La conferenza stampa della squadra italiana dopo il trionfale successo nel doppio contro la Serbia vede ovviamente Jannik Sinner assoluto protagonista e principale destinatario delle domande. Il numero 4 del mondo non si sottrae e ben volentieri descrive le emozioni di una giornata indimenticabile. “Forse non è il match della vita, ma sicuramente molto importante. È molto bello che l’ultima competizione dell’anno sia a squadre perché puoi ricevere tantissima energia dai compagni e dal pubblico”.
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Il campione altoatesino si sofferma poi sul singolare con Djokovic: “Ho iniziato davvero alla grande, poi nel secondo set lui, come era facilmente prevedibile, ha alzato il livello del suo gioco. Nel set decisivo ho cercato di aggrapparmi al servizio per poter aspettare l’occasione buona; finalmente è arrivata sul 5-5 e io l’ho sfruttata. Ero felicissimo per il team che potesse esserci un doppio decisivo”.
Non è possibile non affrontare l’argomento dei tre matchpoint: tutti vogliono sapere cosa possa essere passato per la mente di Jannik e come possa aver mantenuto il sangue freddo necessario per affrontarli con il piglio giusto. Sinner comincia osservando che “stavamo giocando con palle nuove da pochi minuti, quindi ho pensato che avrei potuto beneficiare di qualche punto facile con la battuta. Mi sono però trovato 0-40 e lui ha sbagliato un rovescio facile; forse questo suo errore mi ha dato coraggio per ottenere due punti con il servizio.
Sono contento” – prosegue Sinner, sollecitato sul fatto che probabilmente nessuno ha mai sconfitto Djokovic due volte in un pomeriggio – “prima del match abbiamo parlato di tattica e credo che sia servito molto. Sono fiero del fatto che ho saputo gestire le situazioni che si sono presentate durante la partita”. Non solo tennis, comunque, nei suoi pensieri: “domani avremo certo una grande opportunità, ma dobbiamo anche cercare di rilassarci e di sorridere, apprezzando la fortuna di essere qua”.
In merito alla finale di domenica Jannik opera esercizio di diplomazia limitandosi a dire che il capitano decide tutto e lascia la parola a Filippo Volandri, responsabile delle scelte tecniche. Il livornese “rassicura” Sinner: “Jannik è il nostro punto di forza, ci dà energia e fiducia in noi stessi. È un grande campione e soprattutto è un grande uomo. Quindi direi che sì, domani lo vedremo in campo (sorride)”. Il suo ultimo pensiero va alla squadra australiana, che domenica ci contenderà la coppa: “sono un gruppo forte e coeso, sono un team diverso da quello serbo. Ma prima di tutto dobbiamo pensare a noi stessi, rimanendo focalizzati su domani”.
Dopo le domande in inglese, tocca a quelle in italiano.
D. Come valutate il supporto del pubblico? Alla fine ha giocato contro Novak…
Sonego: “È stato speciale avere tanto pubblico dalla nostra parte, ci ha aiutato sicuramente sia a nostro favore, sia contro gli avversari che hanno sentito che era dalla nostra parte.”
Domanda di Scanagatta. Jannik, sapevi che Djokovic aveva perso solo tre volte annullando match point e mai tre consecutivi? E, Lorenzo, ti sentiresti di giocare singolo e doppio se te lo chiedessero?
Sinner: “Sei sempre più concentrato quando affronti i match point, ma dipende anche se sei 5.4 o 5-1. Le statistiche non mi interessano tanto, stavo servendo con palle abbastanza nuove. Se serve bene un punto gratis mi arriva – è arrivato sul 40-15 –, poi una buona volée sotto pressione e alla fine quel game mi ha dato tanta fiducia.”
Sonego: “Siamo una squadra completa, bisogna valutare. Deciderà il capitano.”
Il direttore ripete la domanda, singolo e doppio te la sentiresti?
Sonego: “Bisogna valutare…” [risate]
D. Cosa si prova a giocare una partita così, a vivere questi momenti… Avere l’uno un giocatore che un giocatore che finalizza e l’altro un giocatore che picchia e apre il campo. Che sensazioni avete avuto?
Sonego: “Siamo stati bravi a entrare sull’1-1 che non è mai facile, poi con un giocatore come Djokovic. Ci completiamo abbastanza. Da fondo lui lanciava missili e per me a rete era più facile. Abbiamo servito bene contro due che sanno rispondere.”
Sinner: “Siamo felici e abbiamo tanta voglia per domani. C’è una combinazione di tante cose che sentiamo, non solo noi tre ma tutto il team. Non pensiamo al problema di domani, abbiamo risolto quello di oggi. Passiamo tranquillamente la serata. Ci tocca fare un po’ di fisio. Ci sentiamo onorati di essere in questa posizione, non sono tanti quelli che possono giocare una finale di Coppa Davis. Siamo un gruppo giovane. Domani vediamo come va. L’anno scorso loro hanno giocato la finale e sanno come gestire certe cose, per noi sarà la prima.”
D. Torna un attimo a martedì 14 novembre quando hai messo il match point contro Djokovic alle Finals e a oggi. Come cambia tra un torneo individuale e con la squadra, quando fai quell’esultanza e guardi la panchina azzurra o il tuo angolo, puoi sottolineare delle differenze?
Sinner: “Quando giochi per te è diverso. A Torino è stata la prima che ho battuto Nole ed era più personale. Qua più che altro ho detto, siamo ancora vivi. Mancava un punto per essere fuori e possiamo parlare di questa vittoria. E domani far vedere di cosa siamo fatti. A prescindere, quando batti un giocatore forte o no, va tutto verso la squadra e oggi mi sono sentito subito così. Va bene che ho vinto io, ma abbiamo vinto insieme.”