Sinner, mirino su Alcaraz. Ai quarti come un anno fa? (Paolo Bertolucci, La Gazzetta dello Sport)
La speranza è che quanto successo ieri pomeriggio, quando Alcaraz e Sinner si sono allenati insieme sull’Arthur Ashe, possa ripetersi anche tra una decina di giorni. Il sorteggio dello Slam newyorkese, infatti, ha inserito i giovani rivali dalla stessa parte del tabellone, con una possibile sfida incrociata nei quarti di finale. Esattamente come un anno fa, quando Carlitos si impose dopo cinque set di livello altissimo, annullando un match point all’azzurro nel quarto set, una ferita che Jannik si è portato dietro per un bel po’, considerando che lo spagnolo ha poi vinto il torneo. Inutile dire che i due sono tra i protagonisti più attesi di questa edizione degli Us Open, da campione in carica (lo spagnolo) e da fresco campione del Masters 1000 canadese (Sinner), il trofeo fin qui più importante del campione altoatesino, una perla che lo ha definitivamente introdotto tra i big che puntano ai traguardi più alti. Peraltro, pur da testa di serie numero 6, il percorso del nostro giocatore non è sicuramente privo di insidie. Dopo il tedesco Hanfmann all’esordio, gli toccherà probabilmente un derby con Sonego (cui tocca un qualificato), e sappiamo quanto possa essere complicata, soprattutto mentalmente, una sfida tra connazionali. Se il tabellone seguirà le indicazioni della classifica, agli ottavi Sinner incrocerebbe Zverev, un primo significativo test per saggiarne le ambizioni. Il tedesco a New York ha giocato la finale nel 2020, non è ancora tornato il giocatore di prima dell’infortunio di 14 mesi fa, ma il rendimento è in crescita e per superarlo occorrerà una versione dell’azzurro sicuramente vicina a quella del Canada. Il secondo azzurro per ranking è Musetti, atteso sulla carta da due turni abbordabili prima di un eventuale sfida a Fritz. Poteva andare meglio, invece, a Matteo Berrettini, che sulla sua strada troverà subito una testa di serie, il francese Humbert (29). Il transalpino è certamente dotato di buone doti tennistiche, i suoi tagli mancini possono dare fastidio a molti, ma fin qui non è ancora riuscito a compiere il salto di qualità che si pronosticava quando apparve sul palcoscenico maggiore. Le sorti della sfida dipenderanno molto dalle condizioni di Berrettini: se sarà a punto fisicamente, senza risentire delle lunghe pause forzate di questa disgraziata stagione, il romano con la sua potenza dovrebbe risultare poco gestibile dall’avversario e lanciarsi verso un terzo turno interessante contro Rublev. Nella parte alta, quella di Alcaraz e Sinner, va ovviamente monitorato con attenzione il sempre imprevedibile Medvedev, che possiede le qualità per inserirsi con autorevolezza nella lotta per il titolo; tuttavia, dopo aver vinto il torneo nel 2021, il russo per tante ragioni non ha più raggiunto quel picco di rendimento, anche se il cemento resta indubbiamente la sua superficie d’elezione. Nella parte bassa, c’è un’autostrada per Djokovic, il cui rivale più accreditato, Rune, è alle prese da tempo con limitanti problemi fisici. Il serbo, scottato dal ko di Wimbledon, sarà assetato di rivincita e la possibilità di allungare ancora su Nadal nel numero di Slam vinti gli fornirà benzina ulteriore. Alla fine, ritengo che un risultato diverso da una vittoria di Alcaraz o di Nole rappresenterebbe una. sorpresa.
Alcaraz vs Sinner, si replica (Gianluca Strocchi, Tuttosport)
Il loro avvincente testa a testa, dodici mesi fa, quando Jannik Sinner arrivò a un punto dal successo contro Carlos Alcaraz, è considerato la miglior partita del 2022. I due potrebbero ritrovarsi di fronte, sempre nei quarti, agli US Open. Il sorteggio ha infatti collocato il 22enne di Sesto Pusteria nello spot dello spagnolo n.1 del mondo, che comincerà la sua difesa del titolo con il tedesco Dominik Koepfer e con i britannici Daniel Evans e Cameron Norrie come prime teste di serie negli ipotetici 3° e 4° turno. Più irto di insidie il cammino dell’azzurro n. 6 del mondo, che si presenta nella Grande Mela dopo aver conquistato il suo primo Masters 1000, a Toronto. Sinner esordirà con il tedesco Yannick Hanfmann e poi si prospetta un derby tricolore con Lorenzo Sonego, che attende un qualificato. Per la “Volpe” eventuale 3° turno con il veterano Stan Wawrinka, quindi probabile ottavo con Alexander Zverev finalista nel 2020, sempre che il tedesco superi ostacoli quali Andy Murray o Grigor Dimitrov. […] Matteo Berrettini è inserito nel secondo quarto, quello presidiato da Daniil Medvedev che nel 2021 negò il Grande Slam a Djokovic. Il romano, che ha colto la prima delle sue tre semifinali Slam nel 2019 sul cemento di Flushing Meadows, inizia la sua avventura con il francese Ugo Humbert, per poi vedersela con uno fra Rinderknech e Schwartzman e sfidare al 3° turno Andrey Rublev, sempre che il russo disinneschi la mina vagante Monfils. […] Nella parte bassa c”è Lorenzo Musetti, abbinato a un qualificato: per il carrarino probabile sfida al 3° turno allo statunitense Taylor Fritz. In questa porzione Stefanos Tsitsipas è chiamato a misurarsi con il canadese Milos Raonic con la possibilità di ritrovare al 3′ turno l’americano Christopher Eubanks, che lo ha eliminato nel quarti a Wimbledon. […] Cinque le italiane al via nel femminile, dove è 29^ testa di serie Elisabetta Cocciaretto, opposta a una qualificata e proiettata verso un 3° turno con la n.1 del mondo Iga Swiatek (per la polacca possibile quarto-rivincita con Coco Gauff, campionessa di Cincinnati). Subito sotto la marchigiana Jasmine Paolini è chiamata a misurarsi con la lettone Jelena Ostapenko (n.20). Nella meta superiore anche Elena Rybakina, proiettata verso un quarto con Maria Sakkari, attesa prima dalla neo Top 10 Karolina Muchova. Camila Giorgi sfida la statunitense Jessica Pegula, n.3 del mondo, Mattina Trevisan inizia il suo percorso contro Yulia Putintseva, mentre Lucia Bronzetti ha pescato la ceca Barbora Kreicikova (n.12), vincitrice del Roland Garros 2021, in un’ultima sezione che dovrebbe vedere ai quarti Aryna Sabalenka e Ons Jabeur finalista 12 mesi fa.
Sinner, “non mi resta che vincere” (Paolo Rossi, La Repubblica)
Numero 6 del mondo a 22 anni, 8 tornei già vinti (di cui un Masters 1000), una semifinale Slam (a Wimbledon) e quarti di finale negli altri tre, Jannik Sinner si prepara al gran finale di stagione: US Open e poi — si spera — Atp Finals e Coppa Davis per gradire. Jannik, si immaginava tutto ciò una decina di anni fa, in macchina con i suoi genitori dalla Val Pusteria verso Bordighera?
Quel viaggio… i bagagli, la macchina… man mano che ci avvicinavamo alla Liguria cominciai a piangere.
Ebbe dubbi, ripensamenti?
No, quello no, ma mi dispiaceva lasciarli. Quando i miei ripartirono li vidi preoccupati, così ogni venti minuti li chiamavo per dir loro che era tutto a posto.
Lo fu davvero?
Beh, i primi tre, quattro giorni furono davvero duri, poi cominciai ad adattarmi, anche molto velocemente: imparai a far la spesa, la lavatrice, le cose semplici che servono per sopravvivere. Mi adattai come faccio in campo. Credo che non avrei potuto fare cosa migliore. Sono contento del percorso che ho fatto, non solo dei risultati ma anche come persona, e credo forse conti un po’ di più dei risultati che sto raggiungendo. Felice di come mi hanno fatto crescere i miei genitori, questa è la cosa più importante.
II cui messaggio era…?
È sempre stato uno, e sempre molto chiaro: lavorare sodo e andare verso la propria strada, quella più giusta per me.
E siamo a oggi, n. 6 del mondo.
Non abbiamo mai programmato la scalata del ranking… credo di essere cresciuto tantissimo, soprattutto quest’ultimo anno: abbiamo fatto tante cose in modo diverso, investito nella parte fisica, ma anche in quella squisitamente tecnica, perché ho tante cose in cui devo crescere e lo sappiamo. Abbiamo lavorato tanto sul servizio, ma stiamo cambiando anche altre due, tre cosine. Ma la cosa più importante ora è lavorare tanto, in qualità e quantità. Poi, certo, sono numero sei del mondo ed è un ottimo risultato.
Coach Vagnozzi aveva detto che l’obiettivo di quest’anno era il pass per Torino, le Atp Finals.
Vero. E per il momento sono messo abbastanza bene, ma proviamo a finire così la stagione. […]
Ci pensa qualche volta? Prima era il ragazzino-allievo, oggi è il manager, e anche il cuore, della sua stessa azienda, il centro di uno staff che lavora per lei.
Quando sei giovane non lo puoi capire, no. Perché pensi totalmente ad altre cose e ascolti. Io ero bravo ad ascoltare, e lo sono ancora. Ascolto i consigli tecnici e provo a realizzarli subito. Forse questo mi ha portato dove sono ora. Certo, anche nell’altro senso ora le cose un pochettino sono cambiate. C’è più confronto e, quando non capisco una cosa, ho voce in capitolo. C’è un confronto per trovare una soluzione giusta. Ora siamo tutti sulla stessa linea, cioè siamo una squadra: il fisioterapista, il preparatore, poi i due tecnici Darren Cahill e Simone Vagnozzi. Quando c’è un dubbio su cui discutere si parla tutti insieme, e insieme si mettono tutte le cose: quella è la nostra forza, il segreto del team. Simone è molto bravo nella parte tattica e tecnica dei colpi. Darren, che ha avuto più esperienza, sa parlare molto bene prima delle partite importanti, ti fa stare tranquillo. Ma tutti e due si capiscono molto bene. La cosa fondamentale, per me, è che loro due semplificano le cose, non le fanno mai diventare difficili e non c’è cosa migliore che potrebbero darmi. […]
Come fa a non farsi distrarre dai soldi o dalle enormi attenzioni che le riservano i fan?
Sinceramente? Sono sempre uguale, come persona, ho le mie passioni: ora mi piace giocare a golf, e poi mi piacciono tantissimo le macchine. Il mio vero, e unico regalo, è stata una Alpine. Ma non per farmi vedere in giro. Credo di essere un ragazzo normale.
Veramente il collega Bublik disse che non era umano…
Ah ah ah… questo è quello che vedete voi, ma io tranquillo non sono. Dentro di me ci sono i dubbi, mi pongo domande, mi incavolo e rosico quando non risolvo subito perché io sono uno che vuol fare le cose subito.
E in che lingua s’incavola, o sogna: In tedesco?
Da quando ho 13 anni tutti i miei ragionamenti sono in italiano. Ormai faccio fatica in tedesco. Con i miei amici parlo misto.
Gli amici.
Quelli veri sono dei tempi della scuola, sono gli amici che mi conoscono da sempre e per loro non è importante se sono il numero 6 o il 6000. Sono come fratelli, li sento tutti i giorni e quando ho bisogno di parlare loro qualche volta restano svegli anche la notte ad aspettarmi, come faccio io se qualcuno di loro ha bisogno. Per me l’amicizia è più importante che giocare una partita. Gli amici ti dicono le parole giuste: mi ricordano da dove sono partito, ti tengono su quando sei nella merda. Per me l’amicizia vuol dire tanto. […]