Primo set – Due errori di Fils e due scambi lunghi fanno la differenza in favore di Van Assche
In un King Abdullah Sports City non molto più affollato rispetto agli incontri dei gironi, si gioca la prima semifinale tra i due talentini francesi Fils e Van Assche: probabilmente una finale anticipata o comunque quella che secondo i pronostici, e il seeding, doveva essere la finale. Nonostante l’assenza di riscaldamento sul campo (novità del regolamento di questa prima edizione araba delle Next Gen – in realtà, però, i giocatori effettuano il warm-up su un campo secondario), l’inizio è ottimo per entrambi. Sono solo due, infatti, i punti concessi dai giocatori in battuta nei primi quattro game.
Sembrerebbe quindi non esserci tempo per evitare il tie-break. E invece, con questo format, basta davvero poco per cambiare repentinamente la direzione di un set. Sul 2-2 Van Assche riesce infatti ad arginare la potenza delle prime del connazionale facendo sempre partire lo scambio. Un paio di gratuiti di Fils rendono allora delicata la situazione che si complica ulteriormente per il numero 36 del mondo perché i punti decisivi si giocano sul terreno dell’avversario: quello dello scambio prolungato da fondocampo. Luca si difende bene senza perdere troppo campo (tenendo botta soprattutto sulla diagonale di rovescio) e con un back insidioso provoca l’errore con il dritto di Arthur che lo porta a servire per il primo parziale. Il numero 70 del mondo coglie l’attimo e dopo 20 minuti è 4-2.
Secondo set – Fils reagisce e torna in partita
Forse scosso dalla fine del primo set, Fils non è impeccabile nemmeno in avvio di secondo. Il giocatore di Bondoufle evita comunque di compromettere subito il parziale (e a quel punto anche la partita probabilmente) e nel turno di battuta successivo ritrova anche buona continuità. Il momento negativo è quindi alle spalle e Arthur non perde tempo: sotto 2-1, Van Assche subisce la pressione del connazionale in risposta e concede due palle break. Sulla prima Luca è bravo e fortunato a rete, ma sulla seconda non riesce a contare sull’aiuto del servizio e ne paga le conseguenze. Fils torna quindi in battuta e sostanzialmente non fa toccare palla all’avversario: dopo 38 minuti di gioco si torna in parità.
Terzo set – Van Assche si ferma al set point, Fils domina il tie-break
Non si vedono grandi cambiamenti di scena nel terzo parziale. La differenza rispetto ai due set precedenti è però sostanziale nell’esito. Questa volta i due riescono infatti a tramutare il predominio dei servizi nell’approdo al tie-break, giusta conseguenza dell’equilibrio in campo e della buona qualità di entrambi. A dire il vero, però, si era andati molto vicini a una conclusione anticipata anche in questo caso: sul 2-3 Fils aveva corso un bel rischio commettendo un tipico doppio fallo da tensione sul 30-30, prima di annullare i due set point (il secondo sul punto secco) con un ace e con un bel dritto in spinta. Probabilmente rinvigorito da questo salvataggio, Arthur è poi autore di un assolo nel tie-break. Dopo il doppio fallo inaugurale, Van Assche assiste infatti inerme alle bordate di dritto del connazionale che dà prova del perché fosse considerato il grande favorito del torneo.
Quarto set – Van Assche ci prova fino in fondo ma Fils è superiore
Il numero 36 del mondo sembra adesso un treno in piena corsa. Per il livello espresso nel tie-break e nel primo game del nuovo set da Fils, si potrebbe pensare che Van Assche abbia vita breve in questa partita. Luca, però, non si dà assolutamente per vinto e con grande caparbietà resta in partita contando su una qualità di gioco per nulla intaccata dalla scottante conclusione del terzo. Il giocatore di origine belga non regala un quindici e, anzi, è Arthur a commettere qualche errore evitabile nei turni di risposta e ad abbandonare così le velleità di chiudere rapidamente i conti. Sul 3-2 in suo favore, però, Fils può lasciare andare il braccio contando sulla garanzia del tie-break e, in effetti, arriva a procurarsi un match point (anche se sulla parità): Van Assche risponde però alla grande trovando un vincente di rovescio colpito in controbalzo in uscita dal servizio (da posizione in cui praticamente chiunque avrebbe fatto un passo indietro per giocare di dritto).
Ad approcciare meglio il tie-break è, però, nuovamente Arthur che si porta sul 4-1 a suon di vincenti e colpi non così usuali per lui (come l’attacco in back). Un po’ di tensione gli impedisce però di mantenere il margine di vantaggio: Luca recupera e si salva anche su altri due match point a favore di Fils (il secondo auto-annullato da quest’ultimo, incappato in un errore di dritto in avanzamento dopo una buona prima). La quarta chance è però quella buona: questa volta Van Assche viene infatti tradito dal suo colpo migliore – il rovescio – che gli scappa lungo. Fils vola in finale dopo 1 ora e 40 minuti di gioco. Tra i finalisti delle precedenti edizioni solo Alcaraz (n. 32 nel 2021) e De Minaur (n. 18 nel 2019) avevano un classifica superiore alla sua.
[6] H. Medjedovic b. [3] D. Stricker 4-3(5) 2-1 rit.(di Pellegrino dell’Anno)
Non finisce come ci si sarebbe potuto aspettare, e auspicare, la seconda semifinale. Un set e qualche game promuovono all’atto conclusivo Hamad Medjedovic. Il serbo, che tante volte da junior ha sfidato Arthur Fils, ha sfruttato le condizioni non ideali di Dominic Stricker.
Sotto gli occhi di Bruguera e Grosjean, i coach del francese, lo svizzero è apparso in pessime condizioni sin dall’inizio: servizi molto meno potenti del solito, spostamenti quasi a fatica, ricerca del vincente per evitare lo scambio. Il serbo, spinto da Troicki in tribuna, ha giocato al massimo della professionalità, concedendo poco e comunque vincendo il primo set solo al tie-break. 7 punti a 5, con Stricker che addirittura avrebbe potuto operare un mini-break, sprecato con uno smash praticamente non tirato.
Non è andato molto oltre l’incontro, con i problemi dello svizzero rivelatisi più gravi di quanto ci si potesse aspettare. Stricker dopo aver subito il break, quasi da fermo, nel terzo game del secondo parziale, capisce che c’è poco da fare: al cambio di campo arriva il ritiro, che favorisce l’approdo di Medjedovic in finale in 35 minuti, primo serbo nella storia del torneo.
Rimane qualche rimpianto per la prestazione degli italiani, specie considerando il tennis mostrato da Luca Nardi, venuto a mancare in effetti solo nella partita con il n.94 al mondo. Ci si augura che non sia nulla di grave per lo svizzero, che con i 6 ace messi a referto si porta a casa la soddisfazione di recordman in questa statistica (62 totali) nella storia delle Next Gen Finals.