Djokovic-Alcaraz, la finale infinita. Ma è solo il quinto match più lungo al meglio dei tre set

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Djokovic-Alcaraz, la finale infinita. Ma è solo il quinto match più lungo al meglio dei tre set

La finale-maratona di Cincinnati entra nella top5 delle partite più lunghe di sempre al meglio dei tre set a livello ATP. Il primato resta di Roger Federer e Juan Martin Del Potro

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Novak Djokovic - Cincinnati 2023 (foto Twitter @CincyTennis)
 

La finale del Western & Southern Open tra Novak Djokovic e Carlos Alcaraz, vinta in rimonta dal fuoriclasse serbo, ha toccato picchi di pathos incredibili. In quella che molti considerano la partita più bella dell’anno – specialmente per via di un terzo set stellare – Nole e Carlitos non si sono risparmiati, restando in campo per 3 ore e 49 minuti. Un’autentica battaglia, una guerra di nervi prima ancora che una semplice partita di tennis, vinta sul filo di lana da chi, di questi match, ne ha già giocati a bizzeffe.

La vittoria a Cincinnati ha consegnato a Djokovic nuovi record, elencati qui con grande precisione da Giuseppe Di Paola, il cui contributo è stato fondamentale anche per la stesura di questo articolo. Ci siamo chiesti, dunque, quali fossero stati i match più lunghi di sempre a livello ATP, considerando soltanto le partite al meglio dei tre set. Ricordando che il record assoluto appartiene a John Isner e Nicolas Mahut, il cui primo turno a Wimbledon 2010 (vinto dallo statunitense) durò 11 ore e 5 minuti, abbiamo stilato una top5 degli incontri che sono durati di più nel circuito maggiore, partendo proprio dalla supersfida di domenica sera/notte. Tutti i minutaggi delle partite in questione sono stati verificati su atptour.com.

#5 (ex aequo): Alcaraz-Djokovic, Cincinnati 2023

Tutto ciò che si poteva dire a proposito di Alcaraz-Djokovic è già stato ampiamente detto. Un match clamoroso, incerto fino all’ultimo istante e ricco di ribaltamenti di fronte, in cui Nole è riuscito anche a superare un colpo di calore. I rimpianti sicuramente non mancano per Carlitos, che ha di fatto rimesso in partita il suo avversario con un passaggio a vuoto sul 7-5 4-2, non riuscendo poi a concretizzare un match point nel tie-break del secondo set. Tie-break che è poi stato vinto dal serbo, che dopo 3 ore e 49 minuti ha trionfato 5-7 7-6(7) 7-6(4), lasciandosi andare in un’esultanza alla Carlos Berlocq, con la t-shirt strappata di forza al termine del match.

 

#5 (ex aequo): Klizan-Youzhny, San Pietroburgo 2012

A pari merito con la finale di Cincinnati troviamo un match durato tanto uguale, ma forse leggermente meno spettacolare. Non ce ne vogliano Martin Klizan e Mikhail Youzhny – con il russo che è stato anche top10 nel 2008 – ma la location e la posta in palio erano un tantino diverse. Torniamo indietro di undici anni e andiamo virtualmente a San Pietroburgo, dove Youzhny e Klizan, rispettivamente n°1 e n°3 del tabellone, si giocano l’accesso alla finale dell’ATP250 russo. Ad attendere il vincitore di questa sfida c’è Fabio Fognini, che però non riuscirà a conquistare il titolo, venendo fermato in finale dallo slovacco. In 3 ore e 49 minuti Klizan rimonta e batte il padrone di casa, sconfiggendolo 6-7(11) 6-4 7-6(3).

#4: Cherkasov-Gaudenzi, Tel Aviv 1993

Il quarto match al meglio dei tre set più lungo nel circuito maggiore risale ad esattamente 30 anni fa, precisamente alla sfida tra Andrei Cherkasov e l’attuale presidente dell’ATP Andrea Gaudenzi. L’italiano aveva battuto all’esordio il n°3 del seeding Brad Gilbert, attuale allenatore di Coco Gauff, e il padrone di casa Eyal Ran, presentandosi ai quarti di finale contro il russo Cherkasov, testa di serie n°5. Al termine di un match pazzesco, Gaudenzi non riuscì a far sua la partita, arrendendosi 6-7(6) 7-6(2) 7-5 dopo tre ore e 54 minuti. In semifinale il russo pagò la maratona precedente e cedette al n°2 del tabellone Amos Mansdorf, poi sconfitto in finale da Stefano Pescosolido, che coronò con un successo una settimana pazzesca in cui eliminò le teste di serie numero 1, 2, 4 e 6.

#3: Nadal-Moya, Chennai 2008

Per un solo minuto sul gradino più basso del podio ci sono Rafael Nadal e Carlos Moya, che all’alba del 2008 lottarono per quasi quattro ore nella semifinale dell’ATP250 di Chennai. Oggi sono dalla stessa parte, con il secondo a ricoprire il ruolo di allenatore del primo, ma allora non esitarono a spingersi al limite, dandosi battaglia per tre ore e 55 minuti. Alla fine fu Rafa ad imporsi in tre tie-break, salvando ben quattro match point al primo torneo stagionale. Finì 6-7(3) 7-6(8) 7-6(1) per Nadal, che arrivò stremato alla finale del giorno seguente, venendo letteralmente spazzato via da Mikhail Youzhny. Il russo, in uno dei momenti migliori della sua carriera, stravinse la finale col punteggio di 6-0 6-1, infliggendo a Nadal la peggior sconfitta della sua carriera.

#2: Nadal-Djokovic, Madrid 2009

Dove ci sono lotta, grinta e resistenza c’è anche Rafael Nadal, che non si accontenta e, dopo la nostra medaglia di bronzo, si prende anche quella d’argento. Poco più di un anno dopo Chennai, lo spagnolo torna protagonista di un’autentica maratona, una delle partite più belle, intense e spettacolari del decennio. Parliamo della semifinale del Masters1000 di Madrid contro Novak Djokovic, che ancora oggi rimane l’incontro più lungo al meglio dei tre set disputato a livello ‘1000’, nonché il più lungo tra le partite con tie-break al set decisivo. Quel giorno nella capitale spagnola si toccarono picchi di tennis clamorosi, con il padrone di casa che riuscì in qualche modo a rimontare un set di svantaggio e soprattutto a cancellare tre match point, prima di imporsi 3-6 7-6(5) 7-6(9) dopo 4 ore e 3 minuti. A proposito di match estenuanti, Djokovic ebbe poi la sua rivincita tre anni dopo, quando all’ultimo atto dell’Australian Open 2012 batté Rafa dopo 5 ore e 53 minuti, vincendo la finale Slam più lunga di sempre.

#1: Federer-Del Potro, Londra 2012

La partita più lunga di sempre nel circuito maggiore al meglio dei tre set è stata in realtà una partita atipica. Siamo alle Olimpiadi di Londra 2012 e sull’erba dell’All England Club, su quegli stessi campi che tre settimane prima avevano ospitato il torneo di Wimbledon, si affrontano Roger Federer e Juan Martin Del Potro. È un match importantissimo perché permette a chi lo vince di assicurarsi una medaglia olimpica, dato che la sfida tra lo svizzero e l’argentino è una semifinale. Dopo essersi spartiti i primi due parziali, Roger e Juan Martin non danno segni di cedimento e, in assenza di tie-break sul 6-6 al terzo, proseguono ad oltranza. Alla fine, dopo 4 ore e 26 minuti, Federer trionferà 3-6 7-6(5) 19-17, abbandonandosi in uno splendido abbraccio con il suo rivale al termine del match. In finale, unico incontro che si disputava al meglio dei cinque set, le pile dello svizzero erano comprensibilmente scariche. Il beniamino di casa Andy Murray trovò così la strada spianata verso il suo primo oro olimpico in singolare, con cui si prese anche la rivincita per la sconfitta patita appena tre settimane prima in finale a Wimbledon.

Fuori dal circuito ATP: Challenger, qualificazioni e le 4h41 in un ITF a Cancun

Nella compilazione della nostra classifica abbiamo scelto di attenerci soltanto al circuito ATP per via della difficoltà a reperire dati ufficiali per quanto riguarda le categorie minori (non che trovarli per il circuito maggiore sia stato facile, anzi!). Meritano comunque di essere citate, ad esempio, le 4 ore e 13 minuti che pochi mesi fa, al Tennis Club Cagliari, sono servite al francese Ugo Humbert per battere 6-7(11) 7-6(7) 6-4 il giapponese Taro Daniel. Non è però un record a livello Challenger, visto che la partita più lunga rimane quella disputata poche settimane prima da Calvin Hemery e Alexis Galarneau, vinta 6-7(8) 7-6(4) 7-6(4) dal primo dopo 4 ore e 21 minuti.

Sponstandoci nell’universo delle qualificazioniquelle dello US Open, tra l’altro, sono pronte a partire – c’è un match che potrebbe contendere lo scettro a Federer e Del Potro. Si tratta del secondo turno di quali del Roland Garros 2015, che diventerà l’incontro con più giochi disputati nella storia del tabellone cadetto parigino. In campo ci sono Pierre-Hugues Herbert e il nostro Andrea Arnaboldi, che si sfideranno per due giorni senza esclusione di colpi. Alla fine trionferà l’italiano, capace di imporsi 6-4 3-6 27-25 in un terzo set che, ancora una volta, non prevedeva il tie-break decisivo. In diverse cronache si afferma che la durata della partita sia di 4 ore e 30 minuti esatti, mentre sul sito ATP a questo incontro vengono attribuiti quattro minuti in meno (4h26, come il match delle Olimpiadi di Londra).

Niente male infine, nel mondo ITF, la sfida tra Tiago Cação e Peter Goldsteiner ad ottobre 2018, risoltasi in 4 ore e 24 minuti in favore del primo col punteggio di 7-6(10) 3-6 7-6(7). Il record assoluto appartiene però al britannico Giles Hussey e al francese Constantin Bittoun Kouzmine, che sono riusciti a rimanere in campo addirittura per 4 ore e 41 minuti. A fine 2021 Hussey trionfò 6-7(7) 6-4 7-6(4) nel match più lungo di sempre al meglio dei tre set, giocatosi a Cancun a nei quarti di un torneo ITF.

(Ha collaborato Giuseppe Di Paola)

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ATP Shanghai: Fognini e Schwartzman tra le wild card

Il tennista ligure sarà il quinto italiano presente in tabellone, dopo Jannik Sinner, Lorenzo Musetti, Matteo Arnaldi e Lorenzo Sonego

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Fabio Fognini - US Open 2023 (foto USTA/Brad Penner)

Dal 2 al 15 ottobre tornerà sotto ai riflettori il Rolex Shanghai Masters, penultimo appuntamento 1000 dell’anno, assente dal panorama tennistico da quasi un lustro. Infatti, l’ultima edizione risale al 2019 e il campione fu Danil Medvedev, che ai quarti di finale sconfisse proprio Fabio Fognini in due set.

Con un tabellone adeguatosi alle direttive ATP per quanto riguarda l’estensione, il torneo ha potuto concedere cinque wild card e una ci interessa da vicino. Dopo un periodo un po’ arduo a causa di un infortunio, del successivo rientro in campo nei Challenger e, infine, dell’esclusione dalla Coppa Davis, Fognini torna a giocare in un tabellone ATP e lo fa proprio a Shanghai con una wild card assegnatagli dagli organizzatori. Tenterà, dunque, di scalare ancora una volta la classifica, come d’altronde vorrà fare anche Diego Schwartzman, anche lui ex top ten che negli ultimi mesi non se la sta passando molto bene a livello di risultati.

Per quanto riguarda gli altri tre inviti, gli organizzatori hanno prevedibilmente concesso la corsia preferenziale a tre giocatori di casa: il primo è il giovanissimo classe 2005 Juncheng Shang, poi sarà presente il ventunenne Yunchaokete Bu, mentre per finire l’onore di esordire in un tabellone 1000 lo avrà anche Rigele Te, attualmente numero 494 al mondo. I primi due, invece, si trovano rispettivamente al 160esimo e al 187esimo scalino del ranking, e cercheranno senza alcun dubbio di onorare la wild card caricandosi con il pubblico di casa durante i loro match. Grande responsabilità, quindi, ma anche enorme occasione di brillare sotto le stelle della bandiera cinese.

 

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ATP Astana: Shevchenko vince facile, Medjedovic sfrutta il ritiro di Djere

La WC di casa Mikhail Kukushkin non sfrutta un match point nel secondo set e si arrende a Borges. Prima vittoria da fidanzato per Alexander Shevchenko

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Alexander Shevchenko - Foto Daniele Combi

Al via anche l’edizione 2023 dell’Astana Open, torneo che l’anno scorso vide alzare il trofeo a Novak Djokovic, che invece quest’anno ha preferito riposarsi e magari giocare a golf nel periodo pre Finals. I pochi match che si sono giocati nella prima giornata hanno visto sfidarsi il neofidanzato di Anastasia Potapova, Alexander Shevchenko, con l’olandese Botic van de Zandschulp non proprio nel suo miglior periodo di forma. Infatti, il n.85 ATP ha sempre mantenuto il controllo del match, imponendosi per 6-4 6-3 in un’ora e trentotto minuti, nei quali ha performato leggermente meglio dell’avversario sia in risposta che al servizio.

Dettagli che gli hanno permesso di vincere il primo scontro diretto con l’avversario – tornando al successo in una partita di un main draw ATP dopo quasi due mesi, ossia dal 500 di Washington – e di accedere al secondo turno, dove se la vedrà con il giovane serbo Hamad Medjedovic. Quest’ultimo ha sfruttato il ritiro del connazionale Laslo Djere, quando il primo era sopra 6-3 2-1 nel punteggio, per passare il turno e onorare la WC ricevuta, proprio come ha fatto Shevchenko.

Più intenso ma anche più infelice alla fine dei conti è stato l’incontro tra il beniamino di casa – sempre WC – Mikhail Kukushkin e il portoghese Nuno Borges, opposti in campo per la prima volta l’uno contro l’altro. È da tempo ormai che il tennista kazako ex n.39 al mondo si dedica principalmente al circuito Challenger, ma nonostante questo il giocatore portoghese ci ha messo quasi tre ore per arrivare al successo, che ha ottenuto con lo score di 5-7 7-6(6) 6-4.

 

Il 36enne russo, naturalizzato kazako, nel tie-break del secondo parziale era arrivato a match point, ma non è riuscito a chiudere lasciando così il passo al suo avversario, che nel terzo set gli ha strappato il servizio in apertura mantenendo poi il break fino alla fine. Per Borges sfida al secondo turno contro il vincente del match Korda-Popyrin.

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ATP Next Gen, Race to Jeddah: tanta Francia tra i possibili partecipanti al torneo arabo

Si disputerà a Gedda l’edizione 2023 delle Next Gen Finals. Ecco la situazione aggiornata

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Arthur Fils – Coppa Davis 2023 (credit: Getty Images for ITF)

Si comincia a fare i calcoli anche in chiave ATP Next Gen Finals. Dopo 5 edizioni il torneo riservato agli 8 migliori under 21 della stagione si sposta da Milano a Gedda, in Arabia Saudita. Data per certa la partecipazione di Alcaraz alle Finals torinesi e per possibile quella di Rune, è giusto allargare a 12 l’elenco degli attuali migliori giovani dell’anno, tra i quali appare per la prima volta tra i migliori 10 il francese Arthur Cazaux.

Dietro i primi due della classifica, c’è la bella scoperta di Ben Shelton esploso agli US Open e che si è messo in evidenza anche alla “Laver Cup”. Il classe 2002 americano precede di appena cento punti il nostro Lorenzo Musetti (la cui adesione all’evento rimane tutta da verificare).

Quinto in classifica Arthur Fils, salito attualmente al n. 44 nel ranking ATP. Tanta la differenza tra il francese e il quinto in classifica, il suo connazionale Luca Van Assche, classe 2004, uno dei più giovani della Top Ten. Ma se in Coppa Davis la Francia ha appena dovuto digerire una pesante eliminazione, Oltralpe possono consolarsi con la crescita delle giovani leve.

 

Pochi i punti che separano il francese da Stricker, ben 21 per la precisione, settimo in classifica. A chiudere la Top Ten c’è Alex Michelsen, un altro talento americano da tener d’occhio. Al nono posto del ranking valido per la Next Gen c’è Hamad Medjedovic, classe 2003,  che ha 11 punti di vantaggio sul francese Cazaux, per la prima volta in Top Ten, e 32 sull’azzurro Flavio Cobolli. Altro francese in dodicesima piazza, Terence Atmane pronto a subentrare in caso di assenza di qualche “big”.

Brandon Nakashima vinse l’edizione 2022: l’americano è stato il quinto campione delle Next Gen Finals, l’ultima manifestazione tenutasi a Milano.

PosizioneGiocatoreNazionePuntiNato nelClassifica ATP
1AlcarazSpagna817520032
2RuneDanimarca305520034
3SheltonUSA1455200220
4MusettiItalia1345200218
5FilsFrancia953200444
6Van AsscheFrancia597200469
7StrickerSvizzera576200290
8MichelsenUSA5182004110
9MedjedovicSerbia4852003120
10CazauxFrancia4742002125
11CobolliItalia4532002122
12AtmaneFrancia3762002147

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