US Open, Jabeur: “Gli allenamenti al caldo della Tunisia sono stati durissimi. Ma stanno pagando... Ora devo lavorare sul servizio”

Flash

US Open, Jabeur: “Gli allenamenti al caldo della Tunisia sono stati durissimi. Ma stanno pagando… Ora devo lavorare sul servizio”

“Questo torneo mi sta dicendo che sono pronta per arrivare sino in fondo” dice l’atleta nordafricana

Pubblicato

il

Ons Jabeur esce vincitrice da un incontro molto intenso con la ceca Marie Bouzkova nel terzo turno dello US Open e si dice pronta ad affrontare altri match come questo, grazie alla sua preparazione estiva.

D: congratulazioni Ons. Cosa vi siete detti a fine gara tu e Marie e quali sono stati i tuoi pensieri?

Jabeur: “le ho chiesto in che condizioni fosse e in particolare in merito all’infortunio. Lei è davvero una grande lottatrice, glielo riconosco. Spero stia meglio adesso. Il tennis è uno sport particolare, non vuoi mai arrenderti. Oggi ho avuto la meglio io, fortunatamente, e posso andare avanti per altre sfide”.

D: dopo una partita così lunga e intensa ti capita di pensare a tutto il tempo passato ad allenarti e a fare esercizi per migliorare la tua condizione fisica?

Jabeur “certamente. Penso soprattutto al periodo prima di arrivare In America. Ho una squadra splendida e abbiamo lavorato duro, soprattutto in Tunisia. Lì le condizioni climatiche erano tremende, caldo e umido insopportabili, ma non abbiamo mai mollato e penso che i risultati si stiano già vedendo”.

D: qual è la tua opinione in merito ai match programmati molto tardi di sera?

Jabeur: “è dura, non invidio chi è sul campo a quelle ore. È difficile prendere sonno subito dopo un incontro: l’adrenalina che ti circola in corpo te lo impedisce. Forse stasera mi addormenterò proprio guardando loro giocare”.

D: pensi che ci potrà essere qualche match semplice oppure il tuo stato di forma ti porterà soprattutto a giocarne di lunghi e lottati?

Jabeur: “non ci sono match facili ma mi piace la lotta e posso andare avanti giocando partite in tre set. È un grande torneo questo e ora mi sta dicendo quanto io sia forte e quanto fondate siano le mie ambizioni di arrivare fino in fondo”.

D: cosa hai pensato quando ti sei accorta che la tua rivale aveva dei problemi fisici? Tutto questo ha influenzato il tuo gioco?

Jabeur: “sì, mi ha influenzato. Non è mai semplice giocare contro un’avversaria infortunata. Ho cercato di osservarla per capire quali fossero i suoi reali problemi. L’ho vista a disagio nei movimenti per colpire il dritto, così ho cercato di giocare corto su quel colpo. Ad un certo punto ero più concentrata su di lei che su me stessa e mi sono dimenticata che nemmeno io ero fisicamente a posto. Quando l’avversaria non sta bene, la testa va lì...”.

D: su quale aspetto del tuo gioco lavorerai in questi giorni?

Jabeur: “non ho dubbi, sul servizio. Sarà indubbiamente quella la chiave, soprattutto se giocherò con una giocatrice che serve molto bene. E sulla risposta”.

D: nel tie-break del secondo set a un certo punto hai cambiato strategia. Hai deciso di prendere meno rischi e di muovere la tua avversaria, giusto?

Jabeur: “giusto. Le cose per me non si stavano mettendo bene all’inizio, credo di aver fatto quattro errori con il dritto. Stare dietro non stava pagando così ho cercato di accorciare gli scambi scendendo a rete e chiamando lei stessa a rete, soprattutto sul dritto. Ha funzionato e sono davvero felice”.

Continua a leggere
Commenti
Advertisement

⚠️ Warning, la newsletter di Ubitennis

Iscriviti a WARNING ⚠️

La nostra newsletter, divertente, arriva ogni venerdì ed è scritta con tanta competenza ed ironia. Privacy Policy.

 

Advertisement
Advertisement
Advertisement