US Open: Nava impressiona ma vince Ruud. Fuori Rune con Carballes, ritorno alla vittoria Slam per Thiem

evidenza

US Open: Nava impressiona ma vince Ruud. Fuori Rune con Carballes, ritorno alla vittoria Slam per Thiem

Il qualificato statunitense Emilio Nava comanda il gioco e perde in quattro da Casper Ruud. Fuori forma e acciaccato, Holger Rune si schianta sull’ostacolo spagnolo. Prima match vinto da Dominic Thiem in un major da Melbourne 2021. Vince anche Ben Shelton

Pubblicato

il

 

D. Thiem b. [25] A. Bublik 6-3 6-2 6-4

Uno dei match più attesi – se non il più atteso – della giornata inaugurale della 143esim edizione dello US Open si è risolto piuttosto in fretta tanto da essere stato il primo del tabellone maschile a concludersi. Tra gli scenari da tenere in considerazione quando in campo c’è Bublik, del resto, non può mancare quello in cui il kazako smette presto di giocare con serietà e raziocinio perdendosi tra doppi falli e tentativi fallimentari di colpi spettacolari. Senza voler togliere meriti a Thiem, a tratti solido ed efficace come ai bei tempi, è quanto successo sul Grandstand quest’oggi e così l’austriaco ha vinto in meno di due ore un match potenzialmente da cinque set.

Si è quindi interrotta una striscia di sconfitte che si può definire senza remore drammatica per Dominic che aveva perso gli ultimi 6 incontri di primo turno negli Slam (l’ultimo vinto risaliva all’Australian Open del 2021). A rendere ancora più significativa questa affermazione di Thiem c’è anche il fatto che sia la sua prima a New York dalla vittoria in finale nel 2020. Alexander, invece, chiude lo swing nordamericano con zero vittorie.

I primi sintomi del Bublik svogliato sono apparsi nell’ottavo gioco del primo set quando Alexander ha deciso di ricorrere a una seconda di servizio dal basso per provare ad annullare una palla break che avrebbe mandato Thiem a battere per aggiudicarsi il parziale (il tutto, tra l’altro, dopo aver già commesso un’ingenuità lasciando andare un recupero dell’austriaco che pensava sarebbe terminato lungo). La scelta non ha ovviamente pagato e Dominic ha poi chiuso sul 6-3 nonostante due doppi falli che avevano concesso un’occasione di controbreak al kazako – in questo caso, però, incolpevole visto l’efficacia del dritto di Thiem negli ultimi tre punti del set.

I “Bublik moments” (in senso negativo) sono poi tornati nel terzo game del secondo parziale: dopo aver commesso il suo settimo doppio fallo, la 25esima testa di serie del torneo questa volta ha cercato di annullare la palla break a disposizione dell’avversario tirando a tutto braccio la sua seconda palla, ma Dominic è riuscito a parare (letteralmente) colpendo un rovescio a due mani addirittura vincente. Persa nel gioco successivo la chance di riportarsi in parità, sull’1-3 Bublik si è definitivamente lasciato andare ai suoi “giochi” tra battute dal basso e smorzate assolutamente sconclusionate. Il doppio break è così stato la premessa del 6-2 finale.

L’apice della follia kazaka è stato però raggiunto nel primo game del terzo set quando Alexander ha commesso ben quattro doppi falli omaggiando così del break l’avversario. Nel settimo game, Thiem ha brekkato di nuovo ipotecando la vittoria. In realtà, l’austriaco, al servizio per chiudere l’incontro sul 5-2, ha pagato un po’ di tensione – giustificata per il valore e il significato che avrebbe e che ha avuto per lui vincere – e ha così dovuto rimandare l’esultanza di qualche minuto, restando comunque al di sotto delle due ore: 6-3 6-2 6-4 dopo un’ora e 54 minuti di gioco.

B. Shelton b. P. Cachin 1-6 6-3 6-2 6-4

È durato 23 minuti l’incubo relativamente breve che stava vivendo Ben Shelton, alla sua seconda partecipazione allo US Open, sul campo 10. L’avvio del suo esordio contro l’argentino Cachin è stato infatti pessimo: nel primo set, l’americano ha ottenuto solo 10 punti (di cui appena quattro in risposta in altrettanti game) cedendo il parziale con il punteggio di 6-1. Ben ha però scacciato i cattivi pensieri (e anche i dubbi sulla sua condizione che stavano iniziando a prendere forma) sin dai primissimi punti del secondo set che ha iniziato con un parziale di 12 punti a 1 (portandosi sul 3-0 nel giro di otto minuti). Da lì in avanti il suo match è stato una nemmeno troppo lunga discesa verso il traguardo: dopo il 6-3 del secondo set, il terzo parziale è stato deciso da una striscia di cinque giochi consecutivi conquistati da Shelton dopo il game d’apertura, mentre nel quarto il giovane americano ha gestito al meglio il break ottenuto nel terzo game. Ben ha così ottenuto la sua prima vittoria nello Slam di casa e al secondo turno affronterà, in un match che promette spettacolo, Dominic Thiem (i due si sono già affrontati sulla terra dell’Estoril dove ha prevalso nettamente l’austriaco, ma sul cemento potrebbe essere tutt’altra storia).

R. Carballes Baena b. [4] H. Rune 6-3 4-6 6-3 6-2

Tra Wimbledon e New York, Holger Rune ha giocato e perso due match, a Toronto con Giron al terzo e a Cincinnati con McDonald, dove si è ritirato nel secondo parziale per un problema alla schiena. Insomma, il numero 4 del mondo era il primo in ordine di preferenze da incrociare ai quarti per Sinner (e per gli altri del secondo gruppo di teste di serie). Non che le possibilità danesi di arrivare tra gli ultimi otto fossero alte e il campo (il n. 5, che Holger si era già preoccupato di contestare sui social) lo ha confermato fin troppo presto, vedendo uscire vincitore Roberto Carballes Baena per 6-3 4-6 6-3 6-2 in due ore e 42 minuti. Bravo allora il trentenne di Tenerife ad approfittare di un avversario fuori forma e acciaccato (anche un MTO per lui), guadagnandosi per quinta volta in carriera il secondo turno allo US Open, finora ostacolo insormontabile.

IL MATCH – Non è certo partito nel migliore dei modi lo US Open di Rune che già non aveva nascosto la sua irritazione per essere stato collocato sul campo 5. Il danese ha ampiamente mostrato nel corso del primo set contro Carballes Baena un’importante carenza di fiducia: troppi gli errori da fondocampo nel corso di scambi a ritmi piuttosto contenuti, a cui si sono aggiunte anche scelte tattiche discutibili, testimoni della confusione presente nella testa del numero 4 del mondo. Tutto ciò lo ha portato a perdere il primo set con il punteggio di 6-3 dopo due break subìti e nessuna palla break conquistata (nonostante un modesto 50% di prime palle in campo fatto segnare da Carballes).

I tre break consecutivi all’inizio della seconda partita mettono a referto un Rune in vantaggio che, uscito indenne dagli attacchi spagnoli al sesto gioco, taglia per primo il traguardo. Nel terzo set, troppi errori danesi permettono a Carballes Baena di allungare sul 3-1. Il n. 63 ATP consolida, ma al cambio campo Rune fa chiamare il fisio che gli tratta (verosimilmente) gli ischiocrurali appena sopra l’incavo del ginocchio sinistro e poi si riprende il break. Non un grosso problema Carballes perché Holger sbaglia in uscita dal servizio e in palleggio, viene passato a rete e, con otto punti consecutivi, RCB torna avanti di un set.

Rune fa quello che può e Roberto anche, nel senso che tiene un buon ritmo, corre e sbaglia pochissimo. Tanto basta a Carballes Baena per concludere senza affanni il parziale e dunque il match, in attesa del vincente fra Lehecka e Karatsev.

[5] C. Ruud b. [Q] E, Nava 7-6(6) 3-6 6-4 7-6(5)

72 vincenti a fronte di 49 non forzati per Emilio Nava che conquista anche quattro punti in più dell’avversario eppure perde e pure in quattro set. Cose che capitano quando un ventunenne n. 151del ranking con due vittorie ATP in carriera affronta il finalista uscente, Casper Ruud, il quale si impone per 7-6(6) 3-6 6-4 7-6(5) in tre ore e 17 minuti. 27-21 il saldo scandinavo winners-unforced per una prestazione in linea con quelle di una stagione al di sotto delle aspettative.

IL MATCH – Non si è sicuramente presentato con grandi risultati a questo US Open il finalista della scorsa edizione Casper Ruud, ma non era comunque facile pronosticare una partenza così complicata contro il qualificato americano Emilio Nava. Il giovane (classe 2001) giocatore di casa è entrato in campo con la serenità di chi non ha nulla da perdere ma anche con la convinzione di poter fare il colpaccio.

L’americano ha subito fatto valere le sue doti al servizio e, a partire dal quinto gioco, ha iniziato a mettere in difficoltà Ruud lasciando andare il braccio anche in risposta. È arrivato così un primo break a cui poteva seguirne un altro sul 4-2. Da quel momento, però, i punti cruciali sono stati tutti appannaggio di Ruud che ha avuto il merito di non concedere più nulla nei momenti delicati. Casper è infatti riuscito a rientrare nel set nel game successivo e poi ad annullare due palle break sia sul 4-4 che sul 5-5. Nel tie-break Nava ha continuato a giocare bene ma sono bastate un paio di sbavature (in particolare un dritto in avanzamento giocato nella parte di campo dove Ruud lo aspettava) per permettere al numero 5 del mondo di far suo il set pur senza brillare.

Nel secondo parziale, Emilio continua a impressionare più dell’avversario ma, a differenza del primo, non regala nei momenti importanti e a Casper manca quella solidità indispensabile quando l’unica salvezza è sperare che l’altro la perda. Invece Nava esce indenne da uno 0-40 e un vantaggio esterno al terzo gioco per andare a segno in quello successivo. Questa volta si tiene stretto il break e pareggia il conto dei set.

La musica non cambia nella terza frazione, con Emilio che si prende più rischi e Ruud che rimane lì in attesa di un passo falso in battuta che arriva, irrecuperabile, al decimo game. Nel quarto set, Casper allunga 4-2, ma Nava mette a segno un puntazzo di quelli che “non posso perdere questo game” e infatti rientra nel match. Il numero 5 del mondo vince in difesa uno scambio fondamentale tutto nelle mani americane che gli permette di non rischiare il servizio. Il tie-break è un testa a testa per i primi nove punti, l’ultimo dei quali pesa perché Nava non può sbagliare quella risposta. Pesa anche di più la successiva risposta norvegese, un lobbone non si sa quanto voluto che punisce l’attacco californiano. Due match point e il secondo è quello buono per Ruud che ora trova Zhizhen Zhang. Il ventiseienne di Shanghai si è fatto recuperare due set di vantaggio da J.J. Wolf per poi chiudere 6-3 al quinto dopo quattro ore e mezzo.

(scritto con Michelangelo Sottili)

Continua a leggere
Commenti
Advertisement

⚠️ Warning, la newsletter di Ubitennis

Iscriviti a WARNING ⚠️

La nostra newsletter, divertente, arriva ogni venerdì ed è scritta con tanta competenza ed ironia. Privacy Policy.

 

Advertisement
Advertisement
Advertisement