Park Tennis Club Genova storia e tradizione ligure. Pres. Ceppellini: "Come circolo abbiamo un forte legame con il territorio. Il campionato? Format da rivedere"

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Park Tennis Club Genova storia e tradizione ligure. Pres. Ceppellini: “Come circolo abbiamo un forte legame con il territorio. Il campionato? Format da rivedere”

Il Presidente commenta la stagione del circolo genovese: “Avevamo una squadra fortissima sulla carta, ma non abbiamo mai avuto la rosa al completo. La salvezza era l’obiettivo minimo. Siamo soddisfatti”

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Park Tennis Club Genova (foto: Ufficio Stampa Park Tennis Club Genova)
 

Uno dei maggiori centri economici e produttivi d’Italia è sicuramente Genova. La città, come tutta la Liguria, ha un legame speciale, con il tennis. Infatti, proprio in questa terra si trovano alcuni dei circoli più antichi d’Italia e molti campioni la scelgono come luogo dove allenarsi.

In questa stagione di Serie A1 maschile era presente un’unica squadra ligure al via, stiamo parlando del Park Tennis Club Genova. Dal 2016 ad oggi, in campo maschile, i genovesi hanno conquistato due scudetti (2016 e 2020) e tre semifinali (2018-2019-2022). Successi che, in passato, sono arrivati anche in campo femminile, con i titoli vinti nel 1978 e nel 1981.

La stagione 2023 rappresentava la dodicesima stagione consecutiva nella massima serie del campionato maschile per circoli FITP, mentre in campo femminile la squadra ligure è ora alla caccia del ritorno in Serie A1. Una squadra che poteva contare tra i propri tesserati nomi del calibro di Lorenzo Musetti, Fabio Fognini e Simone Bolelli. Giocatori che, tuttavia, a causa dell’attività internazionale non hanno potuto dare il loro apporto alla squadra per raggiungere la seconda semifinale consecutiva.

Inserito nel Girone 1 della Serie A1 maschile, il Park Tennis Club Genova ha chiuso al secondo posto, confermando la partecipazione alla massima serie anche per il 2024. La speranza è quella di presentarsi il prossimo anno anche con la squadra femminile in Serie A1, dato che le ragazze sono impegnate nei play-off promozione.

Della stagione del club ligure abbiamo parlato con il presidente Federico Ceppellini.

D: Buon pomeriggio Presidente. Il Park Tennis Club Genova è ormai una certezza nel campionato di Serie A1 maschile, ma si tratta prima di tutto di un circolo dalla grande Storia...

FEDERICO CEPPELLINI:Il Park è uno dei due circoli storici di Genova (fondato nel 1929 col nome di Tennis Albaro, ndr). È il secondo in ordine di anzianità, anche se dobbiamo considerare che il TC Genova è uno dei circoli più longevi e antichi d’Italia. Noi come circolo abbiamo sempre avuto una tradizione sportiva di altissimo livello. Abbiamo avuto tutti i giocatori genovesi più rappresentativi del passato. A livello di Campionati a Squadre abbiamo vinto la serie A1 femminile per due volte. Linda Ferrando è stata una giocatrice di punta del circolo. Ai giorni nostri abbiamo potuto contare su una rosa con Fognini, Musetti, Bolelli, Mager, Giannessi. Negli ultimi anni puntiamo ai campionati di massima serie sia al maschile sia al femminile. Per quanto riguarda la Serie A1 maschile abbiamo una squadra sulla carta fortissima. Purtroppo, proprio perché abbiamo una squadra così forte, non riusciamo mai a schierare la formazione al completo e quindi spesso, come accaduto quest’anno, ci giochiamo tutto sino all’ultima giornata. Per quanto riguardo la squadra femminile, in questa stagione, siamo in A2. Grazie al posizionamento tra le prime tre nella fase a gironi disputeremo i playoff promozione. Come circolo abbiamo un forte legame con il territorio. I nostri giocatori e le nostre giocatrici sono sempre stati i migliori della Liguria. Questo riassume quello che è la tradizione del Park”

D: Lo scorso anno siete arrivati a giocare le semifinali scudetto, perdendo poi con i futuri campioni di Sinalunga. Quest’anno siete finiti in un girone complicato, chiuso poi al secondo posto. Che bilancio si può trarre?

FEDERICO CEPPELLINI: “Per esperienza ormai sappiamo che in Serie A1 non esiste una regola. È difficilissimo capire e fare delle previsioni. Questo perché un conto è se si guarda le formazioni sulla carta. Bisogna però considerare che spesso ci sono giocatori che poi non scenderanno mai in campo. Alla fine, conta chi scende in campo e quindi, come dicevo, è complicatissimo fare previsioni prima dell’inizio del torneo. Poi la sorte gioca un ruolo importante. A Crema (vincitrice del girone, ndr) è capitata l’ultima giornata con il Match Ball Siracusa, squadra che era già certa dei playout e che ha giocato la sfida con i lombardi senza schierare il giocatore straniero presente nella loro rosa (Yannick Maden, ndr). Rispetto a quella che ha giocato contro di noi la domenica precedente era completamente un’altra squadra. Crema era sotto 2-0 dopo i primi due singolari ma, come detto, ha avuto il vantaggio di non incrociare Maden, che io reputo un buon giocatore e che per regolamento avrebbe giocato da numero quattro della squadra siciliana. Se il Match Ball Siracusa si fosse presentato con la rosa al completo, non sono certo che i lombardi sarebbero stati in grado di recuperare e vincere 4-2. Funziona così, le regole sono queste. Dipende molto dai sorteggi e da come gira il calendario. Da chi sfidi nelle ultime due giornate, il loro stato di forma, da chi ha la fortuna di giocare in casa e chi, invece, fuori. Sono tutti fattori molto difficili da valutare in anticipo. Si fa quel che si può. Siamo arrivati secondi. Siamo contenti, soddisfatti, perché abbiamo schierato una squadra compatta e forte.”

D: Parlando proprio del calendario avete reagito bene nell’ultima giornata della fase a gironi. Dovevate vincere per evitare i playout e a Forte dei Marmi è arrivata una solida prestazione.

FEDERICO CEPPELLINI:I ragazzi sono stati molto bravi. Quest’anno abbiamo schierato una squadra solida. Avevamo dei doppi forti e una formazione molto omogenea come valori in campo. Secondo me bastava poco per far in modo che la situazione girasse in maniera diversa. Siamo arrivati a pochi passi dall’arrivare primi. Abbiamo chiuso in seconda posizione, ma vista la situazione potevamo arrivare sia terzi, e disputare i playout, così come chiudere al primo posto il giorno. Occorre dire anche che sulla carta le squadre che hanno giocato contro di noi erano più competitive di quelle degli altri gironi. È una questione di combinazioni. Basta che ti manchino uno o due giocatori e passi da essere competitivo a non esserlo. Oppure ti puoi capitare di tirar fuori dal cilindro il giocatore straniero che ti vince tutte le volte e questo, magari, ti fa fare il salto di qualità. Questi sono i limiti di un campionato che da questo punto di vista, spesso, non premia spesso la squadra più forte. Ma le regole sono queste, e noi dobbiamo giocare rispettandole.”

D: Quale possiamo considerare l’aspetto più critico di questo regolamento?

FEDERICO CEPPELLINI: “Più che altro le formazioni spesso dipendono da come va l’attività internazionale. Fino al giorno prima non si sa mai cosa accadrà. Fognini, Musetti, Bolelli riescono a giocare questo campionato solo se riescono ad essere liberi dai loro impegni, perché giustamente hanno da seguire la loro attività internazionale e questo lì porta a dover snobbare questo torneo. Fognini si sta giocando l’accesso al main draw in Australia. È difficile immaginare che possa giocare il campionato di Serie A1. Abbiamo diversi giocatori di punta ma non riusciamo a schierarli. Il campionato è lungo, sono sei giornate e con la pausa tra la quarta e la quinta giornata diventano sette. Sono due mesi in cui può succedere di tutto. Puoi avere il giocatore che si infortuna, quello che sta bene. Una lunga serie di componenti che rendono impossibile fare un pronostico. Noi volevamo salvarci. L’obiettivo minimo era rimanere in A1, quello massimo arrivare in semifinale. Abbiamo centrato quello minimo, può andar bene così.”

D: Parlando di regolamento e di forza della squadra, un ruolo importante nelle gerarchie del campionato lo riveste la forza del vivaio.

FEDERICO CEPPELLINI: “Noi abbiamo un vivaio molto forte. I titolari a livello teorico sarebbero Musetti e Mager, le riserve Sorrentino e Ceppellini. Invece, Sorrentino ha quasi sempre giocato. Noi abbiamo giocato tante partite con tre giocatori del vivaio proprio perché la nostra è una squadra composta da giocatori che sono cresciuti da noi. Una situazione che poche altre squadre sono state in grado di replicare. È chiaro che quella del vivaio è una regola che per certi versi trovo corretta perché valorizza la forza della scuola tennis e dell’attività che viene fatta dal circolo. D’altro canto, penso che dovrebbe essere scritta meglio. Se i giocatori di punta non possono giocare, di solito quelli del vivaio sono 2/3, magari ci dovrebbe essere qualche regola che permetta anche di sostituirli. Musetti è sempre impegnato in attività internazionale e non può giocare la A1 perché magari sta giocando Bercy. Non si può penalizzare la squadra perché ha in rosa un giocatore così forte. È una situazione che non ha senso. Del resto, questo è già disciplinato per quanto riguarda i tennisti junior. Se sono impegnati con l’attività internazionale possono essere sostituiti. Questo dovrebbe valere anche per i Top Player, soprattutto se hai un giocatore che sta giocando in quel momento un ATP o un Challenger. Possiamo dire che è una regola giusta come concetto teorico, ma che nella pratica andrebbe aggiustata.”

D: Allo stato attuale, il format del campionato fa discutere per diversi motivi: lunghezza, questioni regolamentari, costi e soprattutto per la scarsa visibilità. Come viene vissuto all’interno del circolo questa situazione?

FEDERICO CEPPELLINI: “Ai soci fa piacere che la squadra giochi in Serie A1. La squadra è composta dai nostri giocatori, li conoscono, li vedono tutti i giorni. Sanno chi sono e fanno il tifo per loro. La squadra è seguita anche lontano dal circolo di casa dato che i soci seguono la squadra anche in trasferta. Tuttavia, il format del campionato andrebbe rivisto. Si capisce che è un format un po’ superato e che alla FITP non interessa più di tanto. Non è valorizzato sui media, si leggono poche notizie in merito. Inoltre, sono dei campionati costosi perché gli ingaggi dei giocatori hanno impatti importanti sui bilanci dei circoli.  Arrivare secondi rispetto a chiudere primi o terzi, ti fa risparmiare 15-30 mila euro a giornata. Questo perché non si deve giocare la post-season, né i playoff né i playout. Si tratta di cifre importanti. Un circolo le investe volentieri se poi effettivamente riscontra che vi è un ritorno di qualsiasi tipo. Allo stato attuale è più la passione di pochi che porta avanti il campionato, piuttosto che l’organizzazione o altro.

D: Il malcontento relativo alla struttura del campionato di Serie A1 sembra essere un sentimento che accomuna diversi presidenti. Possiamo definire questo campionato come un’attività che va avanti grazie alla passione e alla voglia di poche persone?

FEDERICO CEPPELLINI: “Ripeto, secondo me è un format che andrebbe rivisto. Non servirebbe neanche un grande sforzo per migliorarlo ma non sembra ci sia la volontà.”

D: Tornando a parlare del Park Genova, possiamo considerare la vostra squadra come una rosa completa sotto diversi punti di vista. Un solido vivaio supportato da gente di esperienza. Nel determinare gli equilibri dei vari gironi spesso vi è la scelta dello straniero. Cosa vi ha portato a selezionare Marius Copil?

FEDERICO CEPPELLINI: “L’aspetto che noi teniamo maggiormente in considerazione è il fattore umano. Copil è un ragazzo simpaticissimo, va molto d’accordo con il resto della squadra e con i soci. È un giocatore ben voluto, educato, sempre corretto. Noi più che altro guardiamo questo rispetto alla forza in campo. Se oltre al lato umano, il giocatore riesce a vincere anche le partite è meglio. Da quando è arrivato, Copil ha sempre dato il massimo. Anche se è meno legato al circolo rispetto agli altri giocatore, il tennista rumeno ha sempre fatto il suo dovere.

D: Concludiamo con le ragazze. Sono in lotta per la promozione. Sensazioni?

FEDERICO CEPPELLINI: “Così come al maschile, anche al femminile abbiamo sempre privilegiato giocatrici liguri. Cristiana Ferrando è di Santa Margherita Ligure, Lucrezia Musetti è una giocatrice del vivaio e Costanza Traversi è di La Spezia. Sono andate molto bene. E come la squadra maschile, anche quella femminile è composta da ragazze molto legate tra loro. Il capitano Giorgia Buchanan ha fatto un grande lavoro. Daria Semenistaja, la giocatrice straniera (lettone, ndr) che si è unita alla squadra, la possiamo paragonare a Copil. Una ragazza disponibile che ha subito costruito il giusto feeling con il resto della squadra. Stiamo facendo bene e speriamo di salire in Serie A1. Anche se occorre dire che se non se succede va bene lo stesso. L’importante è che la squadra sia ben voluta dal circolo e che si impegni. Questo è quello che noi cerchiamo e ci aspettiamo dai nostri giocatori e dalle nostre giocatrici.”

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