Questo 2023 ha visto finora tanti giocatori salire alla ribalta, scalare le classifiche, disputare finali e tornei entusiasmanti. Tra questi, senza dubbio, Tomas Etcheverry, capace di arrivare al n.30 del ranking mondiale e soprattutto ai quarti di finale del Roland Garros, ottenendo il risultato più importante della carriera negli Slam. Proprio il risultato parigino è stato un crocevia fondamentale per la carriera (e la vita) del n.2 argentino, come è venuto fuori anche dall’intervista che ha rilasciato a Clay Tennis. “I quarti al Roland Garros mi hanno dato molta fiducia in me stesso“, conferma Etcheverry, “so di poter competere con i grandi giocatori. Ma è già un torneo passato, devo guardare avanti e continuare a vincere nei grandi eventi. A Wimbledon sono arrivato solo al secondo turno, ma si sa com’è l’erba: ci sono momenti in cui ti senti benissimo, e altre volte non riesci a muoverti bene, non riesci a colpire una palla. Devo aggiungere più esperienza sulla superficie. Stavo per giocare al Queens, ma ho scelto di tornare a casa dopo Parigi per riposarmi un po’ e stare con la mia famiglia. Venivo da quattro mesi di tour davvero estenuanti“.
Anche in termini economici la gran prestazione dell’argentino (fino a quest’anno abituato a ben altri palcoscenici), che gli ha permesso di guadagnare 400.000 dollari, è un punto di riferimento che può rivelarsi fondamentale: “Il premio del Roland Garros significa molto per me. Ed è ancora più significativo per i sudamericani. È molto complicato per noi, perché non riceviamo mai aiuto da niente, è difficile trovare sponsor e quelli che li hanno sono fortunati. È un sollievo iniziare a guadagnare quei soldi, perché pagherai i debiti che hai e poi avrai un po’ più di libertà. È una sensazione a cui non sono abituato, siamo sempre con il minimo“. E proprio queste difficoltà, in fondo, sono la base anche per il gioco e la grinta che appartengono ai tennisti argentini, testardi, mai domi, lottatori fino alla fine. “Abbiamo sempre prodotto giocatori senza aiuti economici“, spiega il n.31 del mondo, “che è molto importante. Il fatto che ci costi tanto, ci rafforza anche. Siamo giocatori molto tosti, che non rinunceranno a nessuna palla, e questo paga, a lungo termine. Ci sono molti giocatori che stanno entrando in gioco grazie all’aiuto di Horacio de la Peña e Dove Men+Care, che hanno organizzato molti tornei. Ne arriveranno altri e cambierà la situazione non solo per l’Argentina, ma anche per il Sud America“.
Etcheverry è un ragazzo d’oro, genuino, sempre molto disponibile, e soprattutto ha una grande amicizia con Francisco Cerundolo, l’unico argentino classificato più in alto di lui attualmente (n.20 vs n.31). E non poteva mancare un riferimento, che si costituisce come spunto di riflessione, a quella che è comunque una sorta di competizione: l’essere n.1 d’Argentina. “Francisco è un mio grande amico“, racconta Etcheverry, “siamo cresciuti insieme, quindi avere il privilegio di competere per questo e muoverci verso l’alto in queste classifiche è qualcosa che sognavamo da quando eravamo bambini. La competizione non è contro di lui, per niente, ma con me stesso. Cercherò di arrivare il più in alto possibile ed è lì che devo concentrarmi. Quello che fa Fran mi motiva. Quando lo vedo raggiungere ciò che sta ottenendo, mi rende felice perché se lo merita, perché so quanto abbiamo lavorato duramente da quando eravamo bambini. E questo mi motiva perché so di poterlo fare anch’io. E ci sono molti altri che hanno vinto. Guarda Seba Baez, Pedro Cachin. Fede Coria è rimasto infortunato, ma continua a esplodere. Per non parlare di Diego (Schwartzman), che non è nel suo momento migliore, ma sta comunque facendo bene“.
Un anno fa di questi periodi Etcheverry era n.90 al mondo, senza aver mai neanche battuto un top 50 (primo Karatsev a Tel Aviv nel settembre 2022). Ha scalato 60 posizioni, vinto contro due top 20 in tre giorni e raggiunto una finale nel circuito. Risultati di vero spicco, e chissà che gli allenamenti con Murray a Madrid non siano parte di questo successo. “Ho parlato un sacco con Andy“, spiega Tomas, “dopo che gli ho perso contro al primo turno di Indian Wells, è venuto a parlarmi. Mi ha parlato del mio livello, del mio tennis, mi ha detto un paio di cose su cui migliorare e lavorare. È un gentiluomo, una persona eccezionale e mi ha anche aiutato ad allenarmi perché condividevamo alcune cose. Con uno come lui è un privilegio“.