Per gli appassionati di numeri e primati, eccone uno nuovo di zecca e guarda caso c’è sempre di mezzo Djokovic. Grazie al successo per 6-3 6-2 negli ottavi di finale del Western & Southern Open di Cincinnati sale a ben diciannove vittorie contro Gael Monfils su altrettanti precedenti a livello ATP. Qualcuno ben informato potrebbe non scomporsi: il serbo ha ottenuto un numero superiore di risultati positivi contro altri giocatori in carriera, ma non sta qui la particolarità. Infatti, basta far cadere l’occhio sulla colonna delle sconfitte di Djokovic in questo particolare scontro diretto e scovare un numero ben poco lusinghiero per Monfils: 0. Nessuna vittoria del francese contro il serbo, nonostante alcune dure battaglie negli Slam finite al quarto o quinto set (inclusa la semifinale folle dello US Open 2016).
Il raggiungimento di quota 19-0 permette a questi due di tenere il record nella speciale categoria degli scontri diretti con la maggior percentuale di vittorie, staccando di una lunghezza il 18-0 tra Rafael Nadal e Richard Gasquet. A completare il podio di questa speciale classifica con 17 vittorie e 0 sconfitte ci sono gli incontri tra Bjorn Borg e Vitas Gerulaitis, Ivan Lendl e Tim Mayotte, Roger Federer e David Ferrer e lo stesso Federer e Mikhail Youzhny.
Categoria valutabile in modi diversi, che possiede le classiche due facce della medaglia: soddisfazione per chi vince, tristezza se non smacco per chi perde. Sembra, però, che il nuovo recordman Monfils abbia visto una terza via: cercare di scherzarci su. Che giornata storica sarebbe senza un ricordo di quanto accaduto? Ecco, quindi, che il francese si è fatto autografare la maglietta della sconfitta dal suo inarrivabile avversario. Tutto vero, nessuno scherzo, anzi Djokovic che si presta alla cosa e scrive “Sorry, not sorry” con un paio di smile accanto alla propria firma. A volte nello sport succede anche questo.
Sara Zabeo