Ritiro nell'aria per Joao Sousa: "Problemi fisici e poche motivazioni. Non so nemmeno la mia classifica"

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Ritiro nell’aria per Joao Sousa: “Problemi fisici e poche motivazioni. Non so nemmeno la mia classifica”

“L’unica cosa che mi resta è cercare di aiutare il Portogallo a raggiungere la fase finale della Coppa Davis” afferma un disilluso Sousa dopo aver chiuso la stagione fuori dai primi 200

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Joao Sousa - Wimbledon 2019 (foto via Twitter, @Wimbledon)
 

La carriera di Joao Sousa sembra essere agli sgoccioli. Ex numero 28 del mondo (best ranking raggiunto nel 2016), il 34enne portoghese ha concluso con una sconfitta al secondo turno del Challenger di casa a Maia (6-4 7-6 da Ramos-Vinolas) una stagione iniziata da numero 82 del mondo e finita ampiamente fuori dai primi 200 giocatori del mondo. Dopo aver scartato i 250 punti ottenuti nel gennaio del 2022 con la vittoria a Pune, Joao ha dovuto scendere nel circuito Challenger e, in sostanza, da lì non è più risalito.

Anzi, il crollo in classifica è proseguito, eccezion fatta per una boccata di ossigeno in occasione del Challenger di Porto, dove il classe ’89 ha raggiunto la finale (persa con Nardi). “Sono in una posizione in cui devo giocarmi la qualificazione ai tornei Challenger. Ho sempre giocato tornei ATP e Slam e non può essere questo ciò a cui aspiro. Credo che l’ultima volta che sono stato in questa classifica, che al momento non so nemmeno quale sia, sia stato nel 2010”.

Queste parole, pronunciate in conferenza stampa dopo la sconfitta con Ramos, sono solo alcune tra quelle che lasciano ben intendere lo stato emotivo di Sousa, stanco per i continui acciacchi e demotivato al punto da mettere in dubbio la sua attività nella prossima stagione: “Dovrò sedermi e pensare se vale la pena continuare a fare questo sforzo o se c’è una soluzione ai problemi fisici. Dirò presto qualcosa di più concreto, ma al momento le motivazioni sono poche. L’unica cosa che mi resta è cercare di aiutare il Portogallo a raggiungere la fase finale della Coppa Davis (nei play off la sfida sarà contro la Finlandia semifinalista dell’ultima edizione, ndr).

Joao ha infatti parlato dei suoi dolori alla schiena che sono tornati a tartassarlo: “Non mi sento di nuovo bene fisicamente e questo ai massimi livelli è molto evidente perché dipendo molto da questo per imporre il mio tennis. Ho ancora mal di schiena che mi impedisce di muovermi nelle migliori condizioni e, nonostante i tanti antinfiammatori che prendo, è difficile da gestire e accettare. Il tennis è così: uno sport di accettazione”.

Uno degli ultimi obiettivi che Sousa si era posto era l’ingresso nel main draw dell’Australian Open: “A ottobre ho pensato che potesse avere senso avere questo obiettivo in testa perché questi sono i tornei a cui sono abituato e in cui voglio giocare e perché senza avere un obiettivo in testa è tutto più difficile. Sono andato in Canada con questa idea e ho perso due partite molto dure. Nel secondo torneo ho perso una partita in cui ero già parecchio acciaccato. Volevo andare a Melbourne per giocare l’Australian Open magari per l’ultima volta ma non potrò farlo”.

Il futuro fuori dal campo di Sousa, quindi, si avvicina ma il portoghese non sa ancora quale potrebbe essere il suo prossimo impegno: “Per ora non mi vedo come allenatore. Ho passato molti anni ad alti livelli e il tennis è molto impegnativo mentalmente, anche più che fisicamente. Non esiste riposo, non esistono settimane libere, non esistono settimane in cui la motivazione possa calare. Ho bisogno di una pausa da questo approccio per un po’. Penso che resterò legato al tennis, ma non so ancora in quale ruolo. Posso essere una risorsa per il tennis nazionale”.

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