occhio (e un buon braccio) che vale il parziale. Eppure anche nel tiebreak sembrava essere partito bene: 2-0 con minibreak. Invece ha poi perso 6 punti di fila. D’altra parte Murray è sempre stato un vincente, altrimenti…senza veri “vincenti” non avrebbe vinto 3 Slam, non sarebbe riuscito a diventare n.1 del mondo quando tutti gli altri Fab erano in attività.

Secondo set

L’azzurro perde di colpo concentrazione e controllo, poi anche il match. Una chiara situazione di sfiducia, salvo che emergano problemi fisici per ora non rivelati.

Si apre conteso il secondo parziale, di cui Murray riesce a tenere ai vantaggi il primo turno di battuta. Ma chi si aspetta il secondo round di un’altra grande lotta, sbaglia. Lo scozzese mette in fila quattro game di fronte all’azzurro che nel terzo gioco appare in seria crisi. Si lascia sfuggire l’occasione di un possibile break sul 30-0 del quinto gioco, perde quasi completamente le misure del campo, commettendo errori grossolani e dà via libera all’avversario. Si va cinque giochi a zero. L’epilogo è presto detto: il solito Sonego che lotta fino al tie-break nel primo parziale e si affievolisce nel secondo. Su Murray, nient’altro da dire che già non si sappia. Ma alla sua età e con i problemi che ha avuto è un fenomeno di tigna, di determinazione.