Storia di Ashlee Narker, campionessa australiana Under 18: “La sordità non sarà per me né un limite né un alibi”

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Storia di Ashlee Narker, campionessa australiana Under 18: “La sordità non sarà per me né un limite né un alibi”

La giovane australiana alla conquista del mondo universitario USA. “Un solo problema, chiedere all’arbitro di indicarmi il risultato a gesti”. Il precedente di Duckhee Lee

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Ashlee Narker (Facebook @TennisNSW)
Ashlee Narker (Facebook @TennisNSW)
 

Ashlee Narker proviene da un verdeggiante sobborgo di Sydney. Si è dedicata presto allo sport, forse anche influenzata da tre fratelli maschi più grandi di lei. Ha scelto il tennis perché “puoi contare solo su te stessa e la gioia quando vinci ha un peso diverso rispetto a quando condividi la vittoria con una squadra”. La sua storia diverge da quella di tante coetanee per via della sua disabilità: Ash è sorda.

Essere sorda è una sfida come molte altre, che mi spinge a raggiungere un livello superiore e forse a fare cose che persone normodotate dal punto di vista uditivo non riescono a fare”. Narker ha le idee chiare; possiede le qualità per giocarsi le sue carte nel mondo delle professioniste WTA e non vuole che la sua condizione influenzi la carriera di tennista.

La diciottenne del Nuovo Galles del Sud ha fatto già parlare di sé nel proprio paese quando vinse nell’aprile di due anni fa un evento tennistico a Melbourne Park organizzato per la categoria “Deaf and Hard of hearing, insomma per atlete con deficit uditivo. Due anni dopo, il 9 dicembre 2023, ecco Ashlee diventare la prima giocatrice sorda campionessa under 18 del suo paese. La giovane Narker si impone in due set sulla collega del Queensland Lily Taylor e rilascia alcune dichiarazioni che mostrano le avvisaglie di una personalità forte e, si indovina, già messa alla prova e forgiata dalla sua condizione.

È stato bello vincere oggi” – ha detto Narker subito dopo aver sollevato il trofeo – “sono felice. Ero nervosa perché c’era molta gente e perché lei mi aveva già battuto. So che Ashleigh Barty ha vinto questa competizione prima di me ma io non guardo a nessuno in particolare. Io sono me stessa”. Ashlee, che ha dichiarato di essersi promessa di vincere il torneo dopo che l’anno precedente era uscita al primo turno delle qualificazioni, ha ora un altro obbiettivo: con il nuovo anno traslocherà negli Stati Uniti, dove si è meritata una borsa di studio per unirsi al tennis team della Iowa State University.

La giovane australiana non vede l’ora di vivere la sua esperienza americana, forte delle sue conquiste tecniche e mentali. “Per me” – continua Ashlee” – non sentire non è una barriera. Non mi interessa sapere cosa pensino di me gli altri. Devo concentrarmi su di me e basta”. Non sentire in realtà è un limite in quanto il rumore della pallina sulle corde può dire molto sulla velocità e sul tipo di colpo che sta ritornando.

Ma lei questo lo sa. “Devo concentrarmi sull’avversaria, su come colpisce e cercare di anticipare dove andrà a colpire basandomi sulla traiettoria della pallina sulla rete. Il problema più che altro sarà chiedere al giudice di sedia di farmi segnali con le mani per indicarmi il risultato”.

Come detto, idee chiare e nessuna paura o voglia di ricorrere alla sordità come alibi per spiegare una sconfitta. Prima di lei il precedente più noto con il medesimo tipo di deficit è quello del coreano Duck Hee Lee: il venticinquenne di Jecheon, attivo prevalentemente nel circuito minore, ha saputo raggiungere la posizione numero 130 nel 2017, prima che una serie di infortuni ne spezzettassero l’attività agonistica e lo facessero precipitare oltre la ottocentesima sedia. Oggi è seicentottantacinquesimo.

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