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Sono passati quasi due giorni dall’impresa più grande del tennis italiano negli ultimi 47 anni. Meno di 48 ore dal rovescio in corridoio di Alex de Minaur e dal sorriso quasi commosso di Jannik Sinner, n.4 al mondo e costantemente più protagonista. Una gioia spropositata, come emerge dall’abbraccio istantaneo al suo punto di forza in squadra del capitano Filippo Volandri, che succede a Nicola Pietrangeli nei vincitori italiani della Coppa Davis dalla “cabina di regia”. Un momento storico, da imprimere a fuoco nella memoria. E l’ex n.25 al mondo, come si vede nelle belle parole, entusiaste ma ben lucide, rilasciate a Federica Cocchi per la Gazzetta dello Sport, sembra ben pronto a fissarla questa data.
“Non abbiamo festeggiato in maniera esagerata“, racconta il livornese, “anche perché eravamo abbastanza prosciugati a livello sia fisico, per la settimana intensa, che emotivo. Una cena carina nel resort dove alloggiavamo. Io sono andato a dormire abbastanza presto. Ci sono state risate, cori, qualche presa in giro. Tutto molto alla buona, proprio come la nostra squadra“. Una gioia da eroi nazionali, tanto da ricevere e…rifiutare un invito al Quirinale. “Per noi è un dispiacere grandissimo non riuscire ad andare“, spiega Volandri, “ci teniamo tantissimo ad essere ricevuti al Quirinale, perché questo invito dà ancora più valore alla nostra impresa. Purtroppo il 21 dicembre per i tennisti è una data complicata, Arnaldi in quella data è già in Australia e Sonego in partenza per giocare la ATP Cup, ed è giusto che ci siano tutti i protagonisti di questa vittoria. Ma dopo la lunga trasferta australiana saremo lieti di andare dal Presidente Mattarella quando potrà riceverci“.
Ma i protagonisti non sono solo quelli scesi in campo. Ad esempio Matteo Berrettini, presente a Malaga sugli spalti, e con il quale il capitano sogna di rialzare la coppa ma vedendolo in campo: “Vogliamo ripeterci e questa volta farlo anche con Matteo Berrettini. Meritava di essere anche lui con noi sul podio ad alzare il trofeo, come di apparire nelle foto ufficiali, ma il protocollo non lo permetteva. La sua presenza è stata molto importante. Ci ha aiutato in tutti i modi, e non è stato facile per lui, dopo un anno così difficile, stare a guardare gli altri giocare, combattere, soffrire, esultare. Ma lui è un ragazzo speciale e anche Jannik ha detto che vuole vincerne subito un’altra, con lui“.
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Sinner si è rivelato uomo squadra, trascinatore vero, protagonista assoluto, soprattutto sull’orlo del baratro, su quel 4-5, 0-40. “Quando Djokovic ha avuto tre match point contro Sinner“, ammette Filippo, “ho iniziato a pensare a come riprovarci il prossimo anno. Poi il nostro fenomeno ha ribaltato la situazione, ci ha tenuto in vita e insieme a Sonego ci ha portato in finale“.
Una vittoria che, però, porta la firma di tutti in egual misura, come ci tiene a sottolineare il capitano con delicatezza. Anche se una prestazione, forse perché inaspettata qualche mese fa, spicca più delle altre: “Non mi piace fare discorsi individuali perché ognuno ha dato il proprio contributo, però Matteo Arnaldi è stato bravissimo. Ricordiamoci che a inizio anno era 135 al mondo, e alla seconda chiamata azzurra ha vinto la Davis. Mi è piaciuto come ha reagito alla sconfitta contro Van De Zandschulp, si è aggrappato alla squadra per reagire e vincere un match difficilissimo con Popyrin“. Parole forti, da leader e “padre putativo”. Parole, soprattutto, che trasudano la consapevolezza che questo 26 novembre 2023 non sarà un caso isolato nel grande libro del tennis italiano e mondiale. Volandri è ben determinato a renderla la prima pietra di un lungo sentiero: “Tanti giovani, tutti disponibili ed entusiasti. Perché non provare ad aprire un nuovo ciclo?“.